Montalto di Castro (Vt). Al Teatro Lea Padovani “Vulci e il suo territorio. 50 anni dopo”, XXXI convegno dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici, in presenza e on line. Tre giorni per disegnare le linee di continuità rispetto al passato e riflettere sulle novità della ricerca e delle scoperte. Ecco il programma
Dal 16 al 18 ottobre 2025, in presenza al Teatro Lea Padovani in via Aurelia Tarquinia 58 a Montalto di Castro (Vt), e in diretta on line sulla pagina Facebook del Parco archeologico e naturalistico di Vulci https://m.facebook.com/parcodi.vulci/, “Vulci e il suo territorio. 50 anni dopo”, XXXI convegno dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici. Il X Convegno di Studi Etruschi e Italici nel 1975 aveva avuto per oggetto la Civiltà Arcaica di Vulci e la sua espansione. Cinquant’anni dopo – e nell’anno di celebrazioni per i 50 anni del Ministero – è sembrato opportuno tornare su Vulci per disegnarne le linee di continuità rispetto al passato e riflettere sulle novità della ricerca e delle scoperte che nel frattempo l’hanno caratterizzata. Storicamente piegata dagli scavi clandestini, Vulci ha sempre comunque rappresentato un panorama privilegiato per lo studio della civiltà etrusca. La sinergia tra la Soprintendenza e Fondazione Vulci, gestore del Parco archeologico naturalistico e la collaborazione con diversi Enti di ricerca hanno garantito una maggior tutela e nello stesso tempo hanno generato, soprattutto negli ultimi anni, nuovi approcci e nuovi dati per una lettura dell’antico dai molteplici esiti, spesso presentati in mostre in Italia e all’estero. Per tutte queste ragioni l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici ha fatto la scelta di dedicare il suo XXXI Convegno al tema, con l’intento di approdare a una sintesi delle molte cose fatte in questi anni realizzando così una preziosa occasione di confronto per tutta la comunità scientifica. Promotori/Organizzatori: istituto nazionale di Studi etruschi e italici; soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale; Fondazione Vulci, con la collaborazione della direzione Musei Lazio, Regione Lazio, Comune di Montalto di Castro.
I temi del XXXI convegno di Studi etruschi e italici sono cinque e si allineano a quelli della ricerca degli ultimi anni, con il supporto anche delle discipline della bioarcheologia e della diagnostica preventiva: La formazione della città e il rapporto con il territorio; Materiali e contesti; Collezioni e vecchi scavi; Le dimensioni del sacro; Vulci e l’altro. Città di confine e di apertura. Il Convegno, oltre a Relazioni e Comunicazioni, sarà arricchito da una sezione Poster per la presentazione di specifici casi e temi di studio, sezione che troverà posto nella stampa degli Atti a cura dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici. Gli abstract sono a disposizione sui siti web da pochi giorni prima del Convegno stesso. Il primo giorno prevede i saluti istituzionali (ministero della Cultura, amministrazioni regionali e locali) e una introduzione da parte del presidente dell’istituto nazionale di Studi etruschi ed italici. Nel giorno di chiusura, sabato 18 ottobre 2025, è prevista, dopo una visita agli scavi nel Parco, l’inaugurazione di una mostra al museo della Badia di Vulci – che celebra anch’esso 50 anni dalla sua istituzione – dedicata alle ultime scoperte in tema di ornamenti femminili.
PROGRAMMA GIOVEDÌ 16 OTTOBRE 2025. Alle 9.30, saluti istituzionali; introduzione di Giuseppe Sassatelli. Alle 12, SESSIONE I – La formazione della città e il rapporto con il territorio. Interventi: Carlo Casi, “Preistoria e protostoria della Valle del Fiora: caratteri geografici e del popolamento”; Vincenzo d’Ercole, Francesco di Gennaro, Marco Pacciarelli, “Le origini di Vulci tra Bronzo Finale e Primo Ferro”; Giorgio Pocobelli, “Vulci e il suburbio: urbanistica e analisi diacronica del popolamento”; 13.30, pausa pranzo; 14.30, Simona Carosi, Carlo Casi, Mariachiara Franceschini, Paul P. Pasieka, Carlo Regoli, “Il porto di Regisvilla”; Orlando Cerasuolo, Luca Pulcinelli, “L’entroterra