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“Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento”: il regista veneziano Alberto Castellani svela in anteprima il suo nuovo film, un viaggio per scoprire oggi il fascino senza tempo di una terra antica tra religione e fede, storia e archeologia

“Nel cuore del Medio Oriente una gemma preziosa, celebrata nelle scritture e illuminata dalla presenza di profeti propone scenari di straordinaria suggestione. Benvenuti in Giordania, crocevia di commerci tra Oriente e Occidente, scrigno di tesori, di remote testimonianze, di antiche città e magici deserti”. Comincia così la presentazione dell’ultima fatica del regista veneziano Alberto Castellani, “Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento”, un film di una sessantina di minuti di cui in questi giorni ha finito la postproduzione negli studi di MediaVenice Comunicazione, casa di produzione che ha sede in Venezia e che opera sin dal 1992. Dopo “Storia di Abramo, figlio di Tarek”, “Sulle orme di Cristo”, “Paolo da Tarso al mondo”, “Monachesimo: storia di uomini e di deserti”, “Verso Canaan”, “Sulla via dei Patriarchi”, Alberto Castellani propone dunque una nuova storia “Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento”: un viaggio per scoprire oggi il fascino senza tempo di una terra antica tra religione e fede, storia e archeologia.

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Il regista veneziano Alberto Castellani durante le riprese in Vicino Oriente

“È stato un programma che mi ha portato per la terza volta in Giordania”, ricorda Castellani, che intanto ha cominciato a preparare la versione in inglese, “dopo le esperienze vissute con il serial Storia di Abramo, figlio di Terak ed il fortunato Sulla via di Petra alla scoperta del viaggio compiuto nel 1812 dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, lo scopritore di Petra”. Il film, realizzato in collaborazione con il ministero per la Cultura Giordana, il Jordan Tourist Board, e il Catholic Center for Studies and Media di Amman, intende proporre una “documentazione dei molti  luoghi biblici che rappresentano in Giordania un enorme museo archeologico a cielo aperto”, come ha scritto Sélim Sayegh, già Vicario generale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, autore di una “Guida del Pellegrino”, che ha aiutato il regista a costruire, in un contesto ambientale, fatto  di presenze archeologiche e bellezze paesaggistiche, una sorta di diario per immagini sulle orme di Abramo, Mosè, Elia, Giovanni Battista e Gesù di Nazareth.

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Giordania: la Via dei Re percorsa da Mosè verso la Terra di Canaan (foto graziano tavan)

“Percorreremo vie poco frequentate, sentieri per lo più dimenticati”, spiega Castellani, introducendo il nuovo film. “Ci guideranno testimonianze che giungono da secoli trascorsi; resoconti appena abbozzati, a volte difficili da decifrare. Sarà il diario di una pellegrina di nome Egeria oppure le brevi note di solitari viaggiatori che in un passato lontano hanno visitato questi luoghi. Un cammino che sarà infine la Bibbia stessa a indicarci. Potranno emergere così voci volti riferimenti, racconti che ci condurranno lì dove Giacobbe lottò con l’angelo di Dio, Giobbe soffrì e fu ricompensato per la sua fede, ed Elia ascese al cielo. O nel luogo dove Giovanni Battista incontrò per la prima volta un uomo straordinario nato a Betlemme e vissuto a Nazareth di nome Gesù. Tra i monti di Moab, tra le terre degli Ammoniti di Edom e Perea, nelle città dei Nabatei cercheremo di raccogliere un dono inestimabile nato in questa terra ed offerto all’umanità. Questo è il luogo in cui fu sancita un’alleanza misteriosa tra Dio e l’uomo, il luogo dove ha avuto origine una nuova storia: la storia della salvezza. La percepiremo tra i silenzi di wadi remoti, tra solitarie architetture. Segnali diversi, a volte appena intravisti, a volte più presenti e definiti. Lasciatevi dunque condurre lungo la Via dei Re percorsa da Mosè verso la Terra di Canaan o lungo la via del Mare ricordata dal profeta Isaia. Benvenuti in Giordania, benvenuti nella Terra dell’Alleanza per respirare il senso di una promessa senza confini”.

