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Pompei. Per le festività negli scavi due percorsi guidati alla scoperta delle sei domus appena restaurate e aree normalmente chiuse come l’anfiteatro e la grande palestra

Fino al 10 gennaio due percorsi inediti alla scoperta dei tesori di Pompei

Fino al 10 gennaio due percorsi inediti alla scoperta dei tesori di Pompei

Vacanze di Natale speciali a Pompei con due itinerari pensati proprio in occasione della riapertura delle sei domus restaurate lungo via dell’Abbondanza alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2015/12/23/pompei-alla-vigilia-di-natale-il-premier-renzi-inaugura-sei-domus-ricche-di-affreschi-sulla-via-dellabbondanza-restaurate-nellambito-del-grande-progetto-pompei/): sono la Fullonica di Stephanus, la Casa del Criptoportico, la Casa di Paquius Proculus, la Casa del Sacerdos Amandus, la Casa di Fabius Amandio e la Casa dell’Efebo. Il restauro degli ambienti è stato portato a termine dalla soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia grazie ai fondi del Grande Progetto Pompei, che ammontano in totale a 105 milioni di euro e che stanno restituendo splendore al grande sito archeologico, dopo anni di crolli e danneggiamenti dovuti alla mancanza di manutenzione. Tra i siti riaperti spicca uno degli edifici storicamente più ammirati dai turisti, la Fullonica di Stephanus, che era una tintoria per il trattamento delle stoffe che venivano colorate in una grande vasca posta al centro dell’edificio.

I meravigliosi affreschi del complesso di Moregine esposti alla Grande Palestra di Pompei

I meravigliosi affreschi del complesso di Moregine esposti alla Grande Palestra di Pompei

Dunque due percorsi speciali. Fino al 10 gennaio (con la sola eccezione del 1° gennaio, quando l’area archeologica di Pompei sarà chiusa) Scabec (società campana per i beni culturali) propone con il circuito Campania-Artecard due percorsi inediti che guideranno gli ospiti alla scoperta delle domus appena restaurate e di aree normalmente chiuse al pubblico. Le visite sono comprese nel biglietto d’ingresso agli Scavi ma è necessario prenotarsi. Disponibilità fino a esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni 800.600601, cellulari ed estero +39.06.39967650, www.campaniacard.it. I percorsi speciali di Campania-Artecard a Pompei sono realizzati dalla Scabec, la società campana beni culturali, che ha curato anche il progetto “Pompei, un’emozione notturna”, le visite notturne guidate spettacolarizzate che si sono tenute durante l’estate ed ha prodotto il cortometraggio promozionale di Pappi Corsicato “Pompei, eternal emotion”.

La domus dell'Efebo, una ricca dimora di mercanti

La domus dell’Efebo, una ricca dimora di mercanti

La domus del Criptoportico con quattro ambienti termali

La domus del Criptoportico con quattro ambienti termali

La domus di Fabius Amandus

La domus di Fabius Amandus

La domus di Pasquius Proculus

La domus di Pasquius Proculus

La domus del Sacerdos Amandus

La domus del Sacerdos Amandus

La fullonica di Stephanus

La fullonica di Stephanus

Il primo percorso, “Di domus in domus” (visite dalle 10 alle 15 – biglietteria di piazza Esedra – tutti i giorni tranne il 1° gennaio) prevede la visita all’antica “tintoria” Fullonica di Stephanus dove sarà illustrato il trattamento dei tessuti utilizzato dagli antichi romani, ai quattro ambienti termali della Casa del Criptoportico, alla Casa di Paquius Proculus con le sue scritte elettorali, alla Casa del Sacerdos Amandus con le pitture del triclinio che riprendono le imprese degli eroi e all’attigua Casa di Fabius Amandio un esempio di piccola casa del ceto medio e infine alla Casa dell’Efebo, una ricca dimora di mercanti che si distingue per il lusso e il fasto delle decorazioni delle pareti e dei pavimenti. Il secondo percorso proposto è “Memorie e suggestioni – viaggio dal 79 d.C. ad oggi” (visite alle 11, 13, 15 – biglietteria di Porta Anfiteatro tutti i giorni tranne il 1 gennaio) che prevede la visita all’Anfiteatro e alla Piramide, realizzata dall’architetto Francesco Venezia che custodisce i calchi, e la Palestra Grande, un tempo utilizzata per l’educazione fisica della juventus e arricchita dalla mostre degli affreschi provenienti dalla Villa di Moregine.

