Archeologia in lutto. Si è spenta l’archeologa medievista Paola Marina De Marchi, già funzionaria della soprintendenza Archeologica della Lombardia e appassionata direttrice del parco archeologico di Castelseprio
Archeologia in lutto. Prima di Pasqua si è spenta Paola Marina De Marchi, già funzionaria della soprintendenza Archeologica della Lombardia e appassionata direttrice del parco archeologico di Castelseprio. Tutto lo staff del Parco e della direzione regionale Musei nazionali Lombardia la ricorda con affetto: “Brillante, arguta, studiosa attenta e sempre pronta a intraprendere nuove sfide, grazie a lei il nostro Parco ha conosciuto una straordinaria crescita”. Si unisce al cordoglio il personale della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Como Lecco Monza-Brianza Pavia Sondrio Varese: “Marina ha indissolubilmente legato il suo nome alla tutela e alla valorizzazione di Castelseprio, che anche grazie al suo contributo è stato dichiarato sito UNESCO, e di altri importanti siti quali Lomello e Arsago Seprio e alla valorizzazione della Via Carolingia. Allieva di Otto von Hessen, ha dedicato molti suoi studi al periodo longobardo con una attenzione meticolosa alla cultura materiale, dalla produzione all’uso dei manufatti, e alla contestualizzazione storica dei dati archeologici. La sua immensa competenza, la sua viva curiosità, il suo spiccato umorismo e la sua grande umanità hanno arricchito chi ha avuto la fortuna di lavorare con lei”. Anche la SAMI ricorda con affetto Marina De Marchi: “Il suo lavoro ha contribuito significativamente alla comprensione dell’Italia alto-medievale, grazie a ricerche sui diversi siti archeologici (fra i quali Castelseprio, Varese) e sulle necropoli di epoca longobarda. Marina De Marchi, inoltre, ha anche sempre supportato i giovani studiosi, condividendo il suo immenso sapere e lasciando, quindi, un’impronta importante nel campo dell’archeologia medievale”.
Marina De Marchi, medievista, ha studiato e pubblicato in particolare manufatti longobardi ed altomedievali e i loro contesti anche a scala territoriale e organizzazione sociale, collaborando quindi con numerosi musei lombardi e università (Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Arsago Seprio, Padova), affiancandosi inoltre a numerosi scavi riguardanti contesti cimiteriali (Leno, Pava, Monselice, Montichiari), castellani (Monte Barro, Castelseprio), di edifici di culto (Noli, Castelseprio, Torba). Ha partecipato alla organizzazione di mostre dedicate ai Longobardi, tra queste I Longobardi in Lombardia (1978), Il futuro dei Longobardi (Brescia, 2001), Bizantini, Croati e Carolingi. Alba e tramonto di regni e imperi (Brescia, 2002). Ha partecipato a numerosi seminari e convegni. Da sola o in collaborazione con altri studiosi ha curato, tra le altre, le pubblicazioni: Castelseprio e Torba. Storia delle ricerche e aggiornamenti (Mantova, SAP 2013), con M. Palazzo, La Basiica di Santa Maria Maggiore di Lomello: l’architettura e il ciclo decorativo in stucco (Firenze, Edifir, MiBACT, 2014), Più recentemente con G.P. Brogiolo, I Longobardi a nord di Milano. Centri di potere tra Adda e Ticino, IV Incontro per l’Archeologia barbarica 4, Cairate (Varese), (Mantova Sap 2020). È stata conservatore al civico museo Archeologico di Milano, ha diretto i Musei di Varese, ed infine ha diretto e gestito l’area archeologica di Castelseprio, portandola al riconoscimento di sito Patrimonio dell’Umanità-UNESCO.
Al civico museo Archeologico di Casteggio dell’Oltrepo Pavese domenica pomeriggio “A tavola con gli antichi romani”: visita guidata con Valentina Dezza e degustazioni con Laura Mussi

