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Castrovillari (Cs). Alla casa circondariale inaugurata la mostra archeologica “Copycat. Speranze replicabili” che chiude il progetto del parco di Sibari con i detenuti e gli studenti. Filippo Demma: “L’obiettivo è mostrare che la cultura va oltre ogni tipo di barriera, mentale ma anche fisica”

castrovillari_casa-circondariale_mostra-archeologica-Copycat_locandinaCon l’inaugurazione alla casa circondariale di Castrovillari (Cs), giovedì 30 maggio 2024, della mostra archeologica “Copycat. Speranze replicabili” a cura di Filippo Demma, Camilla Brivio, Donatella Novellis, si chiude l’omonimo progetto ideato, prodotto e realizzato dalla direzione del parco archeologico di Sibari, e che ha coinvolto detenuti della casa circondariale di Castrovillari, studenti dell’Ipsia – Istituto professionale superiore secondario “Erodoto di Thurii” di Cassano All’Ionio – professori della stessa scuola, archeologi e assistenti all’accoglienza, fruizione e vigilanza, due direttori carcerari, un funzionario e una preside, diversi reperti originali datati tra il VI e il III secolo a.C., tre “formatori” della onlus “Maestri di Strada”, quattro seminari per un totale di sedici ore di formazione preliminare rivolta a docenti e operatori museali, un autista ed un pulmino messo a disposizione dal comune di Cassano all’Ionio per collegare anche fisicamente carcere e museo. Alla presentazione della mostra, che resterà aperta fino al 20 giugno 2024, sono intervenuti Gerardo Guerriero Liberato, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Calabria; i sindaci di Castrovillari e Cassano All’Ionio, Domenico Lo Polito e Giovanni Papasso; Giuseppe Carrà, direttore casa circondariale “Rosetta Sisca”; Anna Liporace, dirigente scolastica IISS “Erodoto di Thurii” di Cassano All’Ionio; Nicola Laieta e Alice Ruffa, Maestri di Strada ONLUS; Valentina Draetta, sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Castrovillari (Cs); Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione Regione Calabria. Il racconto dell’esperienza è stato affidato agli studenti e ai docenti dell’IPSIA “Erodoto di Thurii” e agli ospiti della casa circondariale “Rosetta Sisca”. A concludere i lavori, moderati da Luigi Bloise, capo Area Trattamentale della “Rosetta Sisca”, Filippo Demma, direttore Parchi archeologici di Crotone e Sibari, direttore direzione regionale Musei Calabria.

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Filippo Demma. direttore regionale Musei Calabria, e direttore del parco archeologico di Sibari (foto drm-calabria)

“Dopo la prima parte formativa”, spiega Filippo Demma, “il progetto passa alla sua seconda e ultima fase. Accanto ai reperti, infatti, esponiamo quelle stampe 3D realizzate da studentesse, studenti, docenti dell’Ipsia “Erodoto di Thurii” insieme ad alcuni degli ospiti della casa circondariale durante i laboratori che si sono tenuti nel museo Archeologico nazionale della Sibaritide. Oggetti che, seguendo il principio della circolarità, saranno poi utilizzati in altri laboratori con persone cieche e ipovedenti che non potrebbero toccare i delicatissimi originali ma attraverso le copie potranno almeno percepire la forma degli oggetti antichi. L’obiettivo è mostrare che la cultura va oltre ogni tipo di barriera, mentale ma anche fisica”.

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L’ingresso della casa circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari (Cs) (foto min-giu)

I reperti esposti in vetrina vengono da alcuni siti archeologici della Sibaritide: una kylix, coppa in ceramica usata durante il banchetto per contenere il vino, ritrovata in una tomba ad Amendolara (Cs) e ha un’età di circa 2500 anni (VI sec. a.C.); un peso da telaio in terracotta che serviva a tendere i fili durante la tessitura ritrovato a Castiglione di Paludi e risale al IV-III sec. a.C.; una lucerna, lampada in terracotta decorata con una volpe che salta verso un grappolo d’uva proveniente dalla città romana di Copia, fondata nella Piana di Sibari dopo le greche Sibari e Thurii databile a circa 1900 anni fa (I-II sec. d.C.). Altri reperti, invece, provengono dall’antico santuario ritrovato sul Timpone Motta, nel comune di Francavilla Marittima (Cs). Sono in terracotta: una pisside, un contenitore in cui le donne custodivano prodotti di bellezza, gioielli, oggetti cari, una lekythos, boccetta per oli profumati, una brocchetta per acqua (hydria): oggetti che hanno un’età di circa 2600 anni (databili al VII-VI sec. a.C.).

