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Roma. In Curia Iulia il convegno internazionale tematico “Horrea. Luoghi economia e società nel mondo romano” in occasione del restauro e del progetto di valorizzazione degli Horrea Piperataria lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria

roma_curia-iulia_convegno-Horrea-Luoghi-economia-e-società-nel-mondo-romano_presentazione-e-prenotazione_locandinaIn occasione del restauro e del progetto di valorizzazione degli Horrea Piperataria situati lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano, il parco archeologico del Colosseo organizza il convegno internazionale tematico “Horrea. Luoghi, economia e società nel mondo romano”, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Alessio De Cristofaro, Domenico Palombi. Comitato scientifico: Evelyne Bukowiecki, Maria Letizia Caldelli, Elio Lo Cascio, Filippo Coarelli, Cyrill Courier, Federico De Romanis, Julien Dubouloz, Andrea Giardina, Gian Luca Gregori, Nicolas Laubry, Emanuele Papi, Françoise Van Haeperen, Catherine Virlouvet, Fausto Zevi. Appuntamento in Curia Iulia nei giorni 10-11-12 dicembre 2024. Ingresso gratuito con prenotazione: martedì 10 dicembre, prima giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_10dic.eventbrite.it; mercoledì 11 dicembre, seconda giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_11dic.eventbrite.it; giovedì 12 dicembre, terza giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_12dic.eventbrite.it.

Nella letteratura archeologica sono abitualmente definiti come horrea tutti quegli spazi architettonici, pubblici o privati, funzionali allo stoccaggio, alla conservazione e alla gestione di merci e beni mobili. Il termine, di incerta etimologia, è talvolta impiegato anche per identificare edifici che con gli horrea propriamente detti condividono, solo o in parte, il generale assetto plano-volumetrico, pur essendo destinati ad altre funzioni (produttive, burocratiche). Gli horrea, come modernamente intesi, rappresentano una categoria di testimonianze monumentali di rilevante importanza per la storia politica, economica e sociale del mondo romano, e un osservatorio privilegiato per analisi architettoniche, storico-topografiche e di cultura materiale di singoli contesti o aree di Roma e delle Province dell’Impero.

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Horrea piperataria situati lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano: disegno (foto PArCo)

Il Convegno si pone l’obiettivo di affrontare il tema degli horrea in contesti urbani e in modo comparativo, secondo punti di osservazione e prospettive metodologiche diverse, al fine di coordinare e correlare le più recenti e innovative ricerche sull’argomento in un quadro organico che possa costituire un proficuo spazio di condivisione e discussione di dati e opinioni. Lo scopo è quello di fare il punto su uno dei temi della cultura romana di età repubblicana e imperiale meno considerati dalla letteratura scientifica più recente, in un’ottica di archeologia globale. Particolare attenzione sarà riservata alle analisi archeologiche, architettoniche e topografiche finalizzate alla nuova e migliore conoscenza di contesti noti o inediti; alle ricerche filologiche o storico-antiquarie volte all’indagine etimologica del termine horreum, alla sua applicazione da parte dei Moderni e alla semiotica di questi spazi.

Le giornate del Convegno si concentreranno inoltre sul funzionamento, l’organizzazione e la gestione dei magazzini con particolare riguardo al funzionamento tecnico, alle capacità di stoccaggio e all’organizzazione a volte molto sofisticata, dallo scarico delle merci nelle aree di arrivo (a volte remote) all’organizzazione dello stoccaggio stesso, compresa la movimentazione all’interno dell’edificio. Tenendo conto della tipologia di merci e delle derrate immagazzinate, l’attenzione sarà rivolta al peso degli horrea nell’economia romana e al loro inserimento nelle reti commerciali. Allo stesso modo, particolare attenzione sarà dedicata ai mestieri dei magazzini, la “società degli horrea”, generalmente evidenziate nelle iscrizioni, con l’obiettivo di determinare il ruolo di queste figure professionali, di ricostruire le catene operative e commerciali, di evidenziare le gerarchie sociali e gli elementi di identità e coesione, anche religiosa.

