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Ercolano. Bruciati in pochi giorni i biglietti per la riapertura straordinaria delle Terme Suburbane, il complesso termale romano meglio conservato al mondo. Un’occasione per conoscere il restauro in corso

L’esterno delle Terme Suburbane di Ercolano interessate dal cantiere di restauro (foto paerco)

Una porta in legno conservata all’interno delle Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

Neanche il tempo di annunciare la riapertura straordinaria delle Terme Suburbane di Ercolano, uno dei luoghi più affascinanti e meglio conservati del mondo romano, per tre sabati dal 15 al 29 novembre 2025, che il parco archeologico di Ercolano ha subito avvisato che “i biglietti delle ultime date per le visite straordinarie al cantiere delle Terme Suburbane di Ercolano sono terminati. Grazie a tutti i nostri visitatori appassionati che ci accompagnano alla scoperta di questo fantastico patrimonio”. Il pubblico che è riuscito a garantirsi un biglietto avrà nuovamente l’opportunità di entrare in un cantiere di restauro unico nel suo genere e di ammirare da vicino un autentico gioiello dell’antica città. Le visite, come detto, si terranno sabato 15 novembre 2025, sabato 22 novembre 2025, e sabato 29 novembre 2025, con due turni di visita per ciascuna giornata: 1° turno, dalle 10.30 alle 11.30; 2° turno, dalle 11.30 alle 12.30. Per ogni turno massimo 10 partecipanti. L’iniziativa, che consente ai visitatori di accedere a un’area normalmente chiusa al pubblico, ha già riscosso un entusiasmo straordinario: ogni turno disponibile nelle precedenti aperture è andato esaurito in pochi giorni.

Il cantiere aperto all’interno delle Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

Un complesso unico al mondo. Le Terme Suburbane, situate tra la cinta muraria e l’antico arenile, rappresentano il complesso termale romano meglio conservato al mondo. Originariamente costruite come bagno privato della famiglia dei Nonii Balbi, una delle più influenti di Ercolano, furono successivamente aperte all’uso pubblico. Il sito conserva ancora oggi pavimenti marmorei di pregio, decorazioni in stucco e pittura di altissima qualità, le rarissime porte lignee originali e un innovativo sistema di riscaldamento “a samovar” delle piscine calde, unico al mondo per stato di conservazione. Questi elementi straordinari testimoniano la raffinatezza e il prestigio della società ercolanese, oltre alla grande attenzione che i Romani dedicavano al benessere, alla cura del corpo e alla vita sociale.

Una vasca in marmo all’interno delle Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

Un’occasione per conoscere il restauro in corso. L’apertura straordinaria è resa possibile grazie a un importante progetto di restauro e valorizzazione, interamente finanziato con fondi pubblici statali e realizzato in collaborazione con il Packard Humanities Institute, che da quasi venticinque anni affianca il parco archeologico di Ercolano nella tutela e nella conoscenza del sito. Questa formula consente al pubblico di vivere un’esperienza unica: scoprire le straordinarie architetture e decorazioni del complesso termale e, al tempo stesso, osservare da vicino le attività di restauro in corso.

Eleganti panchine in marmo all’interno delle Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

Prenotazione e biglietti. Le visite sono disponibili esclusivamente su prenotazione e con biglietto integrato di 20 euro (comprensivo di ingresso al Parco e di visita alle Terme Suburbane) il cui ricavato sarà destinato a sostenere i restauri del parco archeologico di Ercolano. Anche per le visite alle Terme sono previste le gratuità a norma di legge.

Ercolano. Al parco archeologico ultimo sabato per le Terme Suburbane, l’apertura serale “Una Notte al Museo” fino al 25 novembre

Panoramica dell’antica Herculaneum (foto paerco)

Ultimo sabato, quello del 1° novembre 2025, per visitare al parco archeologico di Ercolano le Terme Suburbane. Mentre l’iniziativa “Una Notte al Museo”, prosegue fino a martedì 25 novembre 2025 i visitatori potranno approfittare dell’offerta dell’apertura serale del martedì e giovedì.

Le Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

TERME SUBURBANE. Sabato 1° novembre 2025, visite dalle 9 alle 16, per il turno di visita delle 16, l’ultimo accesso consentito è alle 15.30. Un’apertura straordinaria e imperdibile, con visite guidate all’interno del cantiere di restauro e di ambienti mai aperti al grande pubblico. Le Terme Suburbane, un complesso termale di epoca romana sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sono state ritrovate a seguito della campagna di scavi archeologici del XX secolo dell’antica Ercolano.  Edificate all’inizio del I secolo d.C. per volere di Marco Nonio Balbo come dono alla città, nel loro genere sono uno degli edifici termali meglio conservati al mondo. Dopo la prima delicata fase di lavori di messa in sicurezza e restauro propedeutici alla futura riapertura permanente riaprono in occasione del progetto di Visita alle Terme Suburbane di Ercolano i primi affascinanti ambienti oggetti di intervento. Accesso da corso Resina e da via dei Papiri Ercolanesi. È necessario presentarsi in biglietteria 15 minuti prima dell’orario prenotato. Per la Visita alle Terme Suburbane di Ercolano si consiglia di indossare abiti comodi ed è richiesto l’uso di scarpe chiuse e basse ed è obbligatorio indossare i dispositivi di sicurezza (caschetto e cuffia) forniti dal Parco al momento della visita, dato il percorso in area di cantiere. Il percorso è sconsigliato a persone con problemi di deambulazione e/o con patologie che potrebbero essere influenzate dal contesto di visita. I minori di 18 anni dovranno essere accompagnati da un adulto. Gli animali non sono ammessi alla visita alle Terme essendo un’area di cantiere.

