Napoli. Al museo Archeologico nazionale la seconda edizione del festival “Alla prova del tempo” dal titolo “Storia con complotti. Veri, falsi, finti”, concentrato sul metodo che permette agli storici di separare i fatti e le notizie autentiche dagli errori e dalle menzogne. Ecco il ricco programma della tre giorni di incontri
Al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 25 al 27 ottobre 2024 la seconda edizione del festival “Alla prova del tempo”. S’intitola “Storia con complotti. Veri, falsi, finti” e sarà concentrato sul metodo che permette agli storici di separare i fatti e le notizie autentiche dagli errori e dalle menzogne. Si parlerà anche di complotti e fake news del nostro tempo, di Russia e Stati Uniti, e della cosiddetta “ideologia gender”. Tutte le lezioni e i dibattiti sono ad ingresso gratuito. Tre giornate volte a guardare ai complotti sia per ricostruire alcune vicende storiche esemplari in cui un complotto, o una cospirazione o una congiura, effettivamente ci fu, sia per confrontarsi con i complotti immaginari, presunti, con l’invenzione di sana pianta di un nemico. “Questa è la seconda edizione del nostro festival di storia che riprende una tradizione che c’era nella nostra città. Abbiamo sostenuto questa ripresa”, ha spiegato il sindaco Gaetano Manfredi, “perché parlare di storia è fondamentale in un momento così complesso come quello che viviamo. Quest’anno è stata scelta una tematica molto interessante perché in tempi di fake news approfondire i complotti veri o presunti della storia è un modo per leggere meglio gli eventi di cronaca”. “Il festival di storia testimonia come questa Amministrazione concepisca le politiche culturali in termini trasversali, nella convinzione che siano uno straordinario motore di innovazione sociale e di sostegno alle fasce più deboli”, ha evidenziato Andrea Mazzucchi. “Un festival di storia che si interroghi su un tema attualissimo come quello dei complotti e delle fake news contribuisce alla crescita della collettività grazie all’impegno culturale”. “La storia dell’Occidente, ma non solo, è contraddistinta da complotti e cospirazioni. La logica di questo festival è anche un’altra: non sono importanti soltanto i complotti reali, sono altrettanto interessanti quelli presunti. Ci sono accuse di complotto totalmente infondate alle quali alcune frange credono ancora. Credo che il lavoro dello storico consista proprio nel cercare di distinguere il vero dal falso. Nel momento in cui la storia smette di fare questa distinzione, le conseguenze politiche, civili ed etiche possono essere devastanti”, ha concluso Gennaro Carillo.
PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE A VOCE ALTA. L’occhio è l’organo per eccellenza dello storico. Histor rimanda all’atto di vedere. Eppure, la ricostruzione dei fatti si rivela difficile, perché della storia molto rimane nascosto. Perché c’è un doppio fondo in cui la storia si svolge. Questa zona d’ombra è lo scudo al riparo del quale si ordiscono complotti, mentre la storia ufficiale fa il suo corso. Ricca la casistica di atti pianificati col favore delle tenebre: il putsch oligarchico del 411 ad Atene che instaura la tirannide dei Quattrocento, le Idi di marzo, la Congiura dei Pazzi, le stragi neofasciste degli anni Sessanta e Settanta… Accanto ai complotti reali e documentati, si sprecano esempi di complotti presunti o falsi, alimentati dal doppio fondo della storia: la mutilazione delle Erme, l’accusa del sangue periodicamente rivolta agli ebrei, i Protocolli dei Savi di Sion. Le imposture hanno prodotto effetti drammatici. In questi casi, è utile indagare i moventi ma anche le strategie attraverso le quali si costruisce il nemico perfetto. Gridare al complotto è un riflesso condizionato. Lo è sempre stato. La prima forma di difesa davanti a un’accusa, sia essa fondata o infondata. Proprio il fatto che il cospirazionismo – o la paranoia – sia diventato la cifra della politica contemporanea rende necessaria una storicizzazione adeguata del fenomeno. Alla prova del tempo guarda ai complotti da un duplice angolo visuale. Da un lato, prova a ricostruire alcune vicende storiche esemplari in cui un complotto, o una cospirazione o una congiura, effettivamente ci fu. Dall’altro, si confronta con i complotti immaginari, presunti, con l’invenzione di sana pianta di un nemico. Una volta attivata, la macchina mitologica è inarrestabile. È un tema che riguarda il nostro tempo. E non è un problema solo storico, ma anche teorico e politico. In questione è il rapporto tra potere e verità, oltre che tra potere e manipolazione o riscrittura del passato. Ci si è baloccati per qualche decennio, a seguito dell’ubriacatura post-modernista, con l’idea che la storia sia un racconto come un altro, senza soverchi vincoli di veridicità. Le conseguenze sono state perniciose. La distinzione tra il vero e il falso (e il finto) è appannaggio dello storico, che ha dunque una responsabilità di tipo epistemico. Per queste ragioni, il solo antidoto può essere la conoscenza. In primo luogo, quella storica.
