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Pompei. Apre per un giorno l’ipogeo della grande Casa di Popidius Priscus, piccolo ma suggestivo ambiente che conserva nel suo antro due nicchie larario (edicole sacre) affiancate e un antico pozzo

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Serpenti agatodemonici (portatori di fortuna) dipinti sulle pareti del piccolo ipogeo della grande Casa di Popidius Priscus a Pompei (foto parco archeologico pompei)

A Pompei apre al pubblico, all’interno dell’iniziativa della Casa del Giorno, l’ipogeo della grande Casa di N. Popidius Priscus, il giovedì dalle 9.15 alle 16.20 con ultimo ingresso alle 16. La visita avverrà in maniera contingentata per un massimo di 3 persone alla volta. I visitatori saranno dotati di torcia. Raggiungibile attraverso una scaletta interna, il piccolo ma suggestivo ambiente sottoposto conserva nel suo antro due nicchie larario (edicole sacre) affiancate e un antico pozzo.

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Le due nicchie larario (edicole sacre) nel piccolo ipogeo della grande Casa di Popidius Priscus a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Sebbene occultate alla vista, le due nicchie regalano una vivacità e varietà di colori nelle ricche decorazioni conservate: in quella più grande è raffigurato un Genio che, con il capo velato e coronato di alloro, sta versando un’offerta su di un altare dalla patera (scodella) tenuta con la mano destra mentre, con la sinistra, stringe a sé una cornucopia. La figura del Genio è inquadrata da tre grosse ghirlande sospese.

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Dettaglio della nicchia larario con due lari e un’aquila sopra l’altare nel piccolo ipogeo della grande Casa di Popidius Priscus a Pompei (foto parco archeologico pompei)

La nicchia più piccola è, invece, caratterizzata dalla presenza di due Lari (protettori della casa) posti ai lati di un altare sovrastato da un’aquila ad ali spiegate; una ghirlanda fiorita chiude in alto la scena. Entrambi i Lari protendono verso l’altare una piccola situla (vaso) per raccogliere lo zampillo di vino che sgorga da un corno potorio.

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Un uccellino dipinto sulle pareti del piccolo ipogeo della grande Casa di Popidius Priscus a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Sulle pareti del piccolo ambiente ipogeo si stagliano, su un fondo bianco, le figure di altri animali: serpenti agatodemonici (portatori di fortuna) e uccelli di varie specie (un pavone, un cigno in volo, una colomba) associati a ghirlande, a rose, a fiori di loto e a cespugli di erba.

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Le strutture della grande Casa di Popidius Priscus da cui si accede all’ipogeo affrescato (foto parco archeologico pompei)

L’ambiente era un tempo parte di una dimora di modeste dimensioni che occupava questo punto dell’isolato prima della costruzione della grande domus di Popidius Priscus, che lo aveva inglobato. La casa si trova lungo il vicolo del Panettiere (civico 20 dell’insula 2 della Regio VII). I recenti scavi stratigrafici hanno consentito di ricostruire la storia edilizia dell’edificio che, tra il 130 ed il 120 a.C., occupò tutta la profondità dell’isolato superando anche la sensibile differenza di quota, circa 3 m, tra il fronte settentrionale e quello meridionale. Proprio per consentire l’estensione dell’abitazione verso sud ed il completamento del peristilio, furono creati spessi contrafforti in opera incerta riempiti di terra e detriti. La spesa per questi lavori fu sostenuta da un ramo della famiglia dei Popidii, come sembra attestare il rinvenimento di un’iscrizione osca e di un sigillo bronzeo che menzionano discendenti della gens.