Archivio tag | Speciale di “Meraviglie” su “Pompei. Le nuove scoperte”

Pompei. Nell’insula 10 della Regio IX scoperto un sacrarium, una piccola stanza con pareti blu impreziosite dalle figure delle quattro stagioni e dalle allegorie dell’agricoltura e della pastorizia. Il ministro Sangiuliano in visita ai nuovi cantieri di scavo

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Regio IX, Insula 10: sacrarium (stanza celeste): allegoria dell’agricoltura (foto parco archeologico pompei)

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Veduta d’insieme del sacrarium, la stanza con le pareti azzurre scoperta nell’insula 10 della Regio IX a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Ci sono le Horae, le quattro stagioni, e poi ci sono le allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, che si riconoscono dagli attributi dell’aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori. Sembrano camminare leggiadre, leggere, eteree, sul fondo azzurro delle pareti di una piccola stanza restituita dagli scavi in corso nell’Insula 10 della Regio IX a Pompei, interpretabile come un sacrarium, ovvero uno spazio dedicato ad attività rituali e alla conservazione di oggetti sacri. Il colore azzurro qui ritrovato era raramente testimoniato negli affreschi pompeiani e in genere era presente in ambienti di grande impegno decorativo. L’attività di scavo che sta interessando l’insula 10 della Regio IX – lo ricordiamo – è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, e di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.

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Dettaglio della decorazione superiore della nicchia centrale del sacrario scoperto nell’insula 10 della Regio IX a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Sulla nuova scoperta del sacrarium, mostrato in anteprima nello Speciale Meraviglie della RAI del 27 maggio 2024, curato e condotto da Alberto Angela, è stato pubblicato un approfondimento sull’e-Journal degli Scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/.

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Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, illustra al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il sacrarium scoperto nell’insula 10 della Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

E oggi, lunedì 3 giugno 2024, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è recato al parco archeologico di Pompei per una visita ai nuovi cantieri di scavo.

Accompagnato dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dai funzionari del Parco, il ministro ha visitato l’insula dei Casti amanti, di recente aperta al pubblico, e la Regio IX da cui proviene l’ambiente scavato nell’area centrale della città antica, dipinto in blu e interpretabile come un sacrarium. “Pompei non smette di stupire”, ha dichiarato il ministro Sangiuliano. “È uno scrigno di tesori in parte ancora inesplorato. È per questo motivo che abbiamo finanziato i nuovi scavi e stiamo lavorando per mantenere elevata la qualità del parco archeologico”.

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Il mucchio di gusci di ostriche rinvenuto sulla soglia del sacrarium, la stanza con le pareti azzurre scoperta nell’insula 10 della Regio IX a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Già parzialmente esplorato in epoca borbonica, lo scavo ha restituito oggetti appartenenti all’arredo della casa, temporaneamente depositati in occasione dei lavori edilizi estesi a tutto il complesso. Nell’ambiente sono state ritrovate quindici anfore da trasporto e un corredo in bronzo composto da due brocche e due lucerne. Presenti anche accumuli di materiali edilizi, pronti per essere impiegati nelle ristrutturazioni. Sulla soglia d’ingresso è stato rinvenuto un mucchio di gusci di ostriche già consumate che, probabilmente, una volta tritati venivano aggiunti agli impasti per gli intonaci e le malte.

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Insula 10, Regio IX: pianta di un dettaglio del quartiere con indcati il salone nero (in azzurro) e il sacrarium (in rosso), recentemente scoperti a Pompei (foto parco archeologico pompei)

La stanza, che misura circa 8 mq, è emersa tra le strutture poste nella porzione meridionale dell’isolato, pertinenti ad un quartiere secondario di una grande domus, che ha finora restituito un quartiere termale ancora in corso di scavo e un grande salone nero affrescato affacciato su un cortile, con scala di accesso al primo piano del complesso (vedi Pompei. Dai nuovi scavi nell’Insula 10 della Regio IX emerge un salone da banchetto dalle eleganti pareti nere decorato con soggetti ispirati alla guerra di Troia: Elena e Paride, e Apollo e Cassandra. Zuchtriegel: “Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, dell’amore, ma anche del rapporto tra individuo e destino”. Sangiuliano: “Crediamo in Pompei, un unicum mondiale, e abbiamo finanziato nuovi scavi” | archeologiavocidalpassato).

