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Napoli. All’Archeologico arriva il format Purparlè, che racconta il museo in “live streaming interaction”: le prime nove puntate toccano cibo, scaramanzia, eros, gusto e vita quotidiana

Nasce Purparlè, la piattaforma di live streaming interaction che racconta, per temi, i capolavori del museo Archeologico nazionale di Napoli. Protagonisti delle pillole video, che saranno lanciate sui canali social del Mann, sono il direttore Paolo Giulierini e l’attore Massimo Andrei; la direttrice della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Kathryn Weir, ha partecipato alla puntata zero del promo del format. ​ Purparlè si basa sulla produzione di video in alta definizione con l’immediatezza della videocamera più diffusa al mondo: lo smartphone. Tante sono le peculiarità di Purparlè, la prima piattaforma di live streaming, completamente sviluppata in Italia, che permette di dar centralità al contenuto e al ruolo di intermediazione del narratore: l’automazione della ripresa attraverso robotica con intelligenza artificiale; l’interazione istantanea con la Call To Action grazie alle icone che spingono a condividere reazioni e commenti; l’immersività attraverso l’utilizzo contemporaneo della telecamera fronte/retro: è possibile vedere chi parla e di cosa si sta parlando nello stesso momento; la partecipazione in chat animata da voce e video; il consolidamento della propria audience, avendo la possibilità di monitorare anche i gusti e le tendenze del pubblico. In prospettiva, saranno acquistabili sulla piattaforma anche i prodotti del Mann, in primis l’abbonamento annuale al Museo.

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Purparlè: il direttore del Mann Paolo Giulierini con l’attore Massimo Andrei

“Un nuovo format digitale arricchisce l’offerta divulgativa del Mann, un’offerta sempre attenta all’innovazione e al dialogo con le nuove generazioni, dall’audiovisivo ai dai social, dai podcast dai videogame, verso l’accesso agli open data”, spiega il direttore del Museo, Paolo Giulierini. “Con Purparlè, piattaforma live stream interaction, vogliamo accrescere sempre più il dialogo con il pubblico e lo faremo attraverso un racconto originale del nostro patrimonio che ne stimoli la conoscenza e inviti al Museo. Un progetto innovativo che offre anche interessanti possibilità” per la promozione dei prodotti a marchio Mann”.  E Massimiliano Molese, Ad di Purparlè: “Quando abbiamo pensato di sviluppare questo nuovo mezzo di comunicazioni ci siamo prefissati uno scopo: portare nuovamente il contenuto al centro dell’attenzione. Il mondo del digitale si è ubriacato negli ultimi anni di numeri e volumi che hanno utilizzato i contenuti svilendoli. Purparlè vuole essere la risposta innovativa e tecnologica ad un nuovo concetto di comunicazione digitale dove chi presenta il contenuto non diviene prenditore di valore ma divulgatore narrante di quel valore. Tutto questo è stato sviluppato e prodotto in italia, non a caso culla della cultura… anche digitale”.

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Il direttore Paolo Giulierini impegnato nel format Purparlè (foto mann

Il tema narrativo di tutte le puntate è la scoperta del Mann attraverso gli occhi del direttore Paolo Giulierini, per un creare un racconto confidenziale ed estemporaneo delle collezioni dell’Istituto. In particolare, il direttore e l’ospite (l’attore Massimo Andrei) scoprono, dialogando, le opere del Museo: dispongono entrambi di devices digitali che permettono loro di fare vedere al pubblico i rispettivi punti di vista ‘in soggettiva’, mixati assieme a riprese oggettive che gli stessi protagonisti realizzano in tempo reale. La narrazione diviene, così, completamente immersiva. Per le prime 9 puntate, che grazie al format generativo del laboratorio creativo GereBros possono espandersi in sequel e spin-off, sono stati individuati i primi temi di approfondimento: vino, gioielli, cucina, ambiente/natura/sostenibilità, Eros e il Gabinetto Segreto, Egitto, scaramanzia, creature alate, frutta/cibo. La durata di ciascun episodio varia dai 5 ai 14 minuti. Ogni singola puntata è arricchita da racconti che descrivono la funzione degli oggetti, lo stile di vita nel mondo antico, il parallelismo con la realtà contemporanea, intervallando la narrazione con aneddoti e curiosità. La serie di episodi video, collegati tra di loro con il format delle Series, sono stati realizzati  con il taglio tipico dei video in “portrait” a 16:9 dei social network.

