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Roma. Al dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza università presentazione del libro “Museo dell’Arte Classica: Gipsoteca. Volume II” di Raffaella Bucolo (casa editrice Aguaplano)

roma_sapienza_libro-museo-d-arte-classica_gipsoteca_raffaella-bucolo_locandinaMercoledì 30 ottobre 2024, alle 17.30, nell’aula di Archeologia del museo dell’Arte classica del dipartimento di Scienze dell’Antichità – Polo Museale – Sapienza Università di Roma, presentazione del libro “Museo dell’Arte Classica: Gipsoteca. Volume II” di Raffaella Bucolo (Casa Editrice Aguaplano). Dopo i saluti di Giorgio Piras, direttore del dipartimento di Scienze delle Antichità di Sapienza università Roma; e Claudia Carlucci, direttrice del polo museale Sapienza, presentano Anna Anguissola, università di Pisa; Claudia Cecamore, museo della Civiltà Romana; Simone Rambaldi, università di Palermo.

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Copertina del primo volume sul “Museo dell’Arte classica. Gipsoteca” curato da Marcello Barbanera

Il catalogo “Museo dell’Arte classica. Gipsoteca II” di Raffaella Bucolo segue dopo quasi trent’anni il primo volume del Catalogo delle sculture a firma di Marcello Barbanera, allora conservatore del museo, che concepì la sua opera presentando i calchi non solo allo scopo di valorizzare il senso della loro storicizzazione e la funzione quali strumenti della ricerca sulla ricostruzione della scultura antica, ma anche impiegando le fonti dell’archivio storico del Museo per ripercorrerne la storia insieme a quella della sua importante collezione. Il primo catalogo comprende i calchi esposti dalla sala I alla sala XIX del museo, mentre il secondo volume prosegue con le schede dei singoli calchi fino alla sala XLI. L’impostazione del Catalogo segue quella del precedente, nel presentare i calchi secondo il percorso allestitivo tradizionale del Museo – dal 1935 trasferito nell’edificio di Lettere e Filosofia della nuova Città universitaria -, basato sullo sviluppo cronologico degli originali greci e della loro distribuzione nelle sale, mantenuto anche dopo il rinnovato allestimento curato da Andrea Carandini e Marcello Barbanera del 1997. Il percorso cronologico, impostato ab origine da E. Löwy, continua ad essere il filo rosso che connota l’esposizione dei calchi per dare una continuità nel tempo al Museo anche nei futuri assetti museografici.