Firenze. Apre alla Galleria LdM la mostra fotografica “Born of Light: The Amarna Vision” curata da Massimiliano Franci, Irene Morfini e Valentina Santini (CAMNES)
Dal 19 novembre al 3 dicembre 2025 apre a Firenze, alla LdM Gallery, in via de’ Pucci 4, la mostra fotografica “Born of Light: The Amarna Vision” curata da Massimiliano Franci, Irene Morfini e Valentina Santini (CAMNES) e realizzata da CAMNES in collaborazione con l’Istituto Lorenzo de’ Medici e la LdM Gallery. Vernice mercoledì 19 novembre 2025, alle 17, e alle 18 sarà possibile visitare le sale con i curatori. Apertura (ingresso libero): lunedì e mercoledì, dalle 10 alle 14; martedì, giovedì e venerdì, dalle 16 alle 19. Una nuova capitale, costruita da zero in tempo record; un’arte rivoluzionaria, basata su un estremo (talvolta perfino esagerato) naturalismo; un dio, un tempo poco più che marginale, elevato a sovrano dell’intero pantheon; e una divinità, fino a quel momento la principale di tutta la religione egizia, letteralmente cancellata da ogni superficie visibile, per eliminare il suo ricordo dalla Storia. Questi sono gli ingredienti di uno dei più straordinari periodi dell’antico Egitto: l’Epoca Amarniana. Questa era così rivoluzionaria, che abbraccia gli anni di regno del faraone Akhenaton e dei suoi immediati successori e che ha una durata di circa 20 anni (1350-1330 a.C.), rappresenta il cuore di questa mostra, che punta a guidare il visitatore attraverso le radicali trasformazioni che hanno definito l’Epoca Amarniana e a mostrare i motivi alla base dell’unicità di questo periodo storico. Un viaggio indietro nel tempo, fino al XIV secolo a.C., per dare uno sguardo alla società egizia durante questa era così radicale e sovversiva e per incontrare il faraone che abbandonò la secolare ortodossia, ridefinendo la tradizione stessa: Akhenaton.
Firenze. Alla LdM Gallery la mostra fotografica “Hidden Statues: The Luxor Cache Discovery” sullo straordinario ritrovamento della cachette di Luxor nel 1989


Mostra “Hidden Statues”: i curatori Valentina Santini, Špela Zidar e Massimiliano Franci (foto camnes)
Il 22 gennaio 1989, nel cortile della corte colonnata voluta da Amenhotep III nel tempio di Luxor, viene casualmente alla luce una grossa lastra di pietra, che si rivela poi essere la base di una statua. Perimetrata l’area, si viene a scoprire che la fossa contenente la base, in realtà, ospita 26 capolavori della statuaria egizia: un vero e proprio nascondiglio, creato in chissà quale occasione, che ora una mostra presenta attraverso le foto provenienti dall’archivio personale di Mohammad Al-Saghir – sotto la cui direzione viene fatta la scoperta. Questo ritrovamento, tra i più importanti del XX secolo, è dunque raccontato nella mostra fotografica “Hidden Statues: The Luxor Cache Discovery” (“Statue celate: la scoperta del nascondiglio di Luxor”), curata da Mostafa Al-Saghir (MoTA), Massimiliano Franci, Irene Morfini e Valentina Santini (CAMNES) e coordinata da Špela Zidar (LdM), aperta alla LdM Gallery, in via de’ Pucci 4 a Firenze dal 18 al 28 novembre 2024. L’ingresso è libero. La mostra “Hidden Statues”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Lorenzo de’ Medici e la LdM Gallery, è pensata per tutti i tipi di pubblico e intende mettere in luce lo straordinario ritrovamento della cachette di Luxor, offrendo anche approfondimenti sulla religione e la cultura egizia nel suo insieme.
Firenze. Alla LdM Gallery apre la mostra Cracking the Code. The Decipherment of Ancient Egyptian Hieroglyphs” (“Decrittare il codice. La decifrazione dei geroglifici egizi”) dedicata alla lingua egizia e alle sue scritture
Una mostra dedicata alla lingua egizia e alle sue scritture. Mercoledì 27 settembre 2023, alle 17, alla LdM Gallery in via de’ Pucci a Firenze, inaugurazione della mostra “Cracking the Code: The Decipherment of Ancient Egyptian Hieroglyphs” a cura di Massimiliano Franci, Irene Morfini, Valentina Santini (CAMNES) con i quali dalle 18 sarà possibile visitare l’esposizione. La mostra “Cracking the Code. The Decipherment of Ancient Egyptian Hieroglyphs” (“Decrittare il codice. La decifrazione dei geroglifici egizi”) si propone di mettere in luce l’importanza della scoperta della decodificazione dei geroglifici, attraverso l’esposizione di una serie di immagini strettamente legate a questa scrittura antica, diventata ormai iconica, che è stata in uso per almeno 3600 anni. La mostra si compone di diciannove foto e di una postazione multimediale. Ogni immagine è associata a un codice QR, pensato per accrescere l’esperienza di visita grazie a foto e informazioni aggiuntive che saranno rese disponibili scansionando il codice stesso. Pannelli esplicativi saranno, poi, dedicati ad aspetti diversi della scrittura nell’antico Egitto e completeranno l’esperienza. La mostra “Cracking the Code”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Lorenzo de’ Medici e la LdM Gallery, è pensata per tutti i tipi di pubblico e intende fornire gli strumenti necessari per una migliore comprensione della lingua egizia e della scrittura geroglifica, intrattenendo e offrendo nuovi punti di vista su un argomento tanto rilevante quanto affascinante.
San Giovanni Valdarno (Ar). Le “Piazze del sapere”, a margine della mostra “ReDiscovering Tutankhamon, portano nell’Antico Egitto: Schincaglia “intervista” Cleopatra e Valentina Santini presenta i libri su Butehamon e Tutankhamon
Questa settimana a San Giovanni Valdarno (AR) si parla di Antico Egitto. Grande novità delle “Piazze del sapere” di febbraio 2023 è l’approfondimento sui misteri e le bellezze della gloriosa terra sviluppatasi lungo il fiume Nilo e del suo grande popolo. La rassegna per la promozione della lettura “Le piazze del sapere”, a Palomar, la Casa della cultura di San Giovanni Valdarno in piazza della Libertà, è organizzata dal Comune di San Giovanni Valdarno in collaborazione con Unicoop Firenze – Bibliocoop di San Giovanni Valdarno, associazione culturale Pandora e, per questa edizione, con la preziosa partecipazione di Anpi Valdarno, Accademia Valdarnese del Poggio, Camnes (Center for ancient mediterranean and near eastern studies), Istituto Lorenzo de’Medici, Reporter Live e Pro loco di San Giovanni Valdarno.