Un’ultima serie di interventi potrebbe considerare gli horrea dal punto di vista giuridico: carattere privato o pubblico sia degli edifici che del loro sfruttamento; regolamentazione pubblica in materia di costruzione e uso delle strutture (risoluzione dei conflitti inerenti all’immagazzinamento e allo sfruttamento; stoccaggio e distribuzioni pubbliche). Non da ultimo l’attenzione del Convegno sarà rivolta alle ricerche sulla percezione emica di questi spazi nel mondo antico e sulla loro ricezione e reinterpretazione nella cultura europea di età moderna; ad analisi di casi studio inerenti interventi di restauro, conservazione e valorizzazione.

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Le indagini archeologiche agli Horrea Agrippiana nell’angolo nord-occidentale del Palatino (foto PArCo)

PROGRAMMA 10 DICEMBRE 2024. Alle 9.30, saluti istituzionali; introduzione generale del Convegno: Alfonsina Russo (capo dipartimento per la Valorizzazione del patrimonio culturale, direttore parco archeologico del Colosseo). TEMI GENERALI presidente Andrea Carandini (professore emerito Sapienza Università di Roma): 9:50, Catherine Virlouvet (Aix-Marseille Université/Centre Camille Jullian) “Da Geoffrey Rickman agli horrea piperataria: mezzo secolo di ricerca sullo stoccaggio”; 10.10, Federico De Romanis (università di Roma Tor Vergata) “Horrea granari in modalità dinamica”; 10.30, Françoise van Haeperen (Université catholique de Louvain) “Dèi, culti e horrea”; 10.50, Giovanna Di Giacomo (università di Roma Tor Vergata) “Epigrafia degli horrea in Roma. Proprietari, operatori, negozianti, merci”; 11.10, Mattia Pietro Balbo (università di Torino) “Assistenzialismo o incentivo economico? I prezzi del grano e la politica frumentaria nella repubblica romana secondo Dureau de la Malle”; 11.30, coffee break. ROMA presidente: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia): 12, Urbano Cristini (ricercatore indipendente) “Horrea a Roma e Costantinopoli in età tardo antica”; 12.20, Fabiana Battistin (università della Tuscia) “Tornando a cercare “horrea” sui frammenti della Forma Urbis marmorea”; 12.40, Gian Luca Gregori (Sapienza Università di Roma), Francesco Di Bartolomeo (Sapienza Università di Roma) “La dedica al Genius degli horrea Agrippiana e il paesaggio del sacro negli horrea urbani”; discussione; 13, pausa pranzo. ROMA presidente: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia): 14.30, Alessia Palladino (ricercatore indipendente) “I sacra degli Horrea Seiana. Alcune osservazioni sul rapporto tra magazzini e religione romana”; 14.50, Roberta Alteri (parco archeologico del Colosseo) “Il paesaggio orreario tra Velia, Foro Romano e Palatino”; 15.10, Dora Cirone (Paideia), Alessio De Cristofaro (soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “Gli Horrea Agrippiana rivisitati. I nuovi dati dalle indagini del Signum Vortumni Project”; 15.30, Mattia Ippoliti (Sapienza Università di Roma) “Horrea Vespasiani. La pendice settentrionale del Palatino tra l’incendio del 64 d.C. e l’Alto Medioevo”; 15.50, Domenico Palombi (Sapienza Università di Roma) “Horrea Piperataria”; 16.10, Rita Volpe (già Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) “Lungo il Tevere: questioni di approdi, commerci e magazzini”; 16.30, coffee break; 16.50, Fulvio Coletti (parco archeologico del Colosseo), Alessia Contino (Segretariato regionale per il Lazio), Renato Sebastiani (già soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma), Lucilla D’Alessandro (Istituto Villa Adriana e Villa d’Este), Barbara Rossi (soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “La piana sub aventina a Roma: il quartiere commerciale e logistico dell’Urbs, le attività manifatturiere e lo stoccaggio delle merci. Il caso emblematico degli Horrea del Nuovo Mercato Testaccio”; 17.10, Linda Stoeßel (Johannes Gutenberg-Universität Mainz) “A unique type of horrea for the urbs. Architecture, Decor and Topography of the horrea for the retail trade in Rome in the early Imperial Period”; 17.30, Daniel P. Diffendale (Scuola Superiore Meridionale di Napoli), Pauline Ducret (École française de Rome) “Et iacentia permaneant in locis patentibus: lo stoccaggio dei materiali di costruzione nella Roma repubblicana e augustea”; discussione.

