Pompei. Al Teatro Grande apre la stagione estiva con “Lisistrata”, riscrittura da Aristofane, drammaturgia e regia Marco Martinelli, messa in scena da 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano coinvolti nel progetto “Sogno di Volare”
120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano coinvolti nel progetto “Sogno di Volare” aprono la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con “Lisistrata”, riscrittura da Aristofane, drammaturgia e regia Marco Martinelli. Appuntamento al Teatro Grande di Pompei sabato 24 e lunedì 26 maggio 2025, alle 21. In scena la comicità di Aristofane esilarante, provocatoria, paradossale, surreale per una commedia che parla di guerra, di ribellione, di emancipazione ma anche di collaborazione tra fazioni contrapposte per raggiungere un bene comune. Lo spettacolo replicherà mercoledì 28 maggio 2025 al teatro Dante Alighieri di Ravenna, sabato 4 ottobre 2025 al teatro Olimpico di Vicenza, sabato 15 e domenica 16 novembre 2025 al Piccolo Teatro di Milano, Studio Melato.

Studenti impegnati nelle prove di “Lisistrata” di Aristifane per “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
Con 120 ragazzi, 90 dei quali partecipanti allo spettacolo – provenienti dai licei e dagli istituti tecnici della provincia Vesuviana, Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata – si rende concreto il concetto di teatro come educazione morale. Teatro come esigenza di stabilire un concreto legame con il patrimonio culturale d’appartenenza. Il progetto nasce da un’idea del direttore generale del Parco, Gabriel Zuchtriegel ed è realizzato grazie a un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania. Il progetto, di cui è Rup Maria Rispoli, vede la partecipazione delle scuole: liceo “E. Pascal” di Pompei, l’istituto superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, entrano il liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata e l’istituto superiore “R. Elia” di Castellammare di Stabia. Economicamente il progetto è sostenuto dal parco archeologico di Pompei e dalla Fondazione Ray of light dell’artista Madonna che ha voluto finanziare l’intero progetto di questa edizione, testimoniando come l’arte e la cultura rappresentino investimenti per l’avvenire di molti ragazzi, alcuni dei quali ha conosciuto quando è stata in visita a Pompei (vedi Pompei incanta Madonna: l’artista – in visita privata nel giorno del suo compleanno – finanzia “Sogno di volare”, il progetto teatrale degli adolescenti del territorio promosso dal parco archeologico, e ne incontra un gruppo alla Casa del Menandro. Zuchtriegel: “Ringrazio Madonna per la sua generosità, visione e umanità” | archeologiavocidalpassato).
Il progetto, in collaborazione con il Ravenna Festival, il Teatro Nazionale di Napoli e il teatro delle Albe di Ravenna, dopo l’edizione zero del 2022 si avvia al quarto anno di attività, del triennio 2023 – 2025 dedicato ad Aristofane. Dopo “Uccelli”, “Acarnesi” e “Pluto”, gli studenti “mettono in vita” “Lisistrata” con la regia di Martinelli che applica la sua metodologia della non-scuola di teatro e l’ormai trentennale esperienza con gli adolescenti, con cui è stato capace di abbattere le ortodossie accademiche e recuperare il senso vitale del fare teatro. Lisistrata, colei che scioglie gli eserciti, messa in scena nel 411 a. C ad Atene, è il primo esempio drammaturgico incentrato sull’emancipazione femminile, non solo come atto di ribellione al genere maschile, ma soprattutto come momento di aggregazione tra donne che unite decidono di proporre agli uomini una sorta di compromesso: se i consorti non cesseranno il fuoco, le loro compagne si rifiuteranno di concedersi. Non è sola in questa protesta ma tira in mezzo anche altre donne, come la spartana Lampitò e l’altolocata Cleonice. Una commedia che parla di guerra, di ribellione, di emancipazione, ma anche di collaborazione tra fazioni contrapposte per raggiungere un bene comune. Aristofane, feroce critico del populismo imperialista dei demagoghi. La sua commedia scruta indiscreta, talvolta pettegola e sfrontata, il vissuto quotidiano dell’uomo comune, la sua mediocre esistenza, stretta tra necessità e piccole e grandi aspirazioni. Lo sfondo è l’agglomerato urbano, il linguaggio è quello delle piazze e dei mercati.

Studenti impegnati nelle prove di “Lisistrata” di Aristifane per “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, in un incontro con gli studenti (foto kromatica pompei)
Un progetto nato da un’intuizione del direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel. “Il teatro nasce così: cittadini, abitanti della città che si raccontano, mettono in scena storie che parlano del mito, del passato, ma sempre anche della loro vita”, spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Con i ragazzi e le ragazze del territorio stiamo recuperando quel senso, e dopo aver assistito ad alcune prove, posso solo dire che quest’anno sarà uno spettacolo fortissimo, chi vuole capire le origini e la forza del teatro occidentale venga a vedere. È emozionante vedere come un testo classico possa sprigionare la creatività e l’espressività dei giovani di oggi, che vivono in un territorio considerato difficile, e da certi punti di vista lo è. Ma quello che vedrete vi libererà da più di un pregiudizio sui giovani dell’era digitale: quando li vedo recitare mi trasmettono un senso di speranza indescrivibile, e con la tournée che faranno dopo la prima di Pompei questa allegra speranza la porteranno anche in altre città: i ragazzi del territorio sono i migliori ambasciatori di Pompei nel mondo”.