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L’acropoli di Amman, capitale della Giordania (foto alberto castellani)

L’itinerario che ha impegnato per un paio di settimane la troupe coordinata da Castellani (Roberto Contin, Ada Bonello, Luisa Sargiacomo e, in Austria, Samuele Annicchiarico) si è sviluppato lungo un percorso particolarmente impegnativo. Le principali tappe sono state Amman, Madaba (Monte Nebo compreso ovviamente), Betania al di là del Giordano, Jerash, Gadara, Capitolias. Abila, Santuario del profeta Elia, Castello di Ajlun, Anjara, Macanaim, Pella, Khirbet Al Kursi, Tell Heshbon, Umm al-Rasas (Meefat), Rabba (Rabbot Moab), Kerak.

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Il regista Alberto Castellani a Vienna per le riprese della Tabula Peuntingeriana (foto castellani)

“I motivi ispiratori del film sono molteplici”, riprende Castellani. “Innanzitutto rendere omaggio alla memoria di due grandi figure della cultura del Medio Oriente: fra’ Michele Piccirillo, l’archeologo italiano scopritore di molti siti giordani, e Pietro A. Kaswalder, docente di esegesi dell’Antico Testamento e geografia biblica presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. A ciò si aggiunga la riscoperta, nella Giordania di oggi, delle antiche vie percorse dai pellegrini dei primi secoli, a partire dalla esperienza vissuta nel quarto secolo da Egeria e riportata nel suo Itinerarium. Non va infine dimenticata, come guida ulteriore, l’individuazione dei toponimi originari riportati in un documento prezioso. Faccio riferimento al Codex Vindobonensi, più noto forse come Tabula Peuntingeriana, copia del XIII secolo di una antica carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero, dalle isole britanniche alla regione mediterranea e dal Medio Oriente alle Indie e all’Asia Centrale. Ci tengo a sottolineare – conclude – la disponibilità a consentire, in via del tutto particolare, le riprese della Tabula (un documento lungo più di sette metri) da parte della Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, “custode” del reperto nel contesto del suo ricchissimo archivio che raccoglie migliaia di incunaboli, carte geografiche, globi, papiri e partiture musicali”.

Milano. Al via l’VIII edizione delle Giornate di Archeologia Arte e Storia del Vicino e Medio Oriente promosse da Fondazione Terra Santa e Commissariato di Terra Santa del Nord Italia. Tre giorni di lavori in presenza e on line

milano_fondazione-terrasanta_giornate-dell-archeologia_locandinaDal 20 al 22 ottobre 2022, a Milano, all’auditorium del museo dei Cappuccini in via Antonio Kramer 5 e in streaming, appuntamento con le Giornate di Archeologia Arte e Storia del Vicino e Medio Oriente, giunte all’VIII edizione, promosse da Fondazione Terra Santa e Commissariato di Terra Santa del Nord Italia. L’iscrizione per la partecipazione in presenza è gratuita previa iscrizione che dovrà essere effettuata registrandosi sulla piattaforma Eventbrite o via email all’indirizzo iscrizioni@fondazioneterrasanta.it indicando il proprio nominativo, quello di eventuali accompagnatori e le sessioni alle quali si desidera partecipare. Iscrizioni diretta streaming: l’iscrizione per la partecipazione alla diretta streaming prevede un piccolo contributo che andrà a sostenere i costi del servizio, da devolvere esclusivamente tramite carta di credito all’atto della registrazione su piattaforma Eventbrite. Offerta consigliata per singola sessione: 5 euro. Offerta consigliata per la partecipazione a tutte le sessioni: 15 euro. Per iscriversi a tutte le sessioni streaming del programma cliccare qui.