Locandina della mostra fotografica “Re-discovering Tutankhamon” alla Casa della Cultura di San Giovanni Valdarno (Ar)
Le “Piazze del sapere” sono all’interno del periodo di apertura della mostra fotografica “ReDiscovering Tutankhamon”, a cura di Camnes (Center for ancient mediterranean and near eastern studies) in collaborazione con l’Istituto Lorenzo de’Medici, alla Casa della Cultura fino al 4 marzo 2023 (vedi 4 novembre 1922 – 4 novembre 2022: nell’anniversario della scoperta- cento anni fa – della tomba di Tutankhamon, a Firenze presentazione del libro “I segreti di Tutankhamon” e la mostra “Re-discovering Tutankhamon” | archeologiavocidalpassato). Tutankhamon, faraone egizio appartenente alla XVIII dinastia, è uno dei personaggi storici tra i più conosciuti. Nacque ad Amarna nel 1341 a.C. e morì a Memfi nel 1323 a.C. prima di aver compiuto 20 anni. Governò tra 1333-1323 a.C., anni durante i quali spostò la capitale d’Egitto da Amarna a Tebe e ristabilì il culto del dio Amon. Deve la sua fama alla scoperta della sua tomba, rimasta inviolata, avvenuta nel novembre 1922 ad opera di Howard Carter e George Herbert, V conte di Carnarvon e alla maledizione che avrebbe dovuto colpire chiunque avesse disturbato il sonno del faraone. Ma la vita di una persona è fatta anche di quotidianità, di momenti particolari, di impressioni e di sogni. Per questo motivo i tre curatori della mostra, Massimiliano Franci, Irene Morfini e Valentina Santini, hanno scelto personalmente una serie di immagini per andare ancora più nel profondo del mondo di Tutankhamon. Finestre che accompagneranno i visitatori ad approfondire particolari che spesso sfuggono o sui quali non ci soffermiamo abbastanza. Le didascalie, volutamente escluse dalla visione diretta e inserite in un booklet, hanno la funzione di guidare ad una riflessione personale, prima e dopo di quella stimolata dall’osservazione di un’immagine.

