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Forte dei Marmi (Lu). Aperta al Fortino, alla presenza del ministro degli Esteri Tajani, la mostra “Gli Egizi e il dono del Nilo”: 24 preziosi reperti (molti inediti) dal museo Egizio di Torino propongono un viaggio nel tempo, dall’epoca Predinastica all’età greco-romana attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri

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Il direttore Christian Greco illustra la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” al ministro degli Esteri Antonio Tajani (foto graziano tavan)

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La maschera funeraria: immagine guida della mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” sopra il Fortino di Forte dei Marmi (foto graziano tavan)

L’immagine della grande maschera funeraria di età romana ti guarda dall’alto del Fortino Leopoldo I a Forte dei Marmi (Lu). Ma per vederla da vicino devi entrare: la troverai proprio alla fine del percorso della piccola (per dimensioni) grande (per qualità) mostra “Gli Egizi e il dono del Nilo” inaugurata giovedì 1° agosto 2024 con un ospite speciale, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, che ha avito modo di visitarla in anteprima con il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco, al quale ha assicurato la sua presenza a Torino per le celebrazioni del bicentenario della fondazione del museo. Per l’Egizio il 2024 è un anno speciale: celebra i due secoli, che ne fanno il più antico museo egizio del mondo, con un rinnovamento straordinario della sede e di alcune sezioni, e una serie di manifestazioni che avranno il loro clou tra novembre e dicembre 2024. Ma questo non ha impedito al museo Egizio di continuare nella propria mission di aprirsi al mondo esterno.

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Mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi: da sinistra, il curatore Paolo Marini, il sindaco Bruno Murzi e il presidente della Fondazione Villa Bertelli Ermindo Tucci (foto graziano tavan)

Ecco dunque la mostra “Gli Egizi e il dono del Nilo” a Forte dei Marmi dal 1° agosto 2024 al 2 febbraio 2025, curata dall’egittologo Paolo Marini del museo Egizio di Torino, con 24 preziosi reperti scelti per l’occasione dai depositi del museo, e promossa dalla Fondazione Villa Bertelli e dal Comune di Forte dei Marmi col patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca e Comune di Torino. Proprio in sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, sottolinea come questa mostra rappresenti una sfida e una scommessa per il Comune della Versilia: “Vogliamo offrire un’occasione culturale ai molti turisti che frequentano la nostra cittadina e le nostre spiagge, ma anche al territorio diventando punto di riferimento per i residenti e per le scuole. E già oggi abbiamo molte prenotazioni dalla Toscana, dal Lazio e dalla Liguria”.

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Mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi: da sinistra, il curatore Paolo Marini davanti alla maschera funeraria di età romana (foto graziano tavan)

“La mostra Gli Egizi e il dono del Nilo”, spiega il curatore Paolo Marini, “propone un viaggio nel tempo, dall’epoca Predinastica (3900 – 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. – 395 d.C.) attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri: reperti di grande valore che provengono dai depositi del museo Egizio, quindi normalmente non visibili al pubblico e, in alcuni casi, mai esposti prima. L’immagine guida della mostra è una maschera funeraria di età romana proveniente da Assiut: una riproduzione idealizzata del volto del defunto realizzata in cartonnage, materiale simile alla cartapesta, e destinata alla protezione magica del defunto”.

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Mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi: modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo periodo Intermedio (2118 – 1980 a.C.) (foto graziano tavan)

Tra i reperti in mostra, un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo periodo Intermedio (2118 – 1980 a.C.), in legno stuccato e dipinto, decorato con la coppia di occhi udjat a protezione dello scafo. Dalla Galleria della Cultura materiale del museo Egizio proviene invece il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo periodo Intermedio (1076 – 722 a.C.). Il percorso espositivo è arricchito da infografiche e installazioni multimediali e da due riproduzioni provenienti dal museo Egizio: la statua monumentale di Ramses II e il sarcofago di Butehamon.