Studenti impegnati nelle prove di “Lisistrata” di Aristifane per “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
“Dalle macerie della guerra si impone la figura di Lisistrata, una donna che, attraverso l’ingegno e la determinazione, riesce a influenzare le decisioni politiche e sociali, sfidando le convenzioni del suo tempo, una pacifista ante litteram, modernissima, conscia che la pace non possa passare per le armi. A questi piccoli uomini, che fanno a gara per avere, per possedere, Lisistrata intuisce che vada tolto un bisogno primordiale: il sesso”, spiega Martinelli. “Cosa fare quando la pace si fatica a trovarla? Quando questa sguscia via dalle mani? Se lo chiedeva Aristofane nel V secolo a.C., mentre la guerra del Peloponneso avvampava furiosa, allontanando sempre più lo spiraglio di una tregua. Ce lo chiediamo ancora oggi, con ardore se lo domandano gli adolescenti che incontriamo nei nostri laboratori. Una che non si fa sedurre dal luccichio della sua epoca, che sa di avere un potere e lo utilizza per costruire lì dove gli uomini hanno distrutto”. Aristofane non smentisce mai la sua singolare attualità, mentre si lavora allo spettacolo il mondo sta cambiando per l’ennesima volta, ma le donne marciano per non vedersi sottrarre i propri diritti, la guerra continua a dilagare. Lisistrata descrive un colpo di Stato messo in atto dalle donne di Atene e Sparta, guidate dall’ateniese Lisistrata: esse costringono Ateniesi e Spartani a stipulare la pace, ricorrendo allo “sciopero sessuale” come arma di ricatto politico. Con la mediazione della protagonista si conclude infine la pace e la commedia termina fra canti e danze.

Il regista Marco Martinelli nelle prove di “Lisistrata” di Aristifane per “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è tra i più importanti drammaturghi e registi del teatro italiano, e ha vinto ben sette volte il Premio Ubu come drammaturgo, regista, pedagogo. Le sue drammaturgie sono state tradotte, pubblicate e messe in scena in dodici paesi in Europa e nel mondo. Ha sviluppato inoltre negli anni un’esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato altri premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021per Actes Sud. Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, ultima anta del progetto La Divina Commedia iniziato nel 2017 e prodotto sempre da Ravenna Festival, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale e nel teatro rivoluzionario di massa di Majakovskij. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dalla prima edizione, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.
Pompei. Al Teatro Grande torna il progetto “Sogno di Volare”: 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano portano in scena “PLUTO. God of gold”, riscrittura da Aristofane di Marco Martinelli. La parola ai protagonisti

Progetto “Sogno di Volare”: prove generale di “Pluto” (foto vincenzo salzano)
Ultime prove al Teatro Grande degli scavi di Pompei. Ormai è tempo di andare in scena. Torna Sogno di Volare. Sabato 25 e domenica 26 maggio 2024, alle 21, 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con “PLUTO. God of gold”, riscrittura da Aristofane di Marco Martinelli, musiche Ambrogio Sparagna eseguite da Antonio Matrone, Vincenzo Core, Erasmo Treglia, Tammorra Trio, professionisti della scena teatrale di fama internazionale. Con 120 ragazzi – provenienti dai licei e gli istituti tecnici della provincia Vesuviana, Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata – si rende concreto il concetto di teatro come esigenza di stabilire un concreto legame con il patrimonio culturale d’appartenenza.

PLUTO è l’ultima commedia delle undici superstiti che ci restano di Aristofane. Il contadino Cremilo è ossessionato dalle ingiustizie che dilaniano Atene: perché le ricchezze vanno solo ai malfattori? Seguendo il responso dell’oracolo, segue la prima persona che incontra, un cieco: quel cieco è Pluto, il dio della ricchezza. Per forza i soldi van sempre ai delinquenti e ai corrotti: perché il dio non ci vede! Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, e tale atto “rivoluzionario” porterà abbondanza e serenità nelle case dei giusti. È stupefacente come Aristofane, a distanza di millenni, sappia emozionarci con le variazioni sapienti dei suoi registri comici, sottolineando sempre le contraddizioni violente della polis, dai massacri della guerra alla iniqua distribuzione delle ricchezze. E ancor più straordinario, in questo Pluto, come la mano sapiente di Martinelli sappia “intonare” al testo arcaico le improvvisazioni vitali e scatenate di 60 adolescenti napoletani e vicentini.