Pompei. Nell’Insula dei Casti Amanti, aperta al pubblico per visite dall’alto su passerelle sopraelevate, scoperti disegni di gladiatori realizzati da bambini prima dell’eruzione del Vesuvio. Zuchtriegel: “Ciò ci fa riflettere sull’esposizione a forme estreme di violenza, anche di bambini piccoli”

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Casa del Cenacolo colonnato a Pompei: Alberto Angela mostra i disegni a carboncino realizzatid a bambini (foto parco archeologico pompei)

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L’insula dei Casti Amanti a Pompei con le passerelle per una veduta dall’alto (foto parco archeologico pompei)

Il segno a carboncino è semplice, la resa delle persone è semplice, stilizzata, infantile, opera certamente di bambini, ma è il soggetto che apre a riflessioni: quei disegni rappresentano gladiatori e cacciatori: dipinti da bambini piccoli con il carboncino sui muri di un cortile di servizio, nella Casa del Cenacolo colonnato su via dell’Abbondanza a Pompei. La scoperta, illustrata in anteprima nello Speciale “Meraviglie” di Alberto Angela andato in onda su Rai1 (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2024/05/25/pompei-su-rai-1-speciale-di-meraviglie-su-pompei-le-nuove-scoperte-alberto-angela-accompagna-i-telespettatori-alla-scoperta-degli-ultimi-affascinanti-ritrovament/), è avvenuta nell’insula dei Casti Amanti nell’ambito di un progetto di restauro, scavo e accessibilità e che da oggi, 28 maggio 2024 è visitabile “dall’alto” grazie a un sistema di passerelle sospese (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2024/05/27/pompei-apre-al-pubblico-linsula-dei-casti-amanti-dal-28-maggio-un-percorso-sopraelevato-consentira-una-visione-inedita-dallalto-delle-strutture-e-del-cantiere-di-scavo-e-restauro/): qui il parco archeologico di Pompei è impegnato in un progetto di ricerca interdisciplinare per valorizzare i tanti dati nuovi.

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Casa del Cenacolo colonnato a Pompei: disegni a carboncino realizzatid a bambini. Si vede una mano e un gladiatore (foto parco archeologico pompei)

Questi disegni aiutano a capire meglio l’infanzia ai tempi degli antichi romani: l’esposizione a forme estreme di violenza, anche di bambini piccoli (si stima tra 5 e 7 anni), non sembra essere un problema solo dei giorni nostri, tra videogiochi e social media – con la differenza che nell’antichità il sangue sparso nell’arena era vero e che pochi ci vedevano un “problema”, con tutte le possibili ricadute sullo sviluppo psico-mentale dei bambini pompeiani.

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Casa del Cenacolo colonnato a Pompei: disegni a carboncino realizzatid a bambini. Si vedono gladiatori, cinghiali e rapace (foto parco archeologico pompei)

Come scrivono gli autori di un testo pubblicato oggi sull’E-Journal degli Scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/, “Pompei ci offre la possibilità non solo di studiare le espressioni complesse di una civiltà antica, ma anche di entrare nei meccanismi di formazione e autoriproduzione che di generazione in generazione l’hanno tramandata e tramutata. È quasi come se potessimo gettare uno sguardo sull’inconscio dell’impero, sulla sua subcultura sommersa di cui parlano ancora le migliaia di graffiti e disegni a carboncino sui muri della città antica. A volte sono i più piccoli ad averci lasciato una traccia del loro percorso di formazione culturale e sentimentale. È questo il caso del cortile della Casa del Secondo Cenacolo Colonnato, dove nell’ambito di nuovi scavi finalizzati a una migliore fruizione e conservazione delle strutture emerse durante precedenti campagne di scavo (la facciata è stata scavata nel 1912, la parte retrostante tra il 1982 e il 2005), è stato possibile documentare una serie di disegni a carboncino sui muri di quello che doveva essere un cantiere in piena attività al momento dell’eruzione, con diversi ponteggi montati e pareti ancora da intonacare. Nonostante la sontuosa facciata dell’abitazione su Via dell’Abbondanza, il contesto sociale che si percepisce all’interno degli ambienti della casa è tutt’altro che agiato; anzi, si respira un’atmosfera di precarietà, in cui possiamo immaginare i bambini abbandonati a se stessi per intere giornate, mentre i genitori badavano ai loro affari. Non è certo il contesto in cui possiamo immaginare la presenza di schiavi pedagoghi o balie come nei palazzi dei ricchi, per esempio nell’antica domus di Giulio Polibio situata poco oltre”.

