Torino. Al museo Egizio “Vestirsi per la battaglia. Elmi e armature nel Nuovo Regno”: incontro con l’egittologo Alberto Maria Pollastrini che presenta il suo libro “Helmets and Body Armour in New Kingdom Egypt”. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria

torino_egizio_incontro-vestirsi-per-la-battaglia-elmi-e-armature-nel-nuovo-regno_alberto-pollastrini_locandinaGiovedì 12 settembre 2024, alle 18, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino “Vestirsi per la battaglia. Elmi e armature nel Nuovo Regno”: incontro con l’autore Alberto Maria Pollastrini, che presenterà il suo libro “Helmets and Body Armour in New Kingdom Egypt”. Introduce Johannes Auenmüller. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/vestirsi-per-la-battaglia…

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Copertina del libro “Helmets and Body Armour in New Kingdom Egypt” di Alberto Maria Pollastrini

L’obiettivo di Helmets and Body Armour in New Kingdom Egypt è esaminare le dinamiche relative all’introduzione e alla diffusione di elmi e armature in Egitto, durante la XVIII, XIX e XX dinastia. Il termine “introduzione” rappresenta il termine migliore per definire questo fenomeno, poiché questo tipo di equipaggiamento militare non è un’innovazione tecnologica egiziana. Al contrario, elmi e armature sono apparsi alla fine dell’Età del Bronzo, in seguito alla graduale espansione mitannica in Medio Oriente, per poi diffondersi nei territori circostanti, compreso l’Egitto. Lo sviluppo, durante i tre secoli di supremazia mitannica, di un nuovo modo di combattere, basato sull’impiego di masse di carri da guerra, favorì infatti l’adozione di un tipo di equipaggiamento difensivo che doveva consentire ai guerrieri di avere entrambe le mani libere, per combattere e guidare i veicoli. Possiamo quindi affermare che l’armatura rappresentava, per i membri degli equipaggi dei carri, la migliore risposta all’esigenza di protezione personale sul campo di battaglia. Tuttavia, a differenza di altre armi ed equipaggiamenti stranieri, come la spada khopesh, l’arco composito e il carro, gli elmi e le armature non sono stati recepiti come attributi caratteristici né nell’ideologia faraonica né nel contesto delle credenze religiose. In realtà, solo i testi ramessidi relativi alla battaglia di Qadesh e all’assedio della città siriana di Dapur menzionano corazze in stretta relazione al faraone combattente, mentre i riferimenti ad armature associate a una divinità o a un culto specifico sono al momento troppo sporadici per trarre delle conclusioni convincenti. L’analisi proposta nel libro si concentra in particolare su un’indagine delle attestazioni iconografiche, archeologiche e lessicografiche provenienti da un’ampia gamma di testimonianze materiali e fonti letterarie. Sulla base dei dati raccolti, è stata presentata una prospettiva il più possibile accurata su come l’elmo e la corazza furono introdotti e diffusi, sul loro impatto sulla guerra e sul loro possibile ruolo ideologico nell’arco cronologico del Nuovo Regno. Inoltre sono stati tracciati confronti tra i dati egiziani e le attestazioni contemporanee provenienti dal Medio Oriente e dalla regione egea, al fine di mettere in luce le dinamiche “internazionali” del fenomeno.

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L’egittologo Alberto Maria Pollastrini

Alberto Maria Pollastrini è nato a Cuneo nel 1981. Dopo gli studi all’università di Torino, nel 2021 ha conseguito il dottorato di ricerca in Egittologia all’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi, sotto la direzione del prof. Pascal Vernus. Fa attualmente parte dell’unità di ricerca AOROC – Archéologie et Philologie d’Orient et d’Occident dell’Université Paris Sciences et Lettres (PSL). È specializzato nella storia militare e nell’oplologia dell’Egitto e dell’Asia Occidentale, in particolare del II e del I millennio a.C. Ha partecipato a scavi archeologici in Egitto e in Italia.

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