Paestum. Al museo Archeologico nazionale va in scena “Gli uomini che cantano le donne” di Sarah Falanga, ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Donne di Hera”
Giovedì 1° maggio 2025, alle 17, nella sala spazio pubblico del museo Archeologico nazionale di Paestum, va in scena “Gli uomini che cantano le donne”, ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Donne di Hera” promossa dai parchi archeologici di Paestum e Velia che evoca la straordinaria forza delle donne, poste sotto la protezione della dea Hera. Ci sorprendiamo spesso a canticchiare versi e note di canzoni che “ci fanno compagnia”. Questa è la storia di una donna comune, una di quelle che “Canta a squarciagola” ai concerti, per stordire la sua voce e la sua solitudine, è la storia di tutte le donne che cantano i versi di quegli uomini che le sanno “RACCONTARE”, è la storia di poeti ispirati dal femminile che nei loro versi diventa etereo, universale, è lo spettacolo scrigno degli “uomini poeti illuminati”, che aiutano le donne a conoscersi meglio, e delle donne che imparano a “cantarsi”, è un “grazie in musica” ai poeti scrutatori e rivelatori dell’animo, è uno scambio fantastico tra gli uomini canticchiati dalle donne e gli uomini che sanno cantare il femminile più profondo. Testo e regia dello spettacolo sono di Sarah Falanga, con Sarah Falanga, Raffaele Perfetto e la compagnia dell’Accademia Magna Graecia. Lo spettacolo è incluso nel biglietto di ingresso ai Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia.
Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale “Io, Anna Magnani? …l’essenza e la poesia di un mito”, ideato e interpretato da Sarah Falanga, secondo appuntamento della rassegna teatrale “Donne di Hera”, diretta da Sarah Falanga
I Parchi archeologici di Paestum e Velia, in collaborazione con l’Accademia Magna Graecia diretta da Sarah Falanga, promuovono, all’interno del museo Archeologico nazionale di Paestum, “Donne di Hera”, ciclo di spettacoli dedicati a grandi figure femminili della storia e della cultura. Il titolo della rassegna evoca la straordinaria forza delle donne, poste sotto la protezione della dea Hera. Gli spettacoli che vanno in scena sono stati scritti o riadattati da Sarah Falanga e prodotti unicamente per Paestum e hanno come soggetto i “Miti Moderni”, appartenenti già all’immaginario collettivo e descritti da una drammaturgia nuova e sorprendente. Domenica 6 aprile 2025, alle 17, si tiene il secondo appuntamento della rassegna con lo spettacolo “Io, Anna Magnani? …l’essenza e la poesia di un mito”, ideato e interpretato da Sarah Falanga, dedicato a una delle più grandi icone del cinema italiano. L’evento si svolge nell’ambito della prima domenica del mese, con ingresso gratuito per tutti.