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Il famoso Vaso Blu da Pompei conservato al Mann (foto Mann)

Puntata 1: Il vino e il Vaso Blu. Descrizione degli Argenti pompeiani (argentum potorium), delle suppellettili per mangiare e bere: curiosità sulle usanze e abitudini dei popoli antichi. Descrizione della preparazione e importanza del vino nel mondo antico, del vino pompeiano rosso (condito con miele, sale, erba, neve…). Approfondimento sul pezzo tra i più iconici del MANN: il cosiddetto “Vaso blu”.

Puntata 2: Sezione numismatica – gioielli. Presentazione di gioielli rari posti nelle teche della sezione numismatica e parallelismo con le forme di moda al giorno d’oggi (Perle scaramazze).

Puntata 3: Cucina. Collezioni pompeiane: focus sugli utensili da cucina (Padella cumana) e sulle procedure per allungare la conservazione degli alimenti con sale e spezie. Aneddoti di vita quotidiana, abitudini alimentari delle famiglie di vari ceti sociali. Sorrisi e leggerezza parlando del “Delivery dell’antichità”.

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La Flora dalla villa Arianna di Stabiae (foto mann)

Puntata 4: Sostenibilità. Presentazione degli affreschi pompeiani che sottolineano il rapporto costante e quotidiano tra l’uomo e la natura. Non può mancare una digressione sulla celebre Flora da Stabiae.

Puntata 5: Eros e Gabinetto Segreto. Presentazione di una delle più importanti sezioni del MANN, soffermandosi sugli Affreschi con ermafrodito. Il video spazia dall’analisi artistica agli aneddoti di vita quotidiana.

Puntata 6: Collezione Egizia. Presentazione degli esemplari di mummie della sezione con focus sulle piccole statue di corredo funebre -Ushabti, gli “avatar” dell’antico Egitto.

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Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli: Satiro e Menade dalla Casa di Cecilio Giocondo a Pompei (foto mann)

Puntata 7: scaramanzia. Si parte dal Gabinetto Segreto per raccontare la città di Napoli con la sua vera e propria “tradizione scaramantica” che caratterizza la vita quotidiana.

Puntata 8: figure alate. Giardino delle camelie; descrizione della statua del dio/eroe per eccellenza della città di Napoli: Maradona. Focus sul rapporto che il MANN ha portato avanti tra arte antica e contemporanea. Confronto con le altre figure alate del Museo, approfondendo i soggetti di affreschi e sculture.

Puntata 9: Frutta. Presentazione degli Affreschi recanti frutta: uva, fichi, ciliegie, pesche. Si pone l’attenzione su altri alimenti di uso comune, che ancora oggi caratterizzano la nostra dieta.

Arriva (con un anno di ritardo causa Covid-19) in anteprima esclusiva al cinema “Pompei. Eros e Mito” di Pappi Corsicato, un viaggio indietro nel tempo di duemila anni tra miti e personaggi che hanno reso immortale questo sito archeologico unico al mondo

Locandina del film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato

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Affresco pompeiano con “Leda e il Cigno” conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)


