Torino. Al museo Egizio è iniziato il trasloco delle opere destinate alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” nella Basilica palladiana di Vicenza

Sistemazione nelle casse delle opere del museo Egizio di Torino per la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” a Vicenza (foto museo egizio)

Imballaggio delle opere del museo Egizio di Torino per la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” a Vicenza (foto museo egizio)
Destinazione Vicenza. Da qualche giorno è iniziato il trasloco dal museo Egizio di Torino di quelle opere destinate alla grande mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” che apre il 22 dicembre 2022 nella Basilica palladiana di Vicenza.

Locandina della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023
Tutte le opere, dopo un attento esame del loro stato di conservazione, vengono avvolte in uno strato di carta velina che protegge la superficie da abrasioni e dal contatto con gli altri materiali di imballaggio; successivamente vengono posizionate in casse, in alloggiamenti fatti su misura per ogni singola opera. Questi alloggiamenti sono realizzati con ETHAFOM, polietilene espanso, o da uno strato di gommapiuma. Infine, i reperti vengono bloccati in modo che non possano muoversi durante il trasporto e la cassa viene chiusa per essere riaperta solo all’arrivo alla destinazione.

Lo spostamento della triade Amon e Mut tra Ramses II dal museo Egizio di Torino con destinazione Vicenza (foto museo egizio)

L’imballaggio della triade Amon-Ramses II-Mut al museo Egizio di Torino per la spedizione a Vicenza (foto museo egizio)
Tra queste opere c’è la triade col dio Amon e la dea Mut che abbracciano il faraone Ramesse II, al centro. Un’opera molto pesante. “Per poterle sollevare con la gru a portale”, spiega Marco Rossani, responsabile Collection Management, “sono necessarie delle cinghie della resistenza adatta che lavorano sulle aree solide della statua. Per far sì che la cinghia non crei danni la si ricopre con tessuti speciali e poi tutta la scultura viene rivestita con una pellicola di plastica. A questo punto – continua-, i tecnici devono essere molto bravi a imbragare nel modo giusto la scultura e centrare bene il suo baricentro in modo che non si sbilanci mentre viene movimentata; in questo caso viene posta direttamente sulla base della cassa su cui viaggerà. Il resto della cassa gli viene costruito tutt’attorno: una volta messo il primo guscio della cassa, la scultura viene bloccata all’interno con delle ghigliottine sagomate sulla forma della scultura stessa. A quel punto, chiuse le ghigliottine, si chiude il secondo guscio e la cassa può essere movimentata con un transpallet (un muletto manuale)”.
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