L’Antiquarium di Ercolano illuminato per le visite serali (foto paerco)

UNA NOTTE AL MUSEO. Il martedì e il giovedì, dalle 20.30 alle 23.30 (ultimo ingresso 22.30), fino al 25 novembre 2025, sono accessibili il Padiglione della Barca e l’Antiquarium, offrendo un’opportunità straordinaria di ammirare in una luce diversa due degli spazi più evocativi dell’intero sito, negli orari serali di tali aperture l’area archeologica non è visitabile. Per l’occasione, i partecipanti troveranno in loco un professionista del Parco disponibile per chiarimenti, curiosità e preziosi approfondimenti sulle collezioni.

Dettaglio della lancia militare, rinvenuta sull’antica spiaggia di Ercolano, conservata nel Padiglione della Barca del parco archeologico di Ercolano (foto paerco)

Il Padiglione della Barca consente un tuffo nell’universo marinaresco dell’antica Ercolano, attraverso reperti eccezionali come argani, remi, corde, pesi e ami da pesca, testimoni del forte legame della città con il mare. Fiore all’occhiello del Padiglione è la lancia militare, ritrovata sull’antica spiaggia: un manufatto unico, probabilmente parte della flotta inviata da Plinio il Vecchio in soccorso della popolazione durante la catastrofica eruzione.

Legni antichi carbonizzati, mobili, utensili e strumenti conservati nell’Antiquarium del parco archeologico di Ercolano (foto paerco)

Accanto, l’Antiquarium si presenta come uno scrigno della vita quotidiana romana, con focus unici al mondo: la collezione di legni antichi, tra cui mobili, utensili e strumenti, carbonizzati ma perfettamente conservati grazie all’assenza di ossigeno nel flusso piroclastico che sommerse la città. Inoltre, il patrimonio eccezionale dei preziosi ori di Ercolano, simbolo del gusto e del lusso degli antichi abitanti.

Ercolano. Apertura straordinaria al pubblico – con visite accompagnate – delle Terme Suburbane, l’edificio termale meglio conservato in tutto l’impero romano, oggetto di un grande cantiere di restauro – giunto ad una fase molto avanzata ma ancora in corso

I preziosi interni delle Terme Suburbane di Ercolano (foto paerco)

Il parco archeologico di Ercolano apre le porte a un evento straordinario: ambienti mai aperti delle Terme Suburbane tornano a vivere mostrandosi nel loro splendore al grande pubblico da domenica 14 settembre 2025, alle 10, al 30 novembre 2025. Una attesissima riapertura, fortemente voluta de Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco. In attesa della futura riapertura permanente, l’edificio termale  meglio conservato in tutto l’impero romano, oggetto di un grande cantiere di restauro – giunto ad una fase molto avanzata – apre al pubblico a lavori in corso grazie ad un articolato progetto di restauro e valorizzazione, realizzato  grazie alla Programmazione finanziata ai sensi dell’articolo 1, commi 9 e 10, della legge 190 del 2014 (legge di stabilità 2015) annualità 2021-2023 – Fondi del Parco Archeologico di Ercolano del Bilancio 2022 e del Bilancio 2023-2024-2025 per un importo complessivo di 5.281.408,63 di euro nell’ambito del partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute, attivo sul sito dal 2001. Le Terme Suburbane, incastonate tra l’antico arenile e la cinta muraria della città, originariamente bagno privato della famiglia dei Nonii Balbi, fu successivamente ampliato e messo a disposizione della comunità, rappresentano uno degli edifici pubblici più affascinanti e importanti di Ercolano. Tra i suoi elementi di straordinario pregio si segnalano i sontuosi pavimenti marmorei, le decorazioni in stucco e pittura, le porte lignee originali ancora conservate e il rarissimo sistema di riscaldamento “a samovar” per le piscine calde.

Veduta esterna delle Terme suburbane di Ercolano accessibili dall’area sacra di Marco Nonio Balbo o direttamente dal mare (foto Graziano Tavan)

Apertura al pubblico dal 14 settembre al 30 novembre 2025, le Terme Suburbane saranno visitabili con un biglietto aggiuntivo per contribuire alla raccolta fondi per i restauri del Parco con visite accompagnate nei giorni di sabato e domenica, in turni di visita dalle 9 alle 18 (dal 18 ottobre ultimo turno alle 15) con turni cadenzati ad ogni ora alla scoperta di questo meraviglioso luogo e del cantiere di restauro. L’iniziativa si svolge grazie a un finanziamento derivante dalle Attività progettuali incluse nella l. 132. del 18/11/2019 secondo cui i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso prodotti dagli Istituti e dai Musei dotati di autonomia speciale, al netto della corrispondente quota destinata al rispettivo funzionamento, possono essere destinati alla remunerazione delle prestazioni svolte dal personale coinvolto in specifici progetti locali presso i predetti Istituti e Musei, al fine di migliorarne la fruibilità e la valorizzazione.

