Archivio tag | Depositi alle Cavaiole del Mann

Esclusivo. Francesco Sirano, nuovo direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, illustra ad “archeologiavocidalpassato.com” come intende organizzare e valorizzare il Mann, tra interventi strutturali, mostre ed eventi: dalle Cavaiole all’America’s Cup, dalla mostra sulla Sirena Partenope alla seconda sede nell’Albergo dei Poveri, dalla Villa dei Papiri al mosaico di Alessandro. Con una linea ben precisa: informarsi, ascoltare, valutare, e decidere. Programmando

Francesco Sirano, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Da Ercolano al Mann, da un parco archeologico a uno dei musei archeologici più importanti nel mondo: Francesco Sirano, nominato a metà luglio direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli dal ministro Alessandro Giuli, e insediatosi al Mann il 6 ottobre 2025 (vedi Napoli. Il museo Archeologico nazionale ha il nuovo direttore, a 719 giorni dall’addio di Giulierini: Francesco Sirano si è insediato salutando il personale | archeologiavocidalpassato), mi riceve nel suo ufficio al terzo piano del prestigioso palazzo di Napoli, sorto nel ‘500 con destinazione cavallerizza e poi, tra Seicento e Settecento, come università, che Ferdinando IV di Borbone nel 1777 destinò ad accogliere i due nuclei della Collezione Farnese e della raccolta di reperti vesuviani già esposta nel Museo Ercolanese all’interno della Reggia di Portici. Per archeologiavocidalpassato.com il direttore tratteggia come intende rapportarsi con il Mann del presente e quello futuro, tra interventi strutturali (dai depositi delle Cavaiole alla seconda sede all’Albergo dei Poveri) ed eventi, a cominciare dalla mostra sulla Sirena Partenope nel febbraio 2026. Sirano si muove tra mura così cariche di storia e collezioni uniche per importanza e bellezza come la Farnese e le testimonianze dalle città vesuviane, con una linea ben precisa: informarsi, ascoltare, valutare, e decidere. Programmando. Questo è il Mann come lo vede Francesco Sirano.

“Ercolano è un sito Unesco nel quale ho lavorato per 8 anni – esordisce Sirano -. Da poco più di un mese (6 ottobre 2025, ndr) ho cominciato al museo Archeologico nazionale di Napoli: due luoghi differenti, uno è un museo e l’altro è un parco archeologico. Quindi tutte le problematiche di gestione del patrimonio devono essere declinate in maniera diversa tra Napoli ed Ercolano. Ma la macchina amministrativa, le regole amministrative, sono le stesse, perché entrambi istituti dello Stato, parte del ministero della Cultura. Quindi da questo punto di vista mi sono trovato molto bene, anche perché a Napoli sono ritornato nel luogo dove nel 1999 ho firmato il mio primo contratto da funzionario, quando questa era la sede della soprintendenza di Napoli e Caserta.

LE PRIME AZIONI. “Ora sto completando un giro di orizzonte di tutti i progetti, delle modalità operative del museo, individuando i punti di forza e le criticità nell’aspetto organizzativo, perché dal punto di vista della gestione è fondamentale che questo istituto che è molto importante, molto grande, molto impegnativo, abbia le opportune dotazioni organiche, ma soprattutto abbia un’organizzazione delle attività che renda il più possibile fluido e veloce il passaggio dei vari adempimenti che si devono compiere, perché previsti per legge. Ma per fare questo bisogna prima conoscere bene la situazione e poi avere delle idee che possono essere anche innovative. Io sto facendo tesoro della mia esperienza di Ercolano, dove eravamo partiti sena avere un ufficio. Quindi è stato tutto costruito da zero. Però a metà del mio percorso abbiamo fatto un check up e abbiamo cercato di vedere quali fossero le criticità che si erano palesate nei primi quattro anni. E ora grazie all’esperienza, devo dire che almeno l’età qualcosa di buono porta, ora in tempi molto più rapidi, sto facendo quel percorso che avevo fatto a Ercolano. 