vulcente quarant’anni dopo: popolamento ed economia alle soglie della romanizzazione”; SESSIONE II – Materiali e contesti. Interventi: Carlo Casi, Vincenzo d’Ercole, Francesco di Gennaro, “La variabilità della rappresentazione funeraria nei più antichi sepolcreti di Vulci”; Francesco Quondam, Carmen Esposito, Lorenzo Fiorillo, Pasquale Miranda, Marco Pacciarelli, “Articolazione planimetrica e gruppi sociali nei più antichi sepolcreti di Vulci”; Stefano Bruni, “Il Geometrico vulcente”; Alessandro Naso, Giacomo Bardelli, “Da Vulci nel Mediterraneo e in Europa: vasellame e utensili in bronzo”; Rosa Lucidi, “Il bucchero pesante vulcente”; Vincenzo Bellelli, “La ceramica etrusca a figure nere: Vulci, Cerveteri e Tarquinia a confronto”; 18, discussione.
PROGRAMMA VENERDÌ 17 OTTOBRE 2025. Alle 9, Anna Maria Moretti Sgubini, “Su alcune sculture di scuola vulcente”; Iefke van Kampen, “Scultura vulcente: gruppi e botteghe”; Fernando Gilotta, Anna Maria Moretti Sgubini, “Qualche considerazione sulle ceramiche della Polledrara”; Daniele F. Maras, “I Tutes di Vulci e la prosopografia dei cippi funerari a finta porta”. SESSIONE III – Collezioni e vecchi scavi. Interventi: Sara De Angelis, “1975–2025: cinquant’anni del Museo Archeologico di Vulci al Castello dell’Abbadia”; Laura Michetti, Christian Mazet, Alessandro Conti, “Ritorno a Vulci: rileggere i vecchi scavi nelle necropoli sud-orientali”; Cecile Colonna, “Vulci e il Cabinet des Médailles (BnF)”; Christian Mazet, Alexandra Villing, “Vulci e il British Museum”; Valentino Nizzo, “Collazionare collezioni: piccole storie (stra-)ordinarie di archeologia vulcente tra scavi, dispersioni e recuperi”; 13.30, pausa pranzo; 14.30, Alessandro Mandolesi, “Gli scavi Torlonia nella necropoli orientale”; Giulio Paolucci, “La Tomba François e i Torlonia”; Stephan Steingraeber, “Lodovico I di Baviera e i reperti vulcenti nelle Antikensammlungen di Monaco di Baviera”; Mariachiara Franceschini, Paul P. Pasieka, Maurizio Sannibale, Vittorio Mascelli, “La Cista con Amazzonomachia e lo specchio Durand: la ricostruzione di un contesto sepolcrale vulcente”. SESSIONE IV – Le dimensioni del sacro. Interventi: Simona Carosi, Sara Scarselletta, “La produzione votiva e i culti a Vulci tra età tardo-arcaica ed ellenistica”; Mariachiara Franceschini, Paul P. Pasieka, “Il nuovo tempio di Vulci e il paesaggio sacro urbano in epoca arcaica”; Serena Sabatini, Irene Selsvold, “Spunti per una riflessione su aree sacre articolate e culti “minori” a Vulci e in Etruria”; Carlo Regoli, “I culti dell’acropoli di Vulci”; 18, discussione.
PROGRAMMA SABATO 18 OTTOBRE 2025. Alle 9, SESSIONE V – Vulci e l’altro. Città di confine e di apertura. Interventi: Barbara Barbaro, “Il complesso protostorico del Gran Carro di Bolsena nel quadro dei contatti tra i centri protourbani di Vulci e Orvieto”; Paola Rendini, “La media valle dell’Albegna: un territorio di confine dell’agro vulcente. Contributi inediti dalle necropoli orientalizzanti e arcaiche del territorio di Magliano in Toscana”; Andrea Zifferero, “Vulci, Chiusi e Roselle: sistemi insediativi, culti e confini nel corridoio tra Albegna e Ombrone”; Marina Micozzi, Alessandra Coen, Achim Weidig, “Influenze vulcenti sul mondo italico appenninico: qualche caso di studio”; Anna Depalmas, “Vulci e la Sardegna. 115 miglia di mare”; Biancalisa Corradini, Alessandro Conti, “Castro, un centro dell’entroterra vulcente. 50 anni dopo”; Corinna Riva, Maja Mise, Carlo Regoli, “Vulci al centro di un’economia agraria che cambia nel Mediterraneo centrale: l’organizzazione della produzione anforica”; 12.30, discussione; 13.30, pausa pranzo; 15, visita agli scavi di Vulci; 16.30, inaugurazione mostra al museo nazionale Etrusco di Vulci “L’importanza di essere bella. Gioielli e ornamenti delle donne etrusche di Vulci”.
Montalto di Castro (Vt). Acquisita dalla Soprintendenza l’area dell’antico porto di Vulci, oggi località Murelle, che diventa parte del parco naturalistico-archeologico di Vulci. Già iniziate le indagini di superficie. I risultati nel convegno internazionale su Vulci nel 2025

