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Archeologia in lutto. Si è spenta a 93 anni Ida Baldassarre, figura di primo piano dell’archeologia italiana, allieva di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Impegnata in Egitto e Libia, e sull’Isola sacra di Ostia antica. La sua monumentale edizione “Pompei. Pitture e Mosaici” resta un punto di riferimento

L’archeologa Ida Baldassarre, professoressa all’università L’Orientale di Napoli. si è spenta a 93 anni (foto saia)

Archeologia in lutto. Si è spenta a 93 anni l’archeologa Ida Baldassarre. “Una grandissima archeologa”, come la ricorda Giuliano Volpe dell’università di Bari, “un pezzo importante della storia dell’archeologia italiana, della grande scuola di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Originaria di Terlizzi (cosa che ci legava e sulla quale avevamo scherzato varie volte) si è spenta a Corato (sempre in provincia di Bari). Una grande perdita”. A ricordarla “con gratitudine” la Scuola archeologica italiana di Atene – SAIA: “Allieva della Scuola nel 1961 e collaboratrice del direttore Doro Levi, studiosa di grande competenza e rigore, ha dedicato la sua vita alla ricerca archeologica e all’insegnamento, contribuendo in modo significativo agli studi sull’antichità e alla formazione di nuove generazioni di studiosi. La Scuola ne onora la memoria con profonda stima”.

Ida Baldassarre a Cirene con la famiglia libica della casa della missione (2001)_ foto da “La dimensione del passato. Scritti di archeologia e cultura di Ida Baldassare” (2020, Università degli Studi di Napoli L’Orientale)

Amici e colleghi di OrSA, la Scuola interateneo di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Salerno e di Napoli L’Orientale, partecipano con affetto al ricordo di Ida Baldassarre che è scomparsa in silenzio, con la discrezione che l’ha sempre contraddistinta. “Figura di primo piano dell’archeologia italiana Ida è stata allieva di Ranuccio Bianchi Bandinelli, con il quale ha condiviso l’esperienza straordinaria della rivista Dialoghi di Archeologia. È stata una delle protagoniste della stagione più fervida dell’archeologia italiana, quando, per un tempo breve, sembrò che gli studi del mondo antico potessero contribuire al rinnovamento del clima culturale del nostro paese. Ha partecipato a importanti progetti di scavo in Egitto e in Libia: dal salvataggio dei monumenti di Assuan in seguito alla costruzione della diga, alle ricerche sulle città antiche di Antinoe e Cirene. In quest’ultima impresa ha saputo aggregare una valida équipe di ricerca, nella convinzione che lo scavo archeologico dovesse necessariamente implicare una pratica collettiva di formazione e circolazione di conoscenze: un’esperienza che ha applicato con successo in altri progetti italiani, quali lo scavo della necropoli dell’Isola Sacra a Ostia e gli interventi avviati per affrontare i danni inferti al patrimonio archeologico dal terremoto del 1980, operando prima a Pompei o poi nel centro antico di Napoli dove condivise la grande stagione dell’archeologia urbana che ha trasformato il volto della città antica. Va anche ricordato che Ida Baldassarre ha curato la serie “Pompei: Pitture e mosaici” per la Enciclopedia Italiana Treccani, un repertorio a tutt’oggi fondamentale per lo studio della documentazione pompeiana. Docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso l’università di Napoli “L’Orientale”, Ida è stata per numerose stagioni una maestra eccezionale e amatissima dai suoi allievi e, al tempo stesso, una studiosa raffinata quanto distante da ogni vanità accademica, nella consapevolezza del valore sociale della ricerca in quanto strumento indispensabile a formare le coscienze”.