“Acarnesi. Stop the War!” al Teatro Grande di Pompei: applausi a fine spettacolo (foto parco archeologico pompei)
Il progetto nasce da un’idea del direttore generale del Parco, Gabriel Zuchtriegel ed è realizzato grazie a un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania. Quest’anno il progetto, di cui è Rup la dott.ssa Maria Rispoli, vede la partecipazione ampliata delle scuole: dopo il liceo “E. Pascal” di Pompei, l’istituto superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, l’istituto tecnico “R. Elia” di Castellammare di Stabia, entra il liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata. Il progetto, curato da Marco Martinelli e il suo team – prodotto dal parco archeologico di Pompei con il Ravenna Festival, il Teatro Nazionale di Napoli, a cui si aggiunge quest’anno un gemellaggio con Vicenza approdando in autunno al teatro Olimpico della città veneta, dopo l’edizione del 2022 e del 2023 in cui sono state messe in scene le commedie “Uccelli” e “Acarnesi” di Aristofane gli studenti “mettono in vita” “Pluto”, dello stesso autore, con Martinelli che applica la sua metodologia della non-scuola di teatro e l’ormai trentennale esperienza con gli adolescenti, con cui è stato capace di abbattere le ortodossie accademiche e recuperare il senso vitale del fare teatro.

I laboratori con le scuole del progetto “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
Durante i laboratori nelle scuole il parco archeologico di Pompei ha intervistato due studentesse.
La prima è Francesca Pia Russo dell’I.I.S.S.S. “Eugenio Pantaleo” di Torre del Greco, che partecipa con entusiasmo sin dal primo anno al progetto, e salirà il 25 e 26 maggio 2024 sul palco del Teatro Grande degli Scavi.
La seconda è Erica Capone dell’I.I.S.S.S. “Eugenio Pantaleo” di Torre del Greco: anche lei partecipa con entusiasmo sin dal primo anno al progetto, e salirà il 25 e 26 maggio 2024 sul palco del Teatro Grande degli Scavi.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, ai laboratori con le scuole del progetto “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
Il progetto “Sogno di volare” è nato da un’intuizione del direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, “per restituire al teatro, per dirla con Aristotele, la sua funzione di catarsi, di purificazione delle nostre menti e anime attraverso il pronunciare una verità, a volte anche scomoda”, dichiara Zuchtriegel. “La scelta di fare teatro è stata dettata dall’esigenza di coinvolgere i ragazzi delle scuole e farli sentire parte attiva di un progetto. Riconquistando il senso collettivo e politico e direi anche democratico del teatro. Il teatro non a caso nasce in una società che forse per la prima volta nella storia comincia a valorizzare l’individuo, nella sua funzione politica e creativa: impiantando, attraverso un’analisi e una sintesi più contemporanea, anche un discorso sociale. Gli autori, Eschilo, Sofocle e Euripide, gli attori, il coro, erano innanzitutto dei cittadini, e il teatro diventava una festa comune, un rituale religioso. Nel VI-V secolo a.C., era la stessa comunità che si riuniva a teatro, e le vicende rappresentate erano le storie che la collettività raccontava a se stessa. Ed è questo che abbiamo cercato di ricreare con il progetto Sogno di volare portando nel teatro di Pompei lo stesso spirito. Con Marco Martinelli i ragazzi, attraverso un progetto triennale dedicato ad Aristofane, parlano della loro società ma attraverso la riscrittura dell’impianto drammaturgico del commediografo greco che parlava di un mondo per loro lontano, ma ricco di spunti per una rilettura del presente”.

Il regista Marco Martinelli ai laboratori con le scuole del progetto “Sogno di Volare” (foto parco archeologico pompei)
“L’inquieto presente rivive tra le pietre millenarie di Pompei”, dichiara Marco Martinelli. “Se in Uccelli avevamo esplorato il desiderio di utopia, se gli Acarnesi erano tutti protesi verso la condanna della guerra e l’esaltazione della pace, il Pluto è una favola commovente sulle ingiustizie che dilaniano la terra, legate al denaro come unico dio da venerare: il contadino Cremilo, il protagonista di questa parabola, vuole restituire la vista al dio della ricchezza, Pluto. La cecità del dio è infatti la causa dell’iniqua distribuzione delle ricchezze, e la guarigione del dio, nel piano di Cremilo, sarà un atto dichiaratamente rivoluzionario. È incredibile come, nel capitalismo finanziario imperante di questo terzo millennio, nel consumismo che tutti ci riduce a merci, l’apologo di Aristofane funzioni come una freccia incendiaria, in grado di divertirci, sorprenderci e farci pensare. E soprattutto farci ancora “sognare” che il mondo possa cambiare, che la politica ritrovi il suo afflato di giustizia”.

Il regista Marco Martinelli (foto parco archeologico di pompei)
Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è tra i più importanti drammaturghi e registi del teatro italiano, e ha vinto ben sette volte il Premio Ubu come drammaturgo, regista, pedagogo. Le sue drammaturgie sono state tradotte, pubblicate e messe in scena in dodici paesi in Europa e nel mondo. Ha sviluppato inoltre negli anni un’esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato altri premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’associazione nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’associazione nazionale dei Critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021 per Actes Sud. Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, ultima anta del progetto La Divina Commedia iniziato nel 2017 e prodotto sempre da Ravenna Festival, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale e nel teatro rivoluzionario di massa di Majakovskij. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dallo scorso anno, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.


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