Roma. Per il finissage della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo, il parco archeologico del Colosseo propone in Curia Iulia e on line il convegno internazionale “La fortuna della Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, una nuova Web App e il podcast “Il monolite dell’Impero”
In occasione del finissage della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo (chiude il 30 aprile 2024) il parco archeologico del Colosseo promuove e organizza nella Curia Iulia nel Foro Romano nei giorni 22 e 23 aprile 2024 un convegno internazionale di studi a cura di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Angelica Pujia e Giovanni Di Pasquale. Ingresso solo su prenotazione da largo della Salara Vecchia. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del parco archeologico del Colosseo.
Il convegno – dal titolo “La fortuna della Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” – prevede una prima giornata di studi il 22 aprile 2024, con approfondimenti sul contesto storico e topografico della Colonna, specificamente nelle trasformazioni post antiche, seguiti da interventi sulla fortuna iconografica del monumento nei secoli dell’età moderna e contemporanea. Il secondo giorno invece, 23 aprile 2024, è prevista una tavola rotonda interamente dedicata alle tematiche della tutela e conservazione: partendo dal cantiere di restauro condotto nel decennio tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, verranno ripercorse le tappe di quell’esperienza che vide un intervento integrato di manutenzione, documentazione grafica e fotografica, ricerca e pubblicazione dei dati; a quell’esperienza ormai da qualche anno il PArCo ha attinto per impostare il proprio programma di interventi di tutela, conoscenza e valorizzazione anche con accordi e protocolli d’intesa necessari per il coinvolgimento di Enti di ricerca impegnati nell’applicazione delle nuove tecnologie; non mancherà uno sguardo sul futuro interessato dal grande cantiere della linea metropolitana Metro C a piazza Venezia rispetto al quale è già in atto una felice collaborazione pubblico-privata per il monitoraggio del monumento. Al convegno intervengono le più importanti personalità del mondo scientifico e accademico da sempre interessate alla Colonna, tra gli altri Salvatore Settis, Marcello Fagiolo, Paolo Desideri, Eugenio La Rocca, Vincenzo Farinella, cui si aggiungono, nella tavola rotonda, i protagonisti del grande cantiere degli anni Ottanta, tra gli altri Bruno Zanardi, Cinzia Conti, Michele Campisi, Carlo Birrozzi, oltre ai curatori e conservatori della Colonna e agli specialisti del mondo accademico. Il respiro internazionale del convegno è garantito dalla presenza dell’Ambasciatrice di Romania a Roma S.E. Gabriela Dancau che porta i saluti istituzionali del popolo romeno da sempre fortemente legato alla Colonna che celebra le campagne daciche di Traiano, mentre la conservatrice del museo nazionale di Storia di Bucarest partecipa con un contributo finalizzato al rapporto della Colonna Traiana con la costruzione dell’identità nazionale nello stato romeno moderno. Tra le istituzioni straniere fondamentale anche la partecipazione dei Musei Vaticani depositari dell’opera di calcatura più completa e imponente, pari a uno sviluppo di circa 200 metri di lunghezza, realizzata nel 1861-1862 per volere di Napoleone III da un gruppo di formatori vaticani guidati da Alessandro Malpieri su impulso di Papa Pio IX.

L’home page della web app sulla Colonna Traiana del parco archeologico del Colosseo
Il convegno non è l’unica attività che in questi mesi ha tenuto accesa l’attenzione sulla Colonna. È di poco tempo fa il lancio della Web App a cura di Sergio Fontana con Federica Rinaldi, un prodotto interattivo e multimediale pensato come un sussidio completo alla visita e alla conoscenza della Colonna, utilizzabile sia sul sito durante la visita, sia da remoto collegandosi al link https://colonnatraiana.cultura.gov.it./ La Web App è fruibile senza limitazioni su tutti i dispositivi mobili e anche su PC. Questo tipo di prodotto permette all’utente di non dover scaricare alcun dato sul proprio telefono o tablet; per fruirne infatti è necessario soltanto collegarsi al sito https://colonnatraiana.cultura.gov.it. Questo tipo di approccio ha reso possibile l’utilizzo di immagini della Colonna ad altissima qualità. Cuore del progetto infatti è lo svolgimento integrale dei 300 metri del fregio che raccontano per immagini le guerre condotte dall’imperatore Traiano nel 101-102 d.C. e nel 105-106 d.C. per sottomettere la Dacia, l’odierna Romania. Lo strumento digitale permette ciò che non era mai stato possibile dal vivo in 1911 anni di storia: una visione completa dei rilievi alla portata di tutti!