milano_fondazione-terrasanta_giornate-dell-archeologia_cinema-e-terrasanta_locandinaGiovedì 20 ottobre 2022, dalle 15 alle 17.30: “Cinema. Sguardi di Celluloide sulla Terra Santa”. Relazione introduttiva di Elena Mosconi, professoressa di Storia del Cinema all’università di Pavia. Selezione di filmati tratti da una quarantina di documentari storici realizzati tra gli anni Quaranta e Ottanta dalla Custodia di Terra Santa, restaurati e digitalizzati a cura del museo del Cinema di Milano. Iscriviti qui

milano_fondazione-terrasanta_giornate-dell-archeologia_guerra-dell-acqua-in-medio-oriente_locandinaVenerdì 21 ottobre 2022, dalle 9 alle 13: “Crisi ambientali e guerre dell’acqua in Medio Oriente”. Intervengono: Cristina Cattaneo, responsabile di ricerca sulle migrazioni all’European Institute on Economics and the Environment (Eiee), su “Cambiamenti climatici e migrazioni nel Mediterraneo, un quadro”; Mauro Primavera, ricercatore dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano / Fondazione Oasis, su “La dimensione ambientale della guerra in Siria”; Anna Pozzi, giornalista e scrittrice, Fondazione Pime, su “Crisi climatica, conflitti e migrazioni nel Sahel”; Manuela Borraccino, giornalista, esperta di Medio Oriente, su “Prospettive di genere sul contrasto alla crisi climatica in Medio Oriente”; Giuseppe Caffulli, giornalista, direttore della rivista Terrasanta, su “Il caso Mar Morto”. Sessione accreditata per la formazione permanente dell’Ordine dei Giornalisti. Per chi svolge la professione iscriversi dal portale formazionegiornalisti.it. Iscriviti qui.

milano_fondazione-terrasanta_giornate-dell-archeologia_verso-800-anni-di-san-francesco_locandinaVenerdì 21 ottobre 2022, dalle 14.30 alle 17: “Anniversari 2023-2025 – Verso gli 800 anni di Francesco d’Assisi”. Intervengono: fra Giuseppe Buffon, professore di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Antonianum di Roma, su “1223-2023 | Carisma e Istituzione, otto secoli della Regola bollata”; Antonio Musarra, professore di Storia Medievale alla Sapienza Università di Roma, su “1223-2023 l Presepe di Greccio: una translatio francescana dei Luoghi Santi?”; Rosa Giorgi, storica dell’arte, direttrice del museo dei Cappuccini di Milano, su “1224-2024 | Le Stimmate di Francesco, un percorso iconografico”; fra Stefano Luca, professore di Islamistica allo Studio Teologico Laurentianum di Venezia, esperto del dialogo cattolico-islamico, su “1225-2025 | l Cantico delle creature, una lettura missiologica”. Iscriviti qui.

milano_fondazione-terrasanta_giornate-dell-archeologia_dal-nilo-alla-via-della-seta_locandinaSabato 22 ottobre 2022, dalle 10 alle 13: “Archeologia: dal Nilo alla Via della Seta”. Intervengono: Alberto Elli, orientalista, docente di Lingue dell’Antico Egitto, su “I geroglifici, Champollion e la Stele di Rosetta a 200 anni dalla decifrazione”; Maria Giovanna Biga, già docente di Storia del Vicino Oriente antico alla Sapienza Università di Roma, su “Il velo nelle religioni e culture dell’antico Medio Oriente”; Massimo Vidale, archeologo, dipartimento dei Beni culturali, università di Padova, su “Hatra, rinascita di una città in Iraq”; Sergio Ferdinandi, vice-presidente ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente di Roma, su “Armenia medievale: sistemi di difesa e di incastellamento della Via della Seta”; fra Amedeo Ricco, archeologo, Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, su “I resti architettonici della Rotonda del Santo Sepolcro a Gerusalemme: riscoperta e valorizzazione”. Iscriviti qui.

