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Ecco le grandi mostre che il 2024 porta a Roma promosse dai Musei Civici di Roma Capitale che si presentano con una nuova veste grafica e lo slogan “La varietà ci rende unici”. Attesa per l’esposizione sulla Collezione Farnese ai musei Capitolini e quella su Elagabalo ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali

roma_capitale_musei-civici_nuovo-logo-slogan-locandinaI Musei Civici di Roma Capitale con una nuova veste grafica presentano il ricco programma di mostre per il 2024. Il 2024 comincia all’insegna di una nuova veste grafica per i Musei in Comune. Con l’intento di valorizzare e rinnovare l’immagine della rete museale cittadina è stato ideato e prodotto un nuovo logo accompagnato da una campagna di comunicazione il cui slogan – “La varietà ci rende unici” – sottolinea la molteplicità e la ricchezza dei musei e delle collezioni, uniti in un sistema unico e riconoscibile dedicato a preservare e valorizzare il patrimonio culturale di Roma Capitale, aperto e accessibile a tutti. È nato così il logo, già visibile su tutti i materiali di comunicazione dei Musei in Comune, composto da M di colori diversi che si intrecciano creando una struttura che sintetizza visivamente le quattro tipologie dei musei: archeologici (rosa), di arte moderna (viola), di arte contemporanea (verde) e scientifici (arancione). Le lettere si muovono, si colorano e si incastrano creando una struttura in grado di raggruppare le diverse esperienze, un’icona che sembra un luogo in movimento, un allestimento da attraversare, un contenitore di molteplici offerte culturali. Quattro tonalità che emergono singolarmente nella declinazione del logo di ogni museo, identificandone la tipologia. Il giallo fluo, dedicato alla Roma MIC Card – la card che consente, con solo 5 euro, di accedere gratuitamente per un anno in tutti i siti archeologici e in tutti i musei del Sistema – intende evidenziare il carattere energico, vivace e inclusivo dell’intero sistema.

roma_capitolini_2024_logoLE MOSTRE DEL 2024. Dall’antichità all’epoca contemporanea, dalle icone pop del secolo scorso fino ai grandi maestri della fotografia, con un’ampia varietà di generi, linguaggi e narrazioni differenti, il programma di attività espositive del 2024 è studiato per incontrare i gusti di tutti i visitatori dei Musei in Comune. Tra le mostre più attese quella dedicata alla collezione Farnese, nello spazio espositivo di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini. Attraverso dipinti, sculture, bozzetti, disegni, manoscritti, l’esposizione Origini e splendori della Collezione Farnese nella Roma del XVI secolo condurrà i visitatori alla conoscenza di una delle dinastie più potenti del Rinascimento italiano con focus su alcuni esponenti di spicco come Papa Paolo III e gli intellettuali che gravitavano intorno alla prestigiosa corte. Sempre ai Capitolini da gennaio sarà esposta la tela di Francisco Goya “El quitasol” (Il parasole), un prestito concesso dal museo del Prado di Madrid nell’ambito di uno scambio con l’Anima Beata di Guido Reni. Il capolavoro del maestro spagnolo sarà esposto nella Pinacoteca Capitolina, vicino a La Buona Ventura di Caravaggio, in un dialogo tra giganti intitolato Goya E Caravaggio: verità e ribellione. A Palazzo Caffarelli (Musei Capitolini) in primavera, la mostra Di padre in figlio. Filippo e Filippino Lippi pittori fiorentini del quattrocento, ricostruirà il percorso artistico dei due maestri attraverso dipinti, disegni e una serie di documenti relativi al contesto rinascimentale in cui i due artisti hanno operato. Il museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano dedicherà una grande esposizione all’imperatore Elagabalo e al suo tempo. Elagabalo e i culti orientali a Roma, offrirà un approfondimento sulla diffusione dei culti orientali a Roma dall’età della repubblica al II secolo d.C., per poi concentrarsi sulla figura di Elagabalo, la sua vita politica, il suo ruolo sacerdotale, la dissoluta vita privata e i legami con la sua famiglia. Vediamolo nel dettaglio.