Una pagina della sezione “Srotola il fregio” della web app sulla Colonna Traiana del parco archeologico del Colosseo
L’App è suddivisa in quattro sezioni principali. Racconto: L’utente può girare virtualmente attorno alla Colonna accompagnato da una voce narrante che descrive gli avvenimenti narrati. Srotola il fregio: l’intero fregio della Colonna è stato restituito assemblando migliaia di immagini ad alta risoluzione. La storia si trova letteralmente nelle mani dell’utente che la può scorrere con le dita accompagnato da sottotitoli descrittivi. Viaggiando nel tempo: le vicende del periodo romano, medievale e moderno sono narrate da 3 brevi documentari; il nostro device si trasforma in una vera macchina del tempo per esplorare il paesaggio urbano intorno alla Colonna. Possiamo accedere a 16 ricostruzioni immersive a 360° e ritrovarci nei pressi della Colonna nel 125 d.C., nel 1450, nel 1750 e nel 1815. Le ricostruzioni, durante la visita sul sito, grazie all’utilizzo dell’accelerometro e della bussola dei dispositivi, si posizionano esattamente nello spazio permettendo un diretto confronto con l’attuale stato dei luoghi. Focus: attraverso una serie di ulteriori brevi documentari vengono approfonditi vari aspetti della Colonna Traiana: i numeri della Colonna, le Guerre Daciche, personaggi e interpreti, l’iscrizione della Colonna, la tomba di Traiano. La Web App è anche multilingue: in Italiano, inglese e rumeno (la versione in lingua rumena è stata realizzata a cura dell’Ambasciata di Romania in Italia). I testi sono stati scritti con un linguaggio semplice e accessibile a tutti. La possibilità di utilizzo anche su PC consente di adoperare questo strumento di conoscenza anche nelle scuole di ogni ordine e grado. L’App è stata curata da Sergio Fontana con Federica Rinaldi, lo sviluppo informatico è stato realizzato da Lecreo srl.

L’home page dei podcast “Il monolite e l’impero” del parco archeologico del Colosseo con il primo episodio “L’imperatore e l’architetto”
Le novità non finiscono qui: al racconto permanente della Colonna e della sua fortuna è infine dedicato anche un podcast. Tre episodi intitolati “Il monolite dell’impero romano”, promossi dal Parco archeologico del Colosseo, con la curatela di Federica Rinaldi, scritti e narrati da Luca Lancise, raccontano la Colonna da un punto di vista inedito, quello del suo Architetto progettista e costruttore, il grande Apollodoro di Damasco interpretato da Pierangelo Menci. Il podcast sarà scaricabile dal canale Spotify del PArCo: https://bit.ly/PArCo_Spotify.
Roma. Al secondo ordine del Colosseo aperta la mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” a 1910 anni dalla sua inaugurazione: il capolavoro di Apollodoro di Damasco è divenuto nei secoli simbolo universale a cui si ispirarono imperatori, Papi e sovrani

Il suggestivo allestimento della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo (foto simona murrone)

Il busto dell’imperatore Traiano nella mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” (foto simona murrone)