“Anna, da sempre vicina, da sempre temibile, spaventosamente grande!”, scrive l’autrice e attrice Sarh Falanga. “È da sempre come una presenza quotidiana in casa attraverso racconti, film, ricordi, vecchi articoli di vecchi giornali, foto… Lo spettacolo è la scrittura della storia di un’attrice moderna che percorre “per pura coincidenza?” le stesse storie, le stesse esperienze emotive di Anna… “Nel mio delirio notturno ho scritto a ruota libera… Dovrò trasformare questo flusso di coscienza in uno spettacolo!” Io, attrice moderna che vive gli stessi umori di Anna, gli stessi drammi, le stesse ansie, gli stessi dolori, la stessa musica dell’anima… In scena due storie vicine, due donne che percorrono strade simili… Un tenore, un pianoforte ed un violino, veri ed unici intimi interlocutori… Atmosfere delicate, uniche, rarefatte, tra passato e presente…surreali, brillantemente reali e poi oniriche… Anna Magnani è il mio modello, tutto quello a cui cerco di avvicinarmi, naturalmente non nell’imitarla…essendo inimitabile! Anna – continua Falanga – è l’attrice naturale, il genio, l’istinto, la verità che l’attore, sia in teatro che al cinema, dovrebbe raggiungere. Come si fa? Credo con la perfetta fusione tra la tecnica (e perciò la perfetta conoscenza e metabolizzazione di essa) e l’istinto. Altro lavoro è trovare il vero istinto, trovare la propria verità e poi cercare il modo migliore per trasmetterlo al pubblico, mettendolo a servizio del personaggio. Il personaggio è vero, a mio parere, solo se l’attore rintraccia e riesce a far affiorare un’emozione vera. Del resto, quale sarebbe la differenza tra un interprete e l’altro di uno stesso personaggio se non la differenza delle loro umanità? Oltre ad essere per me l’esempio professionale, è anche la sintesi del mio animo contrastato, sofferente ed incompreso di donna (od aspirante tale!). Nel raccogliere curiosità su di lei, mi sono riconosciuta, per mia grande sorpresa, in alcuni aspetti della sua complessa ed affascinante personalità! Generosa con i più deboli, contraddittoria e poi fuori dagli schemi, alla continua ricerca di un amore che poi rifiuta inconsapevolmente e poi scarsamente convinta della sua forza, testarda e fintamente distaccata e severa. Una maschera sulla maschera strepitosa che era…che è! Lei è un mito poiché non conosce la morte. Il suo sguardo è vivo, come il suo esempio! Sono quasi certa – conclude Falanga – che lei non sospettasse neppure che a quarant’anni dalla sua morte (solo fisica!), molti stessero ancora ammirandola, chiedendosi come poter parlare nel modo giusto di lei! Io la sento vicina, mi rimprovera a volte… Ho paura di non renderle giustizia, di non saper trovare i modi, i mezzi per raccontarla al suo nuovo pubblico (magari a coloro che vedranno il “nostro” spettacolo!)”.
Come nasce lo spettacolo? “Lo spettacolo – spiega Falanga – nasce dall’esigenza di voler esplorare Anna “da dentro”, dal punto di vista di chi deve interpretare e ne sente l’ansia, l’emozione, la difficoltà, la responsabilità, il timore. Lo spettacolo nasce dalla voglia di portare tra la gente la sua forza, di farla conoscere ai più giovani, a tutti coloro che, a causa di certo spettacolificio malato del nostro tempo, ignorano o hanno dimenticato la forza del gusto, lo stile, il senso e la vocazione del mestiere dell’attore, lo studio… Lo spettacolo è una sperimentazione di meta-teatro. Nasce senza distanze dal pubblico, vive negli occhi del pubblico, vuole vivere di verità, non vuole filtri né protezioni…proprio come Lei! È uno spettacolo naturale, mai involgarito da espedienti di scene pompose o di scintillii gratuiti che stordiscano i testimoni del miracolo scenico. È tutto di immedesimazione di verità interpretativa, come avrebbe fatto Lei… rispetta l’aspetto sacrale del teatro, cerca la catarsi… “.
Paestum. Al museo Archeologico nazionale al via con “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele” la rassegna teatrale “Donne di Hera”, diretta da Sarah Falanga. Gli altri spettacoli in aprile

I parchi archeologici di Paestum e Velia, in collaborazione con l’Accademia Magna Graecia, diretta da Sarah Falanga, organizzano “Donne di Hera”, rassegna di teatro nel museo Archeologico nazionale di Paestum, che inizia domenica 23 febbraio 2025 con “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele”. Il titolo della rassegna evoca la straordinaria forza delle donne, poste sotto la protezione della dea Hera. Gli spettacoli che vanno in scena sono stati scritti o riadattati da Sarah Falanga e prodotti unicamente per Paestum e hanno come soggetto i “Miti Moderni”, appartenenti già all’immaginario collettivo e descritti da una drammaturgia nuova e sorprendente. Per questa stagione, anche in occasione di alcuni importanti anniversari, ad accomodarsi nel nostro “salotto teatrale”, vi saranno preziosissimi amici: Pino Daniele, Anna Magnani e le tre donne del Mito per eccellenza (Antigone, Elettra, Medea). Programma degli spettacoli: 23 febbraio 2025, “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele”; 6 aprile 2025, “Io Anna Magnani? – l’essenza e la poesia di un mito”; 26 aprile 2025, “TRILOGIA – Antigone, Elettra, Medea: l’intimo dissenso della modernità”. L’ingresso agli spettacoli è incluso nel biglietto dei Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia.

A museo Archeologico nazionale di Paestum lo spettacolo “PINUCCIA. Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja”, omaggio in prosa e musica a Pino Daniele (foto pa-paeve)
“PINUCCIA. Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja”, 23 febbraio 2025, alle 17: un omaggio in prosa e musica a Pino Daniele (a dieci anni dalla sua scomparsa). L’ironica storia di Pinuccia, nata il 19 marzo “miezz’ o puort ‘e Napule” mentre la nonna faceva il contrabbando. Nasce il giorno di San Giuseppe e, perciò, viene chiamata Pinuccia, per “devozione”.
Durante il parto, che avvenne in uno dei magazzini del porto, si sentiva di sottofondo la canzone “Napul è”, da poco pubblicata, mentre il padre veniva arrestato per un reato non commesso. Tutta la vita di Pinuccia sarà accompagnata e scandita, negli eventi salienti, dalle canzoni di Pino Daniele, del quale diventa fan appassionata. Lo spettacolo, tra prosa e musica, è una confessione divertente, dal sapore ironico e amaro, che trova il suo fulcro nel paradosso.

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