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#iorestoacasa. Il Castello del Buonconsiglio a Trento propone un nuovo video per far conoscere i segreti del castello, chiuso per emergenza coronavirus: Laura Dal Prà ci svela il segreto della dama col garofano

Il nuovo appuntamento con #buonconsiglioadomicilio è dedicato a un particolare fiore: il garofano. Il direttore del museo Laura Dal Prà, attraverso alcune opere custodite nelle collezioni museali, ci racconta il significato della presenza di questo fiore nell’iconografia del passato. Scopriremo cosi che il garofano era simbolo d’amore e della promessa di fedeltà coniugale.

Dama con il garofano: affresco staccato oggi al castello del Buonconsiglio (foto Buonconsiglio)

Nel 1981 fu donato al museo del Buonconsiglio dagli allora proprietari un piccolo affresco staccato da un palazzo di via Belenzani di Trento: è la dama col garofano che nasconde un segreto. “L’opera – spiega Dal Prà – è una splendida prova di un artista lombardo dei primissimi anno del Quattrocento. È una dama da un volto delicatissimo, giovane, con chiome bionde racchiuse all’interno di una raffinata acconciatura fatta da nastri rossi molto belli. Anche l’abbigliamento è molto ricercato con la manica che si allunga sul polso fino a coprire le dita della mano fino alle dita: un abbigliamento che rispecchia una cultura nobile. Ma è interessante soprattutto quello che la giovane dama trattiene nella sua mano: un piccolo fiore rosso, un garofano, un fiore che era già conosciuto dall’antichità ma diventa di moda nel corso del Medioevo nell’Occidente europeo quando diventa simbolo della promessa coniugale, simbolo dell’amore e dell’impegno proprio tra marito e moglie. Quindi un elemento molto interessante di una cultura cortese cavalleresca”.

Dama con garofano all’orecchio: dipinto conservato a Castel Thun (foto Buonconsiglio)

Il garofano lo troviamo raffigurato – più di cento anni dopo – in un dipinto che si conserva a Castel Thun dove un’altra dama, ma ovviamente abbigliata in maniera diversa, ha lo stesso fiorellino rosso, un garofano, sull’orecchio. Per capire questo dettaglio Dal Prà ricorda un aneddoto: “Sappiamo che nel 1477 il giovanissimo Massimiliano d’Asburgo, che poi diventerà l’imperatore Massimiliano I, conosce per la prima volta la sua futura sposa Maria di Borgogna che ha due anni più di lui. Ebbene, nell’incontro, secondo il galateo fiammingo ma anche della cultura tedesca, il giovane si impegna a ricercare il fiore di garofano che Maria di Borgogna – come appunto da tradizione – ha nascosto sotto il suo corpetto. Quindi sappiamo che questo garofano è veramente al centro di una simbologia molto importante nel tardo Medioevo”.

A Feltre viaggio alle origini della città: il 2 giugno aperta eccezionalmente l’area archeologica sotto il Duomo. Aperto anche il Teatro de la Sena: la “Piccola Fenice”

L'area archeologica sotto la piazza del duomo di Feltre, aperta al pubblico anche il 2 Giugno

L’area archeologica sotto la piazza del duomo di Feltre, aperta al pubblico anche il 2 Giugno

A Feltre basta scendere solo di pochi metri sotto la piazza del Duomo per avventurarsi in un viaggio indietro nel tempo di duemila anni. E il 2 Giugno, anche se è lunedì, giorno di solito di chiusura settimanale, per la Festa della Repubblica, sarà possibile regalarsi questo viaggio del tutto gratuito alle origini di Feltre grazie all’apertura straordinaria dell’area archeologica di Feltre, in via A. Vecellio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Sotto la piazza del duomo di Feltre si riscoprono i quartieri della città in epoca romana

Sotto la piazza del duomo di Feltre si riscoprono i quartieri della città in epoca romana

Su una superficie di circa mille metri quadri, sotto la piazza del Duomo, si apre infatti al visitatore un’area archeologica di eccezionale interesse, che conserva le testimonianze delle fasi più antiche della città, dall’epoca preromana al primo medioevo. La maggior parte delle strutture a vista risalgono ad epoca romana e appartengono ad un quartiere urbano che si sviluppava sulle pendici meridionali del colle, all’incrocio di due strade lastricate. Oltre a resti di edifici privati con vani adibiti a botteghe (a nord), si conservano parzialmente un edificio con sistema di riscaldamento ad ipocausto (a est) e una grande costruzione con pavimenti in marmo e in mosaico, identificabile con la sede (schola) di alcune importanti associazioni professionali (a ovest).