Locandina della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo dal 22 dicembre 2023 al 30 aprile 2024
Sono passati 1910 anni dalla sua costruzione e non finisce ancora di stupire. La Colonna di Traiano veniva infatti inaugurata il 12 maggio 113 d.C. Sin dalla sua progettazione e costruzione la Colonna rappresentò una sfida per l’ingegno umano: l’estrazione del marmo dalla cava di Carrara, il trasporto via terra, via mare e via fiume, e infine la lavorazione e posa in opera nel cantiere del Foro di Traiano rappresentarono le tappe di un ardito processo ingegneristico e tecnologico ancora oggi fonte di stupore e meraviglia. Nei secoli a seguire, grazie alla sua fortuna e ai numerosi tentativi di replicarla, disegnarla, riprodurla, essa divenne nei secoli simbolo universale a cui si ispirarono imperatori, Papi e sovrani. Dal 22 dicembre 2023 al 30 aprile 2024 al secondo ordine del Colosseo la mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, a cura di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Angelica Pujia e Giovanni Di Pasquale, organizzata e promossa dal Parco archeologico del Colosseo e dal Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza, narra e spiega questa funzione simbolica con due registri narrativi: quello più propriamente storico e artistico, con l’ardita ricostruzione del fregio in scala 1:1 le cui spire si avvolgono sui pilastri del Colosseo e quello invece più specificamente tecnico, con le tappe del trasporto e lavorazione del marmo, fino ad arrivare alla idolatria e all’uso politico dei sovrani d’Europa che ne pretesero la riproduzione attraverso le riproduzioni e i calchi.

Il busto dell’architetto Apollodoro di Damasco apre la mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” (foto simona murrone)

Ruota da cantiere esposta nella mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo (foto simona murrone)
La mostra si apre con l’architetto Apollodoro di Damasco, il geniale e innovativo architetto e ingegnere di origine siriana, e il suo illustre committente Traiano, di nuovo l’uno di fronte all’altro a distanza di quasi duemila anni. Per comprendere appieno il processo di costruzione della Colonna e con esso la fatica e la potenza muscolare di centinaia di uomini che contribuirono a realizzare questo indiscusso capolavoro, in un Colosseo fasciato di blu, sono esposti i principali strumenti antichi utilizzati per l’estrazione dei blocchi di marmo, per il trasporto su imbarcazione e per la messa in opera, assieme ai modelli ricostruttivi delle macchine da cantiere dell’epoca (gru, torri, ruote), realizzati da Claudio Capotondi, novello “Maestro delle Imprese di Traiano”.

L’ingresso della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo (foto simona murrone)
Video e proiezioni su schermo realizzati dal Museo Galileo assieme ad una grafica coinvolgente e a testi che superano le dimensioni dei pannelli didascalici per divenire narrazione anche visiva di un’unica Storia, offrono un racconto più didattico oltre che una maggior comprensione degli oggetti esposti in mostra. A contribuire al racconto permanente della Colonna è stata anche realizzata una webAPP in lingua italiana e inglese e, grazie al prezioso coinvolgimento e alla collaborazione dell’Ambasciata di Romania, anche in lingua romena.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale al via la 28ma edizione della rassegna “Incontri di Archeologia”, da ottobre a maggio: il giovedì in Auditorium e on line
La rassegna “Incontri di Archeologia” riprende la programmazione con la stessa ricchezza scientifica e comunicativa di ogni anno. Questo vero e proprio classico del museo Archeologico nazionale di Napoli festeggia la ventottesima edizione: come da tradizione, gli eventi sono calendarizzati sempre di giovedì alle 16, in Auditorium con la possibilità di assistere alle conferenze in presenza o da remoto grazie alla diretta Facebook. La rassegna “incontri di Archeologia”, curata da Lucia Emilio e Miriam Capobianco, è promossa dai Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Giovanni Vastano; staff: Annamaria Di Noia, Elisa Napolitano, Antonio Sacco, Angela Vocciante). In parallelo agli eventi per adulti, anche nella stagione 2022/2023 ogni terza domenica del mese è dedicata ai laboratori “MANNfor kids” destinati ai più piccoli.

Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, apre gli “Incontri di Archeologia” 2022-2023 (foto valentina cosentino)
Si riparte il 27 ottobre 2022 con la lectio introduttiva di Paolo Giulierini: il direttore dell’istituto traccia il profilo de “Il MANN oltre il MANN: viaggi di incontri e conoscenze per i tesori del museo Archeologico nazionale di Napoli”, individuando le caratteristiche dei progetti scientifici che fanno conoscere in tutto il mondo il nostro patrimonio culturale.
Dall’archeologia alla letteratura: il 3 novembre 2022, la scrittrice Valeria Parrella, in dialogo con Antonella Carlo (Responsabile Ufficio Comunicazione MANN), ricostruisce le fonti pompeiane che hanno sostenuto la scrittura e la rielaborazione fantastica del suo ultimo romanzo “La Fortuna” (Feltrinelli, 2022). Commistione di linguaggi anche per il giovedì successivo: il 10 novembre 2022, dalla mattina sino alle 19, full immersion cinematografica con la rassegna “ArcheocineMANN”, che racconta sul grande schermo gli antichi reperti e i siti archeologici di tutto il mondo.

Mario Grimaldi curatore della mostra “I pittori di Pompei” al museo civico Archeologico di Bologna (foto bologna musei)
Artisti o artigiani: chi erano i pittori a lavoro nelle città vesuviane? Ne parla il 1° dicembre 2022 Mario Grimaldi, curatore della mostra “I pittori di Pompei” che, realizzata con cento affreschi del Mann, sta riscuotendo grande successo di pubblico e critica presso il museo civico Archeologico di Bologna. Non manca, come da rito che si rispetti, il consolidato appuntamento realizzato a cura di ICRA Project in collaborazione con l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico: il 15 dicembre 2022, per il pubblico del Museo e per gli internauti connessi in rete, Giovanni Greco rappresenta l’Orestea di Eschilo.

Jean François Champollion ritratto da Leon Cogniet nel 1831
Il 2023 riparte all’insegna di una nuova esposizione in programma al MANN: il 12 gennaio 2023, con Rosanna Pirelli, focus sull’allestimento che valorizza il lavoro dell’archeologo francese Champollion e la nascita dell’egittologia scientifica. A seguire, il 26 gennaio 2023, appuntamento con Antonio De Simone per il racconto dei nuovi scavi nella Villa Augustea di Somma Vesuviana. Gli incontri di febbraio approfondiscono le attività espositive del MANN: giovedì 2 febbraio 2023, Giovanni Di Pasquale descrive il progetto di allestimento della Sezione Tecnologica Romana, mentre la settimana successiva (9 febbraio) Federico Marazzi invita alla scoperta della grande mostra sui Bizantini. In ossequio alle celebrazioni dell’amore di San Valentino, il 16 febbraio 2023 da non perdere la conferenza di Mario Cesarano, che analizza come la sessualità sia declinata su vasi e pitture parietali delle città vesuviane.

Bronzi e sculture “inediti” nella mostra “L’altro Mann. Depositi in mostra” (foto valentina cosentino)
Serrata anche la programmazione di marzo 2023; il mese si apre con l’incontro tenuto da Laura Forte e Marialucia Giacco: le due funzionarie archeologhe del MANN analizzano i nuovi allestimenti del museo Archeologico nazionale di Napoli; giovedì 9 marzo 2023, la professoressa Rossana Valenti effettua un excursus sul significato dell’acqua nell’immaginario degli antichi; il 16 marzo 2023, infine, l’archeologa Rosaria Ciardiello segue il viaggio del MANN in Giappone con la mostra itinerante “Pompeii”.

Alessandro Magno: dettaglio del grande mosaico della battaglia di Isso, proveniente da Pompei e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Aprile 2023 si inaugura con un incontro a cura di Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo (giovedì 13), che si soffermano sull’esposizione dedicata ad Alessandro Magno e programmata al Museo dal 23 marzo 2023. La dialettica tra noi e gli altri, spesso considerati “diversi” anche nell’antica Roma, è il filo conduttore della conferenza di Francesca Galgano (20 aprile 2023). Quattro gli appuntamenti di maggio: ancora Alessandro Magno protagonista della lezione di Giancarlo Abbamonte (4 maggio 2023); si va alla scoperta delle storie di carta della Biblioteca del MANN con Andrea Milanese, Ruggiero Ferrajoli, Angela Luppino e Serena Venditto (11 maggio 2023); Maria Morisco descrive la memoria custodita da antichi reperti pompeiani (18 maggio 2023); si chiude sempre con il classico appuntamento dedicato al restauro, grazie alla conferenza di Mariateresa Operetto (responsabile Laboratorio di restauro del Museo), che presenta alcuni casi di studio e lavoro sulle ceramiche figurate.
Cosa ci porta il nuovo anno? Nell’autunno 2022, novant’anni dopo il lungimirante progetto di Amedeo Maiuri, nel Braccio nuovo del museo Archeologico nazionale di Napoli aprirà la nuova Sezione Tecnologica Romana con cento reperti e ricostruzioni moderne dei macchinari antichi