 

Ercolano. Al parco archeologico, dopo oltre 25 anni, aperte la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno, prima tappa del progetto Domus con Packard Humanities Institute, presenti il ministro Giuli e il viceministro Cirielli. E presentata la app ErcolanoDigitale per una visita interattiva e immersiva. Il direttore Sirano: “Pronti a proiettare nel futuro il nostro straordinario passato, e anche all’avvio di nuovi scavi”

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Il peristilio della Casa del Colonnato Tuscanico a Ercolano, riaperta dopo un lungo restauro (foto paerco)

Taglio del nastro a Ercolano per la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno, che rappresentano simbolicamente l’origine dell’antica Ercolano: la prima per un dipinto dove è raffigurato il sacrificio di fondazione della città da parte di Ercole, la seconda per il ritrovamento di una statuetta dello stesso eroe nel larario da cui prende il nome. L’apertura, mercoledì 19 marzo 2025, dopo oltre venticinque anni, di due tra le più belle residenze dell’antica città ha rappresentato la conclusione della prima fase del Progetto Domus alla presenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, del viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli. Il parco archeologico di Ercolano si prepara così a entrare nel futuro offrendo ai visitatori un’esperienza ancora più completa e coinvolgente con una serie di proposte innovative.

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Il direttore Francesco Sirano presenta al ministro Giuli e al viceministro Cirielli le domus restaurate e riaperte a Ercolano (foto emanuele antonio minerva – agnese sbaffi / mic)

A fare gli onori di casa il direttore del Parco Francesco Sirano, insieme ai rappresentati del Packard Humanities Institute (prof. Richard Hodges, arch. Jaime Garcia e arch. Jane Thompson) l’Ente filantropico che affianca Ercolano in un partenariato pubblico privato che dura da ben 24 anni. Il direttore ha sottolineato l’estrema complessità e innovazione tecnologica degli interventi sulle domus appena riaperte e si è soffermato sul complessivo approccio strategico ai temi della conservazione e della fruizione del patrimonio. Nuove entusiasmanti prospettive si aprono grazie alla sottoscrizione (luglio 2024) del protocollo d’Intesa con il Packard Humanities Institute con la realizzazione di nuovi depositi, laboratori, uffici e la storica ripresa, a quasi cento anni dall’inizio degli scavi Maiuri, delle ricerche archeologiche su vasta scala nell’area est della città antica. Le domus restaurate e gli strumenti digitali si aggiungono all’offerta di visita già a disposizione del pubblico e rendono l’esperienza di camminare in una città romana ancora più affascinante e ricca di contenuti, mettono a diretto contatto con la vita quotidiana degli ercolanesi di duemila anni fa: un’esperienza che pochi siti archeologici al mondo offrono e che ad Ercolano risulta essere ancora più suggestiva grazie all’eccezionale stato di conservazione e agli innovativi restauri inaugurati da Amedeo Maiuri a partire dalla fine degli anni ’20 del Novecento.

Grazie dunque all’ampliamento dell’offerta culturale, Ercolano si conferma un luogo unico dove la storia antica incontra le tecnologie moderne. Ed è stato proprio il ministro Giuli ad essere testimone della nuova vita del Parco che ha trovato una Ercolano in pieno fermento: oltre all’apertura della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno restaurate, ecco la nuova veste della Stanza del custode del Sacello degli Augustali, e poi i lavori in corso alle Terme Suburbane e le manutenzioni straordinarie su scala urbana.

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Le Terme suburbane di Ercolano (foto paerco)

E per entrare in sintonia con questi straordinari luoghi il Parco mette ora a disposizione una nuova App mobile per sistemi Android e IOs, parte integrante di Ercolano Digitale, un vero e proprio ecosistema di risorse online fruibili attraverso il nuovo portale istituzionale del Parco, ricco di molteplici servizi e contenuti 3D, la  piattaforma dedicata alla catalogazione dei reperti (già on line attraverso il collegamento dinamico con Il Catalogo Nazionale dei Beni Culturali) e il portale Open Data, presto on line per l’intera comunità scientifica di riferimento e non solo.  L’App Ercolano digitale è disponibile in nove lingue e può essere scaricata liberamente dai principali stores; sfrutta l’innovativa connessione WIFI e LiFi del Parco attraverso cui le informazioni arrivano automaticamente sui device fornendo contenuti contestuali rispetto alla posizione del visitatore grazie ad una capillare rete di beacon bluetooth, unica nel suo genere nei siti archeologici italiani. I visitatori possono scegliere tra cinque percorsi in base ai contenuti tematici, all’età e ai tempi di percorrenza per una visita a misura di tutti.

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La Casa del Sacello di legno a Ercolano durante i restauri (foto paerco)

Il Progetto Domus, di restauro conservativo di sei domus, è stato basato sul consolidato approccio che caratterizza la programmazione congiunta tra il parco archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute, vale a dire una efficace distribuzione delle risorse economiche che abbia come obiettivo la conservazione “orizzontale” e diffusa del Bene Culturale, al contrario dell’approccio “casa per casa”. Alcune delle lavorazioni più complesse sono state realizzate nella Casa del Colonnato tuscanico, dove è stato effettuato un intervento di parziale sollevamento delle colonne del peristilio con annessa trabeazione, riportandolo allo stato originario di epoca romana e rafforzando la struttura statica della casa, resa finalmente visitabile.