L’egittologa Valentina Santini, la vice sindaco di San Giovanni Valdarno Paola Romei, e Andrea Schincaglia di Reporter Live, alla presentazione delle Piazze del sapere dedicate all’Antico Egitto (foto comune-sgv)
Giovedì 23 febbraio 2023, alle 21, “I misteri dell’antico Egitto”: Andrea Schincaglia di Reporter Live riuscirà a intervistare Cleopatra, interpretata dall’attrice Luisa Masini, come nella versione scritta per Radio Rai nel 1975 da Luigi Santucci. Special guest l’egittologa Valentina Santini. Dottoranda al dipartimento di Studi classici, Storia antica e Archeologia dell’università di Birmingham, dopo aver lavorato a Torino al museo Egizio, è ora egittologa e addetta alla comunicazione al centro studi Camnes di Firenze. Le sue ricerche si concentrano sull’antico Egitto, in particolare sul periodo amarniano e sulle credenze funerarie di epoca faraonica. L’iniziativa del 23 febbraio è organizzata in collaborazione con la Pro Loco di San Giovanni Valdarno.

Copertina del libro “Butehamon. A scuola di scrittura nell’antico Egitto” di Valentina Santini (Casa editrice Sillabe)
Sabato 25 febbraio 2023, alle 11, sarà raccontato il libro per ragazzi “Butehamon. A scuola di scrittura nell’antico Egitto” di Valentina Santini (Casa editrice Sillabe) con letture dell’attore Bruno Santini e un laboratorio di scrittura in geroglifici condotto dall’autrice con l’illustratore Saimon Toncelli. Attività per ragazzi dagli 8 ai 12 anni su prenotazione. Questa è la storia di Butehamon, un piccolo egiziano alle prese con il suo sogno: diventare uno scriba! Il libro è una favola ricostruita dall’esperienza di una archeologa esperta come Valentina Santini che in modo originale, ma educativo illustra la vita di questa importante figura nell’antichità. La scrittura non era per tutti e il piccolo protagonista del volume ci accompagna nel suo percorso per diventare lo scriba del faraone. Il libro si conclude con una curiosa sezione dove poter cimentarsi nei geroglifici e scoprire tante altre curiosità del mondo antico e su questo affascinante mestiere, come il Mini corso di geroglifico e I bambini nell’antico Egitto.

La copertina del libro “I segreti di Tutankhamon. Storia di un faraone tra mito e realtà” (Longanesi) di Valentina Santini
Sempre sabato 25 febbraio 2023, ma alle 17.30, sarà invece presentato il libro “I segreti di Tutankhamon. Storia di un faraone tra mito e realtà” di Valentina Santini (edizioni Longanesi). Interverrà Stefano Valentini, archeologo e co-direttore di Camnes (vedi Torino. Al museo Egizio per “Incontro con gli autori”, in presenza e on line, presentazione del libro “I segreti di Tutankhamon” di Valentina Santini in dialogo con la curatrice del museo Egizio Federica Facchetti | archeologiavocidalpassato). Santini racconta in questo libro quello che è stato scoperto su Tutankhamon e i tanti aneddoti su uno dei ritrovamenti archeologici più sensazionali di sempre. Chi era Howard Carter? Quali sono state le motivazioni storiche che hanno portato alla nascita della “maledizione del faraone”? Tutankhamon era davvero il suo nome? Un viaggio avvincente attraverso il passato e le sabbie della Valle dei Re per conoscere da vicino i segreti del faraone bambino.
4 novembre 1922 – 4 novembre 2022: nell’anniversario della scoperta- cento anni fa – della tomba di Tutankhamon, a Firenze presentazione del libro “I segreti di Tutankhamon” e la mostra “Re-discovering Tutankhamon”
4 novembre 1922 – 4 novembre 2022: oggi, cento anni fa, Howard Carter scopri il primo gradino d’ingresso della Tomba di Tutankhamon. Il C A M N E S – Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies di Firenze insieme alla Lorenzo de Medici Gallery, dedica a questa ricorrenza, oggi 4 novembre 2022, un doppio evento: la giornata inizia alle 15 con la presentazione del libro “I Segreti di Tutankhamon” (Longanesi) di Valentina Santini all’ex-Chiesa di S. Jacopo, in via Faenza 43 – Firenze; e prosegue alle 17 con l’inaugurazione della mostra “ReDiscovering Tutankhamon”, dedicata al faraone bambino in occasione del centenario della scoperta della tomba. La mostra rimarrà aperta alla LdM Gallery in via de’ Pucci 4, a Firenze, fino al 18 novembre 2022. Proprio l’egittologa Valentina Santini, una dei protagonisti della giornata, ha anticipato questi due eventi con un video prodotto da Camnes, su un tema che dalla scoperta della tomba del faraone bambino ha fatto presa sull’opinione pubblica ed è entrata nell’immaginario collettivo: la maledizione di Tutankhamon.
Come è nata la leggenda della maledizione di Tutankhamon? E come si è diffusa fino ai nostri giorni? In questo video vedremo l’origine del mito e la sua trasmissione nel corso del tempo. Ne parla Valentina Santini, archeologa e dottoranda in Egittologia all’università di Birmingham, ha lavorato al museo Egizio, a Torino, dove è stata parte della redazione della Rivista dello stesso museo Egizio, ha gestito lo sviluppo del nuovo sito web e si è occupata della trasmissione al grande pubblico di contenuti scientifici egittologici (2016-2018). In precedenza aveva svolto attività di tirocinio al museo Egizio di Firenze, dedicandosi alla digitalizzazione e alla riorganizzazione dell’archivio cartaceo della collezione e fornendo supporto nel riallestimento delle sale (2012, 2015). È ora egittologa e addetta alla comunicazione presso il centro studi CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies) di Firenze.

