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Roma. I lavori per la Metro C in piazza Venezia rivelano una stratigrafia che consente di indagare la topografia del centro di Roma dall’età repubblicana al Novecento. La soprintendente Daniela Porro: “Ancora una volta la costruzione di una stazione della metropolitana ci fa riscoprire il passato della nostra città”

Lavori per la linea C della metropolitana in piazza Venezia a Roma (foto ssabap-roma)

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

Ancora una volta l’opera della Metro C diventa un cantiere di archeologia: piazza Venezia restituisce un palinsesto complesso che consente di indagare la topografia del centro di Roma; una straordinaria stratigrafia che tramanda edifici risalenti al periodo tardo repubblicano, residenze di età imperiale, strutture medievali e quello che resta dei palazzi moderni abbattuti tra Ottocento e Novecento. L’intervento condotto sotto la direzione scientifica della soprintendenza speciale di Roma procede in piena sinergia con Metro C e Roma Metropolitane senza ritardi rispetto ai tempi previsti. I rinvenimenti di questa estate 2025 sono ancora oggetto di indagine e di studio da parte degli archeologi coordinati dalla responsabile scientifica dello scavo Marta Baumgartner.

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

“Ancora una volta la costruzione di una stazione della metropolitana ci fa riscoprire il passato della nostra città”, spiega Daniela Porro, soprintendente speciale. “È nel sontuoso palinsesto di varie epoche che torna sotto i nostri occhi e dovrà essere valorizzato al meglio nella futura stazione che risiede il grande fascino di questo scavo, che la Soprintendenza sta conducendo all’interno dei lavori per la realizzazione della Linea C, commissionati da Roma Metropolitane, per conto di Roma Capitale e realizzati dalla società Metro C, guidata da Webuild e Vianini Lavori”.

San Martino Buon Albergo (Vr). Soprintendenza tecnici e archeologi illustrano i ritrovamenti della necropoli romana rinvenuta durante i lavori per l’alta velocità Verona-Padova

Diciannove tombe, resti umani, vasi, piccole anfore e monili risalenti al III secolo d.C. Sono state rinvenute casualmente lo scorso agosto a San Martino Buon Albergo (Vr) durante i lavori del cantiere Webuild della linea ferroviaria AV/AC Verona-Padova, che permetterà il rafforzamento della mobilità sostenibile del Nord Italia, riducendo di 298mila tonnellate le emissioni di C02 e del 50% i tempi di percorrenza sul tracciato complessivo. Commissionata da RFI Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), la nuova linea Verona-Padova è realizzata dal Consorzio Iricav Due, il General Contractor guidato da Webuild a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della tratta. Martedì 3 maggio 2022, alle 20.30, all’auditorium “Carlo Urbani” dell’istituto comprensivo statale di San Martino Buon Albergo, in via Bentegodi 2, i funzionari della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona, i tecnici e gli archeologi impegnati nel cantiere per l’Alta Velocità incontrano i cittadini per illustrare i ritrovamenti della necropoli romana rinvenuta durante i lavori per l’alta velocità nel Comune di San Martino Buon Albergo. L’incontro con la cittadinanza, nel rispetto delle norme anti Covid vigenti, segue l’iniziativa di ottobre 2021 con la visita didattica al cantiere, organizzata da Webuild con l’amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo e la soprintendenza di Verona, di 200 studenti delle scuole secondarie di primo grado del comune.