Il personale del Mann saluta il nuovo direttore: al centro, Massimo Osanna e Francesco Sirano (foto mann)

ASCOLTARE IL PERSONALE. “Questo al Mann lo sto facendo guardandomi le carte e cercando di compulsare i funzionari, i responsabili dei vari settori organizzativi del museo. E a partire già dalla mia designazione, quindi prima che io firmassi fisicamente il contratto, ho cominciato a incontrare sistematicamente tutto il personale. Qui siamo 150, quindi li sto conoscendo tutti, uno a uno. Ho quasi completato. Perché ho scoperto – può essere banale, ma è una cosa fondamentale di questo istituto come di tutti gli istituti pubblici – che il principale elemento di patrimonio sono gli uomini, le donne, sono coloro che ci lavorano dentro, perché sono persone tutte entusiaste, intelligenti: a ognuno di loro sto chiedendo un consiglio oppure cosa avrebbe fatto al mio posto il primo giorno di lavoro. E veramente sto trovando / ricevendo indicazioni per me molto, molto importanti”.

“Il museo Archeologico nazionale ha una serie di progetti di tipo strutturale e una serie di progetti che sono legati a eventi a mostre.

Museo Archeologico nazionale di Napoli: i depositi delle Cavaiole prima degli interventi (foto graziano tavan)

I DEPOSITI DELLE CAVAIOLE. “Se parliamo degli aspetti strutturali, vale la pena sottolineare l’intervento che si sta facendo sulle Cavaiole, i nostri depositi sotterranei. Lì c’è un grande progetto, partito già da qualche anno e che dovrebbe finire a metà dell’anno prossimo: attraverso questo progetto avremo nelle Cavaiole non solo la riorganizzazione dei depositi, almeno degli spazi dei depositi, perché poi bisognerà allestirli, ma guadagneremo una grande sala espositiva e altri elementi utilissimi al servizio dei visitatori: ancora altri bagni, il nuovo guardaroba, tutte le facilitazioni che servono ai visitatori. Questa sala espositiva sarà grande quanto è l’attuale atrio. Quindi veramente questo è un progetto tra i più importanti strutturali che fa il Mann.

FACCIATE E TETTI. “Non è l’unico progetto. Si stanno affidando o saranno banditi a breve lavori per le facciate della parte retrostante del museo; lavori sui tetti – che sono già stati oggetto di interventi – ma ci sta una parte in cui dobbiamo intervenire.

DALLA SIRENA PARTENOPE ALL’ARTE CONTEMPORANEA. “Per le azioni a breve periodo legate a eventi, a febbraio 2026 inaugureremo una mostra sulla sirena Partenope, nata sulla scia della celebrazione dei 2500 anni della città di Napoli, che si annuncia davvero molto bella, ricca di materiali, spunti: sono veramente molto felice di questa mostra. Avremo anche delle mostre di arte contemporanea a breve, dedicata a dei maestri moderni con i quali cercheremo di creare un confronto tra l’arte contemporanea e l’arte antica, riprendendo un po’ la questione tra organicità e astrazione, negli anni in cui lavorano questi pittori tutti veneziani, la questione si poneva a livello di dibattito e quindi vale la pena riprendere, anche perché alcuni di loro davvero erano grandissimi pittori.

Visitatori all’ingresso del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

IL MANN, UNA CASA ACCOGLIENTE. “Poi avremo una serie di eventi che saranno il mio tocco originale a partire dall’anno prossimo – di cui non svelo nulla – ma saranno tutte cose che serviranno per cominciare la strada di trasformare questo museo sempre di più in una sorta di casa, un luogo accogliente dove le persone possono venire, ritornare più volte, trovando varie occasioni di lettura di questo incredibile patrimonio: l’Archeologico di Napoli è un museo bellissimo, ricchissimo e pieno di punti dove si può attrarre l’interesse di tantissime persone. Ognuno può trovare un motivo per cui in quel momento sta lì nel Mann. Il compito nostro è facilitargli però questa risposta, e questo è quello che cominceremo a fare dall’anno prossimo.  