Cosa ci porta il nuovo anno? Una novità arriva dal Mann. La Sezione Tecnologica Romana del museo Archeologico nazionale di Napoli aprirà al pubblico nell’autunno del 2022 e sarà ospitata nel cosiddetto Braccio Nuovo, novant’anni dopo il lungimirante progetto di Amedeo Maiuri: qui, negli ambienti vicini agli Uffici dei Servizi Educativi, sarà allestito un percorso che, attraverso circa cento reperti e ricostruzioni moderne dei macchinari antichi, svelerà al visitatore come strategia e progettazione duemila anni fa abbiano permesso ai cittadini dell’area vesuviana di fronteggiare sfide soltanto apparentemente impossibili. Distintivo il taglio didattico della Sezione, che presenterà approfondimenti destinati non solo ad esperti, ma anche a giovani e scuole. Il progetto scientifico della sezione è curato da Giovanni Di Pasquale (museo Galileo di Firenze) e Laura Forte (funzionario archeologo del Mann). L’allestimento è firmato da Andrea Mandara, il design grafico è di Francesca Pavese. Gli apparati multimediali saranno prodotti dal museo Galileo, che ha inoltre elaborato i progetti in base ai quali verranno realizzati da Opera Laboratori i modelli ricostruttivi. Prevista una convenzione tra università Suor Orsola Benincasa e Mann per approfondire i temi di conservazione e restauro dei manufatti.

La Sezione Tecnologica Romana nasce da un’interessante prospettiva museografica: nel 1932, con lungimiranza rispetto ai tempi, Amedeo Maiuri costituì al Museo una Sezione di tecnologia e meccanica antica. Il progetto scientifico odierno, dunque, non può che prendere le mosse da questo innovativo archetipo novecentesco, ampliandolo non solo con nuovi materiali, ma anche con modelli realizzati ad hoc e apparati multimediali. Filo conduttore della sezione è l’approccio empirico che, tipico dei musei della scienza, riesce ad “attualizzare” la percezione del mondo antico. Questo nuovo allestimento nasce in partnership con il museo Galileo di Firenze, specializzato in ricerca e didattica nel campo della storia della scienza e della tecnica, rinnovando così un legame di lunga tradizione: già nella mostra di Storia della scienza tenutasi a Firenze nel 1929, la Campania era rappresentata proprio dai materiali e dalle macchine del museo Archeologico nazionale di Napoli.

“Come è noto, ben poco delle conquiste dell’arte del mondo antico sarebbe stato possibile senza una corretta padronanza delle tecnologie”, ricorda il direttore del Mann, Paolo Giulierini, “basti pensare ad esempio al processo di costruzione di un tempio, dalla cavatura delle pietre fino all’innalzamento delle colonne. Le straordinarie scoperte di Pompei hanno accelerato sempre di più tale processo di ricongiungimento tra musei d’arte e musei tecnologici, perché (caso unico insieme al mondo egizio) hanno restituito tutti oggetti della vita quotidiana che, quando conosciuti, nel passato erano stati tenuti in disparte, in oscuri depositi. Ne è conseguita spesso un’idea falsata della società antica. In realtà – continua Giulierini – già Amedeo Maiuri intorno agli anni Trenta del Novecento ebbe la felice intuizione di dar vita ad una Sezione Tecnologica nel Braccio Nuovo del Museo, poi dismessa, dedicata a settori delle scienze e delle discipline applicate, dall’idraulica, all’agricoltura, all’astronomia. Oggi il Mann, cosciente che la società antica non può essere raccontata senza ristabilire tale connubio, che la rende, tra l’altro, molto più vicina a quella attuale, ha avviato il progetto di rinnovo, riallestimento e ammodernamento di quella che fu la dismessa sezione tecnologica, affidandosi ad una collaborazione con il museo Galileo, già avviata sin dai tempi della mostra “Homo Faber” (1999), dedicata alle conoscenze scientifiche in area vesuviana. D’altra parte – conclude -, Il Museo ha intrapreso un percorso di narrazione dei contenuti museali con l’ausilio delle tecnologie, e soprattutto del digitale, per conseguire gli obiettivi previsti dai nostri due Piani strategici, in linea con la Convenzione di Faro e i 17 obiettivi dell’agenda Unesco 2030”.


