Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per ottobre il focus è sulla dea Cavatha, celeste e sotterranea
Ottobre è quasi finito. Ma si fa ancora in tempo a conoscere la nuova divinità etrusca proposta dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia che ha deciso di ritmare il 2023 con il racconto degli dei etruschi. Sul sito del museo è stato inserito un approfondimento dedicato alle divinità venerate dagli Etruschi, una per ciascun mese dell’anno: dodici narrazioni curate dall’archeologa Vittoria Lecce che a gennaio sono partite con Culsans, il guardiano delle porte e dei cicli temporali; seguite a febbraio con Fufluns, il Dioniso greco; a marzo con Laran, il dio guerriero; ad aprile con Turan, la dea dell’amore; a maggio con Tinia, il dio della Luce; a giugno con Uni, la sposa di Tinia; a luglio con Menerva, la dea guerriera protettrice dei giovani; agosto con la dea Vei, protettrice della vita; a settembre il focus con la dea Thesan, protettrice dei naviganti (vedi Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per settembre il focus è su la dea Thesan, protettrice dei naviganti | archeologiavocidalpassato). Per ottobre il focus è su Cavatha, la dea celeste e sotterranea.

Antefissa a testa femminile in terracotta lavorata a stampo e dipinta (tipo Winter 6.C.4.b) da Cerveteri, area urbana di Caere (530-520 a.C.) conservata al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru): non sono ancora state trovate raffigurazioni della dea, ma doveva apparire come una giovane donna
OTTOBRE E LA DEA CAVATHA. A ottobre il museo Etru presenta una divinità femminile che doveva apparire bella, giovane e forse anche controversa, ma purtroppo non ci sono pervenute immagini di culto né raffigurazioni specifiche. Si tratta di Cavatha, una dea che sembra essere stata allo stesso tempo una entità sotterranea e celeste. Il nome nel tempo si è evoluto in Cavtha/Cautha e infine Catha: quest’ultima forma compare nel celebre Fegato di Piacenza. Per gli Etruschi la dea era in parte identificabile con Kore-Persefone, la giovanissima figlia di Demetra e sposa di Ade, il re degli inferi. Proprio come Kore (che in greco significa “fanciulla”), in diverse iscrizioni votive Cavatha è definita “sech”, ovvero “Figlia”. La maggior parte delle dediche alla dea provengono dal santuario meridionale di Pyrgi (oggi Santa Severa), il principale porto commerciale di Cerveteri. A Pyrgi, Cavatha formava una coppia divina con Suri, un Apollo infero assimilabile per alcuni aspetti all’Ade dei Greci.

Anforetta attica a figure nere con Trittolemo e Demetra attribuita al Gruppo di Leagros, da Vulci (Montalto di Castro), necropoli dell’Osteria, tomba a camera L (530-510 a.C.) conservata al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)
L’ambito della dea doveva estendersi però ben oltre il mondo sotterraneo dei defunti, perché secondo alcune interpretazioni doveva trattarsi anche di una divinità solare. Un primo indizio proviene da un tardo testo di botanica (datato al III-IV secolo d.C., ma basato su fonti più antiche), che ricorda come “kauta” fosse l’antico nome etrusco di un fiore, detto in latino “solis oculus” (occhio del sole), con un chiaro richiamo all’astro del giorno. Molto più significativa è la posizione della dea sul Fegato di Piacenza, sul quale occupa sia una casella interna sia – soprattutto – la sesta casella del margine esterno.

Skyphos attico a figure rosse da Orvieto, attribuito al Pittore di Pentesilea (450 a.C) conservato al Copenaghen Ny Carlsberg (foto etru): l’iscrizione in genitivo “Cavuthas Sexis” specifica che il vaso è di proprietà “di Cavatha Figlia”
Secondo l’erudito romano Marziano Capella la sesta sede divina nel cielo per gli Etruschi corrispondeva al mezzogiorno ed era dedicata a “Celeritas Solis Filia” (cioè, letteralmente, “la Velocità figlia del Sole”). Questo insolito nome, che non compare altrove, potrebbe essere un tentativo di interpretare come “figlia del Sole” una figura solare femminile etrusca (da identificare quindi con Cavatha), di fatto estranea alla mitologia e alla tradizione tanto romana quanto greca, dove il sole è sempre percepito come una entità maschile.
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- - novembre 19, 2023
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