LA NAVIGAZIONE ANTICA E L’AMERICA’S CUP. “Se spostiamo la linea d’orizzonte un pochino più in avanti, vorrei segnalare tra gi eventi una mostra sulla navigazione antica che faremo in occasione dell’America’s Cup del 2027.

FACILITY MANAGEMENT. “Dal punto di vista strutturale il mio contributo sarà a una gestione più strategica di tutti i servizi del museo, e in particolare quelli relativi alla manutenzione della macchina museo, quindi gli impianti, le pulizie, il verde, gli ascensori, le luci: tutto questo diventerà parte di un unico grande progetto di facility management che aiuterà a razionalizzare  la spesa e a razionalizzare anche gli sforzi che l’amministrazione deve compiere per poter seguire una miriade di piccoli contratti quali sono quelli che attualmente sono in essere.

CLIMATIZZAZIONE. “Dovrà essere messa in campo una cosa che già stiamo facendo: tra i progetti strutturali c’è infatti anche quello della climatizzazione. Noi stiamo climatizzando progressivamente tutto il museo. E quindi alcuni progetti di climatizzazione oramai si stanno per realizzare. Per altri abbiamo ottenuto dei fondi e quindi completeremo nei prossimi anni la climatizzazione che è molto importante perché serve a creare delle migliori condizioni non solo per i visitatori, ma anche per i lavoratori. Ma soprattutto contribuirà a mantenere idonee condizioni termo-igrometriche per tutti i materiali più delicati che sono esposti e che possono essere esposti alle polveri sottili e a tutti i problemi di inquinamento –  noi d’estate teniamo tutto aperto, perché bisogna pure respirare – e mi riferisco alle pitture, ad esempio, alle pitture murali, agli affreschi presenti nella sezione della Pittura vesuviana, e anche ai bronzi, ai materiali metallici, che pure soffrono molto se le condizioni tremo-igrometriche non sono stabili secondo dei range che sono stati stabiliti attraverso degli studi a livello centrale dal nostro ministero.

Le statue in bronzo degli atleti provenienti dalla Villa dei Papiri, attualmente visibili nel salone della Meridiana al Mann (foto graziano tavan)

NUOVE SALE DELLA VILLA DEI PAPIRI. “Altro intervento strutturale nel breve periodo – penso apriremo all’inizio della primavera 2026 – è il nuovo allestimento della Villa dei Papiri: le nuove sale della Villa dei Papiri saranno davvero un risultato importante. Oggi le sculture della Villa dei Papiri sono esposte nel salone della Meridiana: quindi non sono nascoste alla vista. Però certamente nel nuovo allestimento troveranno una “casa” migliore.

Restauro mosaico di Alessandro al Mann: il cantiere a vista (foto graziano tavan)

MOSAICO DI ALESSANDRO. “Altro intervento strutturale, e credo che con questo andremo poco prima dell’estate 2026, è la riapertura finalmente delle sale del mosaico di Alessandro. Il restauro del mosaico in sé è finito. Ora stanno facendo tutte le rifiniture. E quindi tra poco passeremo a fare una serie di lavori che riguardano i pavimenti e poi un minimo di riallestimento del resto della sezione Mosaici. E anche questo non vedo l’ora di poterlo ripresentare.

Il museo Archeologico nazionale di Napoli è ospitato in un palazzo borbonico che è stato sede dell’Università fino al 1777 e dal 1816 sede del Real Museo Borbonico

MANUTEZIONE ORDINARIA. “Ritornando alle azioni di più lungo periodo, una delle cose che metteremo in campo – come dicevo – è il facility management per la parte gestionale di tutto ciò che riguarda la macchina del funzionamento, e un altro sarà un progetto di manutenzione ordinaria. Nell’ambito della manutenzione programmata avremo infatti un progetto di manutenzione ordinaria di tutto il patrimonio archeologico e anche quello storico-artistico che riguarda l’edificio, perché non dimentichiamo mai che il Mann si trova in un edificio storico che parte nel ‘500: quindi non è un dettaglio da passare in secondo piano. E invece è molto importante che questa consapevolezza sia in chi visita e in chi ci lavora dentro. Non è un involucro neutro, è un involucro davvero molto importante.