Pappi Corsicato_foto di Federica Belli

Il regista Pappi Corsicato

Con un anno di ritardo causa Covid-19, arriva in anteprima esclusiva al cinema “Pompei. Eros e Mito” di Pappi Corsicato, solo il 29, il 30 novembre e il 1° dicembre 2021, distribuito da Nexo Digital. Era stato infatti programmato per il 9, 10, 11 novembre 2020, ma in quei giorni era già scattato il lockdown con chiusura dei cinema. Nexo Digital ci riprova confidando che i contagi non aumentino oltre i limiti di sicurezza. Il film “Pompei. Eros e Mito” è diretto dal poliedrico Pappi Corsicato. Prodotto da Sky, Ballandi e Nexo Digital, in collaborazione e con il contributo scientifico del parco archeologico di Pompei e con la partecipazione del museo Archeologico nazionale di Napoli, “Pompei. Eros e Mito” è un viaggio che ci guida indietro nel tempo di duemila anni. Vengono messi a nudo i miti e i personaggi che hanno contribuito a rendere immortale questo sito archeologico unico al mondo che l’Unesco ha inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Dalla storia d’amore tra Bacco e Arianna nella celebre Villa dei Misteri al rapporto ambiguo tra Leda e il Cigno, dalle lotte gladiatorie sino alla disperata ricerca dell’immortalità di Poppea Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone), il docu-film metterà in scena e analizzerà anche i lati meno noti e più segreti della città. Gli stessi che nel XVIII secolo portarono la Chiesa Cattolica a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi recuperati duranti gli scavi.

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Gladiatori a Pompei nel film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato (foto di Federica Belli)

A condurci attraverso le strade di Pompei sarà una narratrice d’eccezione: la pluripremiata Isabella Rossellini. La sua presenza e la sua voce accompagneranno gli spettatori in un percorso elegante e serrato che mostrerà come i miti e le opere ritrovate abbiano ammaliato e influenzato artisti come Pablo Picasso e Wolfgang Amadeus Mozart. Arricchiscono il percorso tra storia e arte anche le rievocazioni dei miti in chiave contemporanea ideate da Pappi Corsicato: Bacco, Arianna, Teseo, Leda, solo per citarne alcuni, indossano abiti moderni e sono sospesi in un tempo che appartiene sia al passato che al presente, per mostrare quanto l’eredità di Pompei sia ancor oggi una continua fonte di ispirazione artistica.

Il mito di Arianna e Teseo ricostruito nel film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato (foto Federica Belli)
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Massimo Osanna, già direttore generale del parco archeologico di Pompei (foto Still)

La colonna sonora originale del docu-film, in uscita per Nexo Digital/Sony Masterworks è firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, che ormai da anni si cimenta raccontando in musica l’arte mondiale, tanto da essere stato premiato ai Nastro d’Argento 2019 con una Menzione Speciale per le colonne sonore originali dei film. Tra gli interventi del film quelli di Massimo Osanna, all’epoca direttore generale del parco archeologico di Pompei; Andrew Wallace-Hadrill, professore emerito di Studi classici, università di Cambridge; Catharine Edwards, professore di Studi classici e Storia antica – Birkbeck, università di Londra; Darius Arya, direttore American Institute for Roman Culture; Ellen O’Gorman, professore associato di Studi classici, università di Bristol.

Il direttore generale di Pompei, Massimo Osanna mostra l’affresco dei gladiatori scoperto nella Regio V di Pompei (foto parco archeologico Pompei)
Carlo di Borbone

Carlo di Borbone: promosse gli scavi di Ercolano e Pompei

Era il 1748 quando re Carlo III di Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei a seguito dei primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che cominciarono a riemergere con sempre maggior chiarezza i dettagli della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì intere città, tra cui Pompei ed Ercolano, e tutto il territorio circostante. Nel corso degli scavi di Pompei sono stati rinvenuti tesori, statue, affreschi, mosaici, reperti di vita quotidiana, ma anche ville e abitazioni private che ancor oggi ci raccontano la vita di una città vivace, con giardini, fontane e imponenti apparati decorativi. Sarà lungo queste antiche vie e grazie alle opere conservate al Mann – museo Archeologico nazionale di Napoli, che si avrà modo di conoscere la vita degli abitanti di Pompei prima dell’eruzione. Attenzione particolare sarà dedicata al Gabinetto Segreto del Mann, istituito dai Borbone per custodire i reperti più “scandalosi” ed esplicitamente erotici.

