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Napoli. All’auditorium del museo Archeologico nazionale in anteprima il film “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario” di Vanni Gandolfo, in prima tv mercoledì 5 aprile in “Art Night” (su Rai 5): narra l’intervento epocale sul mosaico scoperto nel 1831 nella Casa del Fauno a Pompei

napoli_mann_film-il-volto-di-alessandro_di-vanni-gandolfo_presentazione_locandinaMercoledì 26 marzo 2025, alle 11, all’auditorium del museo Archeologico nazionale di Napoli, sarà proiettato in anteprima il documentario “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario” di Vanni Gandolfo, che andrà in onda in prima tv mercoledì 5 aprile 2025, alle 21.15, in “Art Night”, su Rai 5.

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Lo spostamento del Mosaico di Alessandro nel museo di Napoli nel 1917 (foto archivio mann)

È stato chiamato “il restauro del secolo”, “un intervento epocale”, “una prova di coraggio”: è l’operazione di restauro del cosiddetto “mosaico di Alessandro” che racconta la battaglia di Gaugamela, vinta dal generale macedone sul re dei persiani Dario III: un milione e mezzo di piccole tessere policrome marmoree che hanno attirato l’attenzione degli studiosi e dei tecnici fin dalla sua scoperta, nel 1831, nella Casa del Fauno a Pompei. Il Gran musaico (peso stimato circa 7 tonnellate) giunse a Napoli nel novembre del 1843, quando fu messo in cassa e condotto da Pompei al Real Museo Borbonico su un carro trainato da sedici buoi. Nel gennaio del 1845 le casse furono aperte e l’opera ebbe la sua prima collocazione sul pavimento di una sala al piano terra dell’ala occidentale; mentre nel 1916 fu spostato dove si trova attualmente, a parete, nella sezione mosaici, al piano ammezzato. Ed è qui che nel marzo 2021 è partita “l’operazione restauro” del Gran musaico che ora sta giungendo alle fasi finali. Anni di interventi delicati e specialistici che vengono narrati nel film “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario”, scritto e diretto da Vanni Gandolfo, e prodotto da GA&A productions in associazione con DOCLAB e in collaborazione con Rai Cultura.

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Maria Teresa Operetto, responsabile del restauro del mosaico di Alessandro, mostra al ministro Gennaro Sangiuliano le fasi dell’intervento (foto graziano tavan)

“Ci vuole coraggio per affrontare un restauro di questo tipo, il coraggio che ci trasmette questo grande personaggio, che si lanciò alla conquista del mondo”, aveva detto il direttore del Mann, Paolo Giulierini. Era il marzo 2021. “Un coraggio che in parte è mancato nei tempi passati, quello di porsi il problema del mosaico di Alessandro. Ringrazio il prof. Antonio De Simone che mi ha subito sottolineato l’urgenza e l’importanza di questo restauro, il nostro architetto Amanda Piezzo. Il Museo, con il suo laboratorio di restauro guidato proprio da oggi (marzo 2021, ndr) da Maria Teresa Operetto, per questa impresa non si è chiuso in se stesso. Lavoriamo insieme a importanti partner scientifici, Università, alla Tim in collaborazione con NTT DATA e una tecnologia che si coniuga con il miracolo quotidiano delle mani dei nostri restauratori”. E aveva assicurato: “Sarà un restauro ‘trasparente’, visibile ai visitatori alla riapertura dei musei ed in alcune fasi anche on line. Tutti insieme ci prendiamo questa grande responsabilità, in coordinamento con l’Istituto centrale per il restauro (ICR) diretto da Alessandra Marino, che ringrazio. Tra un anno organizzeremo la grande mostra Alessandro e la via delle indie, con la Regione Campania. Perché il nostro Museo, simbolo dell’archeologia italiana nel mondo, guarda a Oriente e ad Occidente” (vedi Napoli. Aperto il cantiere di restauro del Mosaico della Battaglia di Isso o Mosaico di Alessandro, simbolo del Mann, in partnership con università e Tim con soluzioni digitali in via sperimentale per nuove tecniche di restauro. Sarà visibile ai visitatori | archeologiavocidalpassato).