IL PROGRAMMA DI VENERDÌ 25 OTTOBRE2024, Sala del Toro Farnese, museo Archeologico nazionale: alle 15, indirizzo di saluto delle Istituzioni: Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli; Andrea Mazzucchi, consigliere del sindaco per le biblioteche e la programmazione culturale integrata; Massimo Osanna, direttore generale Musei al ministero della cultura; 15.15, Pasquale Palmieri, presentazione del programma; 15.3,0 Laura Pepe, “Atene paranoica: Tra l’assassinio di Efialte e la mutilazione delle Erme”; 16.30, Massimo Osanna, “Complotti tarantini tra archeologia e storia”; 17.45, Emiliano Morreale, “Da L’invasione degli ultracorpi a Cadaveri eccellenti” (con proiezione di clip dai film).
IL PROGRAMMA DI SABATO 26 OTTOBRE 2024, auditorium, museo Archeologico nazionale: alle 10.30, Amedeo Feniello, “Il complotto finanziario politico: Pazzi contro Medici”; 12, Elisabetta Vezzosi, “Tempeste su Washington. Complotti e cospirazionismo negli Stati Uniti”, dialogo con Ottavio Ragone; 16, Andrea Mazzucchi, “Complotti danteschi”; 17.30, Benedetta Tobagi, “La verità non è sempre rivoluzionaria. 1969-74: dalle vere provocazioni nelle stragi alle fake news sui primi attacchi rossi”.
IL PROGRAMMA DI DOMENICA 27 OTTOBRE 2024, auditorium, museo Archeologico nazionale: 11, Laura Schettini, “L’ ideologia gender è un complotto? Dalla Conferenza di Pechino alla dignitas infinita”, dialogo con Lea Nocera; 12, Giovanni Savino, “All’ombra del Cremlino: complotti sovietici e russi”; 15, “Prendersi a parole”: gli studenti dei licei Eleonora Pimentel Fonseca e Giuseppe Mercalli si affronteranno, secondo le regole del debate, sostenendo in una giocosa e serrata gara le ragioni del Vero e quelle del Falso. Ad assegnare la vittoria del confronto sarà una giuria formata dai dottorandi della Scuola Superiore Meridionale presieduta dal direttore responsabile, Arturo De Vivo. 16.30, Clotilde Bertoni, “Nel nome di Dreyfus. La storia pubblica di un caso di coscienza”, dialogo con Matteo Palumbo; 17.45, Filippo Ceccarelli, “Abuso di complotto. Per un’interpretazione della storia repubblicana fra commedia e melodramma”, dialogo con Paolo Di Paolo
Napoli. Al museo Archeologico nazionale al via Fuoriclassico: un fitto calendario di incontri con tre progetti collaterali in un approccio multidisciplinare per giovani e studiosi
La natura e l’artificio: per la quarta edizione, la rassegna “Fuoriclassico. La contemporaneità ambigua dell’antico” parla il linguaggio del presente, pur guardando al passato. Il tema scelto per la manifestazione 2022, infatti, è una vera e propria incursione nelle tematiche che accompagnano il nostro quotidiano: incursione dotta e divulgativa al tempo stesso, per intrecciare filosofia, storia, letteratura e, new entry di quest’anno, economia. Gli incontri saranno una full immersion di sapere in una programmazione fitta, anche serale, dal 30 settembre al 2 ottobre 2022: gli scenari scelti per dibattiti e performance saranno la sala del Toro Farnese e l’auditorium del museo Archeologico nazionale di Napoli. L’edizione 2022 di Fuoriclassico sarà dedicata a Mia Filippone, preside e vicesindaca di Napoli da poco scomparsa. La rassegna, fortemente voluta e sostenuta economicamente dalla direzione del Mann, è coordinata dall’Ufficio Museografia e Documentazione storica (responsabile: Andrea Milanese, staff: Ruggiero Ferrajoli); la manifestazione è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale “A voce Alta”, diretta da Marinella Pomarici; Gennaro Carillo (ordinario al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli) è il direttore artistico di Fuoriclassico. Tutti gli incontri saranno condotti da Alessia Amante e Marcella Maresca.

