Archivio tag | Castel Sant’Angelo a Roma

Lugano (Svizzera). Al Consolato Generale d’Italia organizza la conferenza “Archeologia e Archeoastronomia. Magie di luce negli antichi edifici romani” dell’archeologa Marina De Franceschini. Villa Adriana di Tivoli, Pantheon e Castel Sant’Angelo (mausoleo di Adriano) a Roma: tre grandiosi edifici costruiti quasi duemila anni fa visti sotto una nuova luce

roma_Pantheon_oculus_effetti-di-luce_foto-mic

Effetti di luce dall’oculus del Pantheon a Roma (foto mic)

Il Progetto Accademia in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia organizza la conferenza “Archeologia e Archeoastronomia. Magie di luce negli antichi edifici romani” dell’archeologa Marina De Franceschini. Appuntamento lunedì 6 maggio 2024, alle 18, a Lugano, nella sala Carlo Cattaneo del Consolato Generale d’Italia. La Villa Adriana di Tivoli, il Pantheon e Castel Sant’Angelo (mausoleo di Adriano) a Roma: tre grandiosi edifici costruiti con straordinaria maestria quasi duemila anni fa per durare in eterno (e senza computer). Visti sotto una nuova luce: Marina De Franceschini (archeologa) e Giuseppe Veneziano (archeoastronomo) sono i pionieri dello studio dell’orientamento astronomico negli antichi edifici romani, dove la luce del Sole crea speciali magie luminose, come a Stonehenge in Inghilterra o ad Abu Simbel in Egitto, che tutti conosciamo. Le loro scoperte hanno avuto inizio nell’Accademia della Villa Adriana di Tivoli, costruita dall’imperatore Adriano nel II sec. d.C.: il Sole la attraversa da una parte all’altra nei giorni del Solstizio estivo e invernale. L’archeoastronomia ha fornito una nuova chiave di interpretazione della sua funzione e significato simbolico, che si è affiancata a quelle tradizionali dell’archeologia. Nel Pantheon di Roma hanno scoperto l’Arco ed il Quadrato di Luce: straordinari fenomeni luminosi di incredibile precisione che si vedono per pochissimi giorni ogni anno. Ed infine hanno proposto una nuova ricostruzione del Mausoleo di Adriano (Castel Sant’Angelo) che si basa su un’altra spettacolare illuminazione che si vede nei giorni del Solstizio estivo.

marina-giulia-de-franceschini

L’archeologa Marina De Franceschini

Marina De Franceschini, archeologa, ha studiato in Italia nelle università di Genova e Pisa e negli Stati Uniti al Bryn Mawr College (Pennsylvania). Si è dedicata alle ville romane con la loro architettura e decorazione, studiando la loro funzione e significato anche storico ed economico. Ricercatrice indipendente, ha collaborato con l’università di Trento, con le soprintendenze di Roma e del Lazio e con studiosi europei ed americani soprattutto per la Villa Adriana di Tivoli, della quale è una delle maggiori studiose. Il suo primo libro Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici (vincitore del premio l’Erma di Bretschneider) è tuttora un testo fondamentale per lo studio della Villa Adriana di Tivoli, sulla quale ha pubblicato altri due volumi. Altri studi riguardano le Ville romane della Venetia et Histria e quelle dell’Agro romano intorno a Roma. Allo studio delle fonti antiche ha sempre affiancato il lavoro di ricerca ed esplorazione sul campo. A partire dal 2005 ha creato e diretto il Progetto Accademia, per studiare l’Accademia della Villa Adriana di Tivoli, tuttora in proprietà privata e mai aperta al pubblico, adoperando per la prima volta il Laser Scanner. Assieme all’archeoastronomo Giuseppe Veneziano è pioniera dello studio dell’archeoastronomia negli edifici romani antichi. Ha scoperto straordinarie magie luminose a Villa Adriana, nel Pantheon e a Castel Sant’Angelo, capolavori di architettura dell’imperatore Adriano.

Roma. A Castel Sant’Angelo aperta “Interno Pompeiano”, la prima grande mostra dedicata al progetto fotografico di Luigi Spina che, durante il lockdown, ha indagato gli interni di oltre centoventi domus a Pompei

roma_castel-sant-angelo_mostra-interno-pompeiano_locandina

roma_castel-sant-angelo_mostra-interno-pompeiano_spina-osanna_foto-dms-roma

Il fotografo Luigi Spina e il direttore generale Musei Massimo Osanna all’inaugurazione della mostra “Interno Pompeiano” a Castel Sant’Angelo (foto dms-roma)

Castel Sant’Angelo a Roma ospita la prima grande mostra dedicata al progetto fotografico di Luigi Spina, “Interno Pompeiano”. La campagna, che ha permesso al fotografo di indagare gli interni di oltre centoventi domus a Pompei, nasce durante la chiusura al pubblico del parco archeologico di Pompei, allora diretto dal prof. Massimo Osanna, per la pandemia. Il corpus di oltre 1450 scatti ha dato vita in primis al progetto editoriale “Interno Pompeiano” di 5 Continents Editions, un libro di quasi 300 fotografie a colori in grande formato, con saggi, oltre che dello stesso Spina, di Massimo Osanna, Gabriel Zuchtriegel, Carlo Rescigno e Giuseppe Scarpati. Nasce da qui la mostra “Interno Pompeiano” (dal 23 aprile al 16 giugno 2024), realizzata dalla direzione Musei statali di Roma – guidata dal direttore generale Massimo Osanna – in collaborazione con la direzione generale Musei e il parco archeologico di Pompei.