Prospetto dell’Albergo dei Poveri, a Napoli, opera dell’architetto Ferdinando Fuga alla metà del Settecento (foto wikipedia)

ALBERGO DEI POVERI: SECONDA SEDE. “Altro intervento strutturale – e stiamo spostando la lancetta del tempo ancora un po’ più avanti – è quello della nuova sede del museo Archeologico nazionale di Napoli. Il museo avrà una seconda sede, che è stata già assegnata: è l’ala ovest dell’Albergo dei Poveri a piazza Carlo III. Allora lì avremo degli spazi enormi, e veramente ci sarà la possibilità di far diventare sempre più il Mann un elemento vivificatore all’interno del tessuto urbano di Napoli. Ci sarà la possibilità di esporre materiali che altrimenti qui, nella sede storica, non riusciamo a fare. La linea che seguiremo sarà quella di non creare un doppione e di non mettere mai in concorrenza le due sedi. Il nuovo Mann sarà un qualcosa di diverso e di complementare all’allestimento storico, in maniera che chiunque visiti quella sede abbia necessità e voglia, si spera, di visitare anche l’altra sede. Perché il nuovo Mann, siccome è fatto da poco, sarà sicuramente una sede più bella, più tecnologicamente avanzata: e allora qui non ci si viene più e diventa un deposito? Dobbiamo stare molto attenti a non fare questo tipo di errore.

RAPPORTI COL TERRITORIO. “Chiaramente questo farà sì che poi il museo nazionale ancora di più si rivolga sul territorio, perché tra questa sede e la nuova sede ci sono tante realtà culturali: musei, associazioni, edifici di culto, quartieri. Siamo a due passi dalla Sanità dove si è realizzato negli ultimi 10 anni un miracolo, un miracolo però della volontà umana. E poi c’è la realtà del museo nazionale di Capodimonte, che è il nostro museo fratello, perché noi abbiamo la statuaria Farnese loro hanno i quadri Farnese. Rispetto a tutte queste realtà la mia idea di rapporti è quella di valorizzare le connessioni e non gli snodi, perché nessuno è più importante dell’altro. Tutti dovremo condividere: si potranno condividere dei progetti che poi vengono portati avanti ciascuno per le proprie competenze”.

Napoli. Il museo Archeologico nazionale chiude il 2023 con oltre 550mila visitatori: +25% rispetto al 2022. Il dg Musei Massimo Osanna: “Eventi di qualità e collezioni storiche per un dialogo sempre più stretto con il pubblico”

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

Al museo Archeologico nazionale di Napoli ci sono tutti gli elementi per poter esultare: numeri da record di visitatori, nuovi allestimenti, grandi eventi. Peccato che a fare il bilancio di un 2023 particolarmente positivo non ci sia il vero artefice di tutto questo, il direttore Paolo Giulierini, che a novembre 2023 ha lasciato per fine mandato, e che in molti confidano in un suo ritorno, vincitore del prossimo bando di concorso al posto di direttore alla guida del Mann. “Il 2024 inizia con ottimi auspici per il Museo e per la città”, commenta il direttore generale Musei del ministero della Cultura, Massimo Osanna: “la programmazione di eventi culturali di qualità e la valorizzazione delle collezioni storiche permetteranno di costruire un dialogo sempre più stretto con cittadini e turisti. Speriamo che il 2024 ci premi, facendo archiviare definitivamente la battuta di arresto determinata dal Covid”.

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Visitatori all’ingresso del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Sezione Campania Romana al Mann: il portico chiuso dalla statua equestre di Marco Nonio Balbo (foto graziano tavan)

Oltre 550mila visitatori al museo Archeologico nazionale di Napoli nel 2023: il trend di presenze è in crescita di circa il 25% rispetto al 2022, quando al Mann sono stati registrati 441mila ingressi. L’anno appena trascorso è stato segnato dell’inaugurazione del nuovo allestimento della Sezione Campania Romana, che presenta oltre duecento reperti in sale non risultate fruibili negli ultimi quarant’anni (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale l’attesa è finita: dopo 50 anni, apre la sezione Campania Romana delle sale monumentali occidentali. Oltre duecento reperti dalle città vesuviane e dall’area flegrea. L’invito del direttore Giulierini | archeologiavocidalpassato).