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Disegno ricostruttivo degli Horrea di Ostia antica visti da nord (I. Gismondi) (foto parco archeologico ostia antica)

PROGRAMMA 11 DICEMBRE 2024. I PORTI DI ROMA: OSTIA, PORTUS, PUTEOLI presidente: Nicolas Laubry (Université Paris-Est Créteil/CRHEC): 9.30, Alessandro D’Alessio (parco archeologico di Ostia antica), Claudia Tempesta (parco archeologico di Ostia antica) “Per una topografia del grano ad Ostia: i luoghi di stoccaggio, misurazione e distribuzione”; 9.50, Evelyne Bukowiecki (École française de Rome) “La pianificazione tecnica e logistica degli horrea del sistema portuario Ostia-Portus”; 10.10, Maria Letizia Caldelli (Sapienza Università di Roma) “Organizzazione degli horrea a Portus in età tardo antica: status quaestionis”; 10.30, Giuseppe Camodeca (università di Napoli Orientale) “Gli horrea di Puteoli nei documenti dell’archivio dei Sulpicii”; 10.50, Enrico Gallocchio (parco archeologico dei Campi Flegrei) “Il Portus Julius di Puteoli: dai lussi agli horrea e ritorno”; 11.10, Michele Stefanile (Scuola Superiore Meridionale), Michele Silani (università della Campania Luigi Vanvitelli), Maria Luisa Tardugno (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli) “Horrea e granai nel porto di Puteoli”; 11.30, coffee break. ITALIA presidente: Antonio Pizzo (Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – EEHAR-CSIC): 11.50, Marina Pizzi (università di Regensburg) “Immagazzinamento e rifornimenti nella Tarda Antichità: le strutture di stoccaggio dell’Italia suburbicaria”; 12.10, Davide Gorla (università Cattolica di Milano), Luca Polidoro (direzione regionale Musei nazionali Lombardia) “Dalla campagna alla città: Horrea rurali tardo antichi dell’Italia nord-occidentale”; 12.30, Bruno Brunella (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza), Giuliana Cavalieri Manasse (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza) “Gli horrea di Verona”; discussione; 13, pausa pranzo. ITALIA presidente: Antonio Pizzo (Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – EEHAR-CSIC): 14.30, Daniela Cottica (università Ca’ Foscari Venezia), Cristiano Tiussi (direttore Fondazione Aquileia), Andrea Cipolato (università Ca’ Foscari Venezia) “Gli spazi di stoccaggio ad Aquileia: nuovi dati e riflessioni”; 14.50, Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano) “Immagazzinamento e distribuzione del cibo ad Ercolano, piccola città dell’Impero”; 15.10, Ivo van der Graaff (University of New Hampshire), John R. Clarke (University of Texas at Austin), Michael Thomas (Edith O’Donnell Institute of Art History, University of Texas at Dallas), Jennifer Muslin (Loyola University Chicago), Zoe Schofield (Touchstone Archaeology, Essex, UK), Nayla Muntasser (University of Texas at Austin) “Daily Operations and Development of a Commercial Warehouse at Oplontis Villa B”; 15.30, Gabriel Zuchtriegel (parco archeologico di Pompei), Serena Guidone (parco archeologico di Pompei), Alessandro Russo (parco archeologico di Pompei), Giuseppe Scarpati (parco archeologico di Pompei) “L’economia di Pompei attraverso i suoi spazi: gli horrea dell’Insula Meridionalis”; 15.50, coffee break; 16.10, Maximilian F. Rönnberg (Albert-Ludwigs-Universität Freiburg) “New Research in the Horreum of Cosa”; 16.30, Giovanni Di Stefano (università della Calabria) “Camarina. Granai e misure di aridi”; discussione.

