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Patto Comune di Roma-Fai per la valorizzazione della villa di Massenzio sulla via Appia, con il grande circo e il Mausoleo di Romolo

La villa di Massenzio lungo la via Appia antica a Rona: ogni anno 100mila visitatori

La villa di Massenzio lungo la via Appia antica a Rona: ogni anno 100mila visitatori

La villa di Massenzio è una villa imperiale di Roma, costruita dall’imperatore romano Massenzio. Il complesso si trova tra il secondo e terzo miglio della via Appia antica, ed è costituito da tre edifici principali: il palazzo, il circo di Massenzio e il mausoleo dinastico, progettati in una inscindibile unità architettonica per celebrare Massenzio. Dal 2008 la Villa di Massenzio fa parte del sistema dei “Musei in Comune”. Da dicembre 2012 il sito fa parte del progetto “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano dove decine di volontari si alternano per accogliere i visitatori, il cui numero è in costante crescita anche grazie all’accesso gratuito entrato in vigore da fine agosto 2014. Oggi con i suoi 100mila visitatori l’anno è il sito più visitato tra gli otto musei aperti gratuitamente dal Comune di Roma. Ma si può e si vuole fare di più. Di qui l’accordo proprio tra Comune di Roma e Fondo per l’Ambiente Italiano per studiare un futuro di valorizzazione della Villa di Massenzio. Amministrazione comunale e Fai, ha annunciato l’assessore alla cultura Giovanna Marinelli, “hanno siglato un protocollo con il quale si istituisce un tavolo tecnico. Obiettivo, trovare una soluzione tecnico giuridica compatibile con la legge per un partenariato pubblico privato per la Villa di Massenzio. Con questo tavolo diamo il via a uno studio che speriamo ci porti presto a una soluzione concreta”.

Gli imponenti resti della villa di Massenzio con il palazzo, il circo e il mausoleo dinastico

Gli imponenti resti della villa di Massenzio con il palazzo, il circo e il mausoleo dinastico

L'articolata planimetria della villa di Massenzio sulla via Appia

L’articolata planimetria della villa di Massenzio sulla via Appia

I resti delle costruzioni massenziane si configurano come l’ultimo atto della trasformazione di una originaria villa rustica repubblicana (II secolo a.C.) costruita in posizione scenografica sul declivio di una collina rivolta verso i Colli Albani. All’età giulio-claudia appartengono i due ninfei orientati verso la via Appia, a uno dei quali – ancora visibile e recentemente riscavato – si addossò molto più tardi un casale. Nel II secolo poi la villa subì una radicale trasformazione ad opera di Erode Attico che la inglobò nel suo Pago Triopio. La proprietà passò poi nel demanio imperiale, e fu a questo punto che, all’inizio del IV secolo, Massenzio vi fece costruire la villa, il circo e il mausoleo di famiglia, nel quale fu deposto (forse per primo) il figlio Valerio Romolo morto adolescente. La sconfitta di Massenzio a opera di Costantino determinò probabilmente il precoce abbandono dell’impianto (si pensa che l’ippodromo non sia stato neppure mai usato, da Massenzio), e il fondo passò nel Patrimonium Appiae (citato già al tempo di Gregorio Magno (alla fine del VI secolo) tra i patrimonia ecclesiastici). La grande tenuta passò poi ai Conti di Tuscolo, poi ai Cenci, poi ai Mattei ai quali si riferiscono i primi scavi, nel XVI secolo.

Il cosiddetto mausoleo di Romolo dove sarebbe stato sepolto Valerio Romolo, figlio di Massenzio

Il cosiddetto mausoleo di Romolo dove sarebbe stato sepolto Valerio Romolo, figlio di Massenzio

Il monumento più noto di tutto il complesso è il Circo di Massenzio, l’unico dei circhi romani ancora ben conservato in tutte le sue componenti architettoniche. All’interno di un quadriportico allineato sulla via Appia antica, si erge il mausoleo dinastico, noto anche come “tomba di Romolo” dal nome di Valerio Romolo, giovane figlio dell’imperatore che qui fu presumibilmente sepolto. Il fascino del sito archeologico e in particolare del grandissimo circo entusiasma il vicepresidente esecutivo del Fai Marco Magnifico, che sottolinea: “La villa di Massenzio è un luogo enorme, ricco di paesaggio, di storia, di archeologia, dove c’è ancora tanto da scavare e dove bisogna intervenire naturalmente mettendo le ragioni della tutela al primo posto. Ma che va rivisto a nostro avviso in modo anche un po’ ludico, soprattutto il circo. Il sindaco Marino ci ha chiamati e noi abbiamo delle idee, che sono sostanzialmente delle idee di buon senso, come quella di raccontare al visitatore la vita in un circo dell’antichità e di farlo in qualche modo rivivere, non più con le gare di bighe, magari con una gara di sacchi o altro, puntando a informare con intelligenza e insieme anche divertire”. Certo, ammette, il progetto è ancora tutto da scrivere. Al momento la priorità è trovare un modo per immaginare una partnership tra comune e Fai rimanendo nel perimetro delle leggi attuali. Magnifico però è speranzoso, “potremmo far crescere i visitatori dagli attuali 100mila a 2 anche 300mila”, dice. Ottimista il vice presidente Fai, anche per quanto riguarda i finanziamenti: “Siamo convinti di poter trovare soldi in Usa dove abbiamo molti sostenitori”.