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Musei Capitolini: mostra “Goya e Caravaggio: verità e ribellione”. “El quitasol – Il parasole” di Goya dal museo del Prado (foto roma capitale)

“Goya e Caravaggio: verità e ribellione” ai Musei Capitolini – Pinacoteca in sala Santa Petronilla dal 9 gennaio al 25 febbraio 2024. A cura di Federica Maria Papi. Il progetto espositivo si inserisce nella politica culturale di scambi promossa già da tempo dalla Sovrintendenza: grazie ad un accordo con il Museo Nazionale del Prado, il dipinto di Goya ‘Il parasole’ (El quitasol, 1777) sarà esposto ai Musei Capitolini, come contro-prestito dell’‘Anima beata’ di Guido Reni, concessa all’istituzione spagnola in occasione della mostra ‘Guido Reni’ (Museo Nazionale del Prado, 28 marzo-9 luglio 2023). Sarà possibile ammirare l’opera di Goya all’interno della Sala Santa Petronilla, dove sarà posta a confronto con ‘La Buona Ventura’ (1597) di Caravaggio, offrendo ai visitatori un tema di riflessione sui due grandi artisti. L’intento è quello di accostare due magistrali interpreti della società del proprio tempo che nella loro pittura seppero introdurre rivoluzionarie novità iconografiche e stilistiche.

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Ai musei Capitolini la mostra “Di padre in figlio. Filippo e Filippino Lippi pittori fiorentini del Quattrocento” (foto

“Di padre in figlio. Filippo e Filippino Lippi pittori fiorentini del Quattrocento” ai Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli dal 28 marzo al 30 giugno 2024. In collaborazione con MetaMorfosi. A cura di Alessandro Cecchi in collaborazione con Jonathan Nelson. Il caso straordinario di un padre e un figlio, entrambi pittori e disegnatori di eccezionale talento, la cui carriera si lega inscindibilmente alla vita e al clima culturale del Rinascimento fiorentino, verrà raccontato attraverso documenti dell’epoca e una scelta di dipinti e disegni dei due maestri. I visitatori potranno conoscerne la singolare vicenda biografica e l’importante produzione artistica che, nel caso di Filippino Lippi, comportò anche un soggiorno romano per la decorazione ad affresco della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva.

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Musei Capitolini: mostra “Origini e splendori della Collezione Farnese nella Roma del XVI secolo”. “Ercole al bivio” di Annibale Carracci conservato al Museo e Real Bosco di Capodimonte (foto roma capitale)

“Origini e splendori della Collezione Farnese nella Roma del XVI secolo” ai Musei Capitolini – Villa Caffarelli dal dicembre 2024 al maggio 2025. In collaborazione con Civita Mostre e Musei. A cura di Chiara Rabbi Berbard e Claudio Parisi Presicce. La collezione Farnese, massima espressione del collezionismo erudito, sostenuto da papa Paolo III e dai suoi nipoti, comprende dipinti, sculture antiche, bozzetti, disegni, manoscritti. La mostra presenta opere rappresentative del momento di maggior splendore della Collezione, che va dai primi decenni del XVI secolo fino all’inizio del XVII secolo, ed include cento capolavori provenienti principalmente dal museo Archeologico nazionale di Napoli, dal museo di Capodimonte, dalla Biblioteca nazionale e da altre collezioni pubbliche e private. Un’attenzione particolare è riservata al significato e all’importanza che avevano all’epoca le sculture dell’antichità anche rispetto alla loro collocazione nelle varie residenze farnesiane, e al recupero di opere originariamente presenti nella collezione, nel tempo disperse in collezioni pubbliche o private. Un ulteriore focus riguarda la figura di Paolo III e gli intellettuali che gravitavano intorno alla sua corte.

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Alla Centrale Montemartini la mostra “Architetture Inabitabili” (foto roma capitale9

“Architetture Inabitabili” alla Centrale Montemartini dal 19 gennaio al 5 maggio 2024. Promossa e organizzata insieme all’Archivio Luce Cinecittà. A cura di Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana. Un nuovo punto di vista sull’architettura, teso a scoprirne una concezione diversa da quella comunemente legata alla funzionalità abitativa, viene suggerito da questa mostra, che nasce con l’obiettivo di indagare il rapporto critico tra abitare e costruire, partendo da alcuni edifici che sono emblematici di questa frattura: “architetture inabitabili” dalla forte carica simbolica, emblemi della città in cui sorgono. La mostra ne individua alcuni esempi particolarmente significativi, distribuiti su tutto il territorio nazionale, reperendone testimonianza nei materiali dell’Archivio LUCE e altri archivi. Alle fotografie storiche si aggiungono opere firmate da fotografi e artisti contemporanei – alcune appositamente commissionate per la mostra – e pagine che i più apprezzati scrittori italiani hanno composto per l’occasione.