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La Casa del Sacello di legno a Ercolano dopo i restauri (foto paerco)

Nelle Case del Colonnato tuscanico e del Sacello di legno, riconsegnate mercoledì 19 marzo 2025 ai visitatori, grande attenzione è stata rivolta alle delicate pavimentazioni, in particolare quelle in battuto di cocciopesto, e al ripristino delle condizioni conservative per garantirne la stabilità in funzione della riapertura. Sono state testate nuove tipologie di malte di ripristino per verificarne la durabilità in un contesto all’aperto e soggetto a notevoli sollecitazioni meccaniche. Le superfici decorative parietali quali dipinti murali e intonaci sono state consolidate, garantendone la protezione e assicurando una corretta gestione dell’acqua piovana. In questo modo, nell’arco di qualche anno, gli indici di umidità nelle murature saranno di molto ridimensionati rendendo possibile una ulteriore, nuova fase di interventi, volta al recupero estetico delle superfici, operazione al momento già effettuata su alcuni affreschi in idonee condizioni delle domus coinvolte.

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Terme suburbane di Ercolano: stucco prima del restauro (foto paerco)

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Terme suburbane di Ercolano: stucco dopo il restauro (foto paerco)

Il progetto di restauro  prevede complessivamente interventi su sei Domus, di cui quattro ora in avanzato stato di  lavorazione (Casa a Graticcio, Casa del Mobilio Carbonizzato, Casa dell’Apollo Citaredo e Casa dell’Atrio a Mosaico) e rientra nel processo di programmazione congiunta e pluridisciplinare per la conservazione del sito archeologico sul modello di governance di partenariato pubblico-privato attivo da più di vent’anni tra il Parco archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute. Il risultato sul lungo periodo porterà ad attuare cicli manutentivi continui, e all’ampliamento dell’offerta di fruizione per il pubblico, con conseguente beneficio anche per le aree che attualmente soffrono di una rilevante pressione antropica. L’intervento Restauro conservativo delle strutture e delle superfici decorate delle domus più importanti di Ercolano, è finanziato con i Fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) “Vesuvio – Pompei – Napoli”. Piano Sviluppo e Coesione del ministero della Cultura – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020, gestiti, per il ministero della Cultura, dall’Autorità Responsabile del Piano Sviluppo e Coesione del Dipartimento per l’Amministrazione Generale, per il tramite dell’Unità Grande Pompei, per l’importo complessivo di 5 milioni di euro.

“A un quarto di secolo dalla loro chiusura, le dimore della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno riaprono i battenti, restaurate con sapiente maestria, segnando il compimento della prima fase del Progetto Domus. L’ultraventennale alleanza con il Packard Humanities Institute si conferma feconda e lungimirante. Un sodalizio che proseguirà con un investimento di circa 45 milioni di euro, consentendo la ripresa degli scavi archeologici nel sito, lo studio e l’applicazione delle nuove tecnologie alla ricerca e alla fruizione del patrimonio, la costruzione di depositi e laboratori”, così il ministro della Cultura Alessandro Giuli. “La riapertura di due domus e la realizzazione della App Ercolano, frutto della più che ventennale collaborazione con la Fondazione Packard – dichiara il vice ministro per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli – testimonia quanto lo straordinario patrimonio culturale campano possa attivare importanti canali di diplomazia culturale, capaci di innescare lo sviluppo armonioso del territorio portando crescita, conoscenza e occupazione di qualità. La valorizzazione di Ercolano continua così ad aprire a importanti prospettive nel dialogo transatlantico tra Italia e USA, contribuendo al contempo alla tutela di un sito archeologico di grande importanza”.

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Il ministro della Cultura Alessandro Giuli con il direttore del parco archeologico di Ercolano Francesco Sirano (foto emanuele antonio minerva – agnese sbaffi / mic)

“Il nostro obiettivo”, assicura il direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, “è quello di rendere il parco archeologico di Ercolano un luogo dove storia, cultura, tecnologia, ma anche familiarità con le nostre origini che definirei quasi sentimentale, si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza senza precedenti. La sfida principale che ha caratterizzato l’intero intervento sulle domus ha riguardato la necessità di contemperare esigenze tecniche e di conservazione (come ad esempio ripristinare la stabilità strutturale) con una presentazione al pubblico che ne esaltasse le caratteristiche che le rendevano spazi del buon vivere, di vita raffinata e operosa della quale esse sono testimonianza di grandissimo valore storico e monumentale. L’ampliamento dell’area di fruizione grazie all’apertura delle domus in cui si è intervenuti è parte integrante di una visione del sito rivolta al futuro che comunica valori universali. Per farlo ci si è avvalsi delle nuove tecnologie che contribuiscono a far conoscere al mondo la ricchezza storica di questo patrimonio dell’Umanità in modo innovativo e accessibile a tutti. Con la nuova App – continua -, ogni visitatore potrà non solo esplorare i nostri siti, ma anche entrare in contatto con il nostro archivio digitale, un patrimonio che cresce ogni giorno grazie al lavoro di conservazione e ricerca che portiamo avanti con passione. Siamo pronti a proiettare nel futuro il nostro straordinario passato, e siamo pronti anche all’avvio di nuovi scavi nell’area est della città antica: una ripresa storica delle ricerche resa possibile, come tanti altri importanti progetti, dall’eccellente partenariato pubblico privato con l’ente filantropico americano Packard Humanities Institute. L’approccio multidisciplinare e l’adozione di un piano di gestione del sito, a partire dal 2017, hanno portato alla definizione di programmi di manutenzione a scala urbana che hanno disinnescato le emergenze, hanno permesso la riduzione delle aree di degrado e hanno garantito la tutela del patrimonio UNESCO”.