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Il direttore Paolo Giulierini nel gruppo di operatori che ha portato a termine il ribaltamento del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

Due anni e mezzo dopo, nell’ottobre 2023, un altro momento importante nell’operazione restauro del mosaico di Alessandro. Si era da poco conclusa nella sala della Meridiana la grande mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” dedicata alla figura del grande condottiero macedone: 170 opere che raccontano il percorso di conquista giunto fino alla lontana India, dopo aver annesso l’Egitto dei faraoni, il medio Oriente e la Persia dove Alessandro è incoronato Re dei re. Dal 30 ottobre 2023 il mosaico è a pancia in giù. Al museo Archeologico nazionale di Napoli è stato infatti effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. L’operazione è il passaggio indispensabile per entrare nel vivo della fase esecutiva del restauro. Un lavoro corale di alta specializzazione ha unito architetti, ingegneri, restauratori. E da mercoledì 1° novembre 2023 è aperto il “cantiere trasparente”, che ha permesso di assistere ai lavori guardando da una finestra installata nella sala adiacente (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. Ora entra nel vivo la fase esecutiva del restauro: dal 1° novembre cantiere trasparente e riapertura sezione Mosaici. Giulierini: “Mantenuto la parola data” | archeologiavocidalpassato).

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Tecnici e responsabili al via della seconda fase esecutiva del restauro del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

E arriviamo all’ultimo step: mercoledì 3 luglio 2024 è iniziata la seconda fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro. I lavori, la cui conclusione è prevista nei primi mesi del 2025, devono completare il consolidamento degli strati preparatori originari del mosaico e la realizzazione di un nuovo supporto. L’opera deve essere nuovamente movimentata per essere collocata in posizione orizzontale, completando così l’intervento di restauro della superficie musiva.

 

 

 

 

Napoli. Al museo Archeologico nazionale partita la seconda fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro: si comincia con il consolidamento degli antichi strati di preparazione. Osanna: “Un intervento inedito dal punto di vista scientifico, che ancora una volta ha unito i termini di tutela e valorizzazione”

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Tecnici e responsabili al via delal seconda fase esecutiva del restauro del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Questa mattina, mercoledì 3 luglio 2024, al museo Archeologico nazionale di Napoli, è iniziata la seconda fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro. I lavori, la cui conclusione è prevista nei primi mesi del 2025, contempleranno il consolidamento degli strati preparatori originari del mosaico e la realizzazione di un nuovo supporto. Il capolavoro, che risale al I sec. a.C. e proviene dalla Casa del Fauno di Pompei, ha dimensioni straordinarie: pesa circa sette tonnellate ed è composto da quasi due milioni di tessere di dimensioni millimetriche, disposte su una superficie di 5.82 x 3.13 metri. L’opera sarà nuovamente movimentata per essere collocata in posizione orizzontale, completando così l’intervento di restauro della superficie musiva.

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Si discute all’avvio della seconda fase esecutiva del restauro di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

La movimentazione sarà eseguita dallo stesso sistema meccanico che, già presente in situ, lo scorso ottobre ha permesso, con un’operazione di notevole impegno, il distacco del mosaico dalla parete dove era stato collocato nel 1916. Analogamente a quanto accaduto durante la prima movimentazione, saranno naturalmente monitorati in tempo reale gli spostamenti e le sollecitazioni sull’opera. Negli ultimi mesi di lavoro è stato possibile indagare approfonditamente gli strati preparatori originari del manufatto, verificandone lo stato di conservazione e completando il quadro di conoscenze in nostro possesso sino ad oggi.

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Gli strati preparatori che supportano il grande mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Avviamo una nuova fase di lavoro per restaurare il mosaico di Alessandro”, commenta il direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna: “Un intervento inedito dal punto di vista scientifico, che ancora una volta ha unito i termini di tutela e valorizzazione. Anche nei prossimi mesi, il cantiere trasparente permetterà al pubblico di seguire l’intervento, accompagnando il percorso verso la nuova collocazione e fruibilità dell’opera”.

Napoli. Il museo Archeologico nazionale chiude il 2023 con oltre 550mila visitatori: +25% rispetto al 2022. Il dg Musei Massimo Osanna: “Eventi di qualità e collezioni storiche per un dialogo sempre più stretto con il pubblico”

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

Al museo Archeologico nazionale di Napoli ci sono tutti gli elementi per poter esultare: numeri da record di visitatori, nuovi allestimenti, grandi eventi. Peccato che a fare il bilancio di un 2023 particolarmente positivo non ci sia il vero artefice di tutto questo, il direttore Paolo Giulierini, che a novembre 2023 ha lasciato per fine mandato, e che in molti confidano in un suo ritorno, vincitore del prossimo bando di concorso al posto di direttore alla guida del Mann. “Il 2024 inizia con ottimi auspici per il Museo e per la città”, commenta il direttore generale Musei del ministero della Cultura, Massimo Osanna: “la programmazione di eventi culturali di qualità e la valorizzazione delle collezioni storiche permetteranno di costruire un dialogo sempre più stretto con cittadini e turisti. Speriamo che il 2024 ci premi, facendo archiviare definitivamente la battuta di arresto determinata dal Covid”.