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Museo dell’Ara Pacis: mostra “Theatrum. Attori autori e storie del teatro antico” (foto roma capitale)

“Theatrum. Attori autori e storie del teatro antico” al Museo Dell’ara Pacis dal 29 marzo al 29 settembre 2024. A cura di Claudio Parisi Presicce, Lucia Spagnuolo, Orietta Rossini. La forza vitale degli spettacoli teatrali, la loro popolarità, le vite a volte difficili degli attori e degli altri grandi protagonisti del mondo dei ‘ludi’ a Roma. Sono solo alcuni dei temi proposti dalla mostra, che vuole andare ‘oltre’ la scena, offrendo un taglio ‘drammatico’ in senso filologico: una ricostruzione viva, in cui gli stessi protagonisti delle scene antiche – presenti in filmati creati ad hoc – coinvolgeranno il pubblico a rivivere le atmosfere che si respiravano tra le gradinate dei grandi teatri romani, che riflettevano – divise per ordini – le gerarchie sociali e di genere della Roma repubblicana e imperiale. Un racconto che parte dalle radici greche, magno greche, etrusche e italiche del teatro romano, dall’origine religiosa del ‘ludus’ e dai primi palcoscenici in legno, per arrivare allo splendore dalla frons scenae dei grandi teatri per decine di migliaia di spettatori, architetture che – come il foro o il tempio – caratterizzeranno la forma urbis dell’impero.

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Museo dell’Ara Pacis: mostra “Franco Fontana. Retrospective”. “New York 1985” (foto franco fontana)

“Franco Fontana. Retrospective” al Museo dell’Ara Pacis da dicembre 2024 al 2 giugno 2025. In collaborazione con Franco Fontana Studio e Civita Mostre e Musei. Prima grande mostra retrospettiva dedicata a Franco Fontana, un progetto espositivo che ripercorre per la prima volta l’intera carriera artistica del fotografo modenese, con opere selezionate dal suo vasto archivio. L’esposizione è anche l’occasione per celebrare l’artista e raccontare gli oltre 60 anni della sua attività attraverso una serie di eventi collaterali tra cui, ad esempio, incontri e book signing.

Ritratto di Elagabalo

Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali: mostra “Elagabalo e i culti orientali a Roma”. Il ritratto di Elagabalo (foto roma capitale)

“Elagabalo e i culti orientali a Roma” ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali da maggio 2024 a marzo 2025. A cura di Claudio Parisi Presicce, Simone Pastor, Massimiliano Munzi, Lucia Cianciulli, Paolo Vigliarolo. Con circa 60 opere provenienti da importanti musei italiani e internazionali, questa mostra è articolata in due grandi macro-aree. La prima propone un’introduzione storico-religiosa che per un verso evidenzia la diffusione dei culti orientali a Roma dall’età della repubblica al II secolo d.C., per l’altro ripercorre la progressiva fortuna dei culti siriani a Roma nel III sec. d.C. L’analisi del sostrato culturale e religioso dell’urbs consente di esaminare il tema principale della mostra, che apre la seconda macro-area ed è dedicata alla figura di Elagabalo, dalle origini alla morte e, da lì, alla successione. Particolare attenzione è rivolta all’ambito familiare: dal rapporto con il presunto padre illegittimo, Caracalla, che comunque lo legittimò come imperatore, alla relazione con la costellazione di donne della sua famiglia. Viene poi approfondito il suo ruolo come sacerdote di ‘Ilāhâ Gabal, dio della montagna, dio formatore e deformatore, maschile e femminile. Ancora, viene analizzato il malcontento del popolo di Roma nei confronti delle scelte afferenti al suo ruolo sessuale che ne accompagnarono l’imperium: il lusso, la dissolutezza e le rose.

Lazio in zona rossa. A Roma musei chiusi. Ma sul web molte le iniziative culturali promosse da Roma Culture. Ecco il programma ai musei Capitolini, Mercati Traianei, Ara Pacis e villa Torlonia

Il passaggio del Lazio in zona rossa ha determinato la chiusura di mostre e musei su tutto il territorio regionale. Secondo i nuovi provvedimenti, quindi, a Roma da lunedì 15 marzo 2021 musei e spazi espositivi rimarranno chiusi fino a nuove disposizioni. In attesa della riapertura e del superamento della crisi sanitaria, l’invito è quello di seguire le nostre attività online, l’unico modo che abbiamo, in questo momento, per continuare a comunicare la bellezza delle nostre collezioni. L’attività digital della programmazione è promossa da Roma Culture, sia sul sito culture.roma.it che sui canali social di @cultureroma. Tanti gli appuntamenti digital gratuiti sui canali web e social del Sistema Musei di Roma Capitale. Lunedì 15 marzo 2021 per “Educare alle mostre, educare alla città” sulla piattaforma Google Suite, c’è stato l’appuntamento online sul tema della mostra “Napoleone e il mito di Roma”, al momento non visitabile, allestita ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali e curata da Claudio Parisi Presicce, Nicoletta Bernacchio, Massimiliano Munzi, Simone Pastor.