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Gli horrea romani di Narbonne in Francia (foto wp)

PROGRAMMA 12 DICEMBRE 2024. IMPERO presidente: Maria Letizia Caldelli (Sapienza Università di Roma): 9.30, Javier Salido Domínguez (Universidad Autónoma de Madrid) “Sulla capacità degli horrea nell’Occidente romano: una prospettiva archeologica del rapporto città-campagna”; 9.50, Olivier Ginouvez (Inrap, UMR5140 ASM), Julien Ollivier (DRAC Occitanie, UMR5608 Traces), Corinne Sanchez (CNRS, UMR5140 ASM), Grégory Vacassy (Inrap, UMR5140 ASM), Maria Luisa Bonsangue (Université de Picardie Jules Verne, UR4284 TrAme) “Les horrea de Narbonne”; 10.10, Marine Lépée (École française de Rome) “Édifices de stockage et construction du tissu urbain : regards croisés sur les entrepôts de la vallée du Rhône et de la vallée du Pô (Ier-IVe s. apr. J.-C.)”; 10.30, Emanuele Papi (Scuola Archeologica Italiana di Atene, Università di Siena) “Magazzini per il grano degli Ateniesi”; 10.50, Marcello Spanu (università Roma Tre) “Aspetti topografici e sociali dei depositi ellenistici e romani in Asia Minore”; 11.10, Fatma Keshk (The American University in Cairo) “Houses’ open spaces as functional activity areas in ancient and modern Egypt”; 11.30, coffee break; 11.50, Mohamed-Riadh Hamrouni (Université de Kairouan, Université de Sousse, Tunisie) “Les horrea de l’Afrique romaine : état et bilan de la recherche sur la documentation épigraphique et archéologique découverte en Tunisie”; 12.10, Francesco Martorella (università della Basilicata) “Magazzini dell’Africa romana in contesti mauretani e numidici”; discussione; 13, pausa pranzo. SEZIONE POSTER presidente Sessione Poster: Filippo Coarelli (professore emerito): 14.30, ROMA: Casi studio. Discute: Paolo Liverani (Università degli Studi di Firenze); Luca Masciale (Sapienza Università di Roma) “Merci e funzionamento degli horrea di Roma: una ricognizione delle fonti scritte”; Federica Michela Rossi (Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali), Carla Termini (Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), Rita Volpe (già Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) “Una struttura al servizio delle Terme di Traiano: l’horreum delle Sette Sale”; Fulvio Coletti (parco archeologico del Colosseo), Alessia Contino (Segretariato regionale per il Lazio) “Un horreum per lo stoccaggio, la trasformazione e la vendita delle anfore da destinare al mercato edilizio nella valle Sub-aventina, a sud del monte Testaccio”; Marzia Di Mento (ricercatore indipendente), Filippo Salamone (ricercatore indipendente) “L’horreum dall’hotel Ambasciatori Palace di Via Vittorio Veneto (Roma). Nuove prospettive di ricerca per il settore di servizio degli Horti Sallustiani”; Franco Tella (ricercatore indipendente) “Edifici a cellae nel sottosuolo di via Giovanni Branca a Testaccio: nuove considerazioni”. OSTIA E PORTUS: Casi studio. Discute Fausto Zevi (Accademia dei Lincei); Dario Daffara (parco archeologico di Ostia antica), Davide