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Restauro mosaico di Alessandro al Mann: il cantiere a vista (foto graziano tavan)

A novembre scorso, è stata avviata la fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro: il cantiere è oggi visibile al pubblico (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre il “cantiere trasparente”: il pubblico potrà seguire in diretta il restauro del mosaico di Alessandro. Un video racconta l’operazione di ribaltamento conclusa con successo | archeologiavocidalpassato).

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Lavori ai depositi Cavaiole del Mann (foto livia pacera)

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Lavori ai depositi Cavaiole del Mann (foto livia pacera)

Si lavora alacremente anche nei depositi: nei sotterranei denominati “Cavaiole” fervono le attività di catalogazione e risistemazione degli innumerevoli manufatti custoditi (vedi Napoli. Alla scoperta dei depositi sotterranei delle Cavaiole, interessati da un intervento di 12 milioni di euro: intervista al direttore Paolo Giulierini e video della passeggiata con l’architetto Amanda Piezzo | archeologiavocidalpassato).

Napoli. Alla scoperta dei depositi sotterranei delle Cavaiole, interessati da un intervento di 12 milioni di euro: intervista al direttore Paolo Giulierini e video della passeggiata con l’architetto Amanda Piezzo

“Ci troviamo all’interno delle Cavaiole”, spiega il direttore Paolo Giulierini ad archeologiavocidalpassato.com, “i depositi sotterranei del Mann che contengono materiale che proviene dalle aree vesuviane, in particolare Pompei ed Ercolano. Sono previsti 12 milioni di finanziamenti per queste aree sotterranee che porteranno a nuovi depositi ordinati e fruibili, a uno spazio espositivo per le mostre del museo e anche da una serie di servizi, bagni, deposito zainetti e molto altro, per il nuovo pubblico. In particolare questa dimensione sotterranea collegherà questo spazio alle uscite delle metropolitane che collegano il Mann con la stazione e con l’aeroporto costituendo un vero snodo della cultura”.

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L’architetto Amanda Piezzo e il direttore Paolo Giulierini nei depositi sotterranei delle Cavaiole del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

Il direttore Giulierini e l’architetto Amanda Piezzo hanno accompagnato un gruppetto di fortunati negli ambienti ipogei del museo Archeologico nazionale di Napoli: centinaia di metri di “gallerie” tra statue, frammenti architettonici, mosaici, busti, cassette piene di reperti. Uno sferragliare sinistro zittisce tutti. Sono pesanti porte in ferro che si chiudono, e un enorme sarcofago metallico ci porta nelle viscere del Mann. Raggiunto il livello -1, aperte le porte di sicurezza ecco i depositi delle Cavaiole. E questo è il video della passeggiata tra i reperti accatastati con qualche breve intervento dell’architetto Piezzo.

Napoli. “Ecco il Mann del futuro”: il direttore Giulierini a chiusura del suo mandato annuncia progetti e interventi (tutti esecutivi già finanziati) per i prossimi cinque anni, a cominciare dai depositi e nuovi servizi nei sotterranei. Una strada tracciata ben precisa per il direttore che verrà. I dettagli e le considerazioni

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Il grafico con i cantieri in corso e gli interventi programmati al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Il Mann del futuro è già oggi: progetti esecutivi, cronoprogramma, finanziamenti, sono già delineati per i prossimi cinque anni. Sarà un Mann più grande, più bello, più funzionale, che dialoga con la città e il mondo, È questa l’eredità che lascio al nuovo direttore, chi sarà non ha importanza. La strada è segnata”. E un lungo, caloroso, sentito applauso ha accompagnato le parole di Paolo Giulierini nella sua ultima conferenza stampa come direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Il suo mandato scade infatti il 30 settembre 2023. Alle sue spalle l’immagine del prospetto dello storico palazzo che ospita il museo con una scritta emblematica “Verso il Mann del futuro. Azioni in atto per il museo della città” e una serie di indicazioni, in blu (interventi già finanziati e non ancora cantierizzati) e in arancione (cantieri già in corso o in avvio). E solo a scorrerne l’elenco tremano i polsi. Ma non c’è da stupirsi, però. Del resto era stato proprio Giulierini, lo scorso febbraio, alla vigilia della riapertura dell’ala occidentale del museo con la Campania romana, ad accennare alle nuove tappe per un Mann “come non si è mai visto prima” (vedi Napoli. Paolo Giulierini, direttore dal 2015 del museo Archeologico nazionale, traccia un bilancio di quasi 8 anni di lavori e annuncia nuove tappe per un Mann “come non si è mai visto prima” | archeologiavocidalpassato).