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La Casa del Colonnato Tuscanico a Ercolano dopo i restauri (foto paerco)

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La Casa del Colonnato Tuscanico a Ercolano prima dei restauri (foto paerco)

“Oggi festeggiamo gli ultimi esiti di un lungo cammino a Ercolano nella prospettiva e corresponsabilità della strada da percorrere nel prossimo, immediato futuro”, dichiara l’arch. Jane Thompson, manager incaricato della gestione del partenariato-pubblico su incarico delle fondazioni Packard. “Forte di 24 anni, a partire dal 2001, le azioni congiunte per la conservazione e valorizzazione della città antica insieme a progetti mirati a ripensare il suo rapporto con la città moderna attraverso la riqualificazione del quartiere confinante di via Mare, oggi il partenariato pubblico-privato sta entrando in una nuova fase, ancora più importante. La realizzazione di un nuovo complesso di edifici, arretrati verso sud rispetto al sito archeologico, consentirà l’eliminazione delle infrastrutture moderne esistenti a bordo scavo e l’arretramento degli attuali limiti di scavo verso est e sud. Questa “rivoluzione” crea le condizioni per due svolte epocali: la ripresa degli scavi archeologici verso est ad una scala paragonabile solamente a quella dell’epoca di Amedeo Maiuri; la creazione di un paesaggio verde per chi esplora la città antica, luogo accogliente sia la per la comunità locale quanto per i visitatori del sito archeologico. L’azione combinata di questi progetti farà del Parco Archeologico di Ercolano e del suo territorio, nel medio e lungo periodo, un importantissimo punto di riferimento internazionale per gli studi umanistici”.

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Ercolano digitale: l’approdo all’antica spiaggia di Ercolano (foto paerco)

Il parco archeologico di Ercolano ha presentato la sua nuova app ufficiale, una proposta innovativa per rendere l’esperienza di visita ancora più coinvolgente e arricchente. La app, attraverso i nostri cellulari, diventa una porta personalizzata ed interattiva di accesso all’enorme patrimonio di conoscenza digitale del Parco, potendo consultare dati di archivio, documenti storici, foto attuali, modelli 3D con il duplice fascino di poterli vivere durante la visita, immersi direttamente nel mondo attuale del Parco e del mondo virtuale del tempo passato ma anche futuristico. Una volta entrati nel Parco, la app permette di scegliere tra 9 lingue e la fascia di età di chi la usa. Sono a disposizione cinque percorsi con temi e durata differenti. Una mappa interattiva del sito e un sistema di geolocalizzazione attraverso beacon diffusi nel sito archeologico accompagnano i visitatori e permettono di collegarsi direttamente al ricco archivio di contenuti del Parco, consentendo di orientarsi facilmente tra i vari spazi archeologici. Grazie a questa funzione, i visitatori possono navigare in autonomia all’interno del Parco, scoprendo ogni angolo e curiosità.

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Ercolano digitale: la Casa degli Augustali di Ercolano (foto paerco)

Ma non è tutto: lungo il percorso, l’app offre contenuti multimediali che si attivano automaticamente in corrispondenza di punti specifici del sito. Testi, immagini, ricostruzioni virtuali e modelli 3D si combinano per offrire una comprensione profonda di ciò che si sta osservando. Ogni dettaglio prende vita, permettendo di esplorare la vita quotidiana degli abitanti di Ercolano, dalle abitazioni agli spazi pubblici, fino agli aspetti più intimi della loro routine. Questa esperienza digitale permette di immergersi in una delle città romane più affascinanti, scoprendo la sua architettura, la sua storia e i suoi misteri. Grazie alla nuova app, il parco archeologico di Ercolano si pone come un esempio di innovazione nella fruizione culturale, coniugando la tradizione della ricerca storica con le moderne tecnologie, rendendo la visita ancora più coinvolgente per tutti i tipi di pubblico. La app è disponibile gratuitamente su tutti i principali store digitali (iOS e Android) e rappresenta un ulteriore passo verso un’esperienza turistica sempre più accessibile e moderna. “Attraverso questa applicazione, ogni smartphone diventa un compagno di viaggio digitale, trasformando la visita in un’esperienza immersiva, coinvolgente e personalizzata – dichiara il direttore Sirano – La App diventa la finestra attraverso la quale affacciarsi e collegarsi all’immenso archivio digitale di Ercolano fatto di contenuti pensati per rispondere alle esigenze di un pubblico eterogeneo. Inoltre i testi disponibili in nove lingue e anche in formato audio rendono l’esperienza inclusiva e accessibile a tutti. Ogni aspetto è stato studiato per garantire una fruizione semplice e immediata, consentendo a ogni visitatore di vivere il sito in modo personalizzato”.

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Ercolano digitale: l’antica Ercolano vista arrivando dal mare (foto paerco)

La app sfrutta tecnologie avanzate per offrire un’esperienza unica all’interno del sito archeologico. Grazie a una rete di beacon Bluetooth Low Energy, piccoli trasmettitori radio a bassa frequenza, i contenuti multimediali vengono attivati automaticamente garantendo una geolocalizzazione precisa e puntuale dei visitatori lungo il percorso. A supporto di questa infrastruttura, la copertura della rete dati è stata realizzata non solo attraverso il tradizionale Wi-Fi, ma anche mediante la rivoluzionaria tecnologia LiFi, che utilizza la luce per trasmettere informazioni in modo rapido ed efficiente. Questo approccio innovativo assicura un’interazione tecnologica all’avanguardia e a bassissimo impatto per il sito archeologico. L’app rappresenta, nell’ambito del più ampio progetto Ercolano Digitale, un ulteriore passo in avanti nella creazione di strumenti digitali in grado di rendere sempre più coinvolgente la fruizione dello straordinario patrimonio archeologico degli scavi di Ercolano. Per ulteriori informazioni e per scaricare l’app, è possibile visitare il sito ufficiale del parco archeologico di Ercolano al seguente https://ercolano.cultura.gov.it/app/.

