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Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale per la rassegna “Agorà: L’archeologia di Reggio in piazza” la conferenza “Il pithos di Polistena: dalla scoperta alla musealizzazione”

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L’allestimento della mostra “Intrecci. Trame preziose tra Reghion e Reggio” al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto marrc)

Nell’ambito della manifestazione “Agorà: L’archeologia di Reggio in piazza” martedì 5 marzo 2024 nuova tappa che racconta l’impegno del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria per la tutela e la valorizzazione del territorio in sinergia con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. Sinergia suggellata dalla recente firma del protocollo d’intesa per la condivisione di attività, iniziative, programmi di ricerca, conservazione, tutela, promozione e valorizzazione dei contesti archeologici provenienti dal Territorio di Reggio e custoditi presso i depositi di entrambi gli Istituti. Dopo l’inaugurazione del 23 gennaio 2024 della mostra temporanea sulle terrecotte architettoniche provenienti dagli scavi urbani di Reggio Calabria con annesso il laboratorio didattico di rilievo 3D a cura della Scuola Superiore Meridionale di Napoli e l’inaugurazione della mostra “Intrecci. Trame preziose tra Reghion e Reggio” curata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria (vedi Reggio Calabria. In piazza Paolo Orsi del museo Archeologico nazionale l’evento “Agorà: L’archeologia di Reggio in piazza”: laboratorio sperimentale aperto al pubblico con attività scientifiche, solitamente riservate agli studiosi, in diretta. Apertura della mostra “Intrecci. Trame preziose tra Reghion e Reggio”, e lancio del progetto Farm | archeologiavocidalpassato), è l’ora di un altro appuntamento molto importante.

reggio-calabria_archeologico_agorà-archeologia-di-reggio-in-piazza_il-pithos-di-polistena_locandinaMartedì 5 marzo 2024, alle 10, in sala conferenze del MArRC, la conferenza “Il pithos di Polistena: dalla scoperta alla musealizzazione”. Nell’ambito della proficua collaborazione tra il MArRC e la SABAP RC-VV, è nato il progetto di restauro di un pithos (vaso contenitore di grandi dimensioni), ritrovato fortuitamente nel territorio di Polistena nel 2019, che si concluderà con l’esposizione dello stesso nelle sale museali del Museo. Si tratta di un pithos di tipo reticolato che, per genere e forma, risale alla media età del Bronzo. Esso rappresenta un unicum archeologico in quanto è il ritrovamento della facies Thapsos/Milazzese più settentrionale che attualmente si conosce.

reggio-calabria_archeologico_agorà-archeologia-di-reggio-in-piazza_il-pithos-di-polistena_programma_locandinaAlla conferenza interverranno Fabrizio Sudano, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e Filippo Demma, direttore ad interim della direzione regionale Musei Calabria, seguiti da Salvatore Fida, presidente del gruppo archeologico Altano di Polistena che ha collaborato con la SABAP RC-VV agli scavi, e Aldo Nasso, scopritore del pithos stesso. Il funzionario archeologo Daniela Costanzo, responsabile dell’Ufficio Collezioni del MArRC e il funzionario restauratore Barbara Fazzari, responsabile del Laboratorio di Restauro del Museo, illustreranno il progetto di restauro e gli approfondimenti scientifici di settore. In particolare, è in corso uno studio grafico ricostruttivo del pithos con osservazioni sulla tecnologia di fabbricazione a cura dell’archeologo esperto dell’età del Bronzo Carlo Veca, ed un approfondimento diagnostico sui resti organici per la classificazione funzionale del manufatto da parte di Enrico Greco, ricercatore del dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’università di Trieste. È prevista anche la caratterizzazione minero-petrografica dell’impasto per lo studio di provenienza curata da Mauro La Russa, professore del dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’università della Calabria. Seguirà l’intervento del funzionario archeologo della SABAP RC-VV Andrea Maria Gennaro che affronterà i temi del recupero del manufatto e della sua contestualizzazione archeologica. Infine Giuseppe Mantella, restauratore responsabile della ditta esecutrice dei lavori, parlerà degli interventi conservativi a oggi realizzati, preliminari alle operazioni di ricomposizione e integrazione plastica.