I. Pellandra (ricercatore indipendente) “Il “grande e robusto edificio” presso Tor Boacciana a Ostia: un probabile horreum e la sua trasformazione in età tardo-antica”; Cristian D’Ammassa (università di Huelva), Renato Sebastiani (già soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “Portus. Strutture utilitarie e di magazzino tardo-antiche e alto-medievali presso la Fossa Traiana”; Mariangela Maura (ricercatore indipendente) “Gli horrea sotto il cd. “Casalone”: riesame del contesto archeologico per una definizione del paesaggio suburbano di Ostia”. L’ITALIA E L’IMPERO: Casi studio. Discute: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia), Anna Maria Fedeli (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano), Furio Sacchi (università Cattolica del Sacro Cuore Milano), Leonardo Santarelli (università Cattolica del Sacro Cuore Milano) “L’horreum tardoantico di via dei Bossi a Milano: riesame di una scoperta della seconda metà del Novecento”; Gloria Bolzoni (museo Archeologico Val Tidone), Antonino Crisà (Prince Mohammad Bin Fahd University, Saudi Arabia), Enrico Croce (università di Milano), Federica Grossi (università di Milano), Stefano Nava (università di Milano), Lorenzo Zamboni (università di Milano) “A subterranean warehouse in Bedriacum (CR). Storage and resilience in a rural small town in Cisalpine Gaul”; Jacopo Bonetto (università di Padova), Giovanna Falezza (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza), Simonetta Bonomi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza), Wieke de Neef (Universität Bamberg), Caterina Previato (università di Padova) “L’horreum della Mansio Hadriani: indagini multidisciplinari su un grande edificio per il commercio antico nel Delta del Po”; Simonetta Menchelli (università di Pisa), Paolo Sangriso (università di Pisa) “Gli horrea dei Vada Volaterrana in loc. San Gaetano: gestione e funzionamento”; Francesca Letizia Rizzo (CNR-ISPC) “Magazzini, infrastrutture e retroterra produttivo nella media valle del Tevere: la villa romana di Campo La Noce (Graffignano – Vt)”; Maria Diletta Colombo (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Molise), Chiara Casale (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Molise) “Horrea, celle doliarie e produzioni artigianali nel territorio di Pozzilli (IS): dati di scavo e proposte per la valorizzazione”; Marc Bouzas Sabater (Universitat de Girona), Josep Burch i Rius (Universitat de Girona), Elisabet Moner Coll (Universitat de Girona), Javier Salido Domínguez (Universidad Autónoma de Madrid), David Vivó Codina (Universitat de Girona) “Forms of grain storage in the Republican rural settlement of Collet”; Carmelo Malacrino (università Mediterranea di Reggio Calabria) “Gli horrea in Asia Minore. I complessi di Andriake e Patara tra conservazione e musealizzazione”; Cyrille Ducourthial (Service archéologique de la Ville de Lyon) “Le réseau de galeries en « arêtes de poisson » : des horrea subterranea liés au sanctuaire des Trois Gaules?”.