La monumentale edizione “Pompei Pitture e Mosaici” curata da Ida Baldassarre per l’Enciclopedia Italiana Treccani

Il direttore Francesco Sirano e tutto lo staff del museo Archeologico nazionale di Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Ida Baldassarre: “figura autorevole dell’archeologia italiana e docente universitaria per lunghi anni presso l’istituto universitario l’Orientale di Napoli, la professoressa Baldassarre è stata punto di riferimento per generazioni di studiosi. Redattrice dell’Enciclopedia dell’Arte Antica della Treccani già dai tempi della specializzazione ad Atene, ha scritto pagine fondamentali sulla pittura pompeiana e ha accoppiato la profondità d’indagine a una visione globale della disciplina archeologica. Oltre al suo magistero universitario, ai numerosi interventi con i quali animava convegni e alle pubblicazioni sulla pittura ellenistica, le necropoli romane, su Cirene, sui grandi temi dell’emeneutica della storia dell’arte romana – aggiunge il direttore Francesco Sirano – Ida Baldassarre ha curato con Giovanni Pugliese Carratelli per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana la monumentale edizione Pompei Pitture e Mosaici, ancora oggi un punto di riferimento e momento di svolta per la ripresa degli studi per la ricontestualizzazione degli apparati decorativi delle domus pompeiane in parte oggi al Mann”.

Anche il parco archeologico di Ostia Antica si unisce nel cordoglio per la scomparsa di Ida Baldassarre: “La ricordiamo in particolare per il suo importante contributo alla conoscenza della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, della quale diresse gli scavi negli anni 1969-1989, consentendo di approfondire la conoscenza del contesto sociale, antropologico e storico delle persone che tra il I e il III secolo d.C. furono sepolte nella necropoli. Sit tibi terra levis”.

“Ieri nel pomeriggio (7 ottobre 2025, ndr) Ida Baldassarre ci ha lasciati”, scrive l’archeologo Bruno D’Agostino. “Eravamo amici da 66 anni, da un viaggio in Egitto finanziato dall’università (Civis), lei reduce da un viaggio a Londra con Bianchi Bandinelli e i suoi allievi. Abbiamo condiviso le nostre piccole battaglie di una vita, a partire da Dialoghi di Archeologia all’insegnamento all’Orientale che aveva appena aperto le ‘frontiere’ al Mondo Classico. Ma di lei, e del suo ‘stile’, ci ritroveremo a lungo a parlare, anche con gli allievi più giovani, ai quali ha insegnato un rapporto nobile e diretto con la vita”.

La professoressa Ida Baldassarre nel ricordo delle sue allieve (foto dal profilo FB di Mirtella Taloni)

“È mancata ieri (7 ottobre 2025, ndr) Ida Baldassarre, nostra maestra e amica carissima”, scrive Mirtella Taloni, a nome di un gruppo di ex alieve che si firmano in calce: Anna G., Anna Maria D., Chiara M., Clelia C., Franca M., Franca T., Irene B., Mirtella T, Rosella D.P. “Ti abbiamo conosciuto nella Facoltà di Lettere della Sapienza, quando la contestazione studentesca muoveva i primi passi: tu eri docente, noi giovani matricole. E siamo cresciute con te, appassionandoci agli studi dell’archeologia classica, acquisendo gli strumenti necessari per l’analisi storica, allargando i nostri orizzonti culturali e ideali. La tua guida è stata, per tutte noi, fondamentale. Ci hanno chiamate “Portolane”, le alunne del seminario sulla Necropoli di Porto all’Isola Sacra e delle numerose campagne di scavo che ne sono seguite. Una stagione felicissima, piena di interessi, di scambi culturali, di entusiasmo per il rinnovamento sociale. Da quegli anni lontani, e nonostante tutti i cambiamenti che la vita ci ha riservato, il nostro legame ha superato i confini ristretti del rapporto insegnante – studente, rendendo ininfluente anche la differenza d’età. È stata la tua personalità, l’intelligenza, la sensibilità, l’animo nobile, la saggezza, la profondità del pensiero che hanno fatto nascere, in tutte noi, un sentimento di affetto verso la tua persona; un legame che non si è mai interrotto e che ha costituito il cemento della nostra amicizia. Ciao, carissima Ida, ti conserveremo sempre nel nostro cuore”. Irene Berlingò: “Che dispiacere. Mi ha seguito per la tesi. Quando morì Becatti, fu lei che andò da Adriani a garantire per me, visto che ero una loro laureanda e Adriani non si fidava, non conoscendo nessuno all’Istituto di Archeologia alla Sapienza. Sapevo che non stava bene. Una signora di altri tempi”.