“Sembra lecito ipotizzare, sulla base della testimonianza letteraria”, scrive il direttore Gabriel Zuchtriegel, “che la presenza di bambini durante questi spettacoli fosse usuale. I disegni dalla Casa del Cenacolo Colonnato confermano questa ipotesi: quello che vediamo è una testimonianza diretta dell’incontro tra un’anima ancora infantile, molto ricettiva e piena di fantasia, e il crudele passatempo dell’epoca, che oltre a giochi gladiatori e cacce con gli animali, prevedeva anche la messa in scena di esecuzioni di criminali e schiavi, presumibilmente nell’intervallo (ludi meridiani) tra la venatio matutina e i ludi gladiatori del pomeriggio. Come accadeva ancora fino all’Ottocento anche in molti Paesi europei, a nessuno all’epoca sarebbe venuto in mente di impedire ai più piccoli l’accesso ai giochi e alle esecuzioni pubbliche, che dovevano servire anche da insegnamento di corretto comportamento sociale, in una società nella quale l’azione penale era cronicamente carente, a cominciare dalla mancanza di funzioni assimilabili a quelle del pubblico ministero e della polizia giudiziaria di oggi. L’impressione è, tuttavia, che in molti casi prevaleva il divertimento su ragionamenti di questo genere; tanto è vero che a partire dal II sec. d.C. pare che si sia sviluppato un vero e proprio ‘mercato’ di condannati a morte, i quali venivano comprati dai lanisti per essere inseriti negli spettacoli. Resta da chiedersi se, nel ricostruire la cultura classica nelle sue infinte sfaccettature, non bisognerebbe tenere maggiormente conto della precoce esposizione a forme estreme di violenza che emerge dal dossier archeologico, epigrafico e letterario. Diversi studi recenti hanno evidenziato un legame tra una precoce esposizione a immagini e film violenti e alti livelli di aggressività in età adolescenziale e adulta. Forse un giorno – conclude Zuchtriegel – saremo in grado di comprendere quanto questi fenomeni abbiano impattato sulla società romana di duemila anni fa. Anche per questo si auspica che il dialogo tra antichistica e psicologia riprenda con nuova linfa, sperando che il presente contributo possa essere un piccolo spunto di lavoro in tal senso”.

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Casa dei Pittori al lavoro a Pompei: quadretto singolare con la rappresentazione di un piccolo bambino incappucciato e mantello di viaggiatore (foto parco archeologico pompei)

Oltre ai disegni dei bambini, per il cui studio il Parco ha avviato una collaborazione con il dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’università “Federico II” a Napoli, sono stati documentati i resti di due vittime, una donna e un uomo, morti nei lapilli del Vesuvio davanti al portone chiuso della Casa dei Pittori al lavoro (chiamata così in virtù del fatto che si stava ridipingendo al momento dell’eruzione); all’interno della casa, è venuto alla luce un piccolo cubicolo (“camera da letto”), allestito come studiolo in prossimità del tablinum (sala di ricevimento) della casa. Tra le scene mitologiche un quadretto singolare, senza confronti del repertorio vesuviano, con la rappresentazione di un piccolo bambino incappucciato, forse un figlio deceduto dei proprietari.