Locandina dell’incontro con Giuseppe Scarpati su “Ritratti di imperatori tra il Museo Torlonia alla Lungara e il Museo Capitolino” (foto musei in comune)

Per “Musei Aperti: il racconto in diretta dei Marmi Torlonia ai Musei Capitolini”, il ciclo di incontri online dedicato ad alcuni dei temi connessi alla mostra “I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, in programma, in diretta sulla pagina Facebook dei musei Capitolini, martedì 16 marzo 2021 alle 18 l’incontro con Giuseppe Scarpati, archeologo del parco archeologico di Pompei, che parlerà dei “Ritratti di imperatori tra il Museo Torlonia alla Lungara e il Museo Capitolino”. La spettacolare serie dei ritratti imperiali, o presunti tali, che concludeva il percorso espositivo del museo Torlonia alla Lungara costituiva uno dei punti salienti della collezione di sculture antiche allestita per volontà del principe Alessandro Torlonia. Modello ideale per la costruzione della galleria iconografica fu la celebre Sala degli Imperatori del museo Capitolino, formata in gran parte con i busti provenienti dalla prima raccolta del cardinale Albani, acquistata nel 1733 da papa Clemente XII. Il gruppo dei ritratti Torlonia attualmente in mostra ai musei Capitolini è il risultato di una ponderata selezione che offre l’opportunità di presentare alcuni esemplari di grande interesse alla luce dei recenti restauri. Interventi in diretta di 20/25 minuti – interazione con il pubblico (domande con moderatore) massimo 10/15 minuti.

La colonna Traiana in una stampa dell’Ottocento (foto musei in comune)

Mercoledì 17 marzo 2021 per la rubrica aMICi online si terranno due incontri fruibili sulla piattaforma Google Suite. Il primo alle 16, a cura di Nicoletta Bernacchio, ricostruisce un angolo sparito di Roma grazie ad alcune vedute dell’Ottocento della Colonna di Traiano, esposte nella mostra “Napoleone e il mito di Roma” ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. Fino all’inizio dell’Ottocento la Colonna di Traiano era circondata da un recinto e posta al centro di una piccola piazza, su cui affacciavano chiese, monasteri ed edifici con botteghe e abitazioni. Questo panorama urbano non esiste più, cancellato dalle demolizioni promosse per l’allargamento della piazza voluto da Governo Napoleonico nel 1812, che portarono alla scoperta dei resti della Basilica Ulpia.

Personaggi: dettaglio di rilievi sull’Ara Pacis (foto musei in comune)

Nel secondo incontro, alle 17.30, con Lucia Spagnuolo e Francesca Romana Chiocci, l’attenzione si sposta sul museo dell’Ara Pacis spaziando dal racconto del progetto dinastico augusteo alla storia dei personaggi rappresentati sui pannelli dell’Ara. Un incontro sempre diverso: dal racconto del progetto dinastico augusteo, alla storia dei personaggi rappresentati sull’Ara Pacis; dalla lettura degli elementi decorativi, alla ricostruzione dei momenti salienti della riscoperta del monumento.

La facciata del Casino Nobile di villa Torlonia (foto musei in comune)

Giovedì 18 marzo 2021, alle 16, sulla piattaforma Google Suite la curatrice Annapaola Agati del museo del Casino Nobile ripercorrerà la storia di Villa Torlonia tra le due guerre attraverso il racconto della genesi di una o più opere esposte e la vita di alcune figure significative o alcuni luoghi nascosti della villa non aperti normalmente al pubblico. (Prenotazione obbligatoria allo 060608). La curatrice del Museo del Casino Nobile guida i visitatori su temi ogni volta diversi: può essere analizzata e approfondita la genesi di una o più opere presenti nel percorso espositivo, o raccontata la vita di alcune figure significative per la storia della villa o ancora, può essere ripercorsa la trasformazione del Casino Nobile da luogo di delizia per i soli principi Torlonia a Museo di se stesso o anche, potrebbero essere svelati alcuni luoghi nascosti della villa che per le loro caratteristiche conservative non possono essere aperti normalmente al pubblico.

Roma. I Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali riaprono il 4 febbraio con la mostra “Napoleone e il mito di Roma”, nel bicentenario della morte di Bonaparte: con oltre 100 opere (sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme) ripercorre il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma

Locandina della mostra “Napoleone e il mito di Roma” ai Mercati di Traiano dal 4 febbraio al 30 maggio 2021

I Mercati di Traiano a Roma il 4 febbraio 2021 riaprono col botto. Il pubblico dei Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali avrà la possibilità di visitare, oltre ai capolavori della collezione permanente, anche la nuova mostra “Napoleone e il mito di Roma” che sarà aperta al pubblico fino al 30 maggio 2021. Ideata in occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, la mostra lo celebra ripercorrendo il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma. L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è a cura di Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Simone Pastor, Nicoletta Bernacchio. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Concept grafico: Iowa State University. Progetto di allestimento Stefano Balzanetti, Alessandro Di Mario, Eleonora Giuliani assieme a Simone Bove per Wise Design. Il percorso espositivo si snoda attraverso 3 macro-sezioni e comprende oltre 100 opere – tra cui sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme e oggetti di arte cosiddetta minore – provenienti dalle Collezioni Capitoline nonché da importanti musei italiani ed esteri.