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Visitatori all’ingresso del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Sezione Campania Romana al Mann: il portico chiuso dalla statua equestre di Marco Nonio Balbo (foto graziano tavan)

Oltre 550mila visitatori al museo Archeologico nazionale di Napoli nel 2023: il trend di presenze è in crescita di circa il 25% rispetto al 2022, quando al Mann sono stati registrati 441mila ingressi. L’anno appena trascorso è stato segnato dell’inaugurazione del nuovo allestimento della Sezione Campania Romana, che presenta oltre duecento reperti in sale non risultate fruibili negli ultimi quarant’anni (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale l’attesa è finita: dopo 50 anni, apre la sezione Campania Romana delle sale monumentali occidentali. Oltre duecento reperti dalle città vesuviane e dall’area flegrea. L’invito del direttore Giulierini | archeologiavocidalpassato).

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Restauro mosaico di Alessandro al Mann: il cantiere a vista (foto graziano tavan)

A novembre scorso, è stata avviata la fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro: il cantiere è oggi visibile al pubblico (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre il “cantiere trasparente”: il pubblico potrà seguire in diretta il restauro del mosaico di Alessandro. Un video racconta l’operazione di ribaltamento conclusa con successo | archeologiavocidalpassato).

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Lavori ai depositi Cavaiole del Mann (foto livia pacera)

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Lavori ai depositi Cavaiole del Mann (foto livia pacera)

Si lavora alacremente anche nei depositi: nei sotterranei denominati “Cavaiole” fervono le attività di catalogazione e risistemazione degli innumerevoli manufatti custoditi (vedi Napoli. Alla scoperta dei depositi sotterranei delle Cavaiole, interessati da un intervento di 12 milioni di euro: intervista al direttore Paolo Giulierini e video della passeggiata con l’architetto Amanda Piezzo | archeologiavocidalpassato).

Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre il “cantiere trasparente”: il pubblico potrà seguire in diretta il restauro del mosaico di Alessandro. Un video racconta l’operazione di ribaltamento conclusa con successo

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: una fase del ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto valentina cosentino)

Da mercoledì 1° novembre 2023 al museo Archeologico nazionale di Napoli apre il “cantiere trasparente” del delicato restauro del mosaico di Alessandro Magno e Dario III, capolavoro proveniente dalla casa del Fauno di Pompei, e icona del Mann. I visitatori dell’Archeologico avranno così la possibilità di assistere ai lavori guardando da una finestra installata nella sala adiacente. E contemporaneamente sarà di nuovo fruibile la sezione che custodisce i capolavori musivi del museo Archeologico nazionale di Napoli.

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Il direttore Paolo Giulierini nel gruppo di operatori che ha portato a termine il ribaltamento del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

È questa la fase più delicata del restauro del “gran musaico” (5.82×3.13 metri) perché per la prima volta i tecnici possono verificare le condizioni del retro del mosaico, quindi del supporto, finora sempre rimasto celato, e cioè fino a lunedì 30 ottobre 2023, quando è stato effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. Operazione per la quale sono stati necessari quindici giorni per il montaggio del sistema di movimentazione e i collaudi e oltre tre ore di lavoro certosino per ribaltare il mosaico.

Tutte le emozioni del ribaltamento del Mosaico di Alessandro sono sintetizzare nel bellissimo video postato sul sito del museo Archeologico nazionale di Napoli, che racconta anche l’arrivo e il montaggio della macchina indispensabile per realizzare l’intervento. La direzione ringrazia GA&A Productions che, durante le riprese per un documentario sul Mann, ha gentilmente concesso le immagini.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. Ora entra nel vivo la fase esecutiva del restauro: dal 1° novembre cantiere trasparente e riapertura sezione Mosaici. Giulierini: “Mantenuto la parola data”

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: il mosaico di Alessandro, nell’imbragatura di sicurezza, è in posizione orizzontale: il ribaltamento è perfettamente riuscito (foto valentina cosentino)

