Egitto. La missione archeologica egiziana nella necropoli di Saqqara conferma l’eccezionalità della scoperta in tre pozzi sacri. Il ministro: “Siamo arrivati a 59 sarcofagi in legno ancora sigillati, di 2500 anni fa; 28 statue del dio Ptah Sokar e un gran numero di amuleti e ushabti. E non è finita”

Cinquanta sarcofagi, tutti integri. E la ricerca non è ancora finita! Da quando, ai primi di settembre, il ministro delle Antichità e del Turismo, Khaled el-Anani, aveva annunciato l’eccezionale scoperta nell’area della necropoli di Saqqara di un pozzo sacro con una decina di sarcofagi inviolati da parte della missione archeologica egiziana diretta da Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, è stato tutto un susseguirsi di nuove scoperte all’interno di pozzi funerari nell’area delle antichità di Saqqara: 59 bare di legno chiuse ancora nelle loro condizioni iniziali della loro deposizione 2500 anni fa; 28 statue del dio della necropoli di Saqqara, Ptah Sokar e un gran numero di amuleti, statue ushabti e reperti archeologici. Numeri impressionanti presentati dal ministro egiziano al-Anani in un affollato incontro sotto un tendone nell’area della necropoli di Saqqara dove, davanti una sessantina di ambasciatori stranieri, arabi e africani al Cairo e delle loro famiglie, e di numerose agenzie di stampa locali e straniere, giornali e canali televisivi, sono stati distesi i sarcofagi in legno colorati scoperti dalla missione archeologica egiziana accatastati uno sull’altro in tre pozzi sepolcrali a diverse profondità che vanno dai 10 ai 12 metri.

“Questo è un giorno importante per l’Egitto”, ha esordito el-Anani: “Questa scoperta conferma l’unicità dell’Egitto riconosciuta da tutto il mondo. E la partecipazione oggi di tanti ambasciatori di 43 Paesi amici dell’Egitto e di media stranieri ne è la conferma”. Il ministro ha ricordato le tappe delle ricerche della missione egiziana in un’area, quella di Saqqara, particolarmente importante, Patrimonio dell’Umanità dal 1979, famosa per la piramide a gradoni di Djoser, che è stata riaperta al pubblico proprio nel marzo 2020 dopo un lungo restauro, iniziato nel 2006 e interrotto nel 2011 e completato nuovamente con un finanziamento egiziano di 150 milioni di sterline: “Inizialmente, tra la fine di agosto e il primi di settembre 2020 sono stati scoperti 3 pozzi contenenti 13 bare; due settimane dopo sono state trovate altre 14 bare, e ad oggi siamo arrivati a 59 (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2020/09/21/egitto-la-missione-archeologica-egiziana-nella-necropoli-di-saqqara-ha-scoperto-27-sarcofagi-di-epoca-tarda-risalenti-a-2500-anni-fa-ancora-sigillati-il-ministro-el-anani-una-scoperta-mo/). Ma non è ancora finita. Abbiamo trovato altri strati di bare che verranno illustrati più avanti”. Khaled el-Anani ha spiegato che i sarcofagi trovati sono in buone condizioni di conservazione e conservano ancora i loro colori originali: “I primi studi effettuati dagli archeologi rivelano che risalgono alla XXVI dinastia e che appartengono a un gruppo di sacerdoti, diplomatici anziani e personalità di spicco nella società”. E poi l’annuncio ufficiale: “Questi sarcofagi saranno trasferiti al Grand Egyptian Museum per essere esposti nella sala di fronte a quella dedicata alla presentazione del nascondiglio di Al-Asasif, vicino al tempio della regina Hatshepsut (riva occidentale dell’odierna Luxor), trovato dalla missione archeologica egiziana nel 2019, dove sono state scoperte circa 32 bare chiuse ancora perfettamente integre di sacerdoti, alcune donne e bambini risalenti alla XXI-inizio XXII dinastia”.

“Questa è la prima scoperta archeologica annunciata in piena crisi da coronavirus”, ha sottolineato el-Anani, che ha ringraziato i suoi colleghi che lavorano nel Consiglio Supremo delle Antichità guidato da Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio, soprattutto per il loro lavoro in circostanze difficili e ardue, il che conferma comunque che le ripercussioni del Covid-19 non hanno impedito il completamento del loro lavoro, nel rispetto di meticolose misure precauzionali per garantire la sicurezza a tutti gli archeologi, restauratori, lavoratori e partecipanti nella missione. “Oggi la maggior parte delle scoperte archeologiche egiziane sono nelle mani degli egiziani, archeologi dipendenti del Consiglio supremo delle antichità”, orgoglioso di far parte di questa squadra in cui è entrato dal 2016. “E un grazie anche alla Banca Nazionale d’Egitto per aver sponsorizzato questo evento”.

Le fasi della scoperta sono state ricordate anche da Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità: “La missione ha iniziato i lavori di scavo lo scorso agosto, quando sono state trovate 13 bare e con il proseguimento degli scavi, gli archeologi hanno scoperto altre 14 bare, fino a quando il numero di bare è arrivato a 59. Trovate anche 28 statue in legno del dio Ptah Sokar, che è il dio principale della necropoli di Saqqara, oltre a un gran numero di statue e amuleti ushabti in maiolica, nonché una statua in bronzo del dio Nefertum, adorato a Memfi, dove era considerato figlio di Ptaḥ e di Sakhmis. La statuetta, intarsiata con pietre preziose, come agata rossa, turchese e azzurro, è alta 35 cm, e sulla base c’è un’iscrizione che porta il nome del suo proprietario, il sacerdote Badi-Amon”.
Alla presentazione della scoperta archeologica è intervenuto anche il famoso egittologo Zahi Hawass, che ha descritto l’emozione provata all’apertura di un sarcofago che conteneva ancora la mummia (come si vede nel cortometraggio sulla scoperta mostrato al pubblico presente, e qui sopra riprodotto), apertura avvenuta in occasione del suo sopralluogo a Saqqara su invito del ministro del Turismo e delle Antichità: “Il momento dell’apertura della bara per la prima volta non può essere descritto: lo si vede nei giovani archeologi egiziani che partecipano a queste missioni. E sono particolarmente felice del successo della missione archeologico guidata da Mostafa Waziri”. E ha aggiunto: “Queste scoperte archeologiche sono avvenute non in un’area qualsiasi: qui si trovano alcune tra le tombe più famose, tra cui la tomba di Maya “nutrice del re Tutankhamon”, la tomba del primo ministro durante il regno di re Amenhotep III, o la tomba di Pay e Raia”.
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