I mercati traianei visti dall’area archeologica del foro di Traiano (foto Graziano Tavan)

Perché Napoleone ai Fori Imperiali. “L’idea di organizzare al Museo dei Fori Imperiali una mostra su Napoleone Bonaparte”, spiegano i promotori della mostra, “è nata da due considerazioni. La prima riguarda una data: il 5 maggio 2021 cadranno i duecento anni dalla morte di questo indiscusso protagonista della Storia. Si tratta di un anniversario importante che non può non riguardare anche Roma, annessa all’Impero Francese dal 1809 al 1814 e città seconda solo a Parigi per volontà di Napoleone stesso. L’altra considerazione sta nei luoghi. Il Governo Napoleonico nel 1811 avviò la sistemazione dell’area a sud della Colonna di Traiano, decretando la demolizione dell’Isolato di Sant’Eufemia e gettando così le premesse per lo scavo, la scoperta e la sistemazione del settore centrale della Basilica Ulpia e di parte della piazza forense, completato nel 1815 da papa Pio VII dopo il suo ritorno a Roma. Ancora oggi il percorso di visita dei Fori Imperiali inizia proprio scendendo nel cosiddetto Recinto Pontificio. Qui nel Museo, inoltre, sono conservati in collezione permanente importanti reperti rinvenuti in occasione di quegli scavi, prime fra tutti le statue dei Daci. Infine, la stessa Colonna di Traiano fu presa a modello per la realizzazione della Colonna Vendôme, eretta a Parigi per celebrare la straordinaria vittoria della Grande Armée nella Battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805), capolavoro strategico che garantì a Napoleone il dominio sull’Europa”.

“Il Foro di Traiano dopo gli scavi dei Francesi” olio su tela di Charles Lock Eastlake (1820-1830) conservato al museo di Roma (foto di Alfredo Valeriani)

Roma come modello, quindi. Roma come mito. “La sua storia, i suoi personaggi, le vicende politiche, la religione, la letteratura, l’arte”, continuano i promotori della mostra, “furono assorbite da Napoleone sin da ragazzo, in piena armonia con i tempi. Con la Rivoluzione Francese e poi con la Repubblica gli eroi antichi avevano infatti recuperato tutta la loro esemplarità, non solo morale ma anche politica, assumendo la funzione di icone libertarie e repubblicane. Se in contrapposizione alla monarchia tradizionale dei Borboni i rivoluzionari avevano visto nell’antica Roma l’archetipo repubblicano, via via che si avvicinava al potere assoluto, e una volta conquistato, Napoleone fece della Francia l’erede diretta dell’Impero Romano. Nella stessa biografia di Napoleone si coglie in maniera evidente l’evoluzione dalla fascinazione repubblicana all’immedesimazione imperiale. L’idea di riprodurre l’arte della Roma Imperiale per celebrare la magnificenza di Napoleone portò inevitabilmente con sé l’uso di un linguaggio di propaganda ispirato all’Antico, che aveva le proprie radici formali nel Neoclassicismo e che si andò definendo come uno stile profondamente nuovo, caratterizzato dalla rappresentazione dell’Imperatore come erede dei grandi condottieri del passato e degli Imperatori romani, se non addirittura come eroe e divinità dell’antica Grecia. Napoleone non venne mai a Roma. Tuttavia, la città lo aspettò e per essere capitale del suo nuovo Imperatore fu teatro di numerosi cantieri di abbellimento e ammodernamento. Le arti vissero una stagione felice e così la ricerca antiquaria. Il mito di Roma alimentò Napoleone, e ne fu vivificato”.

Statuetta di Alessandro Magno a cavallo in bronzo del I sec. a.C. conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto di Giorgio Albano)
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Statua in gesso di Napoleone cadetto a Brienne-le-Chateau di L. Rochet, (1853) conservata al Musée d’Yverdon et Région (foto Musée d’Yverdon et Région)