Il soprintendente Massimo Osanna con il regista Pappi Corsicato e la presidente di Scabec, Patrizia Boldoni

Il soprintendente Massimo Osanna con il regista Pappi Corsicato e la presidente di Scabec, Patrizia Boldoni

Massimo Osanna soprintendente speciale per Pompei, Ercolano e Stabia è soddisfatto: “Sei domus restituite alla fruizione, una attività globale di restauro e messa in sicurezza per la salvaguardia del sito e finalmente una grande attenzione alla valorizzazione e alla promozione dell’area archeologica. È il traguardo che la soprintendenza di Pompei ha raggiunto per il 2015 grazie al grande impegno di funzionari e tecnici della soprintendenza, del Grande Progetto Pompei e di Invitalia, che hanno dato il loro massimo per garantire risultati nel rispetto del cronoprogramma stabilito dall’Unione Europea. Ritengo si tratti di un importante successo sia per Pompei, in termini di opere concrete realizzate per il sito, sia per la soprintendenza che ha raggiunto un modello di lavoro di alto livello capace di far interagire, in un programma interdisciplinare di confronto e di studio, professionisti e tecnici di varia provenienza, non dimenticando il coinvolgimento anche di prestigiose università e istituzioni italiane e straniere. Chiudere il 2015 nel pieno fermento delle attività dei cantieri, avendo al tempo stesso ampliato l’offerta di visita al sito, è di grande auspicio per il futuro di Pompei”.

Pompei. Alla vigilia di Natale il premier Renzi inaugura sei domus ricche di affreschi sulla via dell’Abbondanza, restaurate nell’ambito del Grande Progetto Pompei

Una domus affrescata di Pompei: il 24 dicembre se ne aprono sei appena restaurate

Una domus affrescata di Pompei: il 24 dicembre se ne aprono sei appena restaurate

Il premier Matteo Renzi per la seconda volta a Pompei in un anno

Il premier Matteo Renzi per la seconda volta a Pompei in un anno

Sotto l’albero Pompei regala l’apertura di cinque domus e una bottega artigiana: sei “gioielli” del sito archeologico lungo la centralissima via dell’Abbondanza (l’arteria principale dove si svolgeva la vita nell’antica città romana) finora neppure presenti sulla mappa degli itinerari proposti dalla soprintendenza e in alcuni casi neppure segnalati da una targa all’esterno dell’edificio. Restaurate nell’ambito dei lavori del Grande progetto Pompei, le sei domus sono: la Fullonica di Stephanus, la casa del Criptoportico, la casa di Paquio Proculo, la casa del Sacerdos Amandus, la casa di Fabius Amandius e la casa dell’Efebo. Stavolta Pompei finisce in prima pagina per una notizia positiva: niente crolli, danneggiamenti, o cancelli chiusi per assemblea sindacale. L’eccezionalità e importanza dell’evento è sottolineata dalla presenza non solo del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ma dello stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi. È stato proprio il premier a chiedere al suo ministro di spostare la cerimonia di inaugurazione a giovedì 24 dicembre 2015. L’appuntamento era inizialmente fissato per mercoledì 23, poi il cambio di programma. Confermato su Facebook dallo stesso Renzi: “Al lavoro in questi giorni prenatalizi. Giovedì 24 inauguriamo la riapertura di sei domus a Pompei che finalmente fa notizia per i restauri e non più per i crolli”. L’appuntamento è alle 11. Col premier Renzi – alla seconda visita dopo quella dello scorso aprile – ci saranno il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il soprintendente Massimo Osanna e il direttore del Grande Progetto Giovanni Nistri. Sarà l’occasione per fare il punto della situazione negli scavi. Il Grande Progetto Pompei termina ufficialmente il 31 dicembre, ma andrà avanti anche nella programmazione Fesr 2014-2020 così da fare in modo che venga spesa l’intera somma di 105 milioni di euro prevista. Dopo il 31 dicembre la segreteria del Grande Progetto verrà assorbita dalla soprintendenza, e scadrà anche il mandato di Nistri. La struttura di supporto, ovvero 17 unità tra cui molti ufficiali dei carabinieri, cesserà di operare. Una preoccupazione in più per l’ente a cui capo c’è Massimo Osanna.