Ercolano. Al parco archeologico dopo #domenicalmuseo e l’apertura per la Befana, dal 7 gennaio si può visitare la Casa della Gemma, gioiello dell’antica Hercolaneum. E poi tornano i Close-up cantieri

Riapre al pubblico la Casa della Gemma, gioiello del parco archeologico di Ercolano (foto paerco)

A Ercolano l’Epifania non porta via la festa della cultura: dal 7 gennaio ripartono le attività speciali del Parco. Si inizia con la Casa della Gemma e i Close-up cantieri. L’aria di festa prosegue al parco archeologico di Ercolano con l’apertura a ingresso gratuito dell’anno con #domenicalmuseo, il 5 gennaio 2025, appuntamento mensile con le aperture gratuite dei luoghi della cultura statali e l’apertura nel giorno della Befana, 6 gennaio 2025, si potrà visitare il sito archeologico con il regolare costo di ingresso e nei consueti orari invernali (8.30-17, ultimo ingresso ore 15.30). E l’anno nuovo, a partire dal 7 gennaio 2025, porta ai visitatori l’inizio del vero e proprio anno di novità con l’apertura ciclica della Casa della Gemma con orario 9.30-13, gioiello del parco archeologico di Ercolano, famosa per i preziosi mosaici pavimentali. “L’obiettivo del nostro lavoro”, interviene il direttore Francesco Sirano, “è valorizzare il sito per offrire a un pubblico sempre più ampio, curioso e consapevole dei valori culturali la visita al sito UNESCO. Iniziamo un anno all’insegna di tante novità che ci permetteranno di arricchire ancora di più il paniere dell’offerta culturale del Parco. Le aperture cicliche, come quella della Gemma, aiutano a ridurre il degrado antropico sulla città antica insieme alla regolare manutenzione estesa alla scala dell’intera città antica. Ora è il momento per rivivere il fasto della Casa della Gemma e tra qualche giorno, a partire dal 16 gennaio 2025, ci sarà il piacere di potere accedere al dietro le quinte dei lavori di restauro, iniziativa che coinvolge i turisti nel quotidiano lavoro di conservazione svolto dallo staff del Parco. Ai nostri visitatori l’invito a seguire le pagine social del Parco per essere sempre aggiornati su ogni novità”.

La Casa della Gemma al parco archeologico di Ercolano è aperta al pubblico dal 7 gennaio 2025 (foto paerco)

La Casa della Gemma prende il nome da una gemma con ritratto femminile dell’età di Claudio, che si riteneva ritrovata in questa domus mentre invece parrebbe appartenere alla sottostante Casa di Granianus. La dimora era parte integrante della Casa del Rilievo di Telefo, probabilmente di proprietà della famiglia di Marco Nonio Balbo, che presentava un impianto irregolare, frutto dei continui ampliamenti per conquistare l’affaccio sul mare e la veduta del Golfo. In età augustea la dimora si sviluppava in tre livelli su ben 1.800 metri quadrati, rappresentando la seconda abitazione più grande di Ercolano, ed era collegata alle Terme Suburbane. Nell’ultimo periodo di vita della città, il gigantesco complesso residenziale venne diviso, nell’ambito di una generale ristrutturazione, in tre distinte abitazioni, creando la Casa della Gemma, che si trova al livello della strada, e un’altra casa più modesta al piano sottoposto, reso indipendente grazie a un ingresso autonomo presso Porta Marina. 

Il triclinio della Casa della Gemma a Ercolano vanta uno dei più bei mosaici geometrici in bianco nero dell’intera Ercolano (foto paerco)

La Casa della Gemma conserva, nel suo quartiere signorile, caratteri di grande freschezza degli intonaci e nei pavimenti. Certamente, essa fu abitata, negli ultimi giorni, da una famiglia di riguardo, che ebbe tra i propri ospiti un medico all’epoca famoso alla corte imperiale di Tito, di nome Apollinare, il cui ricordo è consacrato da un’iscrizione irriverente nella latrina, posta nel quartiere rustico insieme alla cucina. Come le altre dimore affacciate sul mare, anch’essa si sviluppa verso sud con una serie di ambienti, tra cui il triclinio, allineati sul loggiato, ora appena intuibile. Nel triclinio vanta uno dei più bei mosaici geometrici in bianco nero dell’intera Ercolano. 

Ercolano. Quarto appuntamento con “Magma”, la serie video del parco archeologico: con il direttore Sirano e l’archeologo Camardo scopriamo il modo di lavorare degli antichi romani grazie a delle scoperte rinvenute sul banco tufaceo nel cantiere dell’antica spiaggia

Francesco Sirano e Domenico Camardo sul cantiere dell’antica spiaggia di Ercolano, tra il banco tufaceo e la rampa per le Terme Suburbane (foto paerco)

Per il quarto appuntamento della nuova serie video “Magma” del parco archeologico di Ercolano la passeggiata continua alla scoperta del cantiere dell’antica spiaggia di Ercolano. Il direttore Francesco Sirano e l’archeologo dell’Herculaneum Conservation Project Domenico Camardo raccontano alcune curiosità sul modo di lavorare degli antichi romani grazie a delle scoperte rinvenute sul banco tufaceo.