reggio-calabria_archeologico_dietro-le-quinte_locandinaAlla conferenza verrà presentato un calendario di visite guidate al cantiere di restauro per dare al pubblico l’inedita possibilità di assistere al restauro del pithos, in continuità con il progetto di grande successo avviato a gennaio “Dietro le quinte: visita al laboratorio di restauro del Museo”. La manifestazione “Agorà: L’archeologia di Reggio in piazza” si arricchirà nei prossimi mesi con altri due appuntamenti da non perdere: la presentazione alla città degli affreschi provenienti dalle Terme Romane di Reggio Calabria restaurati dagli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’università della Calabria e del Busto Trapani Lombardo restaurato dai collaboratori esterni della SABAP Anna Arcudi e Francesco Lia.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale per il ciclo “I restauri al MArRC” a cura di Barbara Fazzari incontro su “Gli affreschi provenienti dalle Terme romane di Reggio Calabria”

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Barbara Fazzari e Carmelo Malacrino nel Laboratorio di Restauro del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto marrc)

Nuovo appuntamento del ciclo “I restauri al MArRC”, voluto dal museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e curato dal funzionario restauratore Barbara Fazzari e responsabile del laboratorio di restauro del Museo. “Questo ciclo di incontri”, dichiara Fazzari, “nasce dall’idea di condividere con la città e con i visitatori le attività conoscitive e gli interventi conservativi programmati dal laboratorio di restauro del MArRC sui reperti ivi conservati”. Martedì 13 giugno 2023, alle 17, si terrà una conferenza sul restauro degli affreschi provenienti dalle Terme Romane di Reggio Calabria, da poco presentato anche alla XXVIII edizione del Salone Internazionale del Restauro di Ferrara. L’evento, promosso dal Museo in collaborazione con il centro internazionale Scrittori della Calabria (CIS), sarà anche l’occasione per condividere un progetto di ricerca e tutela sul contesto archeologico di provenienza degli affreschi. L’idea si sviluppa nell’ambito di una proficua sinergia con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, il Comune di Reggio Calabria e altri enti di ricerca a vario titolo convolti. reggio-calabria_archeologico_incontri_restauri-affreschi-terme-romane_locandinaIntrodurranno i lavori i saluti istituzionali di Carmelo Malacrino, direttore del MArRC; Fabrizio Sudano, soprintendente ABAP RC-VV e segretariato regionale MIC della Calabria; Irene Calabrò, assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria; e Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS Calabria. Insieme a Barbara Fazzari (“Dalla diagnostica al restauro: gli affreschi provenienti dalle Terme romane di Reggio Calabria”) interverranno Andrea Maria Gennaro, funzionario archeologo della SABAP RC-VV (“Le Terme romane di Reggio Calabria: tra tutela e attività di ricerca”), Anna Arcudi, docente del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’università della Calabria (“Il cantiere didattico con gli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dell’università della Calabria”), Rosina Celeste Ponterio e Dario Giuffrida, dell’istituto per i Processi chimico-fisici del CNR di Messina (“La ricostruzione 3D del sito e degli affreschi per la fruizione e la diagnostica”), e Francesco Armetta, del dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche, chimiche e farmaceutiche dell’università di Palermo (“Le indagini non invasive e il blu egizio invisibile”). “L’attività di restauro di questi anni al MArRC”, dichiara soddisfatto il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, “non ha precedenti. Abbiamo lavorato su decine di migliaia di reperti, alcuni dei quali attendevano ancora i primi interventi conservativi dal momento della loro scoperta, oltre un secolo fa. Non si tratta solo di oggetti esposti, ma anche e in gran parte di collezioni normalmente conservate nei depositi. Tale ciclo di conferenze nasce dalla volontà di dare spazio e visibilità ad alcuni di questi progetti di restauro, presentando al pubblico i risultati ottenuti. Ringrazio la dott.ssa Fazzari, che coordina il nostro Laboratorio di Restauro, per l’impegno nel divulgare e far conoscere al più ampio pubblico le attività conservative svolte “dietro le quinte” del Museo”.