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: il mosaico di Alessandro racchiuso nel telaio metallico ancora in posizione verticale, prima del ribaltamento (foto valentina cosentino)

Il mosaico di Alessandro è da oggi, 30 ottobre 2023, a pancia in giù. Come non lo è mai stato in duemila anni. Al museo Archeologico nazionale di Napoli è stato effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. L’operazione è il passaggio indispensabile per entrare nel vivo della fase esecutiva del restauro. Un lavoro corale di alta specializzazione ha unito architetti, ingegneri, restauratori (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale è arrivata la macchina per rovesciare il mosaico di Alessandro ed esplorarne la parte retrostante e il supporto ligneo: ecco tutti i dettagli della fase esecutiva di un restauro epocale ed indispensabile, visibile al pubblico | archeologiavocidalpassato). E da mercoledì 1° novembre 2023 apre il “cantiere trasparente”, che permetterà di assistere ai lavori guardando da una finestra installata nella sala adiacente; inoltre, torna fruibile la sezione che custodisce i capolavori musivi del museo Archeologico nazionale di Napoli. Grande l’emozione della squadra di lavoro a conclusione della straordinaria movimentazione dell’opera.

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: una fase del ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto valentina cosentino)

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: una fase del ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto valentina cosentino)

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Il grande mosaico di Alessandro Magno e Dario al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

Il mosaico di Alessandro, capolavoro proveniente dalla casa del Fauno di Pompei, misura 5.82×3.13 metri e pesa 5 tonnellate (l’ultima rilevazione del peso risale al momento successivo al ribaltamento). Sono stati necessari quindici giorni per il montaggio del sistema di movimentazione e per i collaudi; oltre tre ore di lavoro certosino per ribaltare il mosaico: il manufatto, ormai ancorato al sistema di movimentazione, è stato svincolato dalle staffe in ferro che lo tenevano fissato al muro ed è stato lentamente portato in posizione orizzontale. La graduale e uniforme rotazione è avvenuta grazie a un sistema costituito da due serie di quattro paranchi, ciascuno dotato di singole celle di carico. Presente anche un sistema di sensori in fibre ottiche, fissato sul telaio metallico che racchiude il mosaico. Durante le operazioni, è stato effettuato costantemente e in tempo reale il monitoraggio della distribuzione dei carichi sui singoli paranchi e delle eventuali deformazioni del telaio. Tutti i parametri sono stati abbondantemente contenuti nei limiti di sicurezza previsti in progetto. Il mosaico, ben assicurato all’interno di una sorta di sandwich (costituito in parte dal vecchio sistema di contenimento e in parte dal nuovo pannello di chiusura), non ha subito alcun tipo di stress.

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Il direttore Paolo Giulierini nel gruppo di operatori che ha portato a termine il ribaltamento del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

“Sono giorni di immensa soddisfazione e di particolare emozione”, dichiara il direttore del Museo Paolo Giulierini, “giorni che resteranno nella storia del Mann e che vogliamo condividere con i nostri visitatori. Il più celebre mosaico dell’antichità si è mosso, dopo oltre un secolo, e ora è possibile lavorare sulle malte di 2000 anni fa. La grande impresa procede grazie alla professionalità di una squadra straordinaria. Nella settimana in cui tagliamo il traguardo delle 500mila presenze nel 2023, invitiamo tutti i cittadini, oltre naturalmente ai tanti turisti attesi per le festività, a visitare il Mann per le due giornate di gratuità volute dal ministro Gennaro Sangiuliano: il 4 novembre, Giorno dell’unità Nazionale e delle Forze Armate e il 5, prima domenica del mese. Il pubblico troverà un Museo al gran completo e al lavoro. Il Mosaico di Alessandro Magno e Dario tornerà a risplendere come mai nessuno lo aveva visto. Lo avevamo promesso. E noi manteniamo sempre la parola data”.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale è arrivata la macchina per rovesciare il mosaico di Alessandro ed esplorarne la parte retrostante e il supporto ligneo: ecco tutti i dettagli della fase esecutiva di un restauro epocale ed indispensabile, visibile al pubblico

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La macchina per il ribaltamento del mosaico di Alessandro è arrivata nel cortile del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Alessandro Magno: dettaglio del grande mosaico della battaglia di Gaugamela, proveniente da Pompei e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