La tragedia di Pompei si “vive” nei calchi dei suoi abitanti sepolti dall’eruzione del Vesuvio

Le storie esplorate sono quelle di uomini e donne di cui ci restano tracce concrete perché quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi delle vittime rimasero nella posizione in cui si trovavano lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, poco più di un centinaio di calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla scoperta di alcuni calchi una celebre scena del “Viaggio in Italia”.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale agosto 2021 si chiude con 32mila visitatori. Giulierini: “L’estate della rinascita continua”. A settembre, aperture serali al giovedì e la promozione congiunta con International Swimming League

Code di visitatori nel mese di agosto 2021 in attesa di entrare al museo Archeologico nazionale di Napoli

Agosto 2021 al museo Archeologico nazionale di Napoli segna 32mila visitatori. “Si chiude un mese di agosto ricco di segnali positivi per la ripresa del turismo a Napoli, in Campania, come in tutte le città d’arte italiane”, interviene il direttore Paolo Giulierini sul dato ingressi nel periodo clou dell’estate partenopea. “Il Mann ha fatto la sua parte pianificando nei mesi scorsi un’offerta estiva di mostre importanti, dai Gladiatori a Moebius, che da sole potevano valere un viaggio. E siamo stati premiati con 32mila presenze, numeri significativi che nei giorni di Ferragosto si sono avvicinati alla stagione pre-Covid e che, rispetto al 2020, ci regalano una forte carica di ottimismo. Ci attende un settembre ricchissimo di iniziative dentro e fuori il Museo, la prosecuzione delle aperture serali del giovedì. L’estate della rinascita continua”.

La copertina della pubblicazione per ragazzi “Gladiatori” (Franco Cosimo Panini Editore) sulla mostra al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)
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Sin da inizio agosto, sono stati allestiti dei gazebo per riparare dal caldo in attesa di entrare al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il trend numerico in crescita (+75% rispetto all’agosto 2020, che si concluse con poco più di 18mila visitatori) riflette la ripartenza reale e simbolica del Mann: durante questo mese, il Museo ha presentato al pubblico non solo le grandi mostre, ma anche i tesori delle collezioni permanenti, tra cui, proprio grazie alle procedure di accesso con Green Pass, è tornato fruibile il Gabinetto Segreto (si visita tutti i giorni, eccetto martedì, dalle 9 alle 14). Ad ingresso del Museo, sin da inizio agosto, sono stati allestiti dei gazebo per riparare i visitatori dal caldo. Vita e partecipazione nelle sale del Mann, ma non solo: già pronta la ristampa del volume per ragazzi “Gladiatori”, pubblicato lo scorso marzo da Franco Cosimo Panini su idea e progetto dei Servizi Educativi dell’Archeologico; le illustrazioni del libro sono a cura di Mario Testa per la Scuola Italiana di Comix. 

Il mese di settembre al museo Archeologico nazionale di Napoli è nel segno di Dioniso (foto mann)
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Il famoso Vaso Blu da Pompei conservato al Mann (foto Mann)