La locandina dell’evento al museo Archeologico di Casteggio “A tavola con gli antichi romani”
“A tavola con gli antichi romani” domenica pomeriggio al Mac, il civico museo Archeologico di Casteggio dell’Oltrepo Pavese (Pv): appuntamento domenica 5 maggio 2019 alle 18 per una visita guidata a tema a cura della direttrice del museo, Valentina Dezza, che illustrerà la “mensa in epoca romana”, cui seguirà una degustazione enogastronomica a cura dell’archeogastronoma Laura Mussi, esperta di pietanze dell’antica Roma. Il costo è di 5 euro a persona. Saranno ammessi al massimo 35 partecipanti. La prenotazione è obbligatoria (entro il 3 maggio) a visiteguidate@vieniapavia.it o al numero 3755709240. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la coop Oltre Confine, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo (nell’ambito del progetto “Certosamente. Viaggi a Casteggio”).
Come ben illustra il video, qui proposto, di Giovanni De Stefano con consulenza scientifica proprio di Valentina Dezza, protagonista dell’evento di domenica 5 maggio, prodotto dal Mac con la collaborazione della soprintendenza Archeologia della Lombardia, il civico museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepo Pavese è nato nel 1974, per volontà di un gruppo di appassionati locali e dell’amministrazione comunale, dopo l’importante ritrovamento di due tombe romane in via Torino. Successive acquisizioni di materiale, in parte frutto di donazioni effettuate da privati, in gran parte risultato di scavi della soprintendenza Archeologica della Lombardia nel territorio oltrepadano, portarono l’amministrazione comunale a un primo ampliamento degli spazi espositivi nel 1988. Il museo attuale è frutto di un ulteriore ampliamento, reso possibile dal completamento del restauro del Palazzo Certosa nel 1999. Grazie a una nuova convenzione stipulata tra Comune di Casteggio e soprintendenza Archeologica della Lombardia, è stato possibile acquisire il materiale proveniente dagli scavi più recenti effettuati nell’Oltrepo Pavese. Il Mac è costituito da quattro sezioni: “La geologia e la paleontologia”; “La preistoria e la protostoria”; “L’età romana, tardoantica e medievale”; “Le collezioni da donazioni private”.
In questo contesto Valentina Dezza condurrà il pubblico a scoprire e ad apprezzare i reperti conservati nella sezione dedicata all’epoca romana legati al banchetto. Dopo una introduzione sulla mensa romana, la direttrice porterà i partecipanti in museo: “Farò osservare loro, nello specifico, alcuni dei reperti conservati nella sezione dedicata all’epoca romana”, spiega Dezza. “In particolare, concentrerò l’attenzione sulle classi ceramiche, soprattutto quelle di età imperiale (vernice nera, terra sigillata, pareti sottili, ceramica comune depurata e grezza), e introdurrò brevemente anche i vetri (bottiglie, piatti, vasetti potori). Il tutto per inquadrare dal punto di vista pragmatico la tavola degli antichi romani”.

Laura Mussi tra i prodotti promossi dal suo “Convivio” (da archeostorie.it, foto di Camillo Balossini)
A questo punto i partecipanti sono pronti alla degustazione. Ed entra in campo l’archeogastronoma Laura Mussi che dal 2015 con “Il Convivio di Mussi Laura” con sede a Voghera, fa conoscere i cibi e le bevande basati su ricette dell’antica Grecia, antica Roma, medioevo e rinascimento , proponendo ricette storiche per far rivivere sulle tavole moderne i sapori scomparsi con un obiettivo ambizioso: “Far crescere l’interesse per l’archeologia e la storia, riscoprire e valorizzare le nostre origini culturali e le tradizioni, promuovere il territorio e la cultura anche attraverso la tavola”, spiega Mussi. “Ecco perché propongo queste attività di degustazione e vendita dei prodotti all’interno di musei ed aree archeologiche. Esistono piccole realtà artigianali italiane e straniere (francesi e spagnole in particolare) che ancora producono alimenti e bevande realizzati seguendo le ricette degli antichi autori latini (Apicio, Columella, Palladio ecc.) o medievali e rinascimentali. Io importo questi prodotti e li commercializzo in esclusiva in Italia”.
In particolare, domenica 5 maggio 2019 i partecipanti assaggeranno – anticipa Mussi – il libum (una sorta di focaccia che si utilizzava per le libagioni e che era cotta su foglie di alloro, secondo ricetta di Catone), uova con salsa di menta e pinoli (le uova erano un cibo tipico dei romani – ad ovo usque ad mala! – e forse la salsa in questione è di origine etrusca), pane di farro (cereale principe della tavola romana, famose soprattutto le pultes – polente – di cereali e legumi o verdure) con salsa epytirum (una salsa di olive speziate), il lonzino di fichi (un dolce a base di fichi-noci-mandorle, metodo suggerito da Columella per conservare i fichi secchi tutto l’anno), il tutto accompagnato da un calice di vino aromatizzato (alle viole o alle rose o con altre spezie e miele, secondo ricette di Apicio o Palladio).
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)







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