Crotone. Al museo Archeologico nazionale di Capo Colonna la mostra “Nostoi, rientri condivisi” che presenta l’imponente patrimonio sottratto nel territorio calabrese a mercanti d’arte e tombaroli dai carabinieri del TPC nelle operazioni “Tempio di Hera” e “Achei”

Specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla (V sec. a.C.) prodotto da metallurghi di Crotone esposto nella mostra “Nostoi, rientri condivisi” al museo di Capo Colonna (foto drm-calabria)
Uno specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla panneggiata databile alla prima metà del V secolo a.C. prodotta da officine di metallurghi di Crotone ed una grande lekythos – brocca per oli e balsami – decorata a figure nere, prodotta in Attica, la regione di Atene, intorno al 500 a.C., e attribuibile al Pittore di Edimburgo: sono solo due degli straordinari esposti alla mostra “Nostoi, rientri condivisi”, aperta al pubblico nella sala esposizioni temporanee del museo Archeologico nazionale di Capo Colonna, con ingresso libero, dal 6 luglio al 31 ottobre 2024, tutti i giorni (escluso lunedì) dalle 9 alle 19.

Il direttore Filippo Demma durante l’allestimento della mostra “Nostoi, rientri condivisi” al museo di Capo Colonna (foto drm-calabria)
La mostra, che i parchi archeologici di Crotone e Sibari hanno organizzato per rendere conto dell’imponente patrimonio sottratto nel territorio calabrese a mercanti d’arte e tombaroli negli ultimi anni grazie al prezioso lavoro dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, illustra, in sintesi, le principali operazioni d’indagine tra le quali spiccano in particolar modo quelle denominate “Tempio di Hera” e “Achei”. La prima ha visto coinvolto il sacro promontorio di Hera Lacinia, la seconda ha permesso di recuperare importantissimi documenti della cultura crotoniate.

Museo Archeologico nazionale di Capo Colonna: Ernesto Salerno, Marianna De Matteis, Ramona Marrella, Filippo Demma e Gregorio Aversa (foto drm-calabria)
L’organizzazione della mostra è stata curata dal direttore Filippo Demma mentre il progetto scientifico è di Gregorio Aversa, responsabile dei siti crotonesi afferenti al nuovo Istituto, con la collaborazione di Marianna De Matteis ed Ernesto Salerno, mentre Ramona Marrella ha curato i restauri.

Lekythos a figure nere (Attica, intorno al 500 a.C.) attribuibile al Pittore di Edimburgo esposta nella mostra “Nostoi, rientri condivisi” al museo di Capo Colonna (foto drm-calabria)

Hydria a figure rosse di produzione italiota con quadriga guidata dal dio Eros esposta nella mostra “Nostoi, rientri condivisi” al museo di Capo Colonna (foto drm-calabria)
“Oltre allo specchio in bronzo e alla lekyhos attribuibile al Pittore di Edimburgo, non meno raffinati appaiono altri oggetti di cui non è sicuro individuare la provenienza”, spiega il direttore Demma, “ma che verosimilmente possono attribuirsi a contesti locali. Tra questi una splendida hydria (vaso per contenere e versare acqua) a figure rosse di produzione italiota con raffigurazione di una quadriga guidata dal dio Eros, alcune eleganti epychiseis (contenitori per oli e balsami profumati) apule e in stile Gnathia, una lekane (bacino per cibi cotti) a figure rosse con profili femminili e palmette sul coperchio. Tutti oggetti che dipingono un interessante scorcio delle principali produzioni ceramiche in territorio magnogreco e nel contempo dimostrano il grave danno che le attività criminali di scavatori clandestini arrecano sottraendo alla collettività elementi fondamentali per ricostruire la sua storia, informazioni che purtroppo non potranno più essere recuperate, come è invece stato possibile con i reperti”.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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