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La scoperta del tempio di Ciro vicino a Persepoli: un giallo dell’archeologia

Il prof. Pierfrancesco Callieri in azione a Tol-e Ajiori vcino a Persepoli, in Iran

Il prof. Pierfrancesco Callieri in azione a Tol-e Ajiori vcino a Persepoli, in Iran

Che si tratti proprio di un monumento achemenide (tempio?), innalzato da Ciro il Grande ispirandosi alla porta di Ishtar di Babilonia prima che Dario realizzasse la grande terrazza di Persepoli, monumentale palazzo-capitale, quello portato alla luce a un tiro di schioppo proprio da Persepoli? È molto probabile. Ma sono ancora molti i dubbi da chiarire su quell’imponente edificio achemenide scoperto nel 2011 a Tol-e Ajori, nel Fars, regione nel meridione dell’Iran, e che da allora costringe gli archeologi a modificare le ipotesi avanzate fino a quel momento, stupiti ogni volta da nuove rivelazioni dello scavo.

Rilievi achemenidi a Persepoli in Iran

Rilievi achemenidi a Persepoli in Iran

“Non ci resta che attendere le nuove, prossime campagne di scavo”. Ne è convinto Pierfrancesco Callieri, ordinario all’università di Bologna, co-direttore con Alireza Askari Chaverdi dell’università di Shiraz della missione archeologica a Persepoli, appena tornato in Italia dall’ultima campagna di scavo. Dopo il primo eclatante annuncio fatto dal collega co-direttore iraniano (vedi post del 3 novembre) Callieri svela in questa nostra intervista tutti i dettagli di una scoperta entusiasmante. Il diario di scavo della missionr diventa così un vero e proprio racconto giallo dell’archeologia con suspence, colpi di scena e finale ancora tutto da scrivere.

Qui cercheremo di raccontare la storia e lo sviluppo di questa avventurosa scoperta archeologica seguendo in qualche modo proprio il diario di scavo attraverso le parole di Callieri, che della ricerca restituiscono non solo i dati oggettivi ma anche emozioni, delusioni, certezze, dubbi.

(1 – continua. Nuovo post nei prossimi giorni)   

 

Vicino a Persepoli emerge un tempio achemenide con influssi babilonesi

Rilievi achemenidi a Persepoli in Iran

Rilievi achemenidi a Persepoli in Iran

Scoperto da una missione irano-italiana vicino a Persepoli un tempio costruito all’inizio del regno achemenide, sotto Ciro il Grande, con chiari influssi babilonesi. Che fosse achemenide il “grande edificio” che stava emergendo da uno degli innumerevoli sondaggi alla ricerca del nucleo abitato collegato, attivati nel comprensorio di Persepoli, l’imponente città-palazzo capitale degli Achemenidi nel cuore della regione di Fars (da cui il toponimo Persia) nel sud dell’Iran, lo aveva già intuito due anni fa Pierfrancesco Callieri dell’Università di Bologna, condirettore della missione irano-italiana impegnata a Persepoli, e ne aveva parlato a Rovereto alla Rassegna internazionale del Cinema archeologico.

Ciro il Grande

Ciro il Grande

Ora la conferma viene dal condirettore iraniano Alireza Asgari Chaverdi che fa il punto sull’andamento dello scavo, come riporta il quotidiano iraniano Teheran Times. “Si presume siano i resti un tempio dell’inizio dell’era achemenide”, spiega Chaverdi, “le rovine di un «enorme edificio» costruito sotto il regno di Ciro il Grande e venuto alla luce negli scavi condotti da una missione irano-italiana nei pressi di Persepoli”.

Ma in questi due anni il prosieguo dello scavo ha anche rivelato altri aspetti molto intriganti. Nella costruzione dell’edificio sono stati usati “migliaia di mattoni invetriati”, precisa il direttore della squadra di archeologi iraniani. La costruzione copre un’area di almeno 33×33 metri. Ma la vera curiosità, puntualizza Chaverdi, è che “i mattoni recano bassorilievi raffiguranti animali mitici della Persia e della Mesopotamia, la maggior parte dei quali sono simili a quelli usati sulla Porta di Ishtar (l’ottava della città interna) di Babilonia”.

La porta di Ishtar a Babilonia (oggi al Pergamon museum di Berlino)

La porta di Ishtar a Babilonia (oggi al Pergamon di Berlino)

“Un’iscrizione cuneiforme accadico-babilonese”, disegni e tecniche usate per decorare i mattoni, il “diffuso utilizzo del catrame nella costruzione dell’edificio”, i colori e i “motivi” decorativi “dimostrano che la struttura fu costruita durante il regno di Ciro il Grande”, afferma l’archeologo iraniano nel servizio del Teheran Times. A ulteriore riprova di questa ipotesi è il ritrovamento, con “vari disegni di loto”, di un “Mushussu, un dragone-serpente che simboleggia Marduk (una delle principali divinità babilonesi)”. Nel 539 a.C., dopo la conquista di Babilonia, ricorda l’archeologo iraniano, Ciro portò nel Fars gruppi di sacerdoti e artigiani babilonesi cui “consentì loro di costruire una struttura nella regione dove era collocata la fonte ideologica degli Achemenidi”: Persepoli. “La scoperta”, conclude Chaverdi, “solleva ora nuove questioni sul panorama religioso nella società achemenide: ossia se la comunità di prelati babilonesi fosse tollerata o meno durante il regno di Dario I, salito al trono nel 521 innescando molti cambiamenti religiosi.