Non si ferma, naturalmente, la programmazione culturale nel segno delle aperture serali del giovedì: il 2 settembre 2021, dalle 20 alle 23, sarà possibile visitare collezioni permanenti ed esposizioni del Mann al costo simbolico di 2 euro. Durante la serata, possibile degustare l’aperitivo dionisiaco presso il MannCaffè: a chi sceglierà questo gustoso aperibox con specialità del territorio (prezzo: 5 euro), verrà dato in omaggio un bicchiere di “Vino Blu”, un Taurasi DOCG Riserva offerto dal Museo ed ispirato al celebre Vaso ​Blu dell’Archeologico (la produzione è delle Cantine Di Meo).  Dalle 20.30, inoltre, partirà la visita guidata “Lo cunto di Dioniso”, a cura di Coopculture (prenotazione obbligatoria, telefonando, dalle ore10 alle 13.30, ai Servizi Educativi del MANN: 0814422329. L’itinerario avrà il prezzo di 7 euro; l’offerta del percorso e dell’Aperibox costerà 10 euro). Tra arte e sport: dal 1° al 30 settembre, al via anche la promozione congiunta con la manifestazione International Swimming League-ISL. I visitatori del Museo e gli abbonati OpenMANN potranno acquistare online i tagliandi della gare a prezzi promo, mentre gli spettatori della Piscina Scandone accederanno al Museo con ticket ridotto di 7.5 euro. Sui social del Mann e di ISL, inoltre, saranno condivise le grafiche di abbinamento tra le squadre ed i reperti del Museo a tema marino. 

Napoli. Al museo Archeologico nazionale riapre, dopo 16 mesi, il Gabinetto Segreto, per piccoli gruppi col Green Pass. Giulierini: “Un dono simbolico a cittadini e turisti”. A Ferragosto museo aperto con le grandi mostre e le collezioni permanenti

Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli: Satiro e Menade dalla Casa di Cecilio Giocondo a Pompei (foto mann)

Sarà la novità per tutti gli ospiti del Ferragosto partenopeo al Mann: riapre il Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli. Dall’11 agosto 2021, le sale dedicate ai reperti con soggetto erotico saranno nuovamente fruibili: in gruppi di otto persone presenti in collezione, sarà possibile ammirare nuovamente le sale che ospitano i 250 reperti a soggetto erotico ritrovati durante gli scavi nelle città vesuviane. “Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto”: così il direttore del Mann, Paolo Giulierini, commenta la riapertura del Gabinetto Segreto, non più fruibile da febbraio 2020, sin dai primi momenti, dunque, della pandemia di Coronavirus. La raccolta, che sarà visibile tutti i giorni (eccetto martedì, riposo settimanale) dalle 9 alle 14, è “restituita” oggi al pubblico grazie all’applicazione delle nuove disposizioni sul Green Pass, in modo che possa essere garantito un percorso da vivere in tutta sicurezza. 

Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli: Pan e Ermafrodito dalla Casa dei Dioscuri di Pompei (foto mann)
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La locandina della mostra “Gladiatori” fino al 6 gennaio 2022 al museo Archeologico nazionale di Napoli

Il museo Archeologico nazionale di Napoli si potrà visitare anche domenica 15 agosto 2021 con i consueti orari (9-19.30): dopo aver ammirato i centosessanta reperti presentati nel Salone della Meridiana con la grande mostra “Gladiatori”, è da non perdere, nella sezione Preistoria e Protostoria, il percorso dedicato a Jean Giraud, celebre nel mondo del fumetto e dell’arte con lo pseudonimo di Moebius. In tema vacanziero, nell’esposizione “Moebius. Alla ricerca del tempo”, presente un focus sulle città italiane: Napoli, Venezia e Milano sono rappresentate grazie alla fantasia e ai colori del Maestro francese, che invita quasi il pubblico a condividere un  viaggio sulle ali dei nuovi linguaggi della comunicazione. L’evento, promosso in rete con COMICON, è stato realizzato nell’ambito del progetto universitario Obvia-Out of boundaries viral art dissemination. 

L’ingresso alla sezione Piana campana al Mann (foto livia pacera / electa / mann)

Superando le sale della Sezione Preistoria e Protostoria, ancora un itinerario alla scoperta delle radici antichissime della regione campana con il nuovo allestimento “La Piana Campana, terra senza confini”: qui ottocento reperti, in parte inediti, abbracciano un arco temporale che va dall’Età del Bronzo al III sec. a.C. 