Il grande cantiere di via dell'Abbondanza a Pompei dove si affacciano le sei domus restaurate

Il grande cantiere di via dell’Abbondanza a Pompei dove si affacciano le sei domus restaurate

Il ministro Dario Franceschini a Pompei

Il ministro Dario Franceschini a Pompei

Come si diceva, le sei domus restaurate grazie ai fondi del Grande Progetto Pompei, dopo decenni di buio e incuria, tornano a presentarsi in tutto il loro splendore con gli affreschi, gli apparati decorativi e i mosaici che hanno ritrovato la luce e i colori di quando riaffiorarono dalle ceneri dopo mille e settecento anni. Le domus affacciano tutte su via dell’Abbondanza. Vediamole. La Fullonica di Stephanus è all’incrocio con il vicolo del Citarista. Tra gennaio e luglio 2014 sono stati eseguiti interventi di manutenzione e ripristino delle coperture, reintegrazioni murarie, attività di scavo e ripulitura per riportare alla luce i piani originari. Proprio grazie agli scavi, è stato possibile individuare il percorso di approvvigionamento e di deflusso delle acque, funzionale fin dall’origine alle lavorazioni che si svolgevano all’interno della fullonica. Durante le attività di cantiere è stato deciso di utilizzare il percorso dell’antica canalizzazione di deflusso, per sistemare un impianto di smaltimento delle acque piovane provenienti dal giardino, senza dover realizzare nuovi scavi. Sono serviti altri 10 mesi di lavoro e ulteriori 315mila euro, in aggiunta al milione, per far risplendere i decori della fullonica.

La restaurata vasca interna della Fullonica di Stephanus a Pompei

La restaurata vasca interna della Fullonica di Stephanus a Pompei

La restaurata domus di Paquio Proculo a Pompei

La restaurata domus di Paquio Proculo a Pompei

Lì vicino c’è il Criptoportico, uno dei primi cantieri aperti. La dimora prende nome dalla presenza lungo tre lati del giardino quadrangolare di un portico sotterraneo fenestrato – criptoportico appunto – sul quale si aprivano una stanza di soggiorno (oecus) e ambienti termali. L’intervento di restauro, 304mila euro, si è sviluppato in tre fasi: il consolidamento e restauro delle strutture antiche, con integrazione dei precedenti restauri; la restituzione della volumetria originaria attraverso la ricostruzione spaziale con strutture in legno di ciò che era andato perduto anche a seguito del bombardamento del 1943. Un importante intervento a salvaguardia degli affreschi ha, inoltre, interessato il deflusso delle acque meteoriche attraverso opere di drenaggio nel giardino. Quindi si incontra la casa di Paquio Proculo, per il cui restauro è stato speso circa un milione. Quindi si apre la casa di Sacerdos Amandus famosa per le iscrizioni sulle pareti esterne dell’edificio: a fianco della porta di ingresso la scritta di sostegno al sacerdote e l’iscrizione in osco “Spartacs” su uno dei gladiatori raffigurati sulla parete destra del vestibolo. Per il restauro degli affreschi spesi 50mila euro per gli apparati decorativi. Proseguendo il viaggio nella città archeologica, si arriva alla dimora di Fabius Amandus, che ha un piccolo corridoio di accesso che immette direttamente nell’atrio, caratterizzato da un giardino e da una piccola piscina semicircolare, alimentata direttamente dall’acqua piovana. Infine c’è la casa di Efebo che si trova nell’omonimo vicolo, sul lato destro di via dell’Abbondanza. Per la prima tranche di lavori, il restauro architettonico, sono serviti 500mila euro e 716 giorni. La casa è conosciuta anche con il nome di Cornelio Tagete, per il ritrovamento di una statua in bronzo di un efebo, utilizzata come portalampada: la casa è il frutto dell’unione di più abitazioni ed era divisa in un quartiere riservato alla famiglia ed uno di rappresentanza con decorazioni o in stucco o a mosaico. Per il recupero degli apparati decorativi, invece, sono stati spesi altri 900mila euro e impiegati ulteriori nove mesi di lavoro.