La costa vulcente in località Murelle di Montaldo di Castro (Vt) dove insisteva l’antico porto della città etrusca di Vulci (foto sabap-vt-etr-mer)

Panoramica dell’area di Murelle acquisita dalla soprintendenza (foto sabap-vt-etr-mer)
L’area dove era l’antico porto della città etrusca di Vulci, oggi località Murelle di Montalto di Castro (Vt), è stata acquisita dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, e diventerà un nuovo settore del parco naturalistico-archeologico di Vulci, che proprio a Murelle ha già programmato indagini archeologiche non invasive per indirizzare la ricerca. Si è dunque concluso il procedimento di acquisizione di un ampio settore dell’area archeologica in località Murelle, nel comune di Montalto di Castro, iniziato circa 10 anni fa con l’esercizio della prelazione su una porzione di terreni soggetti a vincolo archeologico. L’iter burocratico amministrativo è risultato molto complesso, in virtù di un ricorso al Tar, in un primo momento sfavorevole alla Soprintendenza, a cui l’Ufficio si è opposto ricorrendo al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, con la sua decisione favorevole all’azione della Soprintendenza, ha determinato la possibilità di completare i sospesi e acquisire finalmente in consistenza al patrimonio dello Stato (Agenzia del Demanio) i terreni contesi. Analogamente, nel corso del 2022, con un’altra procedura di prelazione è stata acquisita un’ulteriore porzione verso il mare dell’area vincolata.

Mappa del litorale vulcente con l’indicazione delle Murelle realizzata da Ignazio Danti nel 1583 (foto sabap-vt-etr-mer)
Identificata con la Regae dell’Itinerarium Maritimum, che colloca il sito a metà strada tra la foce dell’Arrone e la foce del Fiora, e con la Regisvilla dello storico greco Strabone, l’area era stata indagata soltanto parzialmente, tra fine anni ’70 e inizi ’80 del Novecento, da parte dell’Istituto di Topografia antica della Sapienza-Università di Roma. Già precedentemente ricerche di superficie e l’analisi di fotografie aeree avevano portato gli studiosi a distinguere un vasto recinto rettangolare, datato variamente dall’epoca romana fino a quella medievale.

Frammento di ceramica attica proveniente da località Murelle di Montalto di Castro (Vt) (foto sabap-vt-etr-mer)
La limitata indagine archeologica ha portato alla luce diverse strutture di epoca etrusca e tracce di una villa di epoca romana di prima età imperiale. Rinvenuti, inoltre, resti di sepolture di epoca romana, sia nell’area delle strutture etrusche, sia nell’area più prossima al mare. Ed ancora, più avanti, nel mare, sono emersi resti di strutture sommerse interpretate come opere portuali: una sorta di barriera appena affiorante, parallela alla linea di costa, a ca. 300 metri dalla riva. Ricerche più recenti condotte sui materiali confermano la presenza di un insediamento etrusco a carattere commerciale, frequentato da popolazioni locali ma anche da Greci e Fenici. Molti dei reperti rinvenuti conservano segni incisi e graffiti interpretabili come marchi commerciali, mentre iscrizioni di dedica alla divinità Vei, spesso titolare di santuari legati allo scambio, apre l’ipotesi della presenza di luoghi di culto.

La costa vulcente in località Murelle di Montaldo di Castro (Vt) dove insisteva l’antico porto della città etrusca di Vulci (foto sabap-vt-etr-mer)
L’area delle Murelle diventerà parte del parco naturalistico-archeologico di Vulci gestito dalla Fondazione Vulci grazie alla convenzione Stato-Enti locali che il ministero della Cultura ha stipulato con la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, i Comuni di Montalto di Castro e di Canino.

Gruppo di lavoro per le indagini non invasive nell’area archeologica di Murelle di Montalto di Castro (Vt) (foto sabap-vt-etr-mer)
Già avviate indagini non invasive che indirizzeranno i successivi scavi archeologici. Grazie alla collaborazione tra Vulci Cityscape, Eastern Atlas e Parco di Vulci, le ricerche geofisiche, in particolare magnetometriche e con l’utilizzo del georadar, permetteranno di individuare strutture sepolte dell’antico porto di Vulci. Le attività di ricerca su ampia scala, utili a definire l’estensione e le caratteristiche del sito, consentiranno finalmente di aggiungere importanti tasselli conoscitivi sui rapporti commerciali della città di Vulci con il Mediterraneo, in parallelo con quanto già noto degli altri porti dell’Etruria meridionale (Pyrgi e Gravisca) e di restituire al pubblico anche inaspettati e suggestivi percorsi di visita. I risultati saranno presentati nell’ambito del Convegno Internazionale di Studi Etruschi dedicato a Vulci, in occasione del cinquantenario dal primo, che si terrà nell’ottobre del 2025.




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