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Firenze. Al polo didattico del dipartimento SAGAS dell’università – e on line su YouTube – il workshop “Il patrimonio archeologico siriano: protezione e progettualità”. Ecco il programma

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Giovedì Il 23 gennaio 2025, alle 15, in presenza nell’Aula 8 del polo didattico di via Capponi 9, del dipartimento SAGAS – Storia Archeologia Geografia Arte e Spettacolo dell’università di Firenze, e on line sul canale YouTube del SAGAS, si tiene il workshop “Il patrimonio archeologico siriano: protezione e progettualità”. Il workshop organizzato dall’università di Firenze all’interno della Syrian Heritage Week ha come obiettivo principale quello di suggerire possibili linee di azione e interventi progettuali che tengano conto delle condizioni attuali del Paese: la presentazione di progetti sul campo rimasti attivi, il contributo di ricercatori siriani in ambito archeologico e l’esperienza maturata in interventi di salvaguardia e formazione professionale in paesi nella stessa area intendono offrire spunti utili per il confronto e la discussione. Il ricchissimo patrimonio archeologico siriano non solo ha dato agli studiosi del settore grandi quantità di dati fondamentali per la ricostruzione delle società antiche, ma le sue imponenti vestigia, ancora evidenti, hanno costituito e tutt’oggi costituiscono sul territorio un visibile e cruciale elemento identitario per la popolazione e un fattore determinante per lo sviluppo del paese sia in ambito economico sia in quello della ricerca archeologica.

IL PROGRAMMA. Saluti istituzionali: 15, per l’ateneo, un rappresentante del rettorato; per il dipartimento, Fulvio Cervini, vicedirettore del dipartimento SAGAS; per l’ambasciata d’Italia a Damasco, S.E. Stefano Ravagnan; per il DGAM, il direttore generale, Anas Haj Zeidan (da confermare). RILEVANZA DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO SIRIANO: 15.30, Stefania Mazzoni, archeologa, università di Firenze. ATTIVITÀ RECENTI IN SIRIA SITI E TERRITORIO, dalle 15.45 alle 16.45. EBLA: Davide Nadali, archeologo, università Sapienza di Roma. AMRIT: Corrado Alvaro, topografo, Sapienza università di Roma; Mariacarmela Montesanto, archeologa, università di Firenze. MOZAN: Hiba Qassar, museografa, Urkesh Project. AL-SHAMIYAH, Ahmad Deeb, archeologo, Damasco. MUSEI E COMUNITÀ, dalle 16.45 alle 17.45. AFIS: Candida Felli, archeologa, università di Firenze. DAMASCO: Ibrahim Ahmad, archeologo, università di Firenze. ALEPPO: Marina Pucci, archeologa, università di Firenze. ALEPPO E DINTORNI: Ugo Tonietti, architetto, università di Firenze, Società Restruere HERITAGE E COMUNITÀ, Ali Ahmad, storico, università di Firenze. BEST PRACTICES PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO IN PAESI DELL’AREA, dalle 17.45 alle 18.30. AFGHANISTAN, HERAT E BAMIYAN, Mirella Loda, geografa, università di Firenze. GIORDANIA, SHOBAQ, Michele Nucciotti, archeologo, università di Firenze. AFGHANISTAN, Arash Boostani, ingegnere, università  di Firenze, ReStruere. DISCUSSIONE: 18.30-19.

A Firenze Archeofilm anteprima nazionale del film “Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois: la storia vera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 hanno portato in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del Museo di Aleppo. Una statua restaurata dall’università di Firenze

L’incredibile salvataggio delle opere d’arte del museo Archeologico nazionale di Aleppo, in Siria, dalle bombe e dalla distruzione della guerra civile, nel docufilm sugli “angeli dell’arte” dai toni thriller “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 73’), in anteprima nazionale a “Firenze Archeofilm”, venerdì 4 marzo 2022, alle 21, al Cinema La Compagnia. Per la prima volta viene mostrata al pubblico l’opera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 ha permesso di portare in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del museo di Aleppo, e scongiurando il disastro avvenuto al museo di Baghdad: gli “angeli dell’arte” del museo vengono filmati mentre imballano i reperti con i propri vestiti, costruiscono muri per nascondere le statue ai saccheggiatori, arrivando a trasferire 24mila reperti da Aleppo a Damasco, grazie a camion di fortuna.