La sezione “Gladiatorimania” è allestita nel Braccio Nuovo del Mann (foto mann)

Per i più piccoli, nel Braccio Nuovo del Museo, obbligatoria la sosta negli spazi di “Gladiatorimania”, con un passaggio suggestivo, nella saletta Ambassador, per scoprire l’ installazione “Gladiatori di carta” di Sara Lovari e Mauro Maurizio Palumbo. Gli appassionati di arte contemporanea, infine, possono ritrovare, nella collezione Farnese, le creazioni di “P. P. P. Possibile Politica Pubblica” di Sasha Vinci, mentre nelle sale 94 e 95 è in programma, sino al 30 settembre, “Leib corpo vivente” di Danilo Ambrosino. 

San Francisco. Al Legion of Honor Museum aperta la mostra “Last Supper in Pompeii: From the Table to the Grave” con molti reperti provenienti dal museo Archeologico di Napoli

L’ingresso della mostra “The last supper in Pompeii” al museo Legion of Honor di San Francisco (foto mann)
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La grande statua di Bacco che accoglie i visitatori della mostra “Last supper in Pompeii” al museo di San Francisco (foto mann)

“Che grande emozione nel vedere gli scatti della mostra “The last supper in Pompeii” al museo Legion of Honor di San Francisco”, postano sui social del museo Archeologico nazionale di Napoli. “Tantissimi capolavori del Mann rappresentano il cuore di un allestimento straordinario, che travalica i confini per catturarci con le sue suggestioni!”. “Last Supper in Pompeii: From the Table to the Grave” è il titolo dell’eccezionale mostra aperta al Legion of Honor Museum di San Francisco, dove sarà allestita sino al 29 agosto 2021, con il supporto del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco. La mostra riporta al mondo di Pompei fissato come un’istantanea dall’eruzione del 79 d.C., concentrandosi sulla vita di tutti i giorni e soprattutto sul cibo e sulle bevande consumati dagli abitanti di Pompei. Insieme a pentole, padelle e altri accessori per la distribuzione, la preparazione e il servizio del cibo, la mostra include preziose opere d’arte che rivelano lo splendore e il lusso amati dai ricchi romani di Pompei.

Larario dalla cucina della villa 6 di Terzigno, vicino a Pompei, con due lari e il Genio sacrificante e con la raffigurazione di due serpenti che si avvicinano ad un piatto di offerte (foto mann)

La mostra, originariamente organizzata da Paul Roberts dell’Ashmolean Museum of Art and Archaeology, University of Oxford, porta a San Francisco magnifiche sculture romane, mosaici e affreschi, nonché tazze, utensili e servizi di ristorazione in argento per banchetti per rivelare come gli antichi amassero mangiare e bere. L’esposizione offre anche uno spaccato di come il cibo e il vino venissero prodotti e distribuiti prima di essere portati nelle cucine e infine sui tavoli da pranzo. La mostra guarda alle diverse aree della casa in cui cibo e bevande ebbero un ruolo importante, a partire dall’ingresso di casa, con l’atrio ed il suo santuario nel giardino al centro dell’abitazione, ricco di alberi da frutto e piante officinali. Un’intera parete affrescata, proveniente da una sala da pranzo estiva, parzialmente all’aperto, è giunta da Pompei a San Francisco per questa mostra.

Ricostruzione tridimensionale degli scheletri trovati nella villa B di Oplontis (foto parco archeologico di pompei)

Gli scavi condotti nel 1984 alla Villa B a Oplontis (Torre Annunziata), vicino a Pompei, hanno portato alla luce un magazzino a volta dove più di 60 persone rimasero uccise nell’eruzione. Gli archeologi hanno realizzato i calchi di alcune delle vittime versando del gesso negli spazi lasciati vuoti dai gas sotto la cenere. Uno di questi è stato fuso in cera e poi in resina e mostra incredibilmente le ossa, il cranio e persino i denti di una donna, così come i beni che portava, dai gioielli d’oro a un filo di perline di poco valore. La “Signora di Oplontis“, come è stata chiamata, è più resistente degli altri calchi in gesso e quindi si è potuto trasportarla a San Francisco come testimone dei terribili eventi di quel 79 d.C.

