Pubblico e Privato nei beni culturali: rivedere le regole per il futuro dopo il lockdown. Convegno on line della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali
Quale collaborazione può esserci tra pubblico e privato nel settore dei beni culturali? In che modo rendere conciliabili le necessità di valorizzazione e tutela del nostro patrimonio con le aspettative dell’impresa che se ne assume oneri e rischi? Alla luce del contesto emergenziale che ha contraddistinto questo periodo storico, il controverso rapporto tra pubblico e privato nella gestione del patrimonio culturale richiede una nuova prospettiva, insieme all’approfondimento delle norme che disciplinano i rapporti di partenariato. Se ne discute il 25 giugno 2020, con un convegno online organizzato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, nel corso del quale sarà presentato il volume curato da Alfredo Moliterni “Patrimonio culturale e soggetti privati. Criticità e prospettive del rapporto pubblico-privato” (Editoriale Scientifica, 2019). L’incontro si terrà il 25 giugno 2020, alle 15.30, sulla piattaforma di formazione a distanza della Fondazione, all’indirizzo fad.fondazionescuolapatrimonio.it. Al termine del convegno, dalle 17.15 alle 17.45, spazio alle domande e ai commenti. L’iscrizione è gratuita e fino a esaurimento posti disponibili. Insieme all’autore partecipano all’evento Marco D’Alberti, presidente del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici; Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino; il Consigliere di Stato Paolo Carpentieri; il responsabile dipartimento Cultura e turismo dell’ANCI, Vincenzo Santoro; e Giovanna Barni, presidente CoopCulture e Co-presidente della Alleanza delle cooperative italiane cultura. Dopo i saluti di Carla Di Francesco, commissario straordinario della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, introdurrà l’incontro Carla Barbati, del consiglio scientifico Fondazione. Le conclusioni saranno invece affidate a Lorenzo Casini, capo di Gabinetto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Partecipanti dalle sensibilità e visioni diverse, insieme ai quali si tenterà di trovare i punti di equilibrio di un sistema che deve reagire all’indomani dell’emergenza pandemica. “Ci sono opinioni molto diverse sul ruolo del privato nella gestione dei beni culturali. Ma non v’è dubbio che di fronte alle difficoltà attuali è quanto mai necessario un nuovo patto pubblico-privato che possa aiutare a recuperare tutte le energie di cui il sistema ha bisogno, in un quadro chiaro di responsabilità e ruoli”, interviene Carla di Francesco. “La complessità non sta solo nel trovare una sintesi tra posizioni diverse, ma risiede nella normativa stessa, stratificata e frammentata, anche in ragione della pluralità delle fonti di disciplina, non riducibili al solo Codice dei beni culturali” aggiunge Carla Barbati. “Serve una riflessione anche per le future scelte del legislatore, che sarà chiamato a fare la sua parte”.
Riforma Franceschini: nominati i dieci nuovi direttori di musei e parchi archeologici. Sono italiani, archeologi e storici dell’arte, con esperienza internazionale
Archeologi e storici dell’arte chiamati per la Riforma Franceschini dalla commissione presieduta da Paolo Baratta, con Lorenzo Casini (ordinario di diritto amministrativo della Scuola IMT Alti studi di Lucca), Keith Christiansen (storico dell’arte e curatore capo del Department of Eurepean Paintings del Metropolitan Museum of Art di New York), Claudia Ferrazzi (consigliere di Amministrazione del Louvre-Lens) e Michel Gras (archeologo e direttore di ricerca del Centre national de la recherche scientifique di Parigi): con la selezione internazionale per i direttori dei 10 grandi musei e parchi archeologici italiani si è infatti conclusa la seconda fase della riforma, che ha interessato il museo Nazionale romano, il complesso monumentale della Pilotta a Parma, il museo della Civiltà di Roma, il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, il museo storico e il parco del Castello di Miramare a Trieste, il parco archeologico dei Campi Flegrei a Napoli, il parco archeologico dell’Appia antica a Roma, il parco archeologico di Ercolano a Napoli, il parco archeologico di Ostia antica a Roma, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Due dei 10 nuovi direttori rientrano in Italia dopo un’esperienza professionale all’estero: si tratta di Andreina Contessa, scelta per il Castello di Miramare di Trieste, che arriva dal Nahon Museum of Italian Jewish Art di Gerusalemme, e Simone Verde scelto per dirigere la Pilotta a Parma, che viene dal Louvre di Abu Dhabi. Sei dei nuovi direttori sono archeologi e quattro storici dell’arte, mentre sei, tre funzionari e tre dirigenti, provengono dal Mibact. “Con queste 10 nomine di grande levatura scientifica”, interviene il ministro Franceschini, “sono state riconosciute le eccellenze italiane, con particolare riferimento all’archeologia e alla storia dell’arte. La commissione ha fatto un grande lavoro e ha offerto al direttore generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, e a me la possibilità di scegliere in terne di assoluto valore. I nuovi direttori sono italiani con elevata professionalità nella direzione del patrimonio culturale, con alcuni che tornano nel nostro Paese dopo importanti esperienze all’estero”. Il ministro ha scelto il direttore del museo nazionale Romano, mentre il dg Soragni ha scelto i direttori degli altri 9 musei e parchi archeologici. Vediamo le dieci schede.