“Cibo e archeologia”: a Milano giornata dedicata al Vicino Oriente dall’epopea dell’ulivo in Palestina alla via delle spezie tra Roma e l’Oriente, ai mosaici di Giordania. Contributi da esperti di cinque università italiane. Castellani porta il film “Sulla via di Petra”

Alla Biblioteca Ambrosiana di Milano la “Giornata di Archeologia e Storia del Vicino e Medio Oriente” dedicata a "Cibo e archeologia"

Alla Biblioteca Ambrosiana di Milano la “Giornata di Archeologia e Storia del Vicino e Medio Oriente” dedicata a “Cibo e archeologia”

La locandina della giornata di studio su "Cibo e archeologia"

La locandina della giornata di studio su “Cibo e archeologia”

“Cibo e archeologia”: proprio mentre all’Expo Milano 2015 si discute e approfondisce il tema “Nutrire il pianeta, energia della vita” guardando ai problemi alimentari di oggi e a come risolverli per il futuro, la rivista Terrasanta organizza – proprio con il patrocinio di Expo 2015 – per sabato 9 maggio alla Biblioteca Ambrosiana di Milano la “Giornata di Archeologia e Storia del Vicino e Medio Oriente”, promossa da Fondazione Terra Santa, Biblioteca Ambrosiana  e Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme sul tema “Cibo e archeologia”. Un’intera giornata dedicata all’archeologia e alla storia del Vicino Oriente, con un filo conduttore: il cibo. Dall’epopea dell’ulivo in Palestina, alle vie delle spezie che collegavano Roma e l’Oriente, senza dimenticare le rappresentazioni di frutti della terra e cacciagione che costellano i mosaici bizantini della Giordania. Ma anche un’occasione per denunciare lo scempio dei siti archeologici che sta avvenendo in Medio Oriente a causa delle distruzioni operate dai terroristi del sedicente Stato islamico e dai conflitti in corso in Siria e in Iraq. La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizione. Per prenotazioni e informazioni: ufficiostampa@terrasanta.net, tel. 02 34592679.

Un mosaico antico con raffigurato un grappolo d'uva

Un mosaico antico con raffigurato un grappolo d’uva. A Milano si parla di “archeologia e cibo”

Il cosiddetto Tesoro, uno dei simboli di Petra, che per primo si svela alla vista dei turisti

Il cosiddetto Tesoro, uno dei simboli di Petra, che per primo si svela alla vista dei turisti

Intenso il programma della giornata scandita dagli interventi di professori universitari provenienti da cinque atenei: l’Università degli Studi e la Cattolica di Milano, L’Orientale di Napoli, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e lo Studium Biblicum di Gerusalemme. Si inizia alle 9.30, saluti e introduzione; 10, prof. Giovanni Gianfrate su “L’olio della vita. L’epopea millenaria dell’ulivo in Palestina”; 10.30, prof.ssa Maria Teresa Grassi, Università degli Studi di Milano, su “Dall’Oriente a Roma: le vie delle spezie”; 11, prof. Emanuele Ciampini, Università Ca’ Foscari, Venezia, su “Il cibo nella terra del Nilo: alcuni aspetti dalla cultura alimentare nell’antico Egitto”; 11.30, prof. Gianantonio Urbani, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme, su “Cibo, feste, lavoro: vita quotidiana a Nain, villaggio di Galilea del I sec. d.C”; 12, prof.ssa Elena Lea Bartolini De Angeli, Ist. Superiore di Scienze Religiose, Milano, su “Le offerte sacrificali nel Tempio di Gerusalemme: il cibo di Dio e la convivialità umano-divina”; 12.30, Video omaggio a fra Pietro Kaswalder (Christian Media Center di Gerusalemme); 14, “Sulla via di Petra” film di Alberto Castellani (vedi archeologiavocidalpassato https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2013/11/28/a-bologna-petra-inedita-nel-film-di-castellani/), a cura della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto; 15, Carla Benelli, ATS, Custodia di Terra Santa, su “Frutti della terra e fauna nei mosaici bizantini di Giordania e Palestina”; 15.30, prof.ssa Claudia Perassi e dott. Alessandro Bona, Università Cattolica di Milano, su “Cibo e acqua in una città carovaniera. I dati della ‘tariffa di Palmira’”; 16, Presentazione Festival Biblico 2015 e Linfa dell’ulivo; 16.15, prof. Alessandro Cavicchia, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme, presenta il libro “Il Liber Annuus LXIV – 2014”; 16.45, prof. Giovanni Canova, Università di Napoli “L’Orientale”, su “Il pane e la sua preparazione in Egitto meridionale”; 17.15 prof. Paolo Nicelli, Biblioteca Ambrosiana, su “Il codice Ms. Arabo A 125 inf. – Al-Muhtār bin Hasan Ibn Butlān, Risālat Da‛wat al-atibba’ (Il Simposio dei medici), sec. XIII”.

