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Veio (Roma). Nel giorno di apertura del parco archeologico, al santuario di Portonaccio con “Santuari e cleromanzia etrusca” parte la terza edizione di “Tyrrhenika: Etruscan Heritage Route”, il festival itinerante dedicato quest’anno a “Viaggiare nell’Italia etrusca”

Il 27 aprile 2025 parte da Veio (Roma) la terza edizione di “Tyrrhenika: Etruscan Heritage Route”, il festival itinerante dedicato alla scoperta e valorizzazione della civiltà etrusca. La tematica dell’edizione 2025 sarà “Viaggiare nell’Italia etrusca”. Come nelle edizioni precedenti, l’iniziativa si snoderà lungo molteplici appuntamenti organizzati in collaborazione con prestigiosi musei e aree archeologiche. Il festival si concluderà a settembre 2025. Si parte dunque il 27 aprile 2025 dall’area archeologica del Santuario dell’Apollo (o di Portonaccio), in località Isola Farnese (Roma), in quella che era la potente e nobile città di Veio, per parlare di “Santuari e cleromanzia etrusca”. Alle 10.30 e alle 12, visita guidata; dalle 10 alle 14, allestimenti didattici rievocativi sulla civiltà etrusca. Ingresso gratuito. Obbligo di prenotazione per le visite guidate: mail associazionesuodales@gmail.com, whatsapp 392 0923546. L’evento di aprile è stato reso possibile grazie alla collaborazione con il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Ente regionale Parco di Veio e il Corpo italiano di San Lazzaro – Distretto Lazio che ringraziamo di cuore per la disponibilità.

Quella di domenica 27 aprile 2025 è la seconda delle aperture programmate con ingresso gratuito senza prenotazione al parco archeologico di Veio grazie al protocollo d’intesa stipulato con l’Ente Regionale Parco di Veio e il Corpo di San Lazzaro – gruppo Roma e Viterbo. Le altre saranno 11 e 25 maggio, 15 e 29 giugno 2025. Tra le evidenze archeologiche riferite all’insediamento dell’antica Veio, il Santuario etrusco dell’Apollo (o santuario di Portonaccio, dal nome della località), situato nelle vicinanze della Mola di Isola Farnese, rappresenta per visitatori ed escursionisti il tradizionale punto di accesso ai percorsi che attraversano la parte sud del Parco regionale e si trova tutt’oggi immerso in un contesto paesaggistico di forte suggestione, connotato dagli elementi naturali che anche in antico caratterizzavano il luogo.

Il santuario di Apollo o del Portonaccio nel parco archeologico di Veio (Roma) (foto mic)

Tra i più monumentali e venerati d’Etruria, il santuario sorgeva subito al di fuori della città e conobbe una lunga fase di frequentazione, dalla metà del VII secolo a.C. fino alla piena età romana (II secolo a.C.). Fu indagato a partire dal 1916, quando si rinvennero le celebri statue in terracotta di Apollo, Hermes ed Eracle che decoravano il tetto del tempio arcaico (fine VI sec. a.C.) e che oggi sono visibili nella sala 40 del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Veio. Aperture speciali per cinque domeniche del parco archeologico a ingresso gratuito senza prenotazione. Ecco le date

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Aperture speciali per cinque domeniche del parco archeologico di Veio domenica 26 gennaio, 9 e 23 febbraio, 9 e 23 marzo 2025, dalle 10 alle 16, ingresso gratuito, senza prenotazione. Le aperture del parco sono possibili grazie al protocollo d’intesa stipulato con l’ente regionale Parco di Veio e il Corpo di San Lazzaro – gruppo Roma e Viterbo. Il parco archeologico di Veio è situato ai confini settentrionali della città metropolitana di Roma, all’interno dell’area naturale protetta del parco regionale di Veio. Aperture riservate alle scuole: mercoledì 5 febbraio e 5 marzo 2025, su prenotazione all’indirizzo mail: booking@csli-roma.eu.

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Il santuario di Apollo o del Portonaccio nel parco archeologico di Veio (Roma) (foto mic)

Tra le evidenze archeologiche riferite all’insediamento dell’antica Veio, il Santuario etrusco dell’Apollo (o santuario di Portonaccio, dal nome della località), situato nelle vicinanze della Mola di Isola Farnese, rappresenta per visitatori ed escursionisti il tradizionale punto di accesso ai percorsi che attraversano la parte sud del Parco regionale e si trova tutt’oggi immerso in un contesto paesaggistico di forte suggestione, connotato dagli elementi naturali che anche in antico caratterizzavano il luogo.

