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“Lapilli di Ercolano”: con l’11.ma clip si torna a esplorare i luoghi della città antica: il direttore Sirano ci fa scoprire le Terme Femminili

Con l’11.mo video dei Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano torniamo a esplorare i luoghi della città antica in compagnia del direttore Francesco Sirano. Con lui entriamo nel reparto femminile dello splendido impianto delle Terme centrali di Herculaneum, alla scoperta dei dettagli e delle storie che questi ambienti conservano intatti ancora oggi. “Non appena entrati ci troviamo in una corte molto piccola, molto raccolta con delle panche su tutti i lati: qui le matrone di Ercolano sedevano in attesa del loro turno per entrare nelle terme in un ambiente tiepido. Mentre di solito c’è un vero e proprio spogliatoio. Ad Ercolano molti spogliatoi sono anche riscaldati. In questo ci sono le tipiche installazioni per deporre i vestiti e le panche prima di cominciare il percorso termale. Sul pavimento in bianco e nero campeggia un tritone circondato da delfini, un polipo, una seppia, tipici animali del Mediterraneo. Ma sopra di lui vola un amorino. Da qui si passa nel tepidarium. Un ambiente estremamente raccolto, ancora una volta con gli stalli per deporre gli asciugamani che indossavano le matrone e sui lati le panche per poter restare sedute. In un angolo c’è la presenza di un incasso dove si trovava un braciere. È possibile che l’ambiente fosse riscaldato o, ancora meglio, le condizioni di umidità fossero regolate attraverso l’utilizzo di questo braciere. Il pavimento in bianconero è uno dei più belli dell’intera Ercolano. All’interno di uno schema geometrico molto intricato e complesso dei quadretti raffigurano oggetti legati al mondo guerriero, come un elmo o la pelta, che era lo scudo delle Amazzoni. Quindi un mondo guerriero al femminile. Ci sono anche oggetti tipici del mondo dell’atletica come l’aryballos, vasetto per unguenti utilizzato dagli atleti prima delle competizioni e degli esercizi ginnici. Altri oggetti rimandano ai piaceri della tavola, al banchetto: un cratere, nel quale venivano mischiati il vino contenuto nell’anfora e l’acqua contenuta nell’idria. Questo liquido veniva prelevato con il colino e veniva poi versato nelle brocche. Dalle brocche il vino andava nelle coppe durante i banchetti. Il tutto era coronato dai piaceri della tavola e della vita e dalla fortuna che portavano i falli. Passando al calidarium, l’ambiente più caldo delle terme, si nota la presenza tipica della base per il labrum, la vasca di marmo con cui ci si sciacquava con acqua gelata. Le panche, questa volta di marmo, riutilizzate, forse provenienti da altri edifici perché sono diverse le une dalle altre. E poi sul fondo del locale la vasca con l’acqua calda. Sul pavimento si vede una grata che nasconde l’accesso alle suspensurae perché anche questo pavimento – come è tipico delle terme romane – poggiava su dei pilastrini che permettevano la creazione di un’intercapedine attraverso la quale passava l’aria calda per mantenere le condizioni di temperatura ideali per le terme”.