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Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “La Neviera di Villa Giulia a Roma. Storia di un ninfeo rinascimentale” di Giorgia Pietropaolo e Alessandra Testini (edizioni Tored)

roma_villa-giulia_libro-la-neviera-di-villa-giulia_presentazione_locandinaBartolomeo Ammannati, celebre architetto e autore, insieme al Vasari, del ninfeo principale di Villa Giulia, scrive in una lettera del maggio 1555: “Nelle teste vi son tre portoni di pietra rustica e d’opera quali entrano in certe grotte sotto d’un monte, dove vi sono accomodati luoghi freschi e dilettevoli con fontane”. Si tratta della prima testimonianza scritta circa la cosiddetta Neviera, piccolo ambiente che rappresenta uno dei luoghi meno noti ma più suggestivi del complesso commissionato da Giulio III. Mercoledí 22 novembre 2023, alle 17, per gli Incontri culturali, nella sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “La Neviera di Villa Giulia a Roma. Storia di un ninfeo rinascimentale” di Giorgia Pietropaolo e Alessandra Testini (edizioni Tored). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Introduce Miriam Lamonaca, funzionaria restauratrice del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Intervengono Lia Barelli, Sapienza Università di Roma, ed Eugenio Lanzillotta, Edizioni Tored. Relatori Susanna Pasquali, Sapienza Università di Roma, e Francesco Scoppola. Saranno presenti le autrici. Nata come ninfeo a grotta, presumibilmente contrapposto al più celebre teatro delle acque che è ancora oggi il cuore della Villa, la Neviera ha subito nei secoli varie trasformazioni in seguito ai ripetuti cambi di destinazione d’uso cui è stata di volta in volta destinata. Tramite un’approfondita indagine archivistica e l’osservazione diretta del monumento, nel presente volume si ripercorrono le fasi di utilizzo e di trasformazione del sito, legate a doppio filo anche con le vicende di Villa Giulia, proponendo nuove interpretazioni di fonti note e contributi inediti, assieme all’analisi dello stato conservativo attuale della pregiata decorazione superstite.

Roma. Al museo nazionale Etrusco “Gli ori Castellani si raccontano. I risultati delle indagini scientifiche al museo di Villa Giulia”: tavola rotonda, in presenza e on line, sulle ricerche svolte sui gioielli realizzati dai Castellani, la cosiddetta “oreficeria archeologica italiana”

roma_villa-giulia_tavola-rotonda_gli-ori-castellani_locandinaPer gli “Incontri con la cultura” al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma martedì 15 novembre 2022, alle 17, nella tavola rotonda “Gli ori Castellani si raccontano. I risultati delle indagini scientifiche al museo di Villa Giulia” vengono presentati i risultati degli studi svolti al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia dalle ricercatrici Rosarosa Manca (università di Firenze) e Simona Scrivano (università di Siviglia) sui gioielli realizzati dai Castellani, i celebri orafi che nel XIX secolo inventarono la cosiddetta “oreficeria archeologica italiana”. Introduce i lavori Maria Paola Guidobaldi, conservatrice delle collezioni del museo. Posti limitati in Sala della Fortuna: è consigliata la prenotazione all’indirizzo castellani15novembre@gmail.com. È possibile assistere alla presentazione in diretta collegandosi al canale Yt Etruschannel al seguente link: https://youtu.be/6sbbMrZ3lQA. La presentazione si concluderà con una visita alle sale degli ori Castellani.

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Gli Ori Castellani, i gioielli realizzati dai celebri orafi che nel XIX secolo inventarono la cosiddetta “oreficeria archeologica italiana” (foto da rivista Scientific Reports)

La ricerca, condotta dall’università di Firenze in collaborazione con il Centro Nacional de Aceleradores e l’università di Siviglia, è stata recentemente pubblicata sulla rivista Scientific Reports (https://rdcu.be/cNoLb): “Caratterizzazione dei gioielli in oro del XIX secolo di Castellani mediante spettroscopia micro-XRF in situ”. Queste le conclusioni delle due ricercatrici. “L’utilizzo di un’apparecchiatura portatile micro-XRF ha consentito l’acquisizione del più ampio set di dati compositivi sui gioielli del XIX secolo fino ad oggi disponibili. Sono state personalizzate sia le leghe base che le tecniche di giunzione utilizzate dagli orafi Castellani. Salvo poche eccezioni, i gioielli Castellani di Villa Giulia erano realizzati con leghe di oro e argento ad alta caratura con rame come componente minore, mentre le giunzioni erano realizzate con saldature brasanti di oro e argento, con rame come componente minore e nessun altro metallo. L’utilizzo di un rivelatore con filtro allo zinco ha permesso di escludere senza ambiguità l’utilizzo di saldature contenenti cadmio nei gioielli analizzati. Lo studio delle intensità relative delle righe radiografiche L3, L2 e M dell’oro indica che su molti, ma non tutti, i gioielli Castellani si verifica un arricchimento superficiale in oro, compatibile con l’utilizzo di trattamenti coloranti. Pertanto, il nuovo metodo proposto in questo studio si è rivelato un potente strumento per ottenere informazioni sulla presenza di gradienti compositivi dalla superficie al sottosuolo di un gioiello utilizzando esclusivamente un’analisi superficiale non invasiva. Le analisi presentate in questo contributo hanno fornito nuovi spunti sugli aspetti tecnici dei processi di creazione e imitazione seguiti dagli orafi Castellani e saranno utili in futuri studi di autenticità. Ulteriori ricerche sui materiali utilizzati da altri orafi ottocenteschi, le cui produzioni sono ancora in gran parte inesplorate, nonché sugli standard ufficiali dell’epoca, saranno fondamentali per meglio contestualizzare le pratiche produttive di Castel-Lani. Le informazioni ottenute in questo studio costituiranno, si spera, una solida base per la progettazione di future ricerche sull’argomento”.