Altino. Decima puntata della rubrica #archeoaltino: focus su i Celti ad Altino: da località Le Brustolade provengono sepolture celtiche a inumazione e incinerazione, ora al museo Archeologico nazionale

Mappa del sito archeologico di Altino: nel cerchietto rosso località Le Brustolade da cui provengono le sepolture celtiche (foto drm-veneto)
Decima puntata della rubrica #archeoaltino che, il martedì, fa scoprire da dove provengono i reperti visibili al museo Archeologico nazionale di Altino e cosa li lega alle aree archeologiche e al territorio circostante. Oggi focus su i Celti ad Altino. La necropoli a Nord dell’antico abitato di Altino, oltre ad averci fornito molte informazioni preziose sulla fase veneta della città, ci ha dato interessanti testimonianze sulla mobilità dei popoli preromani: da località Le Brustolade, infatti, provengono anche alcune sepolture celtiche.

Museo Archeologico nazionale: Tomba Brustolade 1, corredo funerario di una sepoltura maschile a inumazione, riferibile a un Celta (spada, fibula e olla con due coppe di produzione etrusco-padana), fine IV sec. a.C. (foto drm-veneto)
Da località Le Brustolade provengono infatti alcune sepolture databili tra il IV e l’inizio del III sec. a.C., caratterizzate dalla deposizione di armi e dall’inumazione: questi elementi sono del tutto estranei alla ritualità funeraria veneta, ma caratteristici delle popolazioni celtiche.

Museo Archeologico nazionale: Tomba Brustolade 32, sepoltura maschile a incinerazione con deposizione di armi (una delle quali, una spada, ripiegata ritualmente) e coppe, II sec. a.C. (foto drm-veneto)
Sono state trovate anche sepolture con elementi “misti”: ad esempio corredi con presenza di armi, ma con l’uso dell’incinerazione al posto dell’inumazione.

Museo Archeologico nazionale: ipotesi ricostruttiva di una tomba a inumazione celtica con panoplia e corredo (foto drm-veneto)
La presenza di piccoli nuclei di Celti della Altino preromana è spiegabile in base alla necessità di importare forza-lavoro, oppure alla presenza di mercenari; il fatto che questi individui siano stati sepolti con la panoplia (corredo di armi) e altri oggetti del corredo funerario nella necropoli settentrionale, la più prestigiosa dell’abitato, fa intuire che avessero raggiunto un buon livello di integrazione sociale e culturale.
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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