Torino. Al museo Egizio l’egittologo Ray Johnson (University of Chicago, Luxor) in “Windows into the Vanished World of Akhenaten, Nefertiti, and Tutankhamun. Amarna-Period Talatat Blocks in the collection of the Museo Egizio”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme
Piccoli blocchi di calcare e arenaria (i talatat, i mattoni con cui era stata edificata l’antica capitale di Akhetaton), lunghi tre lunghezze di mano, erano i preferiti di Akhenaton e Nefertiti per la costruzione dei loro enormi templi dedicati al disco solare, l’Aton Vivente. Il museo Egizio di Torino ospita una delle più grandi collezioni di questi blocchi in Europa. Se ne parla giovedì 13 giugno 2024, alle 18, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino, nell’incontro “Windows into the Vanished World of Akhenaten Nefertiti and Tutankhamun. Amarna-Period Talatat Blocks in the collection of the Museo Egizio” con Ray Johnson (University of Chicago, Luxor), nuovo appuntamento organizzato con l’associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio. Introduce Christian Greco. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/windows-into-the-vanished…. La conferenza sarà in inglese, con traduzione simultanea in sala. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino.

Talatat con una regina (forse Nefertiti) che rende omaggio all’Aten suonando un sistro (arenaria, Nuovo Regno, XVIII dinastia), conservato al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Alcuni di questi talatat provengono dal primo complesso templare di Akhenaton dedicato all’Aton a Karnak, e molti provengono dall’Orizzonte dell’Aton, Akhetaten, Tell el-Amarna, fondata dalla famiglia reale come nuovo centro di culto per il solo adorazione dell’Aton. Tutti i monumenti di Akhenaton furono demoliti e riciclati dopo la sua morte, ma molti blocchi sono stati recuperati in scavi moderni. I blocchi, finemente scolpiti, presentati in questa conferenza conservano dettagli elaborati della vita quotidiana della famiglia reale e della corte, nonché della popolazione non reale, e rappresentano una straordinaria finestra sul mondo ormai scomparso di Akhenaton, Nefertiti e Tutankhamon.

L’egittologo W. Raymond Johnson dell’università di Chicago a Luxor
Raymond Johnson ha conseguito il dottorato in Archeologia egizia all’università di Chicago nel 1992 e ha partecipato a scavi sulla costa del Maine, USA; a Chogha Mish, Iran; a Quseir Al-Qadim sulla costa del Mar Rosso in Egitto; e a Cartagine, Tunisia. Nel 1979 si unì al Survey Epigrafico dell’Oriental Institute (ora Institute for the Study of Ancient Cultures), università di Chicago, con sede a Chicago House a Luxor, Egitto, e lavorò come disegnatore epigrafico mentre scriveva la sua tesi. Ha ricoperto il ruolo di direttore del Survey Epigrafico dal 1997 al 2022, e attualmente è Associate dell’ISAC. Ray Johnson è specializzato nella ricostruzione di sculture frammentarie e rilievi murali dei monumenti in pietra della tarda XVIII e prima XIX dinastia di Amenhotep III, Akhenaton, Tutankhamon, Seti I e Ramses II. È onorato di essere Visiting Scholar presso il Museo Egizio, Torino, dove si concentra sullo studio e la pubblicazione della collezione di blocchi e frammenti di sculture del periodo di Akhenaton del museo.

Il suo volto dallo sguardo magnetico è tra i più famosi tra quelli giunti dall’antichità. Ha più di tremila anni, ma riesce ancora a trasmettere la forza carismatica della regina e grande sposa del faraone eretico Akhenaten: parliamo di Nefertiti, “la bella è venuta”, il cui famosissimo busto è conservato a Berlino. Lo troviamo pubblicato sui libri di scuola, sulle riviste specializzate, su molti gadget. Quel busto proviene da Amarna, un sito archeologico tra le sabbie dell’Egitto centrale, che conserva le vestigia della grande capitale Akhetaten. Proprio di “Nefertiti: vita privata e momenti pubblici della regina e sposa reale di Akhenaten” parleranno Maurizio Zulian e Graziano Tavan mercoledì 26 ottobre 2022, alle 20.30, all’auditorium di Villafranca di Verona (accanto al castello, ingresso libero) nell’approfondimento in esclusiva per il pubblico in sala in occasione della presentazione – la prima in Veneto – del libro “Nella terra di Pakhet. Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni”, prefazione di Edda Bresciani (Marsilio Arte). È un’iniziativa dell’assessore alla Cultura del Comune di Villafranca, Claudia Barbera, e del presidente della Biblioteca comunale, Renzo Campo Dell’Orto. I due autori lo avevano promesso. E hanno scelto un tema trasversale, non incentrato sull’illustrazione di un sito specifico, ma ricostruendo la figura di questa grande e famosa regina attraverso quanto il sito di Amarna ci ha restituito, un sito complesso e articolato cui Zulian e Tavan dedicano quasi cento pagine delle poco meno di seicento dell’intero libro. Nel corso della presentazione la figura di Nefertiti prenderà forma, seguendola da quando la sua vita è cambiata sposando il faraone Amenofi IV e diventando quindi grande sposa reale. Il faraone avvia una rivoluzione religiosa sostituendo alle divinità del pantheon egizio il Disco Solare, Aten: così cambia nome e diventa Akhenaten, e sposta la capitale da Tebe a quello che oggi è il sito di Amarna. Nefertiti è sempre al fianco del faraone: la vediamo nei momenti intimi della vita privata, e in quelli ufficiali. Rimane aperto solo l’ultimo capitolo della sua vita: la sua scomparsa. Non sappiamo ancora né quando è morta, né dove è sepolta. Ma la ricerca archeologica continua.
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