Montalto di Castro (Vt). Acquisita dalla Soprintendenza l’area dell’antico porto di Vulci, oggi località Murelle, che diventa parte del parco naturalistico-archeologico di Vulci. Già iniziate le indagini di superficie. I risultati nel convegno internazionale su Vulci nel 2025

La costa vulcente in località Murelle di Montaldo di Castro (Vt) dove insisteva l’antico porto della città etrusca di Vulci (foto sabap-vt-etr-mer)

Panoramica dell’area di Murelle acquisita dalla soprintendenza (foto sabap-vt-etr-mer)
L’area dove era l’antico porto della città etrusca di Vulci, oggi località Murelle di Montalto di Castro (Vt), è stata acquisita dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, e diventerà un nuovo settore del parco naturalistico-archeologico di Vulci, che proprio a Murelle ha già programmato indagini archeologiche non invasive per indirizzare la ricerca. Si è dunque concluso il procedimento di acquisizione di un ampio settore dell’area archeologica in località Murelle, nel comune di Montalto di Castro, iniziato circa 10 anni fa con l’esercizio della prelazione su una porzione di terreni soggetti a vincolo archeologico. L’iter burocratico amministrativo è risultato molto complesso, in virtù di un ricorso al Tar, in un primo momento sfavorevole alla Soprintendenza, a cui l’Ufficio si è opposto ricorrendo al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, con la sua decisione favorevole all’azione della Soprintendenza, ha determinato la possibilità di completare i sospesi e acquisire finalmente in consistenza al patrimonio dello Stato (Agenzia del Demanio) i terreni contesi. Analogamente, nel corso del 2022, con un’altra procedura di prelazione è stata acquisita un’ulteriore porzione verso il mare dell’area vincolata.

Mappa del litorale vulcente con l’indicazione delle Murelle realizzata da Ignazio Danti nel 1583 (foto sabap-vt-etr-mer)
Identificata con la Regae dell’Itinerarium Maritimum, che colloca il sito a metà strada tra la foce dell’Arrone e la foce del Fiora, e con la Regisvilla dello storico greco Strabone, l’area era stata indagata soltanto parzialmente, tra fine anni ’70 e inizi ’80 del Novecento, da parte dell’Istituto di Topografia antica della Sapienza-Università di Roma. Già precedentemente ricerche di superficie e l’analisi di fotografie aeree avevano portato gli studiosi a distinguere un vasto recinto rettangolare, datato variamente dall’epoca romana fino a quella medievale.

Frammento di ceramica attica proveniente da località Murelle di Montalto di Castro (Vt) (foto sabap-vt-etr-mer)
La limitata indagine archeologica ha portato alla luce diverse strutture di epoca etrusca e tracce di una villa di epoca romana di prima età imperiale. Rinvenuti, inoltre, resti di sepolture di epoca romana, sia nell’area delle strutture etrusche, sia nell’area più prossima al mare. Ed ancora, più avanti, nel mare, sono emersi resti di strutture sommerse interpretate come opere portuali: una sorta di barriera appena affiorante, parallela alla linea di costa, a ca. 300 metri dalla riva. Ricerche più recenti condotte sui materiali confermano la presenza di un insediamento etrusco a carattere commerciale, frequentato da popolazioni locali ma anche da Greci e Fenici. Molti dei reperti rinvenuti conservano segni incisi e graffiti interpretabili come marchi commerciali, mentre iscrizioni di dedica alla divinità Vei, spesso titolare di santuari legati allo scambio, apre l’ipotesi della presenza di luoghi di culto.

La costa vulcente in località Murelle di Montaldo di Castro (Vt) dove insisteva l’antico porto della città etrusca di Vulci (foto sabap-vt-etr-mer)
L’area delle Murelle diventerà parte del parco naturalistico-archeologico di Vulci gestito dalla Fondazione Vulci grazie alla convenzione Stato-Enti locali che il ministero della Cultura ha stipulato con la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, i Comuni di Montalto di Castro e di Canino.

Gruppo di lavoro per le indagini non invasive nell’area archeologica di Murelle di Montalto di Castro (Vt) (foto sabap-vt-etr-mer)
Già avviate indagini non invasive che indirizzeranno i successivi scavi archeologici. Grazie alla collaborazione tra Vulci Cityscape, Eastern Atlas e Parco di Vulci, le ricerche geofisiche, in particolare magnetometriche e con l’utilizzo del georadar, permetteranno di individuare strutture sepolte dell’antico porto di Vulci. Le attività di ricerca su ampia scala, utili a definire l’estensione e le caratteristiche del sito, consentiranno finalmente di aggiungere importanti tasselli conoscitivi sui rapporti commerciali della città di Vulci con il Mediterraneo, in parallelo con quanto già noto degli altri porti dell’Etruria meridionale (Pyrgi e Gravisca) e di restituire al pubblico anche inaspettati e suggestivi percorsi di visita. I risultati saranno presentati nell’ambito del Convegno Internazionale di Studi Etruschi dedicato a Vulci, in occasione del cinquantenario dal primo, che si terrà nell’ottobre del 2025.
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