Mibact. Gabriel Zuchtriegel è il nuovo direttore del parco archeologico di Pompei, subentra a Massimo Osanna: scelto tra 44 candidati. L’annuncio del ministro Franceschini. Il bilancio dei 7 anni di Osanna a Pompei e dei 6 anni di Zuchtriegel a Paestum

Gabriel Zuchtriegel è il nuovo direttore del parco archeologico di Pompei (foto Mibact)

Da Paestum a Pompei, dalla Magna Grecia alla piena romanità: è un viaggio non solo nella topografia e nell’archeologia dell’Italia antica ma anche nella gestione del patrimonio culturale nazionale quello che si accinge a intraprendere Gabriel Zuchtriegel, 40 anni, archeologo classico, che il 20 febbraio 2021 è stato nominato dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, nuovo direttore del parco archeologico di Pompei. Nato nel 1981 a Weingarten, città della Repubblica Federale Tedesca, è stato il più giovane dei direttori nominati con la prima procedura pubblica internazionale per la selezione dei musei autonomi nel 2015, quando fu selezionato per guidare il parco archeologico di Paestum e Velia. Zuchtriegel ha studiato archeologia classica, preistoria e filologia greca a Berlino, Roma e Bonn, dove nel 2010 ha concluso un dottorato di ricerca sul sito laziale di Gabii nei pressi di Roma. È stato borsista dell’Istituto Archeologico Germanico e della Fondazione Alexander von Humboldt, che nel 2012 l’ha portato all’università della Basilicata (Matera) per un progetto di ricerca triennale sulla colonizzazione greca lungo la costa Ionica.

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Cittadino italiano: Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, giura davanti al sindaco di Matera Raffaello De Ruggeri

Ha insegnato presso gli atenei di Bonn, Matera, Napoli “Federico II” e Salerno ed è autore di numerosi articoli e monografie, tra cui “Colonization and Subalternity in Classical Greece”, Cambridge University Press 2018.  Nel 2019, gli è stato riconosciuto il premio di Ravenna Festival. Nel 2015, ha collaborato nel “Grande Progetto Pompei” quale membro della Segreteria tecnica di progettazione. Da novembre 2015 dirige il parco archeologico di Paestum, al quale nel 2020 si è aggiunto il sito di Velia, ambedue iscritti nella lista del patrimonio Unesco. Zuchtriegel, che è sposato e ha due figli, è di origine tedesca; dal 2020 è anche cittadino italiano.

“Pompei è una storia di rinascita e riscatto”, ha dichiarato il ministro Franceschini, “un modello per tutta Europa nella gestione dei fondi comunitari. Un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno contribuito ai risultati straordinari e che sono motivo di orgoglio per l’Italia. Nel ringraziare il professor Osanna per il grande lavoro svolto in questi anni a Pompei faccio i più profondi auguri di buon lavoro a Gabriel Zuchtriegel che lascia un’esperienza estremamente positiva a Paestum per un lavoro entusiasmante: il più bel lavoro al mondo per un archeologo”.

L’uscente Massimo Osanna, l’entrante Gabriel Zuchtriegel e il ministro Dario Franceschini alla presentazione del nuovo direttore del parco archeologico di Pompei (foto Mibact)

Massimo Osanna, direttore uscente e attualmente direttore generale dei Musei Statali, che ha guidato con successo l’investimento dei fondi europei del Grande Progetto Pompei e riaperto la stagione degli scavi nel sito con numerosi e straordinari rinvenimenti: “Con emozione saluto oggi il mio successore, augurandogli un lavoro proficuo e appassionante. Lascio un luogo straordinario che è stato il mio mondo degli ultimi sette anni, a cui ho dedicato energie passione e impegno: sono felice di poterlo affidare nelle mani del nuovo direttore, nella consapevolezza che lascio Pompei in uno stato ben diverso da quello in cui l’ho trovata. Molto orgoglio, ma anche gratitudine per quanti hanno operato per la salvezza di uno dei siti archeologici più importanti del mondo, dal ministro Franceschini ai direttori generali del Grande Progetto Pompei a tutti i funzionari e il personale che mi ha accompagnato in questa grande sfida”.

Il neodirettore Gabriel Zuchtriegel, che lascia un’eredità positiva nella gestione del parco archeologico di Paestum e Velia, al momento della nomina commenta: “Pompei è speciale non solo per il suo patrimonio archeologico inestimabile, ma anche per la squadra di professionisti e operatori che lavorano nel sito con grande impegno e competenza e che sono felice di poter guidare per garantire la tutela e la fruizione di un luogo unico al mondo”.