La passeggiata ci porta di fronte alle Terme Suburbane dove si vedono degli incassi nel banco tufaceo. “Quando abbiamo ripulito tutta quanta l’area”, spiega Camardo, “sono emersi tutti questi incassi che hanno delle inclinazioni molto chiare all’interno che servivano per ricevere dei pali di legno inclinati su cui erano poste delle carrucole che permettevano di sollevare i pesanti blocchi di tufo man mano che si procedeva con l’estrazione. È infatti qui che si vede ancora benissimo un’impronta quadrangolare di un grosso blocco che è stato staccato e sollevato: quindi questo è ciò che resta di un cantiere edile dell’antichità. In pratica vediamo al negativo l’estrazione dei blocchi”. L’area di ricerca è di fronte alla rampa di accesso delle Terme Suburbane, un ingresso secondario forse usato per portare legna per farle funzionare. “Vediamo che ci sono dei dislivelli”, fa notare Sirano. “A cosa è dovuto questo cambio di livello delle fondazioni? In realtà anche in questo caso siamo di fronte ai segni e alle tracce di una oscillazione della terra: quando la terra si abbassava, il mare si avvicinava alla città. Sono chiare le tracce dell’erosione della base della scala, ma anche della base dell’edificio che quindi è stato esposto a un certo punto all’azione delle mareggiate. E infatti basta guardare le finestre del Samovar per vedere che i romani sono stati costretti a restringerle con dei muretti e dei pannelli di cocciopesto per proteggersi dal mare”. Quindi – conclude Camardo – nel giro di pochi anni la città ha dovuto reagire a una serie di trasformazioni e di fenomeni naturali. “Erano eventi molto veloci, come quelli che succedono oggi nella vicina Pozzuoli dove nel giro di pochi anni il mare gonfia la terra anche di un metro per poi abbassarsi”.

“Lapilli sotto la cenere”. Con la 23.ma clip del parco archeologico di Ercolano viene presentata la Nuvola in punti 3D delle Terme Suburbane di Ercolano

Con la 23.ma clip della serie “Lapilli sotto la cenere”, in occasione della Giornata internazionale dei Musei 2021 “Il futuro dei Musei: rigenerarsi e reinventarsi” il parco archeologico di Ercolano ha deciso di celebrare l’evento presentando la nuova Nuvola di punti 3D del progetto “Herculaneum 3D scan”, che consente di esplorare nei minimi dettagli le Terme Suburbane di Ercolano. “E presto”, annunciano gli archeologi del parco, “saremo in grado di raccontare del grande progetto di restauro in collaborazione con l’Herculaneum Conservation Project”.

“Lapilli sotto la cenere”: parte la nuova serie di clip del parco archeologico di Ercolano alla scoperta di altri tesori dell’antica Herculaneum. Si inizia con le Terme suburbane, dove si rivive la vita degli antichi romani, si ritrovano i segni dell’eruzione del Vesuvio e si leggono le tappe degli scavi archeologici dai Borboni ai giorni nostri

L’annuncio il 5 agosto 2020 con un video: al via “Lapilli sotto la cenere”, le nuove clip sui tesori del parco archeologico di Ercolano, una nuova fase degli approfondimenti condotti sul sito dal direttore, esperti e personale specializzato. Dopo il grande successo di “Lapilli”, ampiamente presentati da archeologiavocidalpassato, il parco archeologico di Ercolano si trova alla virata di boa con passaggio ad una nuova fase: dai “Lapilli del Parco”, che hanno costituito un momento di virtualizzazione della visita, quando essa era negata dalle circostanze di chiusura al pubblico – per i quali i risultati sono stati travolgenti – ai “Lapilli sotto la cenere”, alla scoperta dei tesori nascosti del Parco. Finalmente l’attesa è finita. Ecco la prima clip dei “Lapilli sotto la cenere” dedicata alle Terme suburbane.

Inizia il nuovo viaggio. Con i “Lapilli sotto la cenere del Parco Archeologico di Ercolano” il virtuale integra la visita reale e offre ancora maggiore ricchezza portando gli appassionati a scoprire realtà ulteriori rispetto a quelle che si visitano nel Parco. Si inizia con un luogo eccezionale per tanti aspetti, una delle realtà più impressionanti di Herculaneum: le Terme suburbane. Da un lato infatti, le Terme suburbane sono tra i luoghi che più possono far rivivere le atmosfere, gli usi e i costumi dell’antica città. Dall’altra, ci testimoniano in maniera potente le dinamiche delle ore dell’eruzione e ci raccontano il fascino della scoperta. Grazie alla luce, alle decorazioni ed alla struttura di questo edificio così particolare, è possibile percepire la storia, sia quella dei suoi antichi frequentatori, sia quella moderna dei primi scavi archeologici.

Veduta esterna delle Terme suburbane di Ercolano accessibili dall’area sacra di Marco Nonio Balbo o direttamente dal mare (foto Graziano Tavan)

“Siamo all’esterno dell’antica Ercolano, nell’area sacra per Marco Nonio Balbo”, spiega il direttore Francesco Sirano. “Dei gradini permettevano di assistere alle cerimonie in onore del grande benefattore di Ercolano, il quale aveva reso pubblico l’edificio delle Terme suburbane”. Da questo spazio sacro si entra nelle terme e subito alla nostra destra un ambiente di servizio dove immediatamente prima del 79 d.C. erano stati depositati dei tubuli di terracotta che rivestivano le intercapedini degli ambienti caldi perché si stavano svolgendo dei lavori di restauro. “Se c’è un monumento percorrendo il quale si può avere una sensazione molto simile a quella che percepivano gli antichi, queste sono le Terme suburbane di Ercolano. Ci si arrivava dall’area sacra di Marco Nonio Balbo, ma vi si poteva accedere anche dal mare. Sul mare infatti si affacciavano con dei finestroni panoramici”.