La copertina del libro “I segreti di Tutankhamon. Storia di un faraone tra mito e realtà” (Longanesi) di Valentina Santini
“I Segreti di Tutankhamon” (Longanesi). A cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon, un saggio che svela fatti e curiosità su uno dei ritrovamenti archeologici più sensazionali di tutti i tempi. Un viaggio avvincente attraverso il passato e le sabbie della Valle dei Re per conoscere più da vicino i segreti del faraone bambino. Il 4 novembre 1922 il piccone di un operaio colpì il primo gradino di una scala davanti alla tomba già nota di Ramses VI. L’egittologo inglese Howard Carter, ormai sfinito e prossimo a interrompere gli scavi, seguì quegli scalini uno dopo l’altro con il cuore che gli martellava nel petto finché non si trovò di fronte all’accesso di una porta in pietra. Quello che scoprì entrando da quel passaggio avrebbe cambiato le sorti dell’archeologia: la prima tomba di un faraone praticamente intatta. La casa che avrebbe dovuto ospitare la vita ultraterrena di Tutankhamon era stipata di migliaia di oggetti preziosi, statue divine e umane, letti, un trono, armi e gioielli e di alcuni dei reperti più incredibili, famosi e misteriosi di tutta la Storia come i feti mummificati delle figlie del faraone, la maschera in oro e lapislazzuli che copriva il suo volto e il pugnale forgiato con ferro e nichel di origine meteoritica: tutti gli ingredienti del mito e della Tut-mania che a partire dagli anni Venti si sarebbe diffusa in tutto il mondo. A distanza di cento anni, il fascino che Tutankhamon esercita su di noi e sulla cultura pop è ancora profondo.

Locandina della mostra fotografica “Re-discovering Tutankhamon” alla LdM Gallery di Firenze dal 4 al 18 novembre 2022
Mostra fotografica “Re-Discovering Tutankhamon”. È curata da Valentina Santini, Massimiliano Franci e Irene Morfini, con le immagini di Paolo Bondielli. La mostra, visitabile dal 4 al 18 novembre 2022, a ingresso libero, pensata per celebrare il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, mira a far riflettere il visitatore sugli aspetti meno noti che ruotano attorno alla figura del giovane faraone. Le foto sono state scelte con lo scopo di accompagnare il pubblico ad approfondire dettagli e particolari che spesso sfuggono o sui quali non ci si sofferma abbastanza, dando l’impressione ai visitatori di essere fianco a fianco al celebre sovrano d’Egitto.
Torino. Conferenza on line di Heba Abd el Gawad, Corinna Rossi e Irene Morfini su “Transforming the Egyptian Museum in Cairo: an Egyptian European Partnership” per presentare il progetto di riallestimento del museo Egizio de Il Cairo: il museo Egizio di Torino, alla guida di un consorzio di musei europei, cura la galleria dell’Antico Regno

L’imminente apertura del Grand Egyptian Museum e di altri musei regionali in Egitto, ha portato a una redistribuzione degli oggetti che ha interessato il vecchio allestimento del museo di piazza Tahrir. Questa situazione ha rappresentato un’occasione per pensare al futuro del museo e per individuare le direzioni di sviluppo adeguate in modo coordinato. Giovedì 27 gennaio 2022, alle 18, nuovo appuntamento on line con le conferenze del ciclo “Museo e Ricerca. Scavi, Archivi, Reperti” del museo Egizio di Torino. Heba Abd el Gawad, Corinna Rossi e Irene Morfini con la conferenza “Transforming the Egyptian Museum in Cairo: an Egyptian European Partnership” ci guidano alla scoperta del progetto di riallestimento del museo Egizio de Il Cairo. Introduce Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. La conferenza in inglese si tiene ONLINE sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio.