La ricerca archeologica e la salvaguardia del patrimonio culturale deve fare i conti con le guerre: qui siamo in Siria

La ricerca archeologica e la salvaguardia del patrimonio culturale deve fare i conti con le guerre: qui siamo in Siria

Spezie: la loro storia è anche la storia dei rapporti tra Oriente e Occidente

Spezie: la loro storia è anche la storia dei rapporti tra Oriente e Occidente

Maria Teresa Grassi, docente di archeologia all’Università statale di Milano, tra i partecipanti alla Giornata di studio, ben rappresenta i due momenti dell’incontro: l’approfondimento sul cibo, affrontando il tema “Dall’Oriente a Roma: le vie delle spezie”; e l’archeologia in guerra, portando la sua esperienza come co-direttore, per quattro anni, della missione archeologica italiano-siriana a Palmira, interrotta dal conflitto. “Il sito di Palmira – spiega – forse è stato risparmiato in parte dalle distruzioni grazie alla sua natura di oasi circondata dal deserto. Ci sono altri famosi siti, come Dura Europos e Apamea, che le foto satellitari mostrano largamente distrutte: “irrimediabilmente perdute”, come si è espressa una archeologa francese. Il nostro pensiero va ai tanti operai che lavoravano alla missione archeologica e alla popolazione che viveva di queste ricerche oltre che del turismo. Il sito web del Progetto Palmira che continuiamo a curare è il nostro modo per continuare a stare loro vicini e immaginare di poter tornare presto a parlare della Siria in modo diverso dalla guerra”. Ma poi si parlerà – come si diceva- soprattutto di cibo: dall’ulivo in Palestina, alle vie delle spezie. “Oggi il sapore del pepe per noi è normale, ma probabilmente deve essere sembrato molto strano a chi, venendo dal mondo romano, lo ha assaggiato la prima volta”, assicura. “Il pepe racconta una storia di rapporti a lungo raggio dell’impero romano e dell’Occidente che va oltre il Mediterraneo, il Mare nostrum. Il pepe, arrivato a Roma in età repubblicana, era prodotto esclusivamente sulla costa sud occidentale dell’India e i romani ne importavano grandi quantità, perché ne facevano un uso amplissimo in cucina non solo per vivacizzare i sapori, ma anche per conservare i cibi. C’è un un famoso trattato di cucina ad opera di Apicio – “De re coquinaria”, L’arte culinaria – nel quale il pepe compare in quasi in tutte le salse. Non per niente il direttore del British Museum, Neil MacGregor nel libro “La storia del mondo in 100 oggetti”, tra i pochissimi oggetti scelti per raccontare la storia di Roma ha segnalato la pepaiola del tesoro di Hoxne, contenitore in argento per il pepe. Le vie lungo le quali sono state commerciate le spezie e il pepe hanno determinato il sorgere e il decadere di importanti città carovaniere, come Palmira in Siria, nelle quali le grandi ricchezze accumulate in virtù dei commerci hanno incoraggiato ambizioni imperiali nonostante si trattasse di un piccolo centro nel deserto uguale a tanti altri”.