Frammento di un affresco da Pompei con una realistica rappresentazione di pesci (foto mann)
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Una brocca in bronzo da Pompei (foto mann)

“Last Supper in Pompeii” mette in luce anche le bevande e i cibi consumati dai romani, sulla base di un attento esame di minuscoli resti ritrovati su piatti e vasi. Sebbene alcuni alimenti fossero importati dall’estero, la maggior parte delle provviste veniva prodotta localmente. Pompei ha avuto la fortuna di godere di un clima mite ed era circondata dalle pendici del Vesuvio ricoperte di vigneti. I cereali, la verdura e la frutta, comprese le olive e l’uva, usata soprattutto per il vino, venivano prodotti e lavorati localmente e greggi e mandrie venivano ingrassati nelle vicinanze; il pesce veniva pescato sulla costa. Uno degli oggetti più interessanti della mostra che potrebbe sorprendere i visitatori è un contenitore che serviva per contenere e ingrassare i ghiri, una delle prelibatezze della tavola romana.

Una statua di Bacco da Pompei in mostra a San Francisco (foto mann)
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Affresco con Iside Fortuna, Arpocrate e Amorino da Pompei in mostra a San Francisco (foto mann)

Gli dei e la superstizione erano presenti in ogni ambito della vita pompeiana e la mostra include immagini di molte di queste divinità. Bacco, il dio della vite, è ben rappresentato. I suoi seguaci, inclusi satiri e menadi con i loro lussuriosi rituali, costituiscono una parte speciale della mostra. Provenienti principalmente dal “Gabinetto Segreto” del museo Archeologico nazionale di Napoli, alcune di queste scene vivaci e lascive raccontano l’importanza della fertilità nel culto di questo dio. La maggior parte delle opere di questa affascinante mostra non ha mai lasciato l’Italia. 

Arriva in anteprima esclusiva al cinema “Pompei. Eros e Mito” di Pappi Corsicato, un viaggio indietro nel tempo di duemila anni tra miti e personaggi che hanno reso immortale questo sito archeologico unico al mondo

Locandina del film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato

Gli scavi di Pompei sono frequentati milioni di visitatori

Arriva in anteprima esclusiva al cinema “Pompei. Eros e Mito” di Pappi Corsicato. Con quattro milioni di visitatori all’anno provenienti da ogni parte del globo, Pompei è il sito archeologico più famoso al mondo, un luogo unico, una città perduta e ritrovata, animata nel corso dei secoli da passioni violente e dotata di un estro e una vitalità straordinari. I giochi di potere, i legami amorosi, l’ambizione smodata e il genio creativo si percepivano per le strade, si respiravano nei templi e si possono ammirare ancora oggi negli affreschi, nelle rovine, nei reperti sopravvissuti alla drammatica eruzione del 79 d.C.

Affresco pompeiano con “Leda e il Cigno” conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Il regista Pappi Corsicato

In uscita al cinema solo il 9, 10, 11 novembre 2020, “Pompei. Eros e Mito” è diretto dal poliedrico Pappi Corsicato, che di recente ha firmato anche il documentario dedicato a Julian Schnabel. Prodotto da Sky, Ballandi e Nexo Digital, in collaborazione e con il contributo scientifico del parco archeologico di Pompei e con la partecipazione del Mann, museo Archeologico nazionale di Napoli, “Pompei. Eros e Mito” è un viaggio che ci guida indietro nel tempo di duemila anni. Vengono messi a nudo i miti e i personaggi che hanno contribuito a rendere immortale questo sito archeologico unico al mondo che l’Unesco ha inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Dalla storia d’amore tra Bacco e Arianna nella celebre Villa dei Misteri al rapporto ambiguo tra Leda e il Cigno, dalle lotte gladiatorie sino alla disperata ricerca dell’immortalità di Poppea Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone), il docu-film metterà in scena e analizzerà anche i lati meno noti e più segreti della città. Gli stessi che nel XVIII secolo portarono la Chiesa Cattolica a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi recuperati duranti gli scavi.