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Mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi: set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo periodo Intermedio (1076 – 722 a.C.) (foto graziano tavan)

“La mostra intende sollecitare la curiosità”, spiega il direttore Christian Greco, “illustrando la complessità di quello che presentiamo. Gli oggetti esposti ci parlano di cultura funeraria, non perché gli Egizi fossero ossessionati dalla morte. Noi conosciamo la loro cultura materiale principalmente per aver scavato in necropoli e questa è la nostra principale chiave di accesso alla cultura dell’Antico Egitto. Il racconto che facciamo qui vuole invece presentare le persone, oltre l’oggetto. Sono quindi felicissimo che, oltre coloro che potranno visitare la mostra d’estate, la comunità di possa appropriare di questa esposizione e la possa utilizzare per capire come quella memoria materiale, che proviene da un luogo distante, in realtà predetermini chi siamo noi oggi e ci proietti in quest’ottica mediterranea dove la civiltà nilotica ha avuto un ruolo fondamentale”.

Torino. Il museo Egizio archivia il 2023 con un record: oltre 1 milione di visitatori. Ecco il bilancio di dodici mesi eccezionali. E il 2024 è l’anno del Bicentenario (1824-2024)

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Visitatori al museo Egizio di Torino nella mostra “Il dono di Thot” (foto museo egizio)

Il museo Egizio di Torino archivia il 2023 come l’anno dei record con 1.061.157 visitatori, numero comprensivo anche degli eventi istituzionali e privati, a fronte degli 898.500 ingressi del 2022. Un record per il Museo diretto da Christian Greco, che per la prima volta chiude l’anno con un numero così alto di visitatori. E il 2024 è l’anno del Bicentenario (1824-2024) durante il quale i riflettori degli studiosi e degli appassionati di tutto il mondo punteranno proprio su Torino. I mesi che hanno registrato un maggiore afflusso di pubblico sono stati aprile, con 128.576 ingressi e maggio, con 107.415. Ottima anche la performance di mesi in genere meno gettonati dai visitatori, come gennaio e febbraio, soprattutto se confrontati con i numeri del 2022: a gennaio 2023 i visitatori sono stati 85.373 a fronte dei 44.209 dell’analogo mese del 2022, così come lo scorso febbraio ha registrato 86.646 ingressi, quasi doppiando i 44.844 del 2022. Nel 2023 il Museo ha aperto le porte a 128.000 studenti (circa 5.650 classi), in visita didattica. In crescita anche i canali social del Museo, che totalizzano 420mila follower (con un incremento del 433%).

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Evelina Christillin, presidente del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“Desideriamo ringraziare quanti hanno creduto in noi”, ha dichiarato Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio. “Tra i primi a credere in questa nuova stagione dell’Egizio, sostenendolo anche dal punto di vista finanziario, c’è stato il ministero della Cultura. C’è stato poi l’appoggio incondizionato di Accademia delle Scienze, che crede in questo ampliamento. Fondazione Compagnia di San Paolo ha dato avvio ad un progetto innovativo di mecenatismo con il Concorso internazionale di idee per il nuovo Egizio, vinto dallo Studio Oma di Rotterdam e anche Fondazione Crt ha deliberato un sostegno economico all’Egizio, così come la Regione Piemonte e il Comune di Torino. Hanno poi generosamente offerto un sostegno economico per i diversi progetti che riguardano il nostro bicentenario Alpitour, Camera di Commercio di Torino, Cdp, Consulta di Torino, Ferrovie dello Stato, Intesa Sanpaolo, Lavazza, Reale Mutua, a cui siamo molto grati per il loro appoggio”.

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Statuetta in legno di Thot come Ibis, di epoca tarda, conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Il museo Egizio nel 2023 ha puntato su numerosi progetti espositivi non solo al proprio interno, ma anche al di fuori del Museo e sul riallestimento del terzo piano, dove è stata appena inaugurata la Galleria della Scrittura. L’Egizio si è inoltre focalizzato su progetti internazionali, come missioni archeologiche di scavo e collaborazioni con grandi istituzioni mondiali per studi e restauri. Tra i progetti espositivi del 2023 all’interno del Museo vanno citati “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto” (6 dicembre 2022 – 7 settembre 2023), un viaggio all’origine dei geroglifici e delle antiche scritture egiziane, curato da Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer. Si è poi concluso quest’anno il ciclo di mostre bimestrali “Il laboratorio dello studioso”, cinque mostre nel 2023 per un percorso a puntate dietro le quinte del museo, alla scoperta dell’attività scientifica condotta dai curatori ed egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca dell’Egizio (vedi Torino. Al museo Egizio ultimi giorni per la mostra “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto”: con 170 oggetti (non solo papiri), alcuni eccezionali, si raccontano tremila anni di scrittura. Intervento esclusivo del direttore Christian Greco | archeologiavocidalpassato).