La “grande macchina” è arrivata oggi, 16 ottobre 2023, nel cortile del museo Archeologico nazionale di Napoli. Il restauro del mosaico di Alessandro entra nella fase decisiva. Il mosaico della Battaglia tra Alessandro Magno e Dario di Persia (333 a.C.), capolavoro iconico del Mann e tra i più celebri dell’antichità, è attualmente in restauro nelle sale della collezione Mosaici. Milioni di tessere ed una superficie di eccezionale estensione (5,82 x 3,13 m), proveniente dall’esedra della casa del Fauno, l’opera musiva scoperta nel 1831 è datata tra fine II/ inizi I sec. a.C. Questa speciale macchina è stata progettata per la movimentazione del mosaico, che sarà ribaltato in modo da rendere accessibile il retro dell’opera stessa e indagare lo stato di conservazione del supporto originale.

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Lo spostamento del Mosaico di Alessandro nel museo di Napoli nel 1917 (foto archivio mann)

Un’operazione simile, ma a movimento inverso, ha interessato il “gran musaico” quasi un secolo fa. Con un peso stimato di circa 7 tonnellate, era giunto da Pompei a Napoli, al Real Museo Borbonico, nel novembre del 1844, su un carro trainato da sedici buoi. Nel gennaio del 1845 le casse che lo contenevano furono aperte e l’opera ebbe la sua prima collocazione sul pavimento di una sala al piano terra. Dal 1916 fu spostato e sistemato dove si trova attualmente, a parete, nella sezione Mosaici, con una “macchina” in legno che lo sollevò in posizione verticale.

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La “macchina” per il ribaltamento del mosaico di Alessandro allestita per i collaudi (foto mann)

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I profilati metallici della “macchina” per il ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto mann)

Il sistema di movimentazione è costituito da un telaio spaziale di profilati metallici e tiranti di bilanciamento, cui sono ancorate due serie di quattro paranchi ciascuna e relative carrucole di rinvio. Celle di carico e sensori in fibra ottica consentono il monitoraggio continuo delle forze di tiro dei paranchi, in modo da garantire il bilanciamento ad ogni angolo di rotazione e consentire l’eventuale ricalibratura degli sforzi in funzione dello stato deformativo che viene rilevato istantaneamente. La movimentazione sarà manuale, al fine di consentire la continua e costante regolazione delle forze di tiro. Grazie a un cantiere ‘trasparente’ il pubblico e naturalmente la comunità scientifica potranno seguire una nuova ‘grande impresa’, nel nome di Alessandro Magno, che richiederà il ribaltamento della colossale opera.

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Restauratori al lavoro nel 2020 sul grande mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Marco Pedicini)

Il restauro del mosaico di Alessandro è articolato in più fasi, che vedono l’alternarsi di progettazione ed esecuzione dei lavori, per un tempo di esecuzione complessivamente pari a circa un anno. Mentre la complessa macchina sta lasciando l’officina di produzione, ci troviamo ora nella seconda fase esecutiva, che prevede appunto il ribaltamento del mosaico. A tal fine è necessario in primis assicurare gli ambienti sottostanti la sala 61, che ospita il mosaico, mediante un sistema di puntellatura tale da sostenere il surplus di carichi che andranno ad aggiungersi a quelli ordinari, ovvero il peso del mosaico ribaltato sul pavimento e quello del sistema di movimentazione. La sala 48, quindi, sottostante la 61 e facente parte della nuova collezione della Campania Romana, è stata liberata dalle opere ivi presenti, che sono state temporaneamente allestite nel corridoio 45, in modo da essere comunque fruibili dal pubblico. Nel Salone della Meridiana è stata realizzata una riproduzione del Mosaico, con ricostruzione del contesto della casa del Fauno qui esposto temporaneamente.

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Il grande mosaico della battaglia di Isso tra Alessandro Magno e Dario III dalla Casa del Fauno di Pompei, simbolo del Mann (foto Pedicini Fotografi)

Un restauro epocale e indispensabile. Nata come mosaico pavimentale, l’opera è da oltre un secolo collocata in verticale, scelta fatta in virtù della presunta derivazione iconografica da un dipinto su tavola, ipotesi largamente condivisa dalla comunità scientifica. Dietro la superficie musiva si conservano ancora gli strati di preparazione antichi, ovvero malte realizzate oltre duemila anni fa. Nel corso del tempo il mosaico è stato oggetto di interventi di manutenzione ordinaria, eseguiti prevalentemente dai restauratori del Museo, consistenti in riadesioni puntuali di tessere, velinatura di piccole lesioni che sono andate formandosi, altre operazioni necessarie. Lo stato conservativo è andato, tuttavia, gradualmente peggiorando, ragion per cui da circa una ventina di anni il mosaico è diventato una sorta di ‘sorvegliato speciale’: si sono susseguite indagini diagnostiche e proposte di intervento, finalizzate alla definizione di un restauro complessivo e non più limitato a interventi puntuali.

