Archeologia cristiana. Sotto la chiesa di Nosedo ritrovati scheletri e monete che testimoniano una comunità del XV secolo

Gli scavi archeologici sotto la chiesa di Nosedo, nella Bassa milanese, curati dall’università Cattolica di Milano
Sotto la chiesa di Nosedo riemergono secoli di storia della Bassa milanese, dalle testimonianze di una comunità del XV secolo al Medioevo, e giù giù fino al tardo impero romano: resti umani di una comunità di epoca bassomedievale (XV e XVI secolo) e reperti risalenti all’età romana sono stati infatti ritrovati sotto la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Nosedo, nel parco agricolo a sud di Milano. L’antica “grangia”, la fattoria che i monaci cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle fin dal XII secolo utilizzavano per amministrare le loro terre, è il territorio distante solo tre chilometri da Chiaravalle, sul quale è stata costruita nel XII secolo la chiesa. Qui nel 2013 sono iniziati i lavori per il risanamento dall’umidità che hanno portato a condurre preziose indagini archeologiche. L’équipe degli archeologi dell’Università Cattolica, coordinati da Maria Silvia Lusuardi Siena, con la collaborazione della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, il Laboratorio di Antropologia e odontologia forense (Labanof) dell’Università degli Studi di Milano, e l’associazione Nocetum ha portato alla luce 76 scheletri e alcune monete che raccontano di una vivace comunità di ceto elevato. A dimostrarlo sono diversi elementi come il privilegio della tumulazione sotto la chiesa, la cuffietta decorata sulla testa di un bambino, e l’analisi ossea dei resti appartenenti a persone che potevano permettersi una buona quantità e qualità di cibo, e che non svolgevano lavori pesanti, tanto che in almeno tre casi hanno raggiunto l’età senile.
Nel dettaglio gli scavi nell’attuale chiesa dei santi Filippo e Giacomo hanno portato alla luce tombe di inumati adulti deposti supini in terra nuda e avvolti in semplici sudari, bambini e neonati coperti e deposti in coppi. Complessivamente sono stati ritrovati 34 bambini (17 di età prenatale) e 42 adulti (25 maschi e 12 femmine) e cinque individui di cui non si è potuto identificare il sesso. Le 20 monete ritrovate risalgono per lo più all’epoca post medievale dell’area e l’esemplare più antico è una moneta di bronzo dell’usurpatore Magnenzio (350-353), reperto piuttosto raro nei ritrovamenti dell’area milanese. Tra i resti ritrovati anche lo scheletro di un bambino con una moneta in mano, simbolo dell’obolo probabilmente offerto come ricompensa a San Pietro per il passaggio alla vita eterna.
“Gli scavi hanno messo in luce all’interno della chiesa numerosissime inumazioni, aprendo diverse prospettive di ricerca sulla funzione dell’edificio per gli abitanti del luogo, sul loro stile di vita e il loro ruolo sociale”, spiega Silvia Lusuardi. “Si potrebbero comprendere anche le abitudini alimentari della comunità, il tipo di dieta e i rapporti di parentela tra gli individui sepolti che potrebbero anche aver condizionato i criteri di sepoltura all’interno della chiesa. Per fare questo fino ad ora sono stati coinvolti esperti di diverse aree disciplinari: archeologi, antropologi, numismatici, geologi, architetti, restauratori”. Il progetto è costato 100mila euro finanziati da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. A questi dovrebbero aggiungersene altri 50 per poter portare a termine le ricerche. Ciò consentirebbe di approfondire anche la veridicità di alcuni elementi che riconducono alla frequentazione di Nocetum già nel I secolo d.C. Le fonti ricordano che l’acquisizione dei terreni da parte dell’abbazia di Chiaravalle, iniziate verso la metà del XII secolo, portarono l’importante cenobio milanese a possedere terre a Nosedo e a costruirvi una grangia. Ma già prima dell’arrivo dei monaci nella bassa milanese il villaggio di Nosedo era esistente ed è possibile oggi ricostruirne la trasformazione.
Tag:abbazia di Chiaravalle, archeologia cristiana, associazione Nocetum, grangia, laboratorio di Antropologia e odontologia forense, Magnenzio, Maria Silvia Lusuardi Siena, Nocetum, Nosedo, Santi Filippo e Giacomo, soprintendenza ai Beni archeologici della Lombardia, università Cattolica Milano, università di Milano
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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