È lo stesso direttore Giulierini a sintetizzarci “il Mann verso il futuro”: “Il programma del futuro dei prossimi cinque anni è denso ma è molto equilibrato e supportato non solo da pianificazione e progettualità, ma anche da supporto economico già in cassa. Apriremo i sotterranei per poter garantire nuovi depositi alle Cavaiole, ma soprattutto un grande spazio espositivo e nuovi servizi igienici al pubblico. E questa dimensione sotterranea collegherà il museo con le grandi metropolitane. E poi ovviamente aggiungeremo nuove sezioni espositive. La sezione del Mediterraneo, la sezione Neapolis e Cuma, la sezione dedicata alla Storia del Mann, la sezione dedicata ai vasi greci: insomma, questo museo si sta dotando di un’offerta tale da porlo al vertice dell’offerta dei materiali classici al mondo. Inoltre anche i servizi saranno potenziati. Presto aprirà il nuovo ristorante. Avremo anche una foresteria e soprattutto una serie di azioni connesse con i grandi edifici cittadini limitrofi: Palazzo Fuga, che diventerà un Mann 2; la Galleria Principe, un’altra area espositiva del Mann; l’istituto Colosimo, un grande centro di accoglienza per ricercatori per la realizzazione di convegni”.

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Rendering della realizzazione degli interventi a livello -1 del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Vediamo più nel dettaglio gli interventi che interessano soprattutto il livello -1: piano interrato e depositi. Su queste aree si sta sviluppando il progetto di riqualificazione, con un finanziamento di 11.275.000 euro, risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014/2020. Il progetto aumenterà le potenzialità espositive del Museo, migliorerà i servizi al pubblico e valorizzerà il legame tra l’Istituto e la città. Questi i punti focali: 1) realizzazione, nell’area posta al di sotto dell’Atrio, di un grande spazio destinato alle esposizioni temporanee, raggiungibile mediante un nuovo scalone (in sostituzione di quello attuale tra il piano terra del Museo e le sezioni Egizia ed Epigrafica) e un ascensore, direttamente collegati con la sezione Mediterraneo Antico, intervento programmato per il 2024;

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: i depositi delle Cavaiole oggi (foto graziano tavan)

2) depositi delle Cavaiole, che custodiscono i materiali lapidei: qui saranno rinnovati gli impianti, con particolare riferimento alla sicurezza e alle condizioni microclimatiche: l’obiettivo sarà rendere fruibile in futuro l’area anche per i visitatori, con particolari modalità e contingentamento; 3) nuovi servizi igienici nell’area sottostante il terrapieno di ingresso al MANN e a nord-est del Museo; 4) collegamenti con la città: il progetto prevede anche la riqualificazione del cosiddetto giardino delle Cavaiole, tra il Museo e piazza Cavour, che sarà liberato dall’attuale cancellata di chiusura per assumere la funzione di piazza pubblica, ripristinando il rapporto diretto edificio-città, visibile in molte vedute storiche. I vani posti al piano terra su questo fronte, attualmente utilizzati come depositi e locali tecnici, saranno bonificati e destinati ad attività di valorizzazione della vita del quartiere. Su via Santa Teresa degli Scalzi, la palazzina demaniale sarà oggetto di lavori di manutenzione straordinaria, per la realizzazione di una foresteria dotata di quattro alloggi. La conclusione dei lavori è prevista in circa tre anni, con il rilascio in fieri di alcune aree. Il progetto è elaborato da un raggruppamento temporaneo di professionisti (RPA srl, Studio Associato Guicciardini e Magni Architetti, ing. Giovanni Cangi, arch. Fabrizio Natalini ed arch. Pietro Petullà), anche sulla scorta degli studi condotti dal Mann e dai dipartimenti di Architettura delle università Federico II di Napoli e Roma Tre. I lavori sono stati aggiudicati al RTI costituito dalle imprese Fratelli Navarra srl e Gruppo ECF SpA.

