Esclusivo. Su un calice etrusco esposto al museo Archeologico nazionale di Adria raffigurata una nave che va incontro a un mostro marino. La direttrice Facchi: “Ecco il significato di questo eccezionale oggetto votivo”

Museo Archeologico nazionale di Adria: vetrina con al centro il calice etrusco in bucchero con nave e mostro graffiti (foto graziano tavan)
Al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro), al secondo piano, al centro di una vetrina dedicata a Ceramica e iscrizioni etrusche ad Adria campeggia una coppa rovesciata. Si tratta di un calice etrusco in bucchero nero-grigio (inizi V sec. a.C.), parte della Collezione Bocchi (scavi in via San Francesco e in via Ex Riformati), che è esposto capovolto. E non è un errore.Questa scelta espositiva focalizza il “nuovo” utilizzo del calice diventato un oggetto votivo che ha molto da raccontare, come assicura Alberta Facchi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria. Ed è proprio lei a illustrare ad archeologiavocidalpassato.com il significato di questo oggetto che presenta, graffita, la raffigurazione di una nave etrusca e, in posizione opposta, di un mostro marino.

Museo Archeologico nazionale di Adria: dettaglio della nave etrusco graffita su calice etrusco in bucchero (foto graziano tavan)

Museo Archeologico nazionale di Adria: dettaglio del mostro marino graffito su calice etrusco in bucchero (foto graziano tavan)
“Questo è un calice in bucchero di inizi del V secolo – spiega Alberta Facchi – che solitamente veniva utilizzato da questa parte, quindi la sua collocazione naturale è questa, ma è diventato un oggetto votivo. È stato rovesciato, probabilmente conteneva delle offerte che sono state donate agli dei Inferi, ed è stata graffita una scena. È stata graffita la linea del mare lungo tutta la circonferenza della coppa del calice. È stata poi graffita una nave. Una nave che si riconosce molto bene con le vele spiegate, anche le sartie, con i due timoni, due remi che servivano a poppa per direzionare la nave. E con due file di remi. Quindi proprio una nave etrusca, una nave che “aiutava” la vela con i remi. Questa nave sta andando in questa direzione. E, seguendo la linea del mare, dalla parte opposta cosa c’è? C’è un mostro marino. Cioè c’è un essere al di sotto della linea del mare, un essere anguiforme con la coda bicaudata, e con le fauci aperte, con la bocca aperta. Si può forse leggere questa scena proprio come una raffigurazione di una nave che inconsapevolmente sta andando incontro a un mostro. Può essere un dono votivo di ringraziamento per uno scampato pericolo del mare, o può essere un dono per ingraziarsi gli dei per un viaggio in mare che si dovrà fare. Ad ogni modo è particolarmente toccante perché simboleggia le paure dei marinai nell’affrontare lunghi viaggi nel mare”.
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