Rubinetto con chiave ad anello nella Sezione Tecnologica Romana al Mann (foto mann)
Il progetto scientifico del Mann e del museo Galileo parte dall’osservazione dei quattro elementi della natura (aria, acqua, terra e fuoco), raccontandone le attività umane correlate. Uno sguardo alla volta celeste dà l’input per parlare di astronomia e misura del tempo, così come i cicli produttivi di olio, pane e vino forniscono la straordinaria occasione per esporre macchinari antichi. Tra questi, le macine, che appartengono alle collezioni del Mann, saranno poste insieme a tutti gli strumenti utilizzati per coltivare, misurare la terra, pesare e conservare le derrate alimentari. Troveranno dunque spazio nell’allestimento la celebre groma dalla bottega di Verus, gli attrezzi di uso comune (rastrelli, zappe, vanghe, forche) e, ancora, gli strumenti per progettare e costruire (squadre, compassi, fili a piombo, calibri, martelli, scalpelli). Una sezione a parte sarà dedicata alle tecnologie idrauliche, che permettevano la regimazione delle acque a livello cittadino e il rifornimento delle singole abitazioni. Ne sono un esempio le grandi valvole idrauliche rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana, le vasche da bagno in bronzo. Lenti, prismi, globi ustori rappresenteranno, invece, la versatile applicazione del vetro, delineandone il rapporto con la luce e il fuoco.

Il percorso espositivo si articolerà su diversi livelli di comunicazione: i materiali antichi di età romana, per la maggior parte di area vesuviana e selezionati dai depositi (dagli affreschi alle meridiane, dai pesi in bronzo a quelli in pietra, dalle bilance alle misure campione), saranno messi in dialogo con le ricostruzioni moderne dei principali macchinari antichi. In allestimento, vi saranno anche video esplicativi che illustrano la funzione degli strumenti tecnologici di epoca romana. Tra le riproduzioni, da menzionare la gru calcatoria, la vite di Archimede e la ruota idraulica. In quest’ultimo caso, il modello sarà affiancato ad un reperto eccezionale: il calco di ruota idraulica rivenuto nei pressi di Venafro nell’alveo del fiume Triverno ai primi del Novecento e, da allora, conservato al Museo. La Sezione Tecnologica Romana avrà una sorta di “anteprima espositiva” nel Giardino della Vanella: qui sarà riallestita la peschiera che Maiuri realizzò negli anni Trenta come riproduzione in scala ridotta di un modello presente in una villa romana di Formia.

Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze. Le straordinarie collezioni del museo Galileo, tra le più importanti del mondo, comprendono circa cinquemila strumenti scientifici e apparati sperimentali databili dal secolo XI al XIX, suddivisi in due nuclei principali: collezione Medicea e collezione Lorenese. Delle raccolte fanno parte gli unici due telescopi di Galileo giunti fino a noi. L’Istituto, attivo dal 1927 nel campo della ricerca e della documentazione sulla storia delle scienze e della tecnologia, mette a disposizione degli studiosi le ingenti risorse della sua biblioteca e del proprio ricchissimo sito internet. Partecipa a innovativi progetti di ricerca in collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico del Colosseo, l’Accademia dei Lincei, l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-CNR, la Reale Accademia delle Scienze di Svezia, gli istituti della Max-Planck-Gesellschaft e la Harvard University.
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