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Inaugurazione della sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli con il ministro Gennaro Sangiuliano (foto graziano tavan)

“Il MANN del futuro è già in moto”, dichiara il direttore Paolo Giulierini. “Con l’apertura del grande cantiere dei sotterranei e un progetto che porterà alla creazione di nuove aree espositive, la sezione Mediterraneo, servizi e accoglienza di standard internazionale in collegamento con la città, il percorso è segnato. Non è sogno né una promessa: siamo, con questa ulteriore ‘rivoluzione’ che stavolta parte dal sottosuolo, all’approdo concreto dell’utilizzo di circa 50milioni di euro di fondi pubblici. Abbiamo lavorato dai tetti ai depositi (la riapertura dell’ala occidentale con la Campania romana lo scorso aprile, alla presenza del ministro Sangiuliano, credo resterà nella storia dell’istituto) per un museo della città ‘mai così grande’ e mai chiuso per un solo giorno alla fruizione del pubblico. Mi fa piacere segnalare al riguardo che abbiamo superato il numero dei visitatori dell’intero 2022: già a metà settembre sono stati 420mila, rispetto ai 400mila totali dello scorso anno, con un incremento del 31,8%. Cantieri ed interventi di riallestimento importanti sono in corso intanto nel ‘palazzo’ – anticipa Giulierini – nel ’23 si chiude il cerchio: il museo della città completa il suo racconto con le sezioni Cuma e Neapolis, collegandole alla Preistoria, alla Piana campana, alla Magna Grecia. E tornano a brillare gli ori, le gemme e la numismatica. Nel segno di Alessandro e del restauro del suo mosaico, è in arrivo a ottobre al museo la ‘macchina’ della ‘grande impresa’: l’opera sarà capovolta per verificare le condizioni della malta di 2000 anni fa. Proprio dai depositi, al centro della valorizzazione, parte il progetto “Il tesoro della Legalità”, con Procura di Napoli, Carabinieri, Federico II, che è anche un’idea per Palazzo Fuga. Il MANN del futuro non potrà che continuare ad essere propulsore e aggregatore del ‘Quartiere della cultura’, in dialogo fattivo con le istituzioni territoriali sui progetti già avanzati per Galleria Principe e Colosimo, mentre sono ben 52 i siti Extramann in rete e si apre l’interessante collaborazione con la Stazione marittima”.

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Il difettore del Mann Paolo Giulierini con Maria Lucia Giacco, curatrice della collezione Magna Grecia (foto Graziano Tavan)

Chiudiamo con qualche considerazione del direttore Giulierini a bilancio dei suoi otto anni di mandato. “In questi otto anni il Mann ha cercato ovviamente delle strategie di collaborazione con la città, con il pubblico. E quindi abbiamo realizzato tante mostre, tanti momenti dedicati anche alle altre arti. Però questo non deve far pensare a una strategia scoordinata. In mezzo a queste pietanze c’erano anche i piatti forti costituiti ovviamente dal grande palinsesto dei progetti di restauro del palazzo a partire dai tetti, dai depositi, a partire da questa novità dei sotterranei. E soprattutto l’idea di riaprire completamente il Mann riaprendo quasi dieci Collezioni. Oggi noi possiamo garantire un museo completamente a norma che riespone materiali in ordine superiore agli anni Trenta del Novecento quando il museo raggiunse la massima estensione e siamo contenti che naturalmente a questo clima di sobrietà edilizia corrisponda però sempre una gioia di vivere e realizzare cose che fanno felici i cittadini”.