Egitto. La missione ceco-egiziana nella necropoli di Abusir ha scoperto la tomba di un comandante di soldati mercenari (fine XXVI-inizio XXVII dinastia: inizio VI sec a.C. circa): in un pozzo, a 16 metri di profondità, trovato un doppio sarcofago con testi dal Libro dei Morti, uno scarabeo del cuore e un amuleto poggiatesta. Nel corredo 402 ushabti, due vasi canopi e un ostraka con formule religiose

Il pozzo funerario di Wah-ib-Ra Mery-Neith scoperto dalla missione ceco-egiziana nella necropoli di Abusir (foto ministry of tourism and antiquities)
Scoperta la tomba di Wah-ib-Ra Mery-Neith, comandante di soldati mercenari, risalente alla fine della XXVI e inizio XXVII dinastia (inizio del VI sec a.C. circa), durante la campagna di scavi in atto ad Abusir, importante necropoli egizia situata a sud-ovest del Cairo, della missione archeologica dell’istituto ceco di Egittologia, facoltà di Lettere, dell’università Carlo (Univerzita Karlova) di Praga guidata da Miroslav Bárta. A darne notizia è stato Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità: “Il pozzo principale della tomba Wah-ib-Ra Mery-Neith è profondo sei metri e le sue dimensioni sono di circa 14 metri per lato, con diversi pozzi secondari scavati nella roccia.

Una fase dello scavo del pozzo funerario di Wah-ib-Ra Mery-Neith scoperto dalla missione ceco-egiziana nella necropoli di Abusir (foto ministry of tourism and antiquities)
Al centro del pozzo principale è stato scavato in direzione Est-Ovest un altro pozzo più piccolo (6,5 x 3,3 metri circa), ma più profondo (16 metri circa) utilizzato come pozzo principale per la sepoltura del proprietario della tomba”. Wah-ib-Ra Mery-Neith, che si fregiava del titolo di “comandante dei soldati stranieri”, era un personaggio di alto rango dell’antico Egitto, figlio di Irturu del quale erano stati trovati i vasi canopi all’interno del deposito di imbalsamazione individuato nel febbraio 2022 vicino alla tomba del comandante ora scoperta. “Il design di questa tomba a pozzo”, sottolinea Waziri, “non ha una controparte identica nell’antico Egitto, ma nonostante ciò, il suo design architettonico è in parte simile a una sepoltura di una necropoli vicina e a una mastaba a Giza, nota come Campbell’s tomb”. Secondo il ministero delle Antichità e del Turismo egiziano la tomba del comandante restituisce una testimonianza tangibile di una prima vera forma di globalizzazione nel mondo antico.

Lo scarabeo del cuore trovato nel sarcofago vuoto di Wah-ib-Ra Mery-Neith nella necropoli di Abusir (foto ministry of tourism and antiquities)
“In fondo al pozzo funerario principale”, spiega Marslav Barta, capo della missione ceca, a circa 16 metri di profondità, è stato rinvenuto un doppio sarcofago, alquanto danneggiato e completamente ricoperto di sabbia. Il sarcofago esterno di Wah-ip-re Merinet era costituito da due enormi blocchi di calcare bianco, e all’interno conteneva un sarcofago antropoide di basalto (lungo 2,30 metri e largo 1,98), con testi del capitolo 72 del Libro dei Morti incisi nella parte superiore, che descrivono la risurrezione del defunto e il suo viaggio nell’Aldilà. Purtroppo – aggiunge – il sarcofago di basalto è stato trovato completamente vuoto. All’interno sono stati trovati solo uno scarabeo del cuore, senza incisioni ma molto decorato, nonché un amuleto a forma di poggiatesta. I semplici corredi funerari del proprietario della tomba erano originariamente collocati sui lati occidentale e orientale del sarcofago”.

Due vasi canopi e dieci coppe in miniatura parte del corredo funerario di Wah-ib-Ra Mery-Neith nella necropoli di Abusir (foto ministry of tourism and antiquities)
Proprio sul lato orientale la missione ha rinvenuto gran parte del corredo ancora nella sua collocazione originaria, tra cui 402 statue ushabti in faience (le ushabti sono statuine che dovrebbero rappresentare il proprietario del cimitero e svolgere servizi per suo conto nell’aldilà). Sono stati rinvenuti anche due vasi canopi in alabastro, oltre a un modello di tavola delle offerte in faience, dieci coppe in miniatura e un ostraka in calcare inciso con testi religiosi ieratici scritti con inchiostro nero. “A causa delle piccole dimensioni dell’ostraka”, sottolinea Barta, “l’autore del testo ha deciso di ricoprirlo con brevi estratti degli incantesimi del Libro dei Morti, che facevano anche parte della trasformazione rituale, garantendo così al defunto l’accesso al mondo ultraterreno”.

Sarcofago interno di Wah-ib-Ra Mery-Neith danneggiato in epoca antica dai tombaroli (foto ministry of tourism and antiquities)
Gli studi preliminari condotti dalla missione ceco-egiziana sul pozzo funerario hanno rivelato che esso fu trafugato in tarda antichità, probabilmente intorno al IV e V secolo d.C., come testimonia il ritrovamento di due vasi di ceramica abbandonati nel pozzo principale. Gli antichi “tombaroli” fecero anche un buco nella parte occidentale del sarcofago esterno di Wah-ib-Ra Mery-Neith e ruppero in molti frammenti, ritrovati dagli archeologi intorno al sarcofago, la parte superiore (occidentale) del coperchio di basalto del sarcofago cioè quella che rappresentava il volto del defunto.

L’area di scavo della tomba del comandante dei soldati mercenari da parte della missione ceco-egiziana nella necropoli di Abusir (foto ministry of tourism and antiquities)
“Sebbene gli scavi archeologici della tomba di Wah-ib-Ra Mery-Neith non ci abbiano fornito importanti reperti archeologici o elaborati corredi funerari”, interviene Muhammad Mujahid, vicedirettore della missione ceco-egiziana, “questa tomba è considerata unica e importante perché fornisce una nuova visione del turbolento periodo dell’inizio dell’era della dominazione persiana dell’antico Egitto. E inoltre, dai risultati delle ricerche in corso sul deposito di imbalsamazione del proprietario della tomba che la missione ha trovato durante la stagione precedente, possiamo farci un’idea della vita, dell’ambiente familiare e della carriera di Wah-ib-Ra Mery-Neith: colui che molto probabilmente morì inaspettatamente in un periodo in cui la sua tomba e il suo corredo funerario erano ancora in gran parte incompleti”. Pertanto sia il progetto architettonico della tomba che il suo contenuto forniranno agli archeologi informazioni molto preziose.
Tag:Campbell’s tomb a Giza, Libro dei Morti, Miroslav Bárta, missione archeologica dell’istituto ceco di Egittologia, Mostafa Waziri, Muhammad Mujahid, ostraka, Supremo consiglio delle Antichità, tomba di Wah-ib-Ra Mery-Neith ad Abusir, università Carlo (Univerzita Karlova) di Praga, ushabti
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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