Roma. Apre a Palazzo Caffarelli ai musei Capitolini la mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori”, il grande evento 2020 più volte rinviato causa Covid-19: 96 marmi, selezionati dalla celebre collezione Torlonia la quale torna così finalmente visibile al pubblico. Alla presentazione il ministro Franceschini


La locandina della mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori” a Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini
Giusto un anno fa veniva annunciata come l’evento dell’anno per il 2020 a Roma: è la mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori” a Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini al Campidoglio: una inedita esposizione di 96 marmi, selezionati dalla celebre collezione Torlonia la quale torna così finalmente visibile al pubblico. Uno dei progetti di mostra più prestigiosi, per partecipazioni istituzionali, valore scientifico ed eccezionalità dell’occasione, nella programmazione di Electa che, oltre a pubblicarne il catalogo, cura l’organizzazione e la promozione. La mostra era programmata dal 25 marzo 2020 al 10 gennaio 2021. Poi venne il coronavirus. E tutto è cambiato. Prima la vernice era stata “aggiornata” con grande ottimismo al 4 aprile 2020. Poi, visto l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria e il lockdown, si era parlato di settembre 2020. Ora ci siamo. E stavolta sembra quella giusta: la mostra sarà aperta dal 14 ottobre 2020 al 29 giugno 2021. E lunedì 12 ottobre 2020, alla presentazione ufficiale (che si potrà seguire in streaming dato il contingentamento e le restrizioni anti Covid-19) ci sarà anche il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini, con il sindaco di Roma Virginia Raggi, il presidente della Fondazione Torlonia Alessandro Poma Murialdo, e il curatore della mostra Salvatore Settis.
La mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces / I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori” è il risultato di un’intesa del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo con la Fondazione Torlonia; e nello specifico, per il ministero, della direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio con la soprintendenza Speciale di Roma. Il progetto scientifico di valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis, curatore dell’esposizione con Carlo Gasparri. Il progetto di allestimento della collezione Torlonia è di David Chipperfield Architects Milano. Bvlgari è main sponsor del restauro delle opere esposte. La mostra è allestita nella sede espositiva dei musei Capitolini a Palazzo Caffarelli, tornata alla vita grazie all’impegno e al progetto della sovrintendenza di Roma Capitale. La scelta della sede è stata dettata dal proposito di incentrare il percorso espositivo sulla storia del collezionismo: un aspetto sotto il quale la vicenda del Museo Torlonia alla Lungara (fondato dal principe Alessandro Torlonia nel 1875), che conta 620 pezzi catalogati, appare di eccezionale rilevanza. Questa raccolta si presenta infatti come una collezione di collezioni o, meglio, come uno spaccato altamente rappresentativo e privilegiato della storia del collezionismo di antichità in Roma dal XV al XIX secolo. I marmi Torlonia, restaurati nei Laboratori Torlonia, sono raccontati in una serie di video su collezione ed esposizione, disponibile al link https://www.fondazionetorlonia.org/channel/.


Collezione Torlonia. Gruppo di sculture restaurate: in primo piano statua di guerriero inginocchiato e statua di Afrodite, replica della Venere Medici (foto Lorenzo De Masi / Fondazione Torlonia)
L’esposizione si articola come un racconto, in cinque sezioni, in cui si narra la storia del collezionismo dei marmi antichi, romani e greci, in un percorso a ritroso che comincia con l’evocazione del museo Torlonia, fondato nel 1875 dal principe Alessandro Torlonia, e rimasto aperto fino agli anni Quaranta del Novecento. La sezione successiva riunisce i rinvenimenti ottocenteschi di antichità nelle proprietà Torlonia. La terza sezione rappresenta le forme del collezionismo del Settecento, con le sculture provenienti dalle acquisizioni di Villa Albani e della collezione dello scultore e restauratore Bartolomeo Cavaceppi. A seguire, una selezione dei marmi di Vincenzo Giustiniani, uno dei più sofisticati collezionisti romani del Seicento, e per finire pezzi da collezioni di famiglie aristocratiche del Quattro e Cinquecento. La mostra termina con un affaccio sull’esedra dei musei Capitolini dove sono riuniti la statua equestre del Marco Aurelio, la lupa romana e i bronzi del Laterano che Sisto IV nel 1471 donò alla città. Un nesso importante con il museo che gli antichi busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi in mostra creano: riflesso di un processo culturale in cui Roma e l’Italia hanno avuto un primato indiscutibile.
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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