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Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois

Custodi, archeologi, guardie museali sono, loro malgrado, attori-eroi nel film evento di Olivier Bourgeois, girato all’apice dell’ultimo conflitto siriano, mentre la guerra civile infuria. Volti di donne e uomini disperati quanto tenaci “sfilano” incuranti delle telecamere così come della grandine dei proiettili mentre si dirigono ogni giorno verso il museo affrontando come in una moderna via crucis il fuoco dei cecchini, spesso dormendo in terra nello stesso museo, nel tentativo di portare a termine il salvataggio delle opere. Ci riusciranno. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti, nel risorto museo di Aleppo. Il titolo del film-evento che arriva ora in Italia è un omaggio a Ciriaco d’Ancona, il più prolifico studioso delle antichità greche e romane del XV secolo, riconosciuto come uno dei padri fondatori dell’archeologia classica moderna. Ciriaco d’Ancona aveva giurato a sé stesso di salvare le antichità condannate a scomparire. Proprio come hanno fatto i protagonisti del film.

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La statua di ‘Ain et-Tell, sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., distrutta nel cortile del museo Archeologico nazionale di Aleppo in Siria (foto AV / giunti)

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La verifica del danno della statua di ‘Ain et-Tell, sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., all’università di Firenze (foto AV / giunti)

Tra i protagonisti dei restauri post-bellici anche l’università di Firenze che ha fatto risorgere dalle macerie una straordinaria statua del IX sec.  a.C.  La professoressa Marina Pucci (università di Firenze): “Il testamento di Ciriaco ci ha fatto rivivere quei terribili momenti ma anche il sospirato lieto fine”. Una bellissima statua di oltre due metri e risalente al IX sec. a.C. colpita e spezzata in tre parti giace nel cortile del museo Archeologico di Aleppo. Un ordigno l’ha centrata in pieno durante l’ultimo conflitto civile siriano. Il volto è danneggiato. Ma non tutto è perduto. Scende in campo l’università di Firenze che da più di sessant’anni, sotto l’egida del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, porta avanti progetti di tutela restauro e valorizzazione dei monumenti legati a questo territorio così martoriato. Fanno parte del gruppo Unifi: Marina Pucci (direzione), Gianluca Buonomini (restauratore), Stefano Sarri (restauratore museo Archeologico nazionale Firenze), Margherita Carletti (documentazione), Corrado Alvaro (grafica pannelli, documentazione). La statua viene restaurata nell’ambito di due recenti missioni, nell’ambito del progetto “Still Standing” promosso dal dipartimento SAGAS e grazie all’équipe coordinata dalla professoressa Marina Pucci. Il risultato è sorprendente.  La scultura è quella di ‘Ain et-Tell, raffigura un sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., in un periodo politico in cui la città faceva parte di entità politiche regionali. Dichiara la professoressa Pucci: “Fare qualcosa di concreto per la città, aiutare a esaudire il desiderio dei colleghi e della comunità locale di tornare a occuparsi di altro che non fosse la mera sopravvivenza ci ha fatto dimenticare la mancanza di corrente elettrica, il muoversi tra edifici distrutti, le difficoltà di reperire i materiali”.

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Gruppo di lavoro dell’università di Firenze impegnato nel restauro della statua di ‘Ain et-Tell dal museo Archeologico nazionale di Aleppo (foto AV / giunti)

Il film “Il testamento di Ciriaco” di Oliverier Bourgeois, in prima nazionale al Firenze Archeofilm, documenta in presa diretta i momenti disperati dell’impresa che ha portato al salvataggio di oltre ventimila reperti facendo rivivere emozioni contrastanti a chi si è trovato a operare in quei momenti. Conclude la Pucci: “È stata un’infinita soddisfazione. Quel giorno di ottobre 2021, quando il velo che la copriva è caduto mostrando al pubblico il re di ‘Ain et Tell restituito alla sua maestà, la gioia e l’entusiasmo dei presenti, ragazzi delle scuole, insegnanti, uomini in divisa e no, donne velate o meno, ministri e quant’altro, ha dimostrato il valore assoluto che il passato di una comunità, specialmente una comunità ferita, rappresenta per le sue componenti. La percezione di aver contribuito a tutto questo dà un senso al lavoro di tutti noi”.