MUSEO NAZIONALE ROMANO (ROMA): Daniela Porro, storica dell’arte. Entrata nel 1985 al Mibact dove dal 2009 è dirigente storico dell’arte. Dal 2012 al 2015 ha diretto la soprintendenza speciale per il Patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Roma. Dal 2015 è segretario regionale del Lazio. È considerata tra i dirigenti più esperti nel settore museale.
COMPLESSO MONUMENTALE DELLA PILOTTA (PARMA): Simone Verde, storico dell’arte. Dal 2014 è responsabile della ricerca scientifica e della produzione editoriale del Louvre-Abu Dhabi negli Emirati Arabi, dove ha anche coordinato l’equipe scientifica dell’Agence France-Muséums. Curatore di mostre e docente, è autore di noti saggi nel settore del patrimonio culturale.
MUSEO DELLE CIVILTÀ (ROMA): Filippo Maria Gambari, archeologo. Dirigente dal 2009 del Mibact dove è entrato nel 1979. Soprintendente per i beni archeologici dell’Emilia Romagna dal 2010 al 2014, della Lombardia dal 2014 al 2016, e poi della Sardegna. Archeologo con una vasta esperienza sul campo e dall’alto profilo scientifico.
MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA (ROMA): Valentino Nizzo, archeologo. Dottore di ricerca in Archeologia, dal 2010 funzionario archeologo della soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna. Ha all’attivo numerose attività di scavo e ricognizione archeologica antecedenti all’ingresso nel Mibact. Autore di diverse pubblicazioni.
MUSEO STORICO E PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE (TRIESTE): Andreina Contessa, storica dell’arte e curatrice museale. Dal 2009 è direttore del Nahon Museum of Italian Jewish Art a Gerusalemme. Dal 1994 ha insegnato storia dell’arte in Europa e negli Stati Uniti. Autrice di numerose pubblicazioni, ha curato diverse mostre, realizzando direttamente anche documentari e altri prodotti multimediali.
PARCO ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI: Adele Campanelli, archeologo. Dirigente archeologo Mibact dove è entrata nel 1980. Soprintendente per i Beni archeologici delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta dal 2010 al 2014. Dal 2015 al 2016 è stata soprintendente Archeologia della Campania e, poi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio dal 2016. Vanta una lunga esperienza sia nella tutela del territorio, sia nella gestione e nella direzione di istituti e luoghi della cultura.
PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA: Rita Paris, archeologo. Funzionaria del Mibact dal 1983. Responsabile dei monumenti e delle aree archeologiche dell’Appia antica dal 1996, cura, dal 2006, anche l’Archivio Cederna. È studiosa molto apprezzata in Italia e all’estero.
PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO: Francesco Sirano, archeologo. Funzionario Mibact dal 1999, ha maturato importanti esperienze nella gestione e nella tutela delle aree archeologiche della Campania. Autore di numerose pubblicazioni, è abilitato all’insegnamento come professore universitario in Italia e in Francia.
PARCO ARCHEOLOGICO DI OSTIA ANTICA: Fabrizio Delussu, archeologo. Direttore e curatore del museo Archeologico di Dorgali, in Sardegna, dal 2012 al 2016. Docente e ricercatore all’università di Sassari dal 1998, vanta una decennale esperienza nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, con specifico riguardo alla archeologia.
VILLA ADRIANA E VILLA D’ESTE (TIVOLI): Andrea Bruciati, curatore e storico dell’arte. È stato direttore artistico di ArtVerona e di BJCEM 2015, la biennale di giovani creativi dell’Europa (Milano 2015). Ha all’attivo numerosi progetti curatoriali e numerose pubblicazioni su riviste di settore.
Grandi musei. Nominati i 20 nuovi direttori: quattro sono archeologi, a capo dei musei di Napoli, Reggio Calabria, Taranto e Paestum
Selezionati i direttori dei 20 principali musei italiani come previsto dalla riforma Franceschini. “Si volta pagina, nuovi direttori da tutto il mondo”. Così il ministro ai Beni e attività culturali Dario Franceschini ha salutato l’esito dei lavori della commissione presieduta da Paolo Baratta e di cui hanno fatto parte Lorenzo Casini (professore di diritto amministrativo dell’Università di Roma ‘la Sapienza’ ed esperto di legislazione per il patrimonio culturale), Claudia Ferrazzi (segretario generale dell’Accademia di Francia-Villa Medici di Roma, già vice amministratore generale del Louvre), Luca Giuliani (professore di Archeologia classica e Rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino) e Nicholas Penny (storico dell’arte, direttore della National Gallery di Londra) «ha fatto un grande lavoro ed ha offerto al Direttore Generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, e a me la possibilità di scegliere in terne di assoluto valore. I nuovi direttori sono italiani, stranieri e italiani che tornano nel nostro Paese dopo esperienze di direzione all’estero». L’età media dei vincitori è di 50 anni. Su 20, 10 sono uomini e 10 sono donne. Gli stranieri, tutti cittadini UE, sono 7 (3 tedeschi, 2 austriaci, 1 britannico e 1 francese), gli italiani che tornano dall’estero sono 4 (Bagnoli, Gennari Santori e D’Agostino che rientrano dagli Stati Uniti e Degl’Innocenti dalla Francia). Quanto alle professioni: 14 storici dell’arte, 4 archeologi, 1 museologo/manager culturale e 1 manager culturale. Nominata anche un’interna del ministero. «Davvero con queste 20 nomine di così grande levatura scientifica internazionale il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni». Tra loro, dunque, anche 4 archeologi posti alla guida del museo archeologico nazionale di Napoli, del museo archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria, del museo archeologico nazionale di Taranto e del parco archeologico di Paestum. Conosciamoli meglio.
Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la guida direzionale è affidata a Paolo Giulierini, archeologo 46enne. Nato a Cortona, si è laureato in archeologia e specializzato in etruscologia nell’Università di Firenze. È direttore del Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona, dove lavora dal 2001. Autore di svariate pubblicazioni e relatore a numerosi convegni in Italia e all’estero, ha maturato una lunga esperienza nella direzione museale e nella gestione dei rapporti tra le diverse istituzioni pubbliche e private.
L’archeologo e architetto Carmelo Malacrino, di 44 anni, è il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Nato a Catanzaro, si è laureato in architettura a Firenze e ha poi conseguito una specializzazione triennale in Archeologia e architettura antica presso la Scuola archeologica italiana di Atene. Nel 2005 ha conseguito un dottorato di ricerca di eccellenza (con borsa di studio) in Storia dell’architettura e della città, Scienze delle Arti, Restauro presso la Fondazione Scuola di Studi Avanzati di Venezia, con una tesi su ‘Acqua e architettura nell’Asklepieion di Kos’. Dal 2010 è ricercatore di storia dell’architettura nel Dipartimento di architettura e territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Autore di quasi oltre settanta pubblicazioni, vanta numerose esperienze nella gestione museale e di scavi archeologici.
Eva Degli Innocenti archeologa di 39 anni, dirige il Museo Archeologico Nazionale tarantino. Nata a Pistoia, si è laureata a Pisa in conservazione di beni culturali, indirizzo archeologico, dove ha frequentato anche la Scuola di Specializzazione di Archeologia. Ha poi conseguito il dottorato di ricerca europeo presso l’Università degli studi di Siena in Storia, archeologia e archivi del Medioevo. Dal 1995 al 2008 ha condotto scavi archeologici in Italia e in Tunisia ed è stata ricercatrice e project manager di progetto europeo presso il Museo Nazionale francese del Medioevo di Parigi. Dal 2013 è direttrice del Servizio dei beni culturali e del museo/centro d’interpretazione Coriosolis; della Comunità dei Comuni Plancoët Plélan in Bretagna; (ente locale di 18 comuni del dipartimento delle Côtes-d’Armor), dove lavora dal 2010. È anche autrice di numerose pubblicazioni e ha insegnato in diverse università italiane e francesi.
Al Parco Archeologico di Paestum (Salerno) il nuovo direttore è il giovane archeologo 34enne Gabriel Zuchtriegel. Tedesco, nato a Weingarten, nel Baden-Württemberg, si è laureato in Archeologia classica, preistoria e filologia greca alla Humboldt-Universität di Berlino e ha poi conseguito con lode il Dottorato di ricerca in Archeologia classica presso l’Università di Bonn. Ha condotto numerosi scavi archeologici in Italia e all’estero e ha collaborato con importanti istituzioni nazionali e straniere nel settore dell’archeologia, maturando anche esperienza nella gestione museale. Professore a contratto di Archeologia e storia dell’arte greca e romana nell’Università degli Studi della Basilicata, è autore di svariate pubblicazioni.
«Un passo storico per l’Italia e i suoi musei che – riprende Franceschini- colma anni di ritardi, completa il percorso di riforma del ministero e pone le basi per una modernizzazione del nostro sistema museale. I risultati di questo anno di nuove politiche di apertura dei musei italiani e l’investimento sulla valorizzazione dimostrano che grande contributo si può dare alla crescita del Paese con scelte coraggiose sia per una migliore tutela del patrimonio che per una sua valorizzazione, per la cittadinanza e i turisti di tutto il mondo». Giusto chiamare gli stranieri? Netta la risposta dell’egittologo Christian Greco, da un anno direttore del Museo Egizio di Torino, dove è stato chiamato da Leiden in Olanda dove dal 2009 al 2014 ha curato la sezione egizia del museo nazionale delle antichità: “L’arte non ha confini. Quelle che devono essere valutate sono le competenze, senza discriminazioni, da una parte e dall’altra. A tutti i nuovi direttori auguro buon lavoro. Ora che il concorso è stato fatto dobbiamo permettergli di lavorare con serenità, poi li giudicheremo sui fatti».
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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