Dopo la fase romana, è attestato un edificio connesso alla più antica sede episcopale di Feltre

Dopo la fase romana, è attestato un edificio connesso alla più antica sede episcopale di Feltre

Il rilievo dell'area archeologica di Feltre

Il rilievo dell’area archeologica di Feltre

Successivamente al collasso della città romana, nell’area si sviluppò un grande edificio di forma stretta ed allungata, con orientamento obliquo rispetto all’impianto precedente; datato all’VIII-IX sec. d.C., esso va probabilmente connesso con la più antica sede episcopale della città come suggeriscono tipologia, dimensione e qualità della costruzione e la vicinanza alla cattedrale. Più tarda (fine XI – XII secolo) è la costruzione di un battistero a pianta circolare, di cui si conservano poco più che le fondazioni, con sette pilastri sull’anello interno e abside a ferro di cavallo. In epoca successiva, tutta l’area fu destinata ad un utilizzo funerario.

Il Teatro de la Sena di Feltre è ospitato al primo piano del Palazzo della Ragione

Il Teatro de la Sena di Feltre è ospitato al primo piano del Palazzo della Ragione

Il teatro de la Sena. L’apertura straordinaria dell’area archeologica non è l’unica opportunità che il 2 Giugno, Festa della Repubblica, offre la città di Feltre. Apre infatti eccezionalmente di lunedì (orario: 10.30-12.30 e 16-19; ingresso 1 euro) anche il Teatro de la Sena, ovvero “della scena”, che è ospitato al primo piano del Palazzo della Ragione, edificio riedificato dopo la distruzione del 1510 da parte delle truppe di Massimiliano d’Asburgo e caratterizzato dal loggiato palladiano del 1558. Si presenta con un imponente loggiato palladiano e al centro del porticato, una scalinata conduce al grande salone centrale utilizzato per le riunioni dei 70 Nobili del “Maggior Consiglio”. Ma poiché vi era solamente un caminetto insufficiente per riscaldare uno stanzone così grande e anche la luce non era soddisfacente, si decise quindi di spostare le riunioni nell’attuale Sala del Consiglio.

Il salone fu ristrutturato nel '700 dallo stesso architetto che realizzò la Fenice a Venezia

Il salone fu ristrutturato nel ‘700 dallo stesso architetto che realizzò la Fenice a Venezia

Il salone fu destinato a pubblico teatro nel 1684 con la costituzione di un Teatro Sociale a due ordini di palchetti di proprietà privata, appartenenti a famiglie nobili e cittadine. Già dal 1621 vi si teneva “…una Sena (scena) per recitar commedie in Carnevale”. Nel XVIII secolo l’attività fu intensa. Nel 1729 Carlo Goldoni vi rappresentò “Il buon padre” e “La cantatrice”. Nel 1741 fu aggiunto un terzo ordine di palchetti. Nel 1802 l’architetto veneziano Gianantonio Selva, già vincitore del concorso per la progettazione della Fenice di Venezia, fu incaricato della radicale ristrutturazione dell’ambiente. Le decorazioni pittoriche, tra le quali spiccano il sipario e il soffitto a velario, furono eseguite invece nel 1843 da Tranquillo Orsi, autore nel 1837 delle decorazioni neoclassiche della Fenice. L’appellativo di “Piccola Fenice” attribuito al teatro di Feltre era in uso ancor prima dell’incendio del famoso teatro veneziano. Tale denominazione venne adottata perché sia il progettista che il decoratore sopraccitati erano gli stessi che realizzarono La Fenice di Venezia. Il teatro fu chiuso nel 1929 perché non rispondente alle moderne normative di sicurezza pubblica. Nel 1971, dopo una campagna di sensibilizzazione della locale sezione di Italia nostra, furono avviati i primi interventi di restauro che si protrassero con alterne vicende fino agli anni ‘90. Oggi il Teatro della Sena offre al visitatore l’opportunità unica di entrare nella perduta Fenice.