Ida Baldassarre con la mamma di Anna D’Agostino (foto dal profilo FB di Anna D’Agostino)

Anna D’Agostino: “Ieri (7 ottobre 2025, ndr) ci ha lasciato Ida Baldassarre. Che grande tristezza. Il suo stile, il suo modo di essere, il suo affetto verso di noi sono nel mio cuore. Spero che ti incontrerai con Mamma per continuare a studiare insieme come in questa foto”.

Napoli. A Palazzo Corigliano presentazione del libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco

napoli_palazzo-corigliano_libro-napoli-prima-di-napoli_presentazione_locandinaMartedì 18 aprile 2023, alle 11, nella Sala conferenze di Palazzo Corigliano, in piazza San Domenico Maggiore, verrà presentato il libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco, per iniziativa di Or.Sa. la Scuola interateneo di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Salerno e dell’università di Napoli L’Orientale. Dopo i saluti istituzionali di Andrea Manzo, direttore del Daam – università di Napoli L’Orientale; Luca Cerchiai, direttore del Dispac – università di Salerno; e di Anna Filigenzi, vicedirettrice di Or.Sa.; introducono i lavori Fausto Longo, direttore di Or.Sa.; e Matteo D’Acunto, università di Napoli L’Orientale. Presentano il libro Bruno D’Agostino, università di Napoli L’Orientale; e Stefano De Caro, già direttore generale Iccrom.

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Copertina del libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco

Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope. Napoli, la città che secondo il mito era sorta lì dove una sirena si era lasciata morire, conserva, nel nome, il mistero di una doppia fondazione: Neapolis è, infatti, la città nuova, che succede a Parthenope, il più antico insediamento di origine cumana. Napoli, dunque, è la città che ricomincia, che rinasce, rispetto a un’altra Napoli che l’aveva preceduta. Ma come avviene tale rifondazione e perché? Per molti anni la ricostruzione storica delle vicende che da Parthenope portarono a Neapolis è stata fissata combinando fonti letterarie ed archeologiche dalle quali si ricavava una data di fondazione immediatamente successiva alla battaglia navale di Cuma del 474 a.C. Oggi il quadro di riferimento è mutato per effetto dei grandi scavi, successivi al terremoto del 1980 e a quelli per la metropolitana, che hanno portato alla luce straordinarie scoperte. Questo libro non si limita a definire la cronologia della Città, ma illustra le trasformazioni urbanistiche ed architettoniche che interessarono il nucleo originario, permettendoci di riscriverne profondamente la storia fino all’età romana, epoca a cui rimanda, ad esempio, la spettacolare scoperta del santuario dei Giochi Isolimpici. I Sebastà, famosi in tutto il Mediterraneo, furono istituiti nel 2 a.C. in onore dell’imperatore Augusto, ammiratore della cultura greca che Neapolis conservava come nessuna altra città dell’Italia antica. Questo lascito greco è tuttora visibile nell’impianto della città, la cui antichissima fondazione il proprio nome racconta.

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L’archeologo Emanuele Greco

Emanuele Greco, già professore ordinario di Archeologia classica nell’università di Napoli L’Orientale, è stato direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. È autore di circa 300 pubblicazioni, tra cui Storia dell’urbanistica. Il mondo greco (Roma-Bari 1983), Archeologia della Magna Grecia (Roma-Bari 1992) e Ippodamo di Mileto. Immaginario sociale e pianificazione urbana nella Grecia classica (Paestum 2018).

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L’archeologa Daniela Giampaola

Daniela Giampaola è stata funzionario nei ruoli del ministero della Cultura, con responsabilità della tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico del centro storico di Napoli. È autrice di numerose pubblicazioni dedicate all’archeologia della città di Napoli.