Sibari. Al museo Archeologico nazionale della Sibaritide si presenta la quinta edizione del progetto “In-Ruins”: incontro tra arte contemporanea a archeologia, di artisti, curatori e ricercatori nei siti monumentali della Calabria

sibari_parco_progetto-in-ruins_2023_presentazione_locandinaPrende forma il progetto “In-Ruins 2023” che si svolgerà al parco archeologico, tra i musei di Amendolara e Sibari. Il progetto sarà presentato lunedì 11 settembre 2023, alle 11.30, al museo Archeologico nazionale della Sibaritide. Oltre agli artisti, saranno presenti Maria Luigia Gioffrè, fondatrice e codirettrice di “In-Ruins”; Nicola Guastamacchia, codirettore di “In-Ruins”; Nicola Nitido, responsabile della curatela e della produzione per “In-Ruins”; Filippo Demma, direttore del parco di Sibari e responsabile ad interim della direzione regionale dei musei della Calabria; Antonello Ciminelli, consigliere comunale e già sindaco di Amendolara, e Giovanni Papasso, sindaco di Cassano All’Ionio.

Sibari - Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide

Il museo nazionale Archeologico della Sibaritide (foto drm-calabria)

Promosso dall’associazione Archeofuturo sin dal 2018, “In-Ruins” è un programma di residenza diretto da Maria Luigia Gioffrè e Nicola Guastamacchia con la co-curatela di Nicola Nitido e Roberta Garieri, dedicato a esplorare potenzialità dell’incontro tra arte contemporanea e archeologia attraverso il transitorio insediamento di artisti, curatori e ricercatori nei pressi di siti monumentali della Calabria. “In-Ruins” ripensa il territorio attraverso Il suo passato, rende un’rea nota storicamente (non topograficamente) come Sibaritide luoghi di condivisione e porta, nel cuore di territori periferici rispetto ai centri principali di produzione e fruizione artistica, la sperimentazione urgente e attuale di artisti internazionali. Affondando le radici in un pensiero meridiano e mediterraneo, il progetto mira a rileggere non solo il patrimonio archeologico, ma anche mitologie, tradizioni e storie delle comunità stesse che da generazioni lo custodiscono. Fin dalla sua prima edizione, “In-Ruins” valorizza pratiche artistiche multidisciplinari e di ricerca. In questa direzione, le artiste e gli artisti coinvolti, come negli anni precedenti, operano attraverso media differenti: fotografia, video, performance, scultura, ricerca accademica, tutti volti a sviluppare un’ottica molteplice per rispondere a un linguaggio complesso e stratificato da tempo, storia e storie, ovvero quello dell’archeologia.

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Il parco archeologico di Sibari, uno dei siti più estesi del Mediterraneo di età classica e romana (foto drm-calabria)

La residenza “In-Ruins” è realizzata quest’anno in collaborazione con Fondazione Elpis e tocca per la sua quinta edizione la provincia di Cosenza, al parco archeologico di Sibari. Quest’area del territorio calabrese, nota topograficamente come Sibaritide, vide il sorgere, lo sviluppo, l’espansione e il declino della grande polis di Sibari; qui furono impiantati, in epoche successive alla distruzione della città greca, sovrapponendosi in parte alle sue rovine, prima il centro di età classica di Thurii e poi quello romano di Copia. Questa stratificazione eccezionale rende Sibari uno dei siti più estesi e importanti del Mediterraneo fino alla piena età romana. Il Parco comprende il museo Archeologico nazionale della Sibaritide, l’area archeologica di Parco del Cavallo e il museo Archeologico nazionale di Amendolara. “Si tratta di una nuova iniziativa tesa a promuovere lo sviluppo locale su base culturale dell’intera Sibaritide”, commenta il direttore Demma. “L’obiettivo è far conoscere ancor di più su scala internazionale il nostro Parco, il nostro Museo e la storia dell’Antica Sybaris. Oltre che delle prime impressioni degli artisti e dei loro progetti, nel corso della conferenza stampa programmata per lunedì mattina, parleremo anche della sinergia istituzionale messa in campo grazie alla collaborazione con i Comuni di Amendolara e Cassano All’Ionio”.

sibari_parco_progetto-in-ruins_2023_artisti_locandinaGli artisti selezionati tramite open call per l’edizione 2023 sono: Arie Amaya-Akkermans (Colombia); Beatrice Celli (Italia); Akshay Mahajan (India); Matilde Sambo (Italia); Traslochi Emotivi (Italia). A questa selezione si aggiungono Simon Bellouard (Francia) e il duo Cañadas&Murua (Spagna/Cile), la cui partecipazione, insieme alla già selezionata Beatrice Celli, è resa possibile grazie al programma di mobilità europea per artisti internazionali Culture Moves Europe promosso dall’Unione Europea e implementato da Goethe-Institut.