L’inaccessibilità del retro, infatti, non ha mai permesso di comprendere se e in che misura lo stato di conservazione delle malte originali è connesso ai fenomeni di degrado che si rilevano sulla superficie. Tali fenomeni consistono in: ampia depressione della superficie musiva nella parte centrale del mosaico, stato di generale e diffuso distacco delle tessere e della relativa malta di allettamento dagli strati preparatori sottostanti, rigonfiamenti puntuali in particolare lungo il perimetro, diffuse lesioni soprattutto in corrispondenza della citata depressione centrale. La scelta di intervenire anche sugli strati di preparazione che si trovano sulla parte posteriore del manufatto era pertanto improcrastinabile. Ne consegue che il ribaltamento del mosaico è una operazione propedeutica e necessaria alla esecuzione del restauro, per una conoscenza completa degli strati di sottofondo.

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Attività di diagnostica sul mosaico di Alessandro al Mann (foto Pedicini Fotografi)

La messa in sicurezza. L’attuale stato di fatto e i fenomeni di degrado sussistenti, con particolare riferimento al parziale distacco dagli strati sottostanti, hanno richiesto nel 2021 la messa in sicurezza dell’opera con una velinatura, finalizzata alla stabilizzazione della superficie che, come si desume dai rilievi diretti effettuati, risulta distaccata circa per l’80%. La scelta di una velinatura triplice è legata alla necessità di mettere in sicurezza il mosaico in vista della movimentazione.

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Maria Teresa Operetto, responsabile del restauro del mosaico di Alessandro, mostra al ministro Gennaro Sangiuliano le fasi dell’intervento (foto graziano tavan)

La squadra del restauro. Questa seconda fase, in continuità con la precedente, è condotta prevalentemente con professionalità interne al MiC, ricorrendo ad incarichi esterni solo per le competenze non rinvenibili all’interno dell’Amministrazione, con la collaborazione tra il Mann, l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e il parco archeologico del Colosseo, nonché per le indagini diagnostiche l’università del Molise e il Center for Research on Archaeometry and Conservation Science (CRACS), organizzazione accademica formata dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (DiSTAR) dell’università di Napoli “Federico II” e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie (DST) dell’università del Sannio di Benevento. La progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sono state invece oggetto di una procedura di gara aperta, a seguito della quale le prestazioni sono state aggiudicate, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ad un raggruppamento temporaneo di imprese. Il Progetto esecutivo del sistema di movimentazione meccanica del mosaico è di Studio Berlucchi srl in ATI con Regoli e Radiciotti srl ed Equilibrarte.

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La velinatura che copre il mosaico di Alessandro al Mann (foto graziano tavan)

Il cantiere trasparente. Il mosaico verrà restaurato in situ: il cantiere è stato allestito nelle sale espositive con la perimetrazione delle aree oggetto di intervento (sale 60 e 61) mediante pannellature e porte trasparenti e sarà quindi sempre direttamente visibile al pubblico. Solo nelle fasi in cui le lavorazioni da eseguire siano incompatibili con la presenza di visitatori – montaggio del sistema di movimentazione, uso di soventi, ecc. – le sale saranno chiuse al pubblico, ma sarà comunque garantita la visione delle attività in essere per mezzo di appositi supporti audiovisivi, tra cui un video, già installato, che descrive mediante simulazione tridimensionale le operazioni di ribaltamento del mosaico. Oltre la visione diretta del restauro, parte integrante della mostra stessa, saranno organizzati periodicamente focus con gli esperti. Il costo complessivo dell’intervento è pari a circa 700mila euro, in gran parte finanziato con Fondo Sviluppo e Coesione (Piano stralcio cultura e turismo 2014/2020, Delibera CIPE 3/2016), nella cifra è compresa la sponsorizzazione di 200mila euro offerta dall’emittente giapponese The Asahi Shimbun, prevista nell’ambito della collaborazione tra il Mann e il museo nazionale di Tokyo.