Il musicologo Giovanni Bietti (foto oficina ocm)
Gli eventi iniziano venerdì 30 settembre 2022: ad aprire i lavori, alle 16 in auditorium, il direttore del museo, Paolo Giulierini. A seguire (alle 16.30, sempre in auditorium), l’economista Luigino Bruni sarà protagonista di un incontro dedicato ad Antonio Genovesi. Nella sala Toro Farnese, alle 18.30, il musicologo e musicista Giovanni Bietti si domanderà se è possibile rappresentare la natura in forma di musica: l’esperto dedicherà il suo intervento a I suoni della natura. Dal Rinascimento ai nostri giorni. In chiusura di giornata, alle 20.30 nella sala Toro Farnese, il pubblico potrà ascoltare la poetessa Mariangela Gualtieri, con un rito sonoro di recitazione della poesia a memoria.

L’attrice Elena Bucci
La mattina di sabato 1° ottobre 2022 attenderanno il pubblico in auditorium, alle 10, Edoardo Camurri, scrittore e giornalista della RAI, e Silvia Ferrara, filologa e studiosa di preistoria: si rifletterà insieme sul rapporto tra natura e cultura. A seguire (alle 12, auditorium), da non perdere un intervento a cura dell’architetta Annalisa Metta e dello scrittore Giorgio Vasta: si parlerà degli sviluppi del contesto urbano in una “città selva”. Il pomeriggio si ripartirà in auditorium alle 16 con Fernanda Alfieri, storica moderna, e Giulio Busi, ebraista e storico del Rinascimento. Alle 17.30, sempre in auditorium, sarà ospite il filosofo Emanuele Coccia, che si occuperà dell’unitarietà delle forme di vita nell’universo naturale. Ad arricchire la riflessione, il contrappunto attoriale di Anna Della Rosa, che leggerà alcuni brani da Lucrezio, Anna Maria Ortese e Raffaele La Capria. Successivamente, un focus sul mondo artistico con la storica dell’arte Anna Ottani Cavina che alle 19, in auditorium, rifletterà sulla distinzione tra paesaggi. A chiudere la giornata, alle 20.30 in sala Toro Farnese, Elena Bucci, attrice e allieva di Leo de Berardinis, reciterà le poesie di Emily Dickinson.

Aldo Schiavone, antichista
Domenica 2 ottobre 2022, i lavori apriranno alle 10, in auditorium, con Niccolò Scaffai, studioso di critica letteraria, e Vincenzo Trione, storico dell’arte, che mostreranno come l’arte contemporanea sia influenzata dall’evento più eclatante del nostro tempo, quello della crisi ecologica. Sempre in Auditorium alle 12, incontro con i filosofi Pietro Del Soldà e Ilaria Gaspari. Il pomeriggio della domenica sarà inaugurato da Matteo Palumbo, storico della letteratura e critico letterario, e Anna Bonaiuto, attrice: alle 16 in auditorium, ecco una rilettura degli echi lucreziani in Leopardi. Il ricco programma della domenica continuerà alle 17.30 in auditorium, con Corrado Bologna, filologo romanzo, e Valentina Carnelutti. Il saluto finale, a conclusione delle tre giornate di discussione, sarà affidato all’antichista Aldo Schiavone (alle 19, auditorium).

Giulia Milanese e Maria Flora De Ioanni di “A voce alta”
Alla programmazione principale di Fuoriclassico si aggiungono tre progetti sempre concentrati su natura e artificio. Sabato 1° e domenica 2 ottobre, alle 11, Mariaflora De Ioanni e Giulia Milanese cureranno una lettura drammatizzata a partire da alcuni celebri miti raccontati nelle “Metamorfosi” di Ovidio. Lo spettacolo è consigliato per i bambini dagli otto anni in su. L’ingresso è gratuito ed è gradita la prenotazione scrivendo a: fuoriclassico@gmail.com. Inoltre, Fuoriclassico coinvolgerà gli studenti delle scuole superiori, in particolare i ragazzi e le ragazze della classe 5E del liceo classico statale Vittorio Emanuele II-Garibaldi: gli allievi, durante i giorni del festival, inviteranno il pubblico ad una riflessione sui temi della rassegna, a partire da alcune domande da loro immaginate. In occasione della manifestazione, sarà visibile l’installazione COMPLEXUS – nelle transizioni dell’invisibile: Il progetto nasce da una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed è il frutto del lavoro creativo del Corso di Nuove Tecnologie dell’Arte.
Commenti recenti