L’attrice Isabella Rossellini narratrice d’eccezione attraverso le strade di Pompei (foto Daniele Cruciani)

Gladiatori a Pompei nel film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato (foto di Federica Belli)

A condurci attraverso le strade di Pompei sarà una narratrice d’eccezione: la pluripremiata Isabella Rossellini. La sua presenza e la sua voce accompagneranno gli spettatori in un percorso elegante e serrato che mostrerà come i miti e le opere ritrovate abbiano ammaliato e influenzato artisti come Pablo Picasso e Wolfgang Amadeus Mozart. Arricchiscono il percorso tra storia e arte anche le rievocazioni dei miti in chiave contemporanea ideate da Pappi Corsicato: Bacco, Arianna, Teseo, Leda, solo per citarne alcuni, indossano abiti moderni e sono sospesi in un tempo che appartiene sia al passato che al presente, per mostrare quanto l’eredità di Pompei sia ancor oggi una continua fonte di ispirazione artistica.

Il mito di Arianna e Teseo ricostruito nel film “Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato (foto Federica Belli)

Massimo Osanna, direttore generale del parco archeologico di Pompei (foto Still)

La colonna sonora originale del docu-film, in uscita per Nexo Digital/Sony Masterworks dal 6 novembre 2020, è firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, che ormai da anni si cimenta raccontando in musica l’arte mondiale, tanto da essere stato premiato ai Nastro d’Argento 2019 con una Menzione Speciale per le colonne sonore originali dei film. Tra gli interventi del film quelli di Massimo Osanna, direttore generale del parco archeologico di Pompei; Andrew Wallace-Hadrill, professore emerito di Studi classici, università di Cambridge; Catharine Edwards, professore di Studi classici e Storia antica – Birkbeck, università di Londra; Darius Arya, direttore American Institute for Roman Culture; Ellen O’Gorman, professore associato di Studi classici, università di Bristol.

Il direttore generale di Pompei, Massimo Osanna mostra l’affresco dei gladiatori scoperto nella Regio V di Pompei (foto parco archeologico Pompei)

Carlo di Borbone: promosse gli scavi di Ercolano e Pompei

Era il 1748 quando re Carlo III di Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei a seguito dei primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che cominciarono a riemergere con sempre maggior chiarezza i dettagli della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì intere città, tra cui Pompei ed Ercolano, e tutto il territorio circostante. Nel corso degli scavi di Pompei sono stati rinvenuti tesori, statue, affreschi, mosaici, reperti di vita quotidiana, ma anche ville e abitazioni private che ancor oggi ci raccontano la vita di una città vivace, con giardini, fontane e imponenti apparati decorativi. Sarà lungo queste antiche vie e grazie alle opere conservate al Mann – museo Archeologico nazionale di Napoli, che si avrà modo di conoscere la vita degli abitanti di Pompei prima dell’eruzione. Attenzione particolare sarà dedicata al Gabinetto Segreto del Mann, istituito dai Borbone per custodire i reperti più “scandalosi” ed esplicitamente erotici.

La tragedia di Pompei si “vive” nei calchi dei suoi abitanti sepolti dall’eruzione del Vesuvio

Le storie esplorate sono quelle di uomini e donne di cui ci restano tracce concrete perché quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi delle vittime rimasero nella posizione in cui si trovavano lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, poco più di un centinaio di calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla scoperta di alcuni calchi una celebre scena del “Viaggio in Italia”.