torino_egizio_mostra-attraverso-gli-occhi-di-tutankhamon_conferenza-sallam_locandinaPer celebrare il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, il museo Egizio ha invitato un’artista contemporanea, Sara Sallam, per riflettere ancora una volta sull’etica dell’esposizione dei resti umani. Il Museo ha quindi ospitato fino a fine febbraio 2023 una piccola esposizione di arte contemporanea: “Attraverso gli occhi di Tutankhamon”. Un’istallazione video ha condotto i visitatori nella tomba di Tutankhamon, al momento della sua scoperta, mostrando però il punto di vista del faraone (vedi Torino. Al museo Egizio la conferenza di Sara Sallam, le cui opere sono esposte in museo nella mostra “Attraverso gli occhi di Tutankhamon: prospettive alternative sull’Egittologia” | archeologiavocidalpassato).

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Statuetta in legno della dea Tauret, dedicata dal disegnatore Parahotep, venerata in ambito domestico, proveniente da Deir el Medina, e conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Tra le mostre di maggior successo al di fuori del Museo vanno citate “I creatori dell’Egitto eterno – Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, curata dal direttore del Museo Christian Greco, assieme a Corinna Rossi, Cédric Gobeil e Paolo Marini, alla Basilica Palladiana di Vicenza e “Gioielli e amuleti, la bellezza nell’antico Egitto” al Museo del Gioiello di Vicenza, entrambe in esposizione fino al 28 maggio 2023 (vedi Vicenza. Christian Greco, direttore del museo Egizio, introduce alla visita della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, in Basilica Palladiana. Ecco la sua prolusione alla presentazione ufficiale | archeologiavocidalpassato). Uno sforzo produttivo notevole, realizzato quasi in contemporanea con due mostre internazionali: a Montreal in Canada, dal 20 aprile al 15 ottobre 2023, 300 reperti del Museo sono stati protagonisti dell’esposizione “Egypt. Three Millennia on the Nile”, mentre a Zhengzhou in Cina, dal 3 marzo al 3 giugno 2023, si è tenuta l’esposizione “Civiltà dei grandi fiumi”, che ha ospitato una grande sezione dedicata all’Egitto e alla Mesopotamia con reperti provenienti dall’Egizio e da altri grandi musei italiani. E infine una esposizione più piccola al Centro Trevi di Bolzano “Antichi Egizi: maestri dell’arte”, che ha ospitato 18 reperti dal 21 settembre al 10 dicembre 2023.

torino_egizio_what-is-a-museum_locandinaL’Egizio si è poi confermato crocevia di studi e ricerche internazionali, con l’obiettivo di ripensare il ruolo dei musei all’epoca della globalizzazione e della digitalizzazione. In particolare, in questo solco si è inserito “What is a Museum?”, un ciclo di dieci incontri, ideato dal direttore, Christian Greco, per riflettere sul futuro dei musei e per accompagnare l’Egizio in un percorso di trasformazione fisica e di innovazione, in vista del bicentenario, che verrà celebrato nell’autunno del 2024 (vedi Torino. Al museo Egizio al via con Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, il ciclo “What is a museum?”, in presenza e on line: dieci direttori dei più grandi musei del mondo si confrontano col direttore Christian Greco sul ruolo e le sfide del futuro dei musei | archeologiavocidalpassato). Dieci direttori delle più prestigiose istituzioni museali mondiali sono stati e saranno i protagonisti di un confronto con il direttore dell’Egizio per delineare il ruolo e le sfide del futuro dei musei, intesi sempre più come una sorta di laboratorio della contemporaneità e non solo come luoghi di ricostruzione e conservazione della memoria. Il ciclo è partito a maggio con Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani a Roma, per poi ospitare Massimo Osanna, direttore generale Musei del Mic, Hermann Parzinger, direttore del Preußischer Kulturbesitz di Berlino, Miguel Falomir Faus, direttore del Museo Nacional del Prado di Madrid.

