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Castello di Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei aperta la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” che utilizza i reperti per disegnare il racconto di una delle più rivoluzionarie e incisive invenzioni culturali della storia dell’umanità. A giugno in un convegno una riflessione sull’alfabeto e i suoi aspetti antropologici

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Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Fkegrei, all’inaugurazione della mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (foto pa-fleg)

Se “la scrittura è la pittura della voce”, come ci spronava a immaginare Voltaire, la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (6 maggio – 30 giugno 2024), inaugurata nel suggestivo scenario della terrazza del Castello di Baia che sovrasta il museo Archeologico dei Campi Flegrei, trae ispirazione da questa affermazione. Se le lettere di un alfabeto possono essere immaginate come i colori nella tavolozza di un pittore, capaci di comporsi e armonizzarsi in una figurazione prima di tutto mentale e poi fonetica, l’esposizione utilizza i reperti per disegnare il racconto di una delle più rivoluzionarie e incisive invenzioni culturali della storia dell’umanità. “La mostra”, dichiara Fabio Pagano, direttore del Parco, “nasce da un progetto condiviso con Carlo Rescigno e Matilde Civitillo dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”. L’intento è quello di ribadire il ruolo centrale dei Campi Flegrei come centro propulsore di importanti innovazioni culturali nel mondo antico, di riflettere sui cambiamenti innescati nel momento in cui la scrittura ha iniziato a essere lo strumento essenziale per tramandare la memoria, ma anche di porsi domande sul ruolo della scrittura nel mondo di oggi e in quello di domani”.

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La terrazza del Castello di Baia sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei (foto pa-fleg)

La mostra invita il pubblico a immergersi nell’epoca in cui l’alfabeto giunse sulle rive cumane, circa 2700 anni fa, portato in dote dalle genti provenienti dalla Grecia. Il “compito” di narrare attraverso questo racconto è stato affidato a 35 reperti, provenienti dai maggiori musei archeologici italiani, la rivoluzione dell’introduzione dell’alfabeto greco a Cuma e le conseguenze sulle culture dell’Italia antica.

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Uno dei reperti esposti nella mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (foto pa-fleg)

A corollario della mostra, il 13 e 14 giugno 2024, il convegno “La voce, il segno e il mezzo. Percorsi e trasformazioni della comunicazione tra oralità, scrittura e media differenti”, con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri, approfondirà quanto proposto a livello divulgativo attraverso una riflessione sull’alfabeto, i suoi aspetti antropologici e le testimonianze delle trasformazioni imposte dal mutamento dei media e della comunicazione sia scritta che verbale.

Castello di Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei apre la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma”: 35 reperti da tutta Italia esplorano il mondo dell’alfabeto e del suo impatto sui processi culturali nel mondo antico

baia_castello_mostra-la-pittura-della-voce-l-alfabeto-prima-e-dopo-cuma_locandinaDa dove arrivava quell’alfabeto giunto circa 2700 anni fa sulle rive cumane e portato in dote dalle genti provenienti dalla Grecia? Quali conseguenze culturali, sociali e politiche ebbe questo approdo sulle comunità locali? Cosa successe dopo? Verso quali strade e forme si diressero i caratteri portati dall’Eubea? Queste domande, affascinanti e cruciali per comprendere l’evoluzione della cultura e della società dell’Italia antica trovano risposta in una serie di oggetti, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani, recanti iscrizioni di varia natura, redatte con alfabeti diversi ma strettamente interconnessi, esposti nella mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” che apre lunedì 6 maggio 2024, alle 16, al Castello di Baia, sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei, e resterà aperta al pubblico fino al 30 giugno 2024. Interverranno Massimo Osanna (direttore generale Musei) e Rosanna Romano (direttore generale per le politiche culturali e il turismo, Regione Campania). La mostra nasce da un progetto condiviso tra il parco archeologico dei Campi Flegrei e l’università della Campania “Luigi Vanvitelli” di un progetto coordinato dal direttore del Parco, Fabio Pagano, e da Matilde Civitillo e Carlo Rescigno, docenti dell’Università “Vanvitelli”. L’intento è quello di ribadire il ruolo centrale dei Campi Flegrei come centro propulsore di importanti innovazioni culturali nel mondo antico, di riflettere sui cambiamenti innescati nel momento in cui la scrittura ha iniziato a essere lo strumento essenziale per tramandare la memoria, ma anche di porsi domande sul ruolo della scrittura nel mondo di oggi e in quello di domani.

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L’acropoli di Cuma nell’area archeologica del parco (foto parco campi flegrei)

Il museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia sarà il palcoscenico di un’affascinante esplorazione nel mondo dell’alfabeto e del suo impatto sui processi culturali nel mondo antico. “Abbiamo voluto raccontare l’introduzione dell’alfabeto greco a Cuma e ricordare la centralità dei Campi Flegrei come ponte di contatto tra mondi e vettore di innovazione culturale”, spiegano al Parco. “Per farlo ci siamo affidati a 35 splendidi reperti, provenienti da importanti musei Archeologici italiani, per la prima volta in mostra insieme nel museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia. Un viaggio tra le righe nelle culture dell’Italia antica”.