La prima macro-sezione evidenzia il rapporto tra Napoleone e il mondo classico, seguendo la formazione del giovane Bonaparte, anche attraverso l’adozione di diversi modelli tratti dall’Antico, utilizzati di volta in volta per trasmettere messaggi di potere, buon governo e conquiste militari, fino alla divinizzazione della sua figura. In questa sezione sono presenti opere antiche e moderne di eccezionale valore storico, che illustrano il percorso biografico di Napoleone e, allo stesso tempo, i suoi modelli e riferimenti culturali. Tra le opere esposte, ad esempio, il gesso di Louis Rochet per la statua di Napoleone cadetto a Brienne (inizialmente visibile attraverso una riproduzione fotografica) dal Musée d’Yverdon et Région (Yverdon-les-Bains), il bronzo raffigurante Alessandro Magno a cavallo dal museo Archeologico nazionale di Napoli e il grande bronzo di Lorenzo Bartolini raffigurante Napoleone I Imperatore, dal Louvre, in cui Bonaparte è ritratto all’antica, con la corona d’alloro e le fattezze di un imperatore romano. Grandezza militare e visione di un impero sconfinato legano infatti Alessandro Magno a Napoleone il quale, come già molti condottieri prima di lui, tra cui Giulio Cesare, fece propria l’imitatio Alexandri. Napoleone si confrontò idealmente con altri imperatori come Augusto, presente con un ritratto in marmo proveniente dai musei Capitolini. Nota era anche la sua ammirazione per Annibale, qui evocata dalla copia moderna del cosiddetto Annibale del Quirinale. La macro-sezione si chiude con la morte e l’apoteosi di Napoleone, considerato un eroe antico ma anche un santo e un taumaturgo, in continuità con i re del medioevo francese, come raffigurato nel celebre dipinto di A.J. Gros, Il generale Bonaparte visita gli appestati di Jaffa, presente in mostra attraverso l’incisione di A.C. Masson, proveniente dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio.

Progetto per la sistemazione dell’area a sud della Colonna Traiana, disegno acquerellato di G. Valadier e G. Camporese (1812) conservato all’Accademia Nazionale di San Luca di Roma (foto accademia san luca)
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Erma di Napoleone I Re d’Italia in marmo di Carrara di Giovan Battista Comolli (1809) conservato al museo del Risorgimento di Milano (foto Galleria d’Arte Moderna di Milano)

La seconda macro-sezione è dedicata al rapporto di Napoleone con l’Italia e Roma. Si inizia con tre opere di particolare bellezza che illustrano il ruolo di Napoleone come Re d’Italia: il gruppo scultoreo di Pacetti Napoleone ispira l’Italia e la fa risorgere a più grandi destini, dal Castello di Fontainebleau, e due ritratti di Napoleone da Milano (Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento). A seguire, il vastissimo programma di trasformazione urbana, che il Governo Napoleonico voleva applicare a Roma, è riassunto nell’istallazione nella Grande Aula di un viale di cipressi, uno dei punti focali della mostra. L’istallazione è introdotta dal ritratto di Antonio Canova dai musei Capitolini, protagonista del panorama artistico romano (e non solo) del tempo e autore del Busto di Pio VII, ancora dai musei Capitolini, esposto nella sala dedicata al complesso rapporto che Napoleone ebbe con il Papato e la religione. La macro-sezione è completata da un articolato approfondimento sullo scavo della Basilica Ulpia: incisioni di Giuseppe Vasi, Angelo Uggeri, Giovan Battista Cipriani e disegni e dipinti dal museo di Roma, nonché – eccezionalmente esposti per la prima volta – i tre progetti redatti nel 1812 da Giuseppe Valadier e Giuseppe Camporese e conservati all’Accademia di San Luca, illustreranno le tappe che portarono alla scoperta delle strutture della Basilica Ulpia e di importanti reperti scultorei, come le statue di Daci, esposte nella collezione permanente del Museo, riunite per la prima volta a sculture provenienti dall’area e oggi conservate nei musei Vaticani.

Aquila del 7° Reggimento Ussari in bronzo dorato (1804) conservata al Musée de l’Armée di Parigi (foto Reunion des Musees Nationaux – Grand Palais)
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Bonaparte su un dromedario, bronzo di C.J. Meurant (inizi del XIX sec.) conservato al Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio (foto Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts)

La terza macro-sezione approfondisce alcuni aspetti relativi alla ripresa di modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica, come ad esempio quello dell’aquila romana, esemplificato in mostra, tra le altre opere, dal vessillo del 7° Reggimento Ussari dal Musée de l’Armée di Parigi. Nell’approccio all’Antico fu fondamentale per Napoleone la Campagna d’Egitto, impresa militare e culturale insieme, raccontata attraverso alcune opere, come la stampa di Girardet dal museo Napoleonico di Roma, raffigurante Il generale Napoleone Bonaparte alle Piramidi, e la statuetta in bronzo di C.J. Meurant dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio: Bonaparte su un dromedario. Dall’Egitto a Babilionia, sulle orme di Alessandro Magno: il percorso è celebrato nella mostra con cinque lastre del fregio con Il Trionfo di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, nella versione conservata nei musei civici di Pavia e derivata dal fregio eseguito dal celebre scultore per il Palazzo del Quirinale nel 1812, nell’ambito dell’allestimento degli appartamenti imperiali destinati a Napoleone e alla sua famiglia (ma che la famiglia imperiale non abitò perché Napoleone non venne mai a Roma).