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Lara Weiss (museo di Leiden) e Christian Greco (museo Egizio di Torino) a Saqqara nello scavo di Tomba di Panehsy (foto museo egizio)

In primavera il museo Egizio è stato sotto i riflettori internazionali per un nuovo ritrovamento archeologico in Egitto nella necropoli di Saqqara, a 30 km a sud de Il Cairo. Gli archeologi del museo Egizio, del ministero delle Antichità egiziane e del museo nazionale di Antichità di Leiden in Olanda, sotto la direzione del direttore dell’Egizio, Christian Greco e della curatrice della Collezione Egiziana e Nubiana del Museo di Leiden, Lara Weiss, hanno rinvenuto in aprile i resti della tomba di Panehsy, che risale al primo periodo Ramesside (1250 a.C.). Panehsy era il responsabile del tempio dedicato al dio Amon. La spedizione archeologica ha inoltre portato alla luce alcune cappelle funerarie (vedi Egitto. Scoperta a Saqqara la tomba di Panehsy (periodo Ramesside, 1250 a.C.) e quattro cappelle funerarie dalla missione del museo Egizio di Torino, il ministero delle Antichità egiziano e il museo nazionale di Leiden. Greco: “Lo scavo permette la ricontestualizzazione archeologica di monumenti, rilievi e statue, giunti nelle collezioni europee nel XIX secolo” | archeologiavocidalpassato).

torino_egizio_simposio-internazionale-restauro-mensa-isiaca_locandinaA luglio il simposio internazionale “The Mensa Isiaca under review. Technical study and new interpretations”, organizzato dal Museo, in collaborazione col J. Paul Getty Museum e col Getty Conservation Institute ha riunito a Torino egittologi, archeologi ed esperti provenienti da tutto il mondo. Proprio grazie alla collaborazione tra il museo Egizio, il J. Paul Getty Museum e il Getty Conservation Institute, un gruppo di conservatori e di scienziati, alla luce delle nuove tecnologie, ha sottoposto il reperto a nuove analisi per studiare tutti i dettagli, di cui la Mensa è ricchissima, è stato fatto un approfondito esame con microscopia ottica assistita (vedi Torino. Al museo Egizio due giorni di simposio internazionale per il restauro della Mensa Isiaca, con egittologi, archeologi ed esperti provenienti da tutto il mondo | archeologiavocidalpassato). In autunno poi Im/materialities, un simposio dedicato all’archeologia e ai musei “tra reale e digitale”, ha messo a confronto 44 tra antropologi, sociologi, filosofi, chimici e fisici, provenienti da tutto il mondo.

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Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering della piazza Egizia su due livelli (foto OMA Rotterdam)

Tutte attività che sono state realizzate, accanto alla progettazione di cantieri, innovazioni, riallestimenti e restauri, a cui andrà incontro l’Egizio, in vista delle celebrazioni del bicentenario il prossimo autunno. Il 18 ottobre scorso sono iniziati i lavori di restauro delle facciate interne del Museo, propedeutici al cantiere vero e proprio di trasformazione del Museo. Con l’anno nuovo si darà così concretezza ad un progetto ambizioso di rifunzionalizzazione della corte e di restituzione alla città di un nuovo spazio pubblico, di allestimento di un giardino egizio nella corte coperta, di una nuova sala immersiva all’interno del Museo, del restauro e del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re, progetti per cui si prevedono 23 milioni di investimenti (vedi 1824-2024: Bicentenario dell’Egizio di Torino. Il museo cambia pelle con il progetto architettonico di OMA: si apre alla città, con una piazza, un giardino e una sala immersiva; nuove gallerie e nuovi servizi. Ecco il ricco programma delle celebrazioni già iniziate. Greco: “Un nuovo inizio” | archeologiavocidalpassato).