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Il rinvenimento della stataua di Apollo negli scavi dell’antica città di Veio nel maggio 1916 (foto etru)

Tra i più monumentali e venerati d’Etruria, il santuario sorgeva subito al di fuori della città e conobbe una lunga fase di frequentazione, dalla metà del VII secolo a.C. fino alla piena età romana (II secolo a.C.). Fu indagato a partire dal 1916, quando si rinvennero le celebri statue in terracotta di Apollo, Hermes ed Eracle che decoravano il tetto del tempio arcaico (fine VI sec. a.C.) e che oggi sono visibili nella sala 40 del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Veio (Roma). Apertura straordinaria del parco archeologico (col santuario etrusco del Portonaccio) per tre domeniche con visite gratuite grazie ai volontari del Corpo di San Lazzaro

veio_parco_programma-riaperture_locandinaQuella di mercoledì 20 novembre 2024 è l’unica apertura (su prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail: booking@csli-roma.eu) dedicata alle scuole del parco archeologico di Veio, all’interno del programma delle tre domeniche di apertura straordinaria al pubblico, annunciate dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, nell’ambito del protocollo d’intesa stipulato con l’ente regionale Parco di Veio e la collaborazione del Municipio XV di Roma Capitale. Appuntamento dunque per tutti, nelle domeniche del 10, 24 novembre e 8 dicembre, dalle 10 alle 16, per visitare il Parco liberamente con ingresso gratuito e senza prenotazione, grazie ai volontari del Corpo di San Lazzaro – gruppo Roma e Viterbo. Il parco archeologico di Veio, affidato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia con l’ultima riforma del ministero della Cultura, è situato ai confini settentrionali della città metropolitana di Roma, all’interno dell’area naturale protetta del parco regionale di Veio. È possibile visitare il Santuario etrusco dell’Apollo (o santuario di Portonaccio, dal nome della località), che sorgeva subito al di fuori della città etrusca e che conobbe una lunga vita, dalla metà del VII secolo a.C. fino alla piena età romana (II secolo a.C.). Si tratta del più antico e del più notevole esempio di tempio tuscanico finora conosciuto, ornato originariamente da una splendida decorazione in terracotta policroma culminante sulla sommità del tetto in una serie di statue, tra le quali il celebre gruppo di Apollo ed Ercole, oggi esposto al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, insieme alle decorazioni architettoniche e a tutte le offerte rinvenute. È un luogo dal connubio perfetto fra natura e cultura, un ambiente paesaggistico ideale per escursioni e passeggiate dove scoprire un contesto archeologico straordinario.

Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia propone la visita guidata “Veio. Storia di un sito e di uno scavo”, con Valentina Billante, decimo e ultimo appuntamento del ciclo “ESTATE all’ETRU”

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Il rinvenimento della stataua di Apollo negli scavi dell’antica città di Veio nel maggio 1916 (foto etru)

Sabato 31 agosto 2024 “Veio. Storia di un sito e di uno scavo”, decimo e ultimo appuntamento del nuovo ciclo di visite guidate “ESTATE all’ETRU” comprese nel costo del biglietto d’ingresso al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia: Valentina Billante porterà i partecipanti alla scoperta della decorazione architettonica del santuario e una selezione dei materiali archeologici rinvenuti nel corso degli scavi del 1916. Nel maggio di quell’anno negli scavi dell’antica città etrusca di Veio tornavano infatti alla luce una serie di reperti straordinari: “Il pezzo meglio conservato – riportano i racconti – è un Apollo al quale di parte essenziali mancano solo le braccia. Vi è poi la testa e parte del corpo di un Hermes, avanzi di una figura di Herakles che piantava uno dei piedi su una cerva, legata per le gambe e posata col dorso a terra, e un frammento di una quarta figura, forse Artemide”. Si trattava delle statue che ornavano la trave di colmo del tempio a tre celle di tipo tuscanico, eretto intorno al 510 a.C., nel santuario di Portonaccio dedicato a Minerva, uno dei più importanti d’Etruria. Appuntamento presso l’accoglienza di Villa Giulia alle 11. Visita compresa nel biglietto di ingresso, su prenotazione all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it indicando il numero di partecipanti. Sarà possibile prenotarsi direttamente in sede, salvo disponibilità.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia “Il restauratore racconta. La Latona di Veio: dalla scoperta al restauro”: terzo incontro del ciclo “CHI (RI)CERCA TROVA. I professionisti si raccontano al Museo”. L’incontro nell’anniversario della scoperta dell’Apollo di Veio, ricordato con il racconto del dio Ermes

