Scoperto a Tor Vergata di Roma impianto termale all’interno di una lussuosa villa del I sec. d.C. Obiettivo: un parco archeologico con una start up degli studenti dell’università
Lo scavo è didattico, ma i risultati sono assolutamente scientifici, e gli obiettivi ancora più ambiziosi: non solo creare i futuri operatori nella ricerca, valorizzazione e conservazione dei beni archeologici, compresa una fruizione in funzione turistica, ma anche sperimentare quella che potrebbe diventare una start up nella gestione di un parco archeologico pubblico di periferia. Succede a Tor Vergata, nell’agro alla periferia sud di Roma. Qui è stata scoperta una lussuosa villa del I secolo d.C. con un impianto termale di almeno 500 metri quadrati, grazie a un progetto di scavo degli studenti dell’università di Tor Vergata, condotto in convenzione con la soprintendenza di Roma nell’ambito di un’indagine preventiva iniziata nel giugno 2013. Nell’area, originariamente destinata all’edilizia residenziale ma che diventerà zona a verde, sono stati recuperati pregevoli stucchi dipinti ed elementi decorativi.

L’area del cantiere-didattico a Tor Vergata dove è stato scoperto l’impianto termale annesso a una villa del I sec. d.C.
Il cantiere didattico, frutto dunque di una convenzione per attività di scavo archeologico, conservazione, studio, ricerca e valorizzazione, tra la soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma e il dipartimento di Scienze Storiche, Filosofico-Sociali, dei Beni culturali e del Territorio dell’università di Roma Tor Vergata, ha coinvolto le cattedre di Archeologia e storia dell’Arte greca e romana, del corso di laurea magistrale in Archeologia, Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità e dei tre corsi di laurea triennale in Beni culturali, Scienze dei Beni culturali, Scienza del Turismo e Beni culturali per Operatori del Turismo, per un periodo di 3 anni rinnovabili. Nello scavo si sono avvicendati 37 allievi, tra laureati e iscritti ai corsi di laurea triennale e specialistica in beni culturali e archeologia.
Dal 12 maggio, in sole sei settimane, hanno portato alla luce integralmente due ambienti, uno tetralobato e uno con una abside, riferibile appunto a un complesso termale che presenta già alle prime indagini caratteristiche fuori dal comune. La decorazione era in stucchi rossi e azzurri e parte della pavimentazione, di cui alcuni tratti sono stati portati alla luce, in mosaico. È stata inoltre ritrovata una moneta di età giulio-claudia su cui sono in corso approfondimenti; si cercano ulteriori reperti che possano indicare con esattezza chi era il proprietario del complesso residenziale, certamente un facoltoso romano che aveva scelto per la sua villa la zona lungo la via Tuscolo-Fidene che è ancora visibile, con il suo rivestimento in basolato, a poche decine di metri dallo scavo.
“I nove ambienti che sono stati delimitati”, spiega Roberto Cereghino, direttore scientifico dello scavo, “restituiscono un ricco apparato decorativo, con centinaia di frammenti provenienti da pavimentazioni musive e da stucchi dipinti e affreschi figurati. Tracce della decorazione pittorica si conservano anche sull’alzato a testimonianza di vani adornati dal celeste, dal blu, dal verde acqua, dal giallo, dal rosso e dal nero”. I primi due ambienti indagati sono caratterizzati da piccoli pilastri a base quadrata, le suspensurae, e da un sistema di coibentazione delle pareti mediante tegulae mammatae. “Elementi caratteristici degli ambienti destinati a essere riscaldati – continua – e dunque costruiti con materiali adatti a diffondere il calore e a limitare la dispersione termica. Più che certa, dunque, la funzione termale del complesso, verosimilmente alimentato da una o più diramazioni di un’ampia cisterna sotterranea a bracci, effettivamente rinvenuta a breve distanza, sotto via Galvano della Volpe”.

Una veduta generale dell’ambiente termale scoperto quest’anno dagli studenti dell’università di Tor Vergata
La convenzione è parte di un progetto che, insieme alle attività di scavo, prevede l’avvio di laboratori didattici e di seminari incentrati sullo studio, sul rilievo e sul restauro dei manufatti archeologici (strutture e materiali) portati alla luce. Oggetto di approfondimento anche gli aspetti volti alla ricostruzione del contesto socio-culturale e del paesaggio suburbano antico del quale il complesso faceva parte. Ma il progetto condiviso da Soprintendenza e Università non si ferma ai risultati scientifici e formativi: si sperimenterà, infatti, l’avvio di attività di promozione e valorizzazione a cura degli stessi studenti universitari. “E chissà- osserva il soprintendente Mariarosaria Barbera- che non siano proprio i ragazzi e le ragazze di Tor Vergata a mostrarci un modo nuovo per aprire e tenere aperto un parco archeologico in periferia”. “La scarsità di risorse disponibili – continua- ci costringe sovente a ricoprire gli scavi, una volta completate le indagini. Ma il progetto triennale ci vede puntare, con l’Università di Tor Vergata, su un esperimento che mette studenti e neo laureati in condizione di studiare e di valorizzare un’area archeologica complessa e suggestiva. Se riusciranno bene in tutte le ‘materie’, il quadrante sud-orientale di Roma guadagnerà un parco archeologico e una start-up che non faticherà ad affermarsi anche altrove”. Quanto alle terme venute alla luce nell’area di Tor Vergata, “nel futuro immaginiamo di rendere fruibile al territorio questa scoperta”, conclude il soprintendente: l’idea è appunto quella di un parco archeologico, magari affidato agli studenti della vicina Università di Tor Vergata.
Tag:cantiere didattico, Mariarosaria Barbera, parco archeologico, Roberto Cereghino, Roma, scavo archeologico, soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma, terme romane, Tor Vergata, università Tor Vergata, villa romana
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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