La vasca con il busto di Apollo nell’atrio delle Terme suburbane di Ercolano (foto Scabec)

Appena entrati i frequentatori delle Terme lasciavano i loro vestiti e prendevano l’occorrente per il rito del bagno pubblico: “In questi ambienti venivano colpiti dal grande atrio che proiettava la luce direttamente dall’alto, dal tetto delle terme, e la portava qui sotto. Siamo infatti a un livello più basso rispetto al piano di calpestio romano. Una vasca con il dio Apollo zampillava e introduceva in questo meraviglioso mondo di rilassamento totale e di pulizia che caratterizzavano le terme romane”. Questo edificio è il risultato di una serie di trasformazioni. “In un primo momento era forse più piccolo, e poi fu ampliato quando da terma privata di Marco Nonio Balbo divenne un grande edificio pubblico e questo forse spiega perché inusualmente troviamo la zona dei prefurnia direttamente visibile dal vestibolo. Questo, come è noto, è la vera e propria sala macchine delle terme romane. Qui venivano messe le fascine di legno e riscaldata aria e acqua per poter far funzionare gli ambienti termali”.

Il frigidarium delle Terme suburbane di Ercolano: si vede la vasca e, a sinistra, la porta con i resti del flusso piroclastico lasciati da Amedeo Maiuri (foto Guide Campania)

Il primo ambiente che troviamo è quello freddo, il frigidarium, con una splendida decorazione in marmi colorati fino alla zoccolatura delle pareti e una grande vasca, una piscina, su un lato. “Qui abbiamo anche il riassunto della storia degli scavi di Ercolano”, sottolinea Sirano. “In alto, un tunnel borbonico e, sugli angoli e all’interno di un vano porta, abbiamo i resti del flusso piroclastico che Amedeo Maiuri, che aveva scavato l’edificio negli anni Quaranta del Novecento, ha deciso di lasciare in situ per ricordare la tragedia che qui si è abbattuta. Il passaggio all’ambiente successivo è segnato da un’evidenza straordinaria. All’interno di una teca si conserva una porta che in antico separava questi due ambienti. La cosa straordinaria è che essendo al momento dell’eruzione questo ambiente molto umido il legno si è conservato allo stato vivo, non si è carbonizzato”.

Una parete del tepidarium delle Terme suburbane con le statue degli Eroi (foto Paerco)

Anche nell’antichità si doveva restare sbalorditi entrando nella sala tiepida, nel tepidarium, caratterizzata dallo splendore dei marmi colorati che arrivavano fino alla zoccolatura. Delle panche, sempre di marmo, si trovavano sui lati opposti dell’ambiente per favorire la conversazione. In alto il decoro era tutto di stucco. “All’interno di alcuni grandi riquadri statue in nudità eroica: sono dei guerrieri che ci ricordano quelli dell’Atene del V sec. a.C. Gli studiosi si sono molto interrogati circa il significato di queste figure. Trattandosi di sette figure alcuni hanno pensato ai Sette a Tebe, altri li hanno messi in rapporto con il monumento agli eroi Eponimi dell’agorà di Atene, gli eroi che davano il nome alle tribù dell’Attica. Quale che sia la corretta interpretazione, oggi tutti concordano su un rapporto con l’eroizzazione di Marco Nonio Balbo, la cui statua onoraria si trovava proprio al centro dell’area sacra all’ingresso delle terme”.

Il direttore Sirano mostra le impronte delle lastrine di vetro delle finestre lasciate nel labrum dal flusso piroclastico (foto Paerco)

Il primo calidarium è caratterizzato dalla presenza della vasca per il bagno caldo sul fondo e da una finestra che affacciava sulla splendida vista del golfo di Napoli. Il decoro era sempre sontuoso e di alto livello con marmi colorati e stucchi alle pareti. “Troviamo qui un caso raro, il labrum, dove ci si sciacquava per creare il contrasto caldo-freddo: il marmo euboico fu rinvenuto nell’angolo della sala. Qui notiamo la presenza delle impronte delle lastrine di vetro della finestra che rompendosi all’arrivo del flusso piroclastico erano precipitate all’interno della vasca e poi il tutto era stato proiettato sul fondo della sala: un fotogramma dell’eruzione del 79 d.C.”. Nel secondo calidarium ci accoglie ci accoglie una grande piscina. “Qui notiamo al centro l’originale sistema di riscaldamento dell’acqua ad induzione attraverso l’uso del cosiddetto samovar, un calderone di bronzo qui straordinariamente conservato. Questa sala prendeva luce ed aria da grandi finestroni aperti sul mare. Le terme erano rifornite da un acquedotto che assicurava una tale pressione da permettere giochi d’acqua. Tutti gli ambienti caldi avevano intercapedini alle pareti che permettevano la circolazione dell’aria calda. L’ambiente più caldo di tutti era la sauna, il cosiddetto laconicum, una stanza circolare con nicchie alle pareti e una panca in marmo dove ci si sedeva per sudare. L’aria veniva raccolta e non doveva uscire. Unica fonte di luce un occhio sulla sommità della cupola”. Le impalcature oggi presenti servono per studiare l’edificio e per completare insieme alla fondazione Packard il progetto di restauro per la riapertura delle Terme suburbane.