roma_villa-giulia_chi-ricerca-trova_terzo-incontro_lamonaca-guido_locandina“Il restauratore racconta. La Latona di Veio: dalla scoperta al restauro”: al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia terzo incontro del ciclo “CHI (RI)CERCA TROVA. I professionisti si raccontano al Museo”. Otto conferenze tenute da esperti e studiosi che aprono il mondo della ricerca alla conoscenza e alla fruizione del grande pubblico e sono rivolte a curiosi, studenti e specialisti di ogni età, a cura dei Servizi educativi del Museo. Venerdì 19 maggio 2023, alle 16, i restauratori Miriam Lamonaca e Sante Guido presentano il restauro della Latona di Veio rivelandoci le novità emerse dal loro lavoro. Ingresso gratuito in Sala Fortuna fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni: mn-etru.didattica@cultura.gov.it-. La data non è affatto casuale. Il 19 maggio del 1916 veniva alla luce in frammenti la scultura in terracotta dell’Apollo di Veio destinata a decorare, anch’essa, la sommità del tetto del tempio di Portonaccio a Veio, dedicato alla dea etrusca Menerva (Atena) e datato alla fine del VI secolo a. C.

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Sante Guido in una fase del restauro della statua di Latona dal tempio di Portonaccio di Veio conservata al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto pasquale de bellis)

Fra le opere di eccezionale fattura conservate a Villa Giulia, la statua di Latona, la madre di Apollo, è stata oggetto di un importante lavoro di restauro concluso proprio in questi giorni. Sotto le sapienti mani dei restauratori Miriam Lamonaca e Sante Guido, questa eccezionale scultura in terracotta policroma risalente al 510-500 a.C., è tornata a brillare, rivelando dettagli tecnici e particolari che solo un delicato e attento intervento restauro è in grado di restituire.

Miriam Lamonaca è funzionario restauratore al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dopo la laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, facoltà ad alta formazione e specializzazione, alla Reggia di Venaria, ha frequentato all’università La Sapienza di Roma un Master di II livello “Restauri e Consolidamenti ad alta complessità”. Dal 2018 si prende cura di Villa Giulia e dei suoi preziosi reperti archeologici del mondo etrusco.

Sante Guido è restauratore e docente a contratto all’università di Trento. Si è laureato in restauro di opere d’arte all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e diplomato in Conservazione dei Beni Culturali della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Svolge attività di restauro di opere d’arte dal 1982 presso numerose soprintendenze italiane, in missioni archeologiche all’estero e presso la Città del Vaticano. Tra il 2007 e il 2011 si è già occupato delle opere di Veio all’Etru, in particolare delle straordinarie statue di Eracle, Apollo e Mercurio.

107 anni fa, il 19 maggio del 1916, la statua dell’Apollo, insieme ai frammenti di altre statue provenienti dal tempio di Portonaccio a Veio, fu rinvenuta in uno scarico, spezzata in più parti ben allineate lungo un terrapieno. Fu una scoperta eccezionale. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lo ricorda da un insolito punto di vista: quello del dio Hermes, Turms in etrusco, che – a suo modo – vuole celebrare l’anniversario e ricordare che c’era anche lui fra le statue rinvenute. Accanto ad Apollo ed Eracle, infatti, dovevano trovar posto, come parte integrante della stessa scena mitologica, anche Artemide, la dea a cui era stata sottratta la cerva, e Hermes, in veste di pacificatore, la cui testa oggi è esposta nella stessa sala. La voce e il racconto sono di Maria Paola Guidobaldi, conservatrice delle collezioni del museo.

Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto di restauro della statua della Latona di Veio, a 106 anni dalla scoperta dell’eccezionale gruppo del santuario del Portonaccio a Veio: il cantiere direttamente nella sala 40 del museo, in partnership culturale con Carbonetti e Associati Studio Legale 

roma_villa-giulia_restauro-latona-di-veio_locandinaIl 19 maggio 1916, 106 anni fa, l’eccezionale ritrovamento del gruppo scultoreo che coronava la sommità del tempio di Portonaccio, fra cui l’Apollo, l’Eracle e l’Hermes.  Oggi, 18 maggio 2022, Giornata Internazionale dei Musei, a ridosso quindi di quella data significativa, il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ha presentato il cantiere di restauro della statua della Latona di Veio, opera identitaria del Museo, eccezionale scultura in terracotta policroma risalente al 510-500 a.C. (scoperta però nel 1939-40), appartenente al gruppo del santuario di Portonaccio. “La scelta di collocare il lancio del cantiere nella Giornata Internazionale dei Musei rafforza il messaggio promosso quest’anno dall’ICOM a livello mondiale: il potere dei musei nella società e il valore delle relazioni con il territorio per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale”, afferma il direttore Valentino Nizzo. L’intervento di restauro, quanto mai necessario, è stato reso possibile grazie alla partnership culturale con Carbonetti e Associati Studio Legale che ha deciso di sostenere economicamente l’intervento conservativo di questa opera così delicata che fu restaurata oltre 60 anni fa, alla metà degli anni ’50 del XX secolo. All’epoca, l’opera fu riassemblata in decine di differenti frammenti. Oggi ci appare, quindi estremamente lacunosa e bisognosa di numerose reintegrazioni a completare i panneggi, ma, soprattutto, la zona delle spalle e del collo, al fine di riposizionare correttamente il volto e la nuca. L’intervento sarà effettuato dal restauratore Sante Guido che ha restaurato in passato anche le statue di Apollo e di Eracle, appartenenti al medesimo gruppo scultoreo, e coordinato dal Servizio per la Conservazione del Museo, responsabile Miriam Lamonaca.