La Colonna Traiana nei fori imperiali (foto Graziano Tavan)

Lo sguardo su Roma riporta al modello per antonomasia: la Colonna Traiana. Dopo la realizzazione dei calchi voluti da Luigi XIV e giunti a Parigi nel 1671, questa straordinaria opera divenne fonte di ispirazione e imitazione per molti artisti francesi. Fu tuttavia con Napoleone che la Colonna ebbe la sua imitazione più celebre e allo stesso tempo originale: la Colonna Vendôme a Parigi, celebrazione di un impero e di un imperatore e delle sue imprese militari.

Napoleone con gli abiti dell’incoronazione, olio su tela di François Gérard (1805) conservato al Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio (foto Reunion des Musees Nationaux – Grand Palais)

La mostra si conclude con il famoso quadro Napoleone con gli abiti dell’incoronazione, dipinto da François Gérard nel 1805 e conservato ad Ajaccio, nel Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts: il dipinto raffigura Napoleone al suo apice e rappresenta il compendio più evidente dell’uso che egli seppe fare dei simboli. I gusti personali di Napoleone erano quelli della sua generazione ma egli sapeva che il mondo antico rappresentava una categoria culturale tanto vasta quanto varia che poteva in qualche modo essere adattata a tutti gli usi. Napoleone mise in pratica una sorta di archeologia delle immagini del potere attraverso il recupero meticoloso e spregiudicato di simboli, figure e concetti del passato, da utilizzare per creare un impressionante raccolta di ritratti e di ornamenti, allusioni, richiami e prestiti che serviranno a legittimare un regime, la cui esistenza poggiava essenzialmente sulla forza militare. Le immagini dell’antico-mania napoleonica (la nudità eroica, le insegne del potere, l’alloro, l’aquila…) rifunzionalizzate nel presente sono allo stesso tempo rivolte al futuro: si rivolgono ai posteri e partecipano alla costruzione della leggenda dell’Imperatore.

Roma. Il 1° febbraio riapre il Sistema Musei di Roma Capitale, l’area archeologica dei Fori Imperiali e il Circo Massimo. Nuova mostra all’Ara Pacis. Prorogate le mostre “I Marmi Torlonia” e “Il Tempo di Caravaggio”

La bellezza dell’arte torna a disposizione di tutti grazie alla riapertura del Sistema Musei di Roma Capitale, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Da lunedì 1° febbraio 2021 sono di nuovo aperti al pubblico i musei Capitolini, museo di Roma a Palazzo Braschi, museo dell’Ara Pacis, museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna, musei di Villa Torlonia, museo Civico di Zoologia, museo di Scultura antica “Giovanni Barracco”, museo Napoleonico, museo “Pietro Canonica” a Villa Borghese, museo “Carlo Bilotti” – Aranciera di Villa Borghese, museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, museo di Casal de’ Pazzi, museo delle Mura, Villa di Massenzio. Al loro interno i visitatori possono ritrovare le collezioni permanenti con i tanti capolavori in esse conservati, oltre alle numerose mostre prorogate e ad alcune importanti novità espositive, sinora rinviate a causa della pandemia in corso. I musei sono aperti anche il lunedì in considerazione della chiusura prevista nel fine settimana dal Dpcm in vigore.

I mercati traianei si affacciano sui fori imperiali a Roma (foto Roma Capitale)

Diventano nuovamente visitabili anche le aree archeologiche dei Fori Imperiali (ingresso dalla Colonna Traiana e uscita dal Foro di Cesare su Via dei Fori Imperiali), dalle 8.30 alle 16.30 (ultimo ingresso 15.30), e del Circo Massimo, dalle 9.30 alle 16.30 (ultimo ingresso 15.30), all’interno del quale sarà attivo anche Circo Maximo Experience. Servizi museali a cura di Zètema Progetto Cultura.

All’Ara Pacis di Roma la mostra “Josef Koudelka. Radici” (foto musei in comune)

Le novità all’Ara Pacis. Si inizia il 1° febbraio 2021 con la tappa unica italiana della mostra “Josef Koudelka. Radici”. Evidenza della storia, enigma della bellezza, organizzata da Contrasto e Magnum Photos, al via al museo dell’Ara Pacis. Con oltre cento spettacolari immagini panoramiche, l’esposizione del maestro ceco documenta il suo straordinario viaggio alla ricerca delle radici della nostra storia. Sarà l’estratto di un’inedita e personale riflessione sull’antico, sul paesaggio e sulla bellezza compiuta lungo trent’anni di vita, toccando diciannove diversi paesi e visitando più di cento siti archeologici tra i più rappresentativi per la storia del Mediterraneo. La mostra aprirà al pubblico alle 14.