Il Vesuvio domina l’orizzonte dal foro di Pompei (foto Cesare Abbate / Ansa)

La procedura di selezione. Il nuovo direttore è stato scelto tra i 44 candidati, di cui 10 di origine straniera, che si sono sottoposti al vaglio della commissione presieduta da Marta Cartabia, presidente emerita della Corte costituzionale e attualmente ministro della Giustizia, e composta da: Luigi Curatoli, già generale dell’Arma dei Carabinieri e direttore del Grande Progetto Pompei; Carlo Rescigno, accademico dei Lincei e professore ordinario di Archeologia classica all’università della Campania “L. Vanvitelli”; Andreina Ricci, già professoressa ordinaria di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica all’università di Roma “Tor Vergata”; Catherine Virlouvet, già direttrice della École française di Roma e professoressa emerita all’università d’Aix-Marseille. Al termine della selezione, conclusa con i colloqui dei dieci candidati della short list, tenutisi il 10 e 11 febbraio 2021, la commissione ha individuato la terna dei candidati da sottoporre al Ministro, tra i quali è stato nominato il nuovo direttore che prenderà prossimamente servizio. Oltre a Gabriel Zuchtriegel la terna era composta da Renata Picone, professoressa ordinaria di restauro nell’Università degli studi Federico II di Napoli, e Francesco Sirano direttore del parco archeologico di Ercolano dal 2017.

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Nuovi scavi 2018 a Pompei: Massimo Osanna scopre un affresco con il ritratto di donna in tondo dalla Casa del Giardino (foto Mibact)

Il parco archeologico di Pompei dal 2014 al 2021. Negli ultimi sette anni, sotto la guida del professor Massimo Osanna, il parco archeologico di Pompei è tornato a nuova vita: archeologi, architetti, restauratori, ingegneri e uno staff di professionisti specializzati (geologo, vulcanologo, antropologo, archeobotanico, archeozoologo) e comunicatori hanno lavorato quotidianamente ottenendo straordinari risultati e hanno speso in modo efficiente le risorse europee rendendo il Parco un modello di spesa virtuoso a livello internazionale. Una forte attenzione è stata anche posta alle misure per migliorare l’accessibilità e la fruizione di quello che, con circa 4 milioni di visitatori all’anno, è il secondo sito più visitato d’Italia: 4 km di itinerario facilitato per persone con difficoltà motoria, un’offerta diversificata di visita con domus riaperte dopo il restauro e/o aperte per la prima volta, itinerari del verde con giardini storici ricostruiti, progetto di museo diffuso, uso delle tecnologie digitali e riallestimento di nuovi spazi espositivi. Dopo decenni si è tornati inoltre e a scavare in quella parte della città mai indagata finora.. Le indagini hanno restituito dati significativi per la conoscenza della città antica, oltre a eccezionali scoperte. Numerose sono state, in questi anni, le collaborazioni con le Università e i principali istituti di ricerca internazionali per indagini e ricerche archeologiche.

Il grande complesso dei Praedia di Giulia Felice a Pompei (foto parco archeologico di Pompei)
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Il Grande Progetto Pompei, quinquennale, è stato avviato nel 2014

Il Grande Progetto Pompei. Il Progetto per la tutela e la valorizzazione dell’area archeologica di Pompei (Grande Progetto Pompei) è stato finanziato dalla Commissione Europea quale Grande Progetto Comunitario. Importo complessivo: 105 milioni di euro. Cofinanziamento UE: 75%, quota nazionale: 25%. Interventi finanziati: 76. In 5 anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai 5 piani di intervento, di cui: 51 per il piano delle opere (interventi su strutture archeologiche); 8 per il piano della conoscenza; 2 per il piano della sicurezza; 7 per il piano della capacity building; 8 per la fruizione e comunicazione. Sono 74 gli interventi conclusi, di cui su 2 cantieri sono in corso le fasi di collaudo. Dall’inizio del GPP, grazie agli interventi di messa in sicurezza e restauro, sono stati consegnati alla fruizione pubblica 46 edifici, tra i quali i Praedia di Giulia Felice, la Casa del Criptoportico, la Casa di Leda e il Cigno, quella del Frutteto, la Casa degli Amanti e l’emblematica Villa dei Misteri. I nuovi scavi hanno restituito al mondo affreschi meravigliosi, mosaici unici e una nuova possibile ipotesi sulla datazione dell’eruzione del Vesuvio. Inoltre, grazie alle ultime tecnologie applicate alla ricerca (come per esempio i calchi di Fiorelli), è stato possibile acquisire nuovi e importanti dati di conoscenza sulla vita quotidiana e i costumi della città di Pompei.