Il progetto “Transforming the Egyptian Museum in Cairo” ha visto il museo Egizio di Torino guidare un consorzio di musei europei, tra cui l’Ägyptische Papyrussamlung di Berlino, il British Museum, il Louvre e il Rijksmuseum van Oudheden di Leida per disegnare un masterplan complessivo a supporto della riorganizzazione dell’iconico museo egizio de Il Cairo. Per testare e applicare i criteri scelti, ad ogni museo partecipante al progetto è stata assegnata una galleria da riallestire parzialmente e il museo Egizio di Torino si è focalizzato sulla sezione dell’Antico Regno. Heba Abd el Gawad, Irene Morfini e Corinna Rossi presenteranno il lavoro che sta per essere completato, le sfide che questo progetto ha dovuto affrontare, i criteri che sono stati individuati per suggerire il progetto di riallestimento, e i risultati preliminari della conservazione effettuata su alcuni oggetti selezionati.

Heba Abd el Gawad è egittologa e curatrice del museo Egizio di Torino
Heba Abd el Gawad è egittologa e curatrice/coordinatrice del progetto “Transforming the Egyptian Museum in Cairo” per il museo Egizio di Torino. Precedentemente ha co-curato il progetto di mostra “Beyond Beauty: Transforming the Body in Ancient Egypt”, nel 2016, al Two Temple Place; ha curato il progetto Assiut al Dipartimento Egitto e Sudan del British Museum ed è ricercatrice del museo Egizio de Il Cairo, per il Dipartimento Greco e Romano del British Museum relativamente al progetto Naukratis. Recentemente è stata curatrice ospite per la mostra “Listen to her! Turning up the Volume on Egypt’s Ordinary Women” al Petrie Museum of Egyptian and Sudanese Archaeology. Nel 2021 è stata selezionata come una delle 21 donne egiziane più influenti per il suo lavoro sulle comunità riguardo il patrimonio culturale.

L’archeologa Corinna Rossi ideatrice del progetto “Living in a Fringe Environment” (Life)
Corinna Rossi è professore associato di Egittologia al Politecnico di Milano. Si è laureata in architettura a Napoli (Italia) e si è specializzata in Egittologia a Cambridge (UK), dove ha conseguito un MPhil e un PhD e poi è diventata Junior Research Fellow al Churchill College. Il suo principale argomento di ricerca è il rapporto tra architettura e matematica nell’antico Egitto. Ha co-finanziato e co-diretto il North Kharga Oasis Survey insieme a Salima Ikram ed è attualmente direttore della missione archeologica italiana a Umm al-Dabadib (Oasi di Kharga). È membro del team della missione italo-olandese a Saqqara del museo Egizio e del Rijksmuseum van Oudheden oltre che membro della missione congiunta IFAO/Museo Egizio a Deir al-Medina. È direttrice del progetto LIFE (Living In a Fringe Environment) incentrato sul sito archeologico di Umm al-Dabadib con base al Politecnico di Milano in partnership con l’università di Napoli Federico II.

Irene Morfini, egittologa, fa parte del CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies)
Irene Morfini è egittologa e archeologa. Nata a Lucca, si è laureata in Egittologia sia all’università di Pisa (Italia) che all’università di Leiden (Paesi Bassi). Nel 2019 ha conseguito il dottorato di ricerca all’università di Leiden sotto la supervisione del dr. Demarée con una tesi sugli atti amministrativi del villaggio di Deir el-Medina. Ha partecipato a numerosi scavi in Italia dal 2000 e in Egitto dal 2007, prima nella Tomba di Harwa (Luxor) e poi a Saqqara. Dal 2013 è condirettore del Min Project a Luxor, lavorando nella tomba di Min. Dal 2011 è vicepresidente dell’associazione delle Canarie di Egittologia svolgendo attività di ricerca, studio e diffusione delle conoscenze nel campo del patrimonio archeologico, storico e scientifico dell’antico Egitto, sviluppando progetti culturali in Egitto, Cuba e Ghana. Dal 2017 fa parte dello staff del CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies) che ha organizzato nel 2019 il congresso internazionale Rethinking Osiris. Dal 2019 lavora sul campo per il progetto finanziato dall’UE “Transforming the Egyptian Museum al Cairo”, prima per il museo nazionale delle Antichità di Leida e poi per il museo Egizio.

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