Locandina della mostra “Napoleone e il mito di Roma” ai Mercati Traianei (foto musei in comune)

Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali riaprono il 4 febbraio 2021 con la mostra “Napoleone e il mito di Roma”, dedicata agli scavi promossi da Bonaparte a Roma, proprio nell’anno in cui ricorre l’anniversario del bicentenario della morte dell’imperatore francese. La mostra, a cura di Claudio Parisi Presicce, Simone Pastor, Massimiliano Munzi, Nicoletta Bernacchio, analizza il contesto culturale e letterario della seconda metà del XVIII secolo (neoclassicismo e l’estetica del sublime) e dedica approfondimenti ad aspetti urbanistici, quali a esempio gli scavi del settore centrale della Basilica Ulpia, la Colonna Traiana valorizzata dal Governo Napoleonico di Roma, l’Egittomania di Napoleone e molti altri aspetti di grande rilevanza, relativi all’annessione di Roma all’Impero dal 1809 al 1814. In quegli anni Roma diventa città imperiale seconda solo a Parigi per volontà di Napoleone stesso.

La locandina della mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori” a Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini

Le mostre in corso. Molte sono le mostre che i visitatori ritroveranno all’apertura del sistema museale cittadino appena le misure lo consentiranno.  A cominciare dai musei Capitolini, con la splendida mostra sulla storia del collezionismo dei marmi antichi, romani e greci, “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori” (fino al 29 giugno 2021). L’esposizione è il risultato di un’intesa del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo con la Fondazione Torlonia; e nello specifico, per il ministero, della direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio con la soprintendenza Speciale di Roma. Il progetto scientifico di studio e valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis, curatore della mostra con Carlo Gasparri. Electa, editore del catalogo, cura anche l’organizzazione e la promozione dell’esposizione. Il progetto d’allestimento è di David Chipperfield Architects Milano, negli ambienti dello spazio espositivo dei musei Capitolini a Villa Caffarelli, tornati alla vita dopo oltre cinquanta anni grazie all’impegno di Roma Capitale per restituire alla cittadinanza un nuovo spazio espositivo progettato e interamente curato della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. La Fondazione Torlonia ha restaurato i marmi selezionati con il contributo di Bvlgari che è anche main sponsor della mostra. Il progetto della luce è stato scritto da Mario Nanni, lumi Viabizzuno (vedi Roma. Apre a Palazzo Caffarelli ai musei Capitolini la mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, il grande evento 2020 più volte rinviato causa Covid-19: 96 marmi, selezionati dalla celebre collezione Torlonia la quale torna così finalmente visibile al pubblico. Alla presentazione il ministro Franceschini | archeologiavocidalpassato). Sempre ai musei Capitolini l’esposizione “Il Tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione Roberto Longhi” con il celebre dipinto del Caravaggio Ragazzo morso da un ramarro (prorogata fino al 2 maggio 2021) (vedi Roma. Ai musei Capitolini, il museo pubblico più antico del mondo, con capolavori antichi unici, ora anche la mostra “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi” nel cinquantenario della scomparsa del grande storico dell’arte | archeologiavocidalpassato) e alla mostra fotografica “Lockdown Italia” visto dalla Stampa Estera (fino al 28 febbraio 2021). Alla Galleria d’Arte Moderna è stata prorogata fino al 28 marzo 2021 “Sten Lex. Rinascita”, la mostra che racchiude una selezione di opere dei due noti muralisti italiani e uno stencil poster visibile nel chiostro.

La MIC Card del Sistema Musei di Roma

Biglietti. È possibile effettuare l’acquisto dei biglietti di ingresso ai musei Civici e/o alle mostre direttamente nelle biglietterie ma rimane fortemente consigliato il preacquisto da casa del biglietto online (acquisto con 1 euro di prevendita). Questa procedura consente di annullare le code in biglietteria e ridurre gli affollamenti nelle sale, grazie all’assegnazione di fasce orarie in cui presentarsi per entrare al museo e iniziare la visita. Una volta completato l’acquisto sarà sufficiente stampare la ricevuta e mostrarla cartacea o digitale all’ingresso del museo scelto e/o della mostra. Il consiglio è valido anche per i possessori della MIC card, per i quali la prenotazione allo 060608 è gratuita. È consigliato l’acquisto online della MIC Card (con 1 euro di prevendita) con ritiro in biglietteria dei musei.