pompei_INTERNO POMPEIANO_Casa-dei-Ceii_I-6_15_foto-luigi-spina

Interno Pompeiano: Casa dei Ceii a Pompei (foto luigi spina)

roma_castel-sant-angelo_mostra-interno-pompeiano_allestimento_2_foto-luigi-spina

L’allestimento della mostra “Interno Pompeiano” a Castel Sant’Angelo (foto luigi spina)

Attraverso 60 fotografie a colori di grande formato, stampate su carta fine art, la mostra racconta la condizione unica che ha consentito a Spina di “abitare” Pompei e “vivere” nelle sue case, potendo così seguire il modellarsi della luce naturale nell’arco delle giornate, e cogliere le sfumature nei molteplici ambienti dei suoi scatti. Come evidenzia il direttore generale Musei prof. Massimo Osanna, “Pompei è stata raccontata, rappresentata, narrata milioni di volte, eppure continua sempre ad offrire nuove angolazioni e punti di vista: questa mostra, in particolare, è un esempio di come, attraverso l’uso della fotografia, sia possibile ritrarre le domus pompeiane in un modo inedito, creando un’atmosfera di magia e rara suggestione. Si tratta di un’esposizione di grande impatto, che andrà, nei prossimi mesi, a implementare e arricchire l’offerta culturale di un altro sito straordinario, quale Castel Sant’Angelo. Come direzione generale Musei – conclude Osanna – ci siamo già attivati, inoltre, affinché il Castello diventi tappa inaugurale di un percorso più ampio, che porterà la magia di Pompei, letta attraverso l’obiettivo di Spina, anche in altri luoghi della cultura del nostro Paese”.

pompei_parco_Luigi-Spina_Domus-dei-Ceii_foto-monica-romano

Luigi Spina nella Casa dei Ceii a Pompei durante la campagna fotografica (foto monica romano)

roma_castel-sant-angelo_mostra-interno-pompeiano_allestimento_1_foto-luigi-spina

L’allestimento della mostra “Interno Pompeiano” a Castel Sant’Angelo (foto luigi spina)

Con una fotocamera Hasselblad H6D-100c con le ottiche, senza l’ausilio di alcuna luce artificiale, immerso in una Pompei deserta e silenziosa, Spina cattura vedute che portano dall’interno alla natura e viceversa: la ricerca del fotografo si sofferma su colonne intonacate, scorci inconsueti e prospettive che includono il paesaggio circostante. Osservando da vicino i mosaici, percorrendo peristili, riscoprendo ogni particolare delle pitture parietali, Spina ha poi selezionato sessanta interni: fotografie dove le domus riemergono in una visione inedita, in un equilibrio ambientale che restituisce da una parte la dimensione della presenza umana, dall’altra la vastità dell’Impero romano, rievocando allo stesso tempo l’antica tragedia di Pompei. Nei suoi scatti le case riprendono vita – come la Casa di Marco Lucrezio su Via Stabiana, quella del Poeta Tragico col celeberrimo mosaico “cave canem”, e la Casa di Orione dal poliedrico mosaico da cui prende il nome e ne narra il mito – nelle loro incomparabili tonalità di rosso sinopsis, giallo tenue, verde delicato e azzurro polveroso; i pavimenti a mosaico, con motivi decorativi e pietre preziose, risaltano accanto ai dipinti murali dai paesaggi paradisiaci e scene di vita quotidiana; gli interni fanno mostra del loro splendore, in un crogiolo dove architettura e pittura diventano simbolo del culto dell’abitare dimore perfette. La mostra ha come obiettivo quello di presentare al pubblico una nuova estetica visiva della città romana e dei suoi monumenti, seguendo la via della luce e del trascorrere del tempo.

pompei_INTERNO-POMPEIANO_Casa-della-Caccia-antica_VII-4_48_foto-luigi-spina

Interno Pompeiano: la Casa della Caccia antica a Pompei (foto luigi spina)

roma_castel-sant-angelo_mostra-interno-pompeiano_spina_foto-dms-roma

Il fotografo Luigi Spina autografa il suo libro “Canova. Quattro tempi” (foto 5 continents editions)

Luigi Spina (Santa Maria Capua Vetere, 1966) ha svolto numerose indagini fotografiche che hanno un filo conduttore: la ricerca della bellezza. Questo leitmotiv sottolinea la pluralità della sua azione creativa, che lo ha portato a esplorare vari ambiti, tra cui gli anfiteatri, il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, le antiche identità culturali, il confronto con la scultura classica, con la decennale e silenziosa immersione sensitiva tra i marmi della collezione Farnese del museo Archeologico nazionale di Napoli e poi la straordinaria ricerca a colori sul Foro Romano, l’ossessiva ricerca sul mare, le cassette dell’archeologo sognatore (Giorgio Buchner), la tormentata e tattile ricerca sui gessi canoviani fino alle molteplici indagini sul paesaggio. Ha realizzato oltre 22 libri fotografici di ricerca personale e prestigiose campagne fotografiche per enti e musei. Tra i più significativi riconoscimenti alla sua attività, la rivista “Matador” (La Fábrica, Madrid) gli ha dedicato la cover e il servizio centrale del numero T, mentre nel 2020 “Artribune” l’ha insignito del titolo di miglior fotografo dell’anno. Nel 2022 è stato tra i finalisti del 73° Premio Michetti per l’Arte Contemporanea e vincitore del Premio Digital Michetti. Nel 2023 ha ricevuto il Premio Amedeo Maiuri. Alcune sue opere sono conservate ed esposte, in permanenza, al museo nazionale Romano di Palazzo Altemps, Roma; Musei Capitolini, Roma; Aeroporto di Capodichino, Napoli; museo Archeologico nazionale di Napoli; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria; Fondazione Michetti, Francavilla al Mare; Accademia Tadini, Lovere.