A tre mesi dall’apertura al m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) della mostra “La reinterpretazione del classico: dal rilievo alla veduta romantica nella grafica storica”, presentazione pubblica ufficiale dell’esposizione con quasi duecento incisioni che raccontano la produzione incisoria dell’antico nel Settecento e nell’Ottocento, insieme ad alcune opere del Mann

A tre mesi dall’apertura della mostra “La reinterpretazione del classico: dal rilievo alla veduta romantica nella grafica storica” al m.a.x. museo del Centro culturale di Chiasso (Svizzera), dove rimarrà aperta fino al 12 settembre 2021, è in programma la presentazione pubblica dell’esposizione. Appuntamento allo Spazio Officina domenica 6 giugno 2021, alle 17.30. Si tratta di un momento di incontro con il pubblico alla presenza dei co-curatori, delle autorità e delle personalità coinvolte nel progetto di mostra, con brevi interventi a cui seguirà l’apertura gratuita del m.a.x. museo dalle 19 alle 21. I posti sono limitati a 100 persone sedute, in base alle norme COVID; l’iscrizione è obbligatoria, scrivendo all’indirizzo eventi@maxmuseo.ch e indicando nome, cognome, cellulare e codice postale. Saranno presenti Mauro Massoni, console generale d’Italia a Lugano e ministro plenipotenziario; Davide Dosi, vicesindaco e capodicastero Attività culturali Chiasso; Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli; Susanne Bieri, storica dell’arte e co-curatrice della mostra, biblioteca nazionale svizzera; Berna Michele Amadò, segretario AdA, associazione Avvenire dell’Antico; Pierluigi Panza, storico e critico d’arte, Politecnico di Milano.

L’esposizione, che s’inserisce nel filone della “grafica storica”, ha l’obiettivo di presentare la produzione incisoria dell’antico nel Settecento e nell’Ottocento ripercorrendo il fenomeno storico della reinterpretazione e della fortuna critica del classico. Nella seconda metà del Settecento, la nascita del Neoclassicismo teorico portò alla riscoperta dello studio dell’Antico e dei monumenti classici. Winckelmann, considerato il padre della storia dell’arte moderna, pubblicò nel 1767 i Monumenti antichi inediti in cui vennero unite per la prima volta – a corredo della parte scritta – le incisioni, che raffiguravano opere classiche delle Collezioni romane con l’intento di illustrare l’antico. Il passo da Winckelmann a Piranesi è breve: il grande artista e incisore veneziano a Roma trovò la fonte dell’antico che gli permise di dare origine a incredibili e visionarie interpretazioni, con lo scopo dichiarato di stimolare l’immaginazione degli artisti contemporanei. La diffusione delle incisioni “in folio” contribuì molto a creare una documentazione di viaggio del Grand Tour con splendide vedute che ricordavano ai viaggiatori i luoghi attraversati e inoltre li aiutavano a identificare i monumenti descritti nelle guide. Si passa quindi all’apertura verso le prime espressioni romantiche del “Panorama” in cui è fondamentale la forma dell’illusionismo visivo, con un effetto di grande suggestione scenografica. La veduta romantica diventa così anche una fantasia di monumenti.


Testa di atleta ispirata ai modelli del V sec. a.C. conservata al museo Archeologico di Napoli ed esposta al m.a.x. di Chiasso (foto mann)
Nelle sale del m.a.x. museo è possibile ammirare quasi duecento incisioni all’acquaforte, a bulino e puntasecca di rara bellezza, stampe acquarellate, litografie e cromolitografie. Sono esposte, fra le altre, le incisioni volute da Johan Joachim Winckelmann per rappresentare l’antico, le stupende acqueforti di Giovanni Battista e Francesco Piranesi, le suggestive incisioni di Luigi Rossini e molte vedute, fra cui quelle di Nicolas-Marie-Joseph Chapuy, di Johann Jakob Wetzel, e paesaggi delle città europee mete del Grand Tour, affiancati ad alcuni pregevoli reperti archeologici (monete, medaglie e marmi). Esposta in bacheca vi è inoltre una raccolta di incisioni di Luigi Rossini, resa sfogliabile in formato digitale, con un sistema No-Touch. Nel percorso, anche alcune opere provenienti dal Mann: una coppia di candelabri realizzata dalla bottega Piranesi nella consueta modalità di pastiches (1784 ca