Da oggi 28 maggio 2024 – come si diceva – è possibile accedere al cantiere tutti i giorni dalle 10.30 alle 18, attraverso un percorso che, interamente “accessibile”, va ad implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti”, e include un elevatore per il raggiungimento delle passerelle sospese anche ai diversamente abili. Il percorso dall’alto consentirà una visione innovativa e globale dell’intera insula, nonché dell’architettura delle case romane con l’alternarsi di ambienti vari adibiti ad usi diversi, dal produttivo al commerciale all’abitativo, oltre che dell’attività di cantiere in atto, nell’ottica di una rinnovata e migliore fruizione al pubblico. L’ingresso, da via dell’Abbondanza, sarà contingentato allo scopo di garantire un’ottimale accessibilità e fruizione in sicurezza del percorso, anche in considerazione delle attività in essere al livello archeologico.

“Periodicamente e sempre di più, Pompei ci rivela nuove scoperte meravigliose e si conferma uno straordinario scrigno di tesori”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Ecco perché noi in legge di bilancio abbiamo espressamente rifinanziato gli scavi a Pompei, dove adesso sono attivi tantissimi cantieri, che giorno dopo giorno portano all’attenzione generale nuove meraviglie. Dopo la conclusione del Grande Progetto Pompei noi vogliamo dare un assetto organico, un assetto stabile a questo meraviglioso sito che ogni giorno fa registrare decine di migliaia di visitatori”.

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Il percorso sopraelevato nell’Insula dei Casti Amanti a Pompei è inserita nell’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti” (foto parco archeologico pompei)

“Con l’itinerario di visita facilitato Pompei per tutti, avviato nel 2016 e da allora oggetto di progressive implementazioni e sviluppi, nonché con le nuove campagne di scavo che negli ultimi anni hanno regalato al mondo incredibili sorprese, è stato inaugurato un nuovo approccio, inclusivo e coinvolgente, alla valorizzazione del sito”, aggiunge il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna. “L’apertura di oggi, traguardo di un cantiere complesso e importante, avviato in seno al Grande Progetto Pompei, appare in questo senso assai significativa. Offre infatti il valore aggiunto dell’accessibilità e della piena inclusione di tutti i visitatori, anche rispetto a tutte quelle attività dietro le quinte, quali gli interventi di scavo e restauro propri di un cantiere, che sono rese visibili a tutti senza barriere”.

 

Pompei. Su Rai 1 Speciale di “Meraviglie” su “Pompei. Le nuove scoperte”: Alberto Angela accompagna i telespettatori alla scoperta degli ultimi affascinanti ritrovamenti, mai mostrati prima. Una passeggiata col direttore Zuchtriegel e il personale del Parco dall’Odeion alla Casa dei Vettii passando per l’insula dei Casti Amanti, la Regio IX e la Casa di Leda

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Il direttore Gabriel Zuchtriegel e Alberto Angela alla Casa dei Vettii per le riprese dello Speciale di “Meraviglie” su “Pompei. Le nuove scoperte”

Ci sono anche i disegni di un bambino di duemila anni fa tra le meraviglie venute alla luce dalle ultime campagne di scavo del Parco Archeologico di Pompei. Affascinanti ritrovamenti che – insieme ad altri mai mostrati prima – Alberto Angela, con la partecipazione del direttore Gabriel Zuchtriegel, degli archeologi e dei tecnici del Parco, racconta in “Pompei. Le nuove scoperte”, uno Speciale di “Meraviglie” prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il parco archeologico e il ministero della Cultura, in onda lunedì 27 maggio 2024, alle 21.25 su Rai 1. Interamente girato nel sito di Pompei, all’interno dei nuovi cantieri di scavo, lo Speciale utilizza una tecnica di ripresa unica: un unico piano sequenza, lungo oltre due ore, che attraversa l’area archeologica di Pompei seguendo Alberto Angela nella sua esplorazione senza alcuno stacco né interruzione.