L’installazione dei sensori sul tempio di Nettuno a Paestum (foto pa-paeve)
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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco e del museo di Paestum e Velia

Parco Archeologico di Paestum e Velia dal 2015 al 2021. Negli ultimi sei anni, sotto la guida dell’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel, il parco archeologico di Paestum ha raggiunto numerosi e importanti risultati soprattutto in termini di tutela e ricerca, fruizione, valorizzazione e comunicazione, anche grazie all’autonomia gestionale e finanziaria di cui lo ha dotato la riforma Franceschini del 2014. Al centro della direzione Zuchtriegel sono stati gli interventi di messa in sicurezza, manutenzione straordinaria e ordinaria e restauro, per i quali sono stati investiti oltre 9 milioni di euro. Tra questi: un sistema di monitoraggio sismico sul Tempio di Nettuno con tecnologie avanzate, sviluppato insieme all’università di Salerno e finanziato con il mecenatismo privato attraverso ArtBonus; il Sistema Hera, il catalogo online fruibile anche dagli utenti esterni, che connette dati geografici (GIS), collezioni e archivi e raccoglie 2.653 schede di monumenti e 17914 reperti; gli scavi archeologici promossi nell’ambito di progetti di tutela e valorizzazione, che hanno portato alla luce nuovi dati, tra cui un tempio dorico del V sec. a.C. precedentemente sconosciuto e che ha dato nuova luce alla storia dell’architettura pestana e magno-greca; le collaborazioni con università, CNR e società private che hanno portato a nuove scoperte anche grazie all’uso di tecnologie innovative come la geofisica e la fotografia multispettrale.

Veduta aerea del Santuario Meridionale a Paestum con il tempio di Nettuno e la Basilica (foto pa-paeve)

Fruizione, accessibilità, comunicazione. Esemplare, in termini di accessibilità così come di fruttuosa cooperazione tra pubblico e privato, è l’intervento sul tempio arcaico noto come “Basilica” che, dal 2016, è accessibile senza più barriere architettoniche grazie al finanziamento costituito dai proventi di una mostra in collaborazione con il concessionario. Attualmente, è l’unico tempio greco ancora in piedi pienamente agibile/praticabile in tutto il Mediterraneo. Nuovi percorsi, tra cui un parco giochi a tema archeologico, hanno aumentato allargato il pubblico e ampliato l’offerta, con particolare attenzione ai più piccoli. La comunicazione digitale, con strategie social diverse e coinvolgenti, hanno portato il Parco a raggiungere i 150 mila follower, aumentando così visibilità e interazione con gli utenti diffondendo la conoscenza del patrimonio in rete. Dal 2015 al 2019, durante la gestione Zuchtriegel, il pubblico del parco archeologico è cresciuto del 48% (2015: 279.078; 2019: 443.743) e nel 2020, a causa della pandemia, ha subito un forte calo pari a oltre il 70% in media con quanto accaduto a tutti i luoghi del Sistema Museale Nazionale. Con l’introduzione di un abbonamento annuale a partire dal 2016, è aumentato in modo significativo il coinvolgimento del territorio, con anche la nascita dell’associazione “Amici di Paestum” nel 2017. È proprio in collaborazione con le associazioni del territorio che si svolgono lavoratori inclusivi per scuole e famiglie, con una particolare attenzione allo spettro autistico.