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La sala 40 del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia che ospita le grandi statue del santuario del Portonaccio a Veio (foto etru)

Il cantiere di restauro sarà realizzato direttamente nella sala 40 del Museo che ospita il gruppo scultoreo di Portonaccio. Una straordinaria opportunità per il pubblico, quella di assistere in diretta a tutte le operazioni di restauro: dalla campagna fotografica digitale “ante operam” a quella diagnostica per identificare la natura degli ossidi metallici e/o dei pigmenti utilizzati e la composizione dell’argilla, dalle indagini radiografiche alle scansioni 3D che saranno effettuate anche sulle altre sculture veienti: Apollo, Ercole e Hermes. E poi partiranno gli interventi diretti sull’opera che prevedono oltre alla pulitura superficiale e alla rimozione del vecchio protettivo, un delicatissimo intervento di risistemazione della zona del collo e del mento per mezzo di rimodellazione localizzata.

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Nella foto di Giulio Quirino Giglioli il momento della scoperta del gruppo scultoreo di Portonaccio, nel 1916 (foto Archivio fotografico di Villa Giulia)

L’avvio del restauro si colloca – come detto – a ridosso di una data molto significativa per il Museo e per la storia dell’archeologia. Il 19 maggio 1916 è la data dell’eccezionale ritrovamento del gruppo scultoreo in terracotta che coronava la sommità del tempio di Portonaccio nella famosa città etrusca di Veio (oggi in buona parte coincidente con il territorio del Comune di Roma in prossimità di Isola Farnese). La scoperta destò grande attenzione di pubblico. L’Italia era in guerra e il recupero dei reperti – ad opera di Giulio Quirino Giglioli – aveva avuto un effetto beneaugurante anche sulle sorti belliche della Nazione. La scoperta rivoluzionò le conoscenze fino ad allora acquisite sull’arte degli Etruschi ed ebbe una straordinaria influenza sulla cultura e l’immaginario contemporanei. Molti artisti, di fatto, trassero ispirazione dalle sculture veienti anche grazie al loro perfetto stato di conservazione e all’eccezionale policromia che dopo duemilacinquecento anni ancora le caratterizzava, quasi fossero state appena realizzate. L’Apollo, in particolare, incantò tutti ed entrò sin da subito nella rosa dei capolavori universali, opera di un maestro anonimo che nello stesso periodo dovette essere chiamato a Roma da Tarquinio il Superbo per la decorazione del tempio della triade capitolina sul Campidoglio, come attestano diverse fonti letterarie.

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Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

“106 anni fa venivano alla luce le sculture del santuario di Portonaccio a Veio, capolavori senza eguali che hanno rivoluzionato le conoscenze e gli studi sull’arte del mondo etrusco”, dichiara il direttore Valentino Nizzo. “Celebrare l’anniversario di quella scoperta con l’avvio del cantiere di restauro ci sembra quantomai doveroso e siamo felici che Carbonetti e Associati Studio Legale abbia accolto fin da subito il progetto, dimostrando che il sostegno al patrimonio culturale non possa prescindere dalla sensibilità e dall’impegno della comunità in cui il Museo vive e opera”. E il prof. Francesco Carbonetti, fondatore dello Studio legale: “Sentivamo il dovere di dare un contributo al recupero del nostro patrimonio culturale, come già ci è capitato più volte a supporto di ricerche e iniziative in ambito sanitario e scientifico. Lo facciamo perché ci crediamo: essere parte integrante e promotrice di questo momento così cruciale è una diretta conseguenza dello spirito che ha da sempre contraddistinto Carbonetti e Associati e inorgoglisce tutti i nostri colleghi sapere di aver dato fattivo aiuto alla conservazione e valorizzazione di un gioiello del grande tesoro pubblico italiano”.