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Alberto Angela duranet le riprese dello Speciale di Meraviglie nella cd sala di Issione nel triclinio della Casa dei Vettii a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Grazie a questa particolare ripresa, i telespettatori avranno la sensazione di partecipare a una reale visita degli scavi di Pompei accompagnati personalmente da Alberto Angela attraverso un avvincente percorso narrativo e l’assenza di stacchi permetterà di avere una chiara idea dell’ubicazione degli spazi esplorati, delle distanze percorse, della vastità del sito archeologico. Sarà come attraversare l’antica città, sommersa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., con gli occhi di un pompeiano di duemila anni fa che vede risorgere dal materiale vulcanico gli oggetti quotidiani, gli affreschi, i graffiti e le tracce della propria vita di allora.

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Alberto Angela a Pompei per lo Speciale di Meraviglie (foto parco archeologico pompei)

La visita parte dall’Odeion, il più piccolo dei due teatri della città, dominato dalla vista del Vesuvio che si erge in lontananza oltre le mura. Si snoda poi per le antiche strade di Pompei attraversando botteghe, terme, locande e case private, dove le tracce della vita quotidiana del primo secolo dopo Cristo suscitano meraviglia ad ogni passo.

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Le riprese RAI dello Speciale di Meraviglie con Alberto Angela nell’insula dei Casti Amanti a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Il percorso prosegue, poi, all’interno dell’Insula dei Casti Amanti, attualmente chiusa al pubblico (dal 28 maggio 2024 sarà aperta alle visite) un isolato già parzialmente esplorato in passato e oggi oggetto di nuovi approfonditi scavi che hanno appena portato in superficie i resti di altre vittime colte nel vano tentativo di mettersi in salvo dall’eruzione. Qui gli archeologi, ancora al lavoro, mostrano ad Alberto Angela e al pubblico ambienti ancora non conosciuti, interessanti oggetti di vita quotidiana appena emersi dagli strati vulcanici e stupefacenti opere d’arte ritornate visibili dopo quasi duemila anni. Ma le opere più commoventi scoperte dagli archeologi sulle pareti di una domus sono i disegni di un bambino di duemila anni fa che, poco prima della tragedia, ha tratteggiato con il carboncino il suo immaginario infantile, ignaro che i suoi graffiti sarebbero sopravvissuti al passare dei secoli.

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Larario nell’insula 10 della Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Dopo un breve trasferimento in auto sopra la zona ancora non scavata di Pompei, Alberto Angela entra nei cantieri di scavo che interessano la Regio IX, uno dei distretti della città ancora non interamente portati alla luce. Qui rivela agli spettatori splendidi saloni affrescati appena riemersi dal materiale vulcanico e un meraviglioso ambiente dipinto, scoperto proprio nei giorni di realizzazione dello speciale e ancora mai mostrato. Il percorso procede verso la “Casa del Larario”, dove il racconto delle ultime ore della città romana si intreccia con la scoperta di ambienti che l’eruzione ha “cristallizzato”, imprimendo nella cenere la fotografia degli ultimi istanti di vita di Pompei. Qui, con l’aiuto degli esperti del parco, Alberto Angela illustra la tecnica dei calchi, che ha permesso di rivelare le drammatiche immagini delle vittime nell’attimo stesso della loro fine.

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Le pareti affrescate di incredibile bellezza emerse nella Casa alle spelle della Casa di Leda nella Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

L’esplorazione prosegue nella “casa di Leda”, una delle domus più ricche di ritrovamenti di questa ultima campagna di scavi con nuove rivelazioni. Nelle sue adiacenze sono appena emerse pareti affrescate di incredibile bellezza, anche per il particolare stato di conservazione dei colori originali.

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Alberto Angela nella Casa degli Amorini a Pompei dorati durante le riprese per lo Speciale di Meraviglie (foto parco archeologico pompei)

Infine, al termine del percorso, due autentici fuochi d’artificio di Pompei: la “casa degli amorini dorati” e la “casa dei Vettii”, quest’ultima riaperta recentemente al pubblico dopo un lungo restauro. Qui la magnificenza degli affreschi e dei giardini colonnati rivela l’opulenza degli abitanti di una delle zone più ricche della città. Splendidamente circondato dal “rosso pompeiano” il telespettatore avrà quasi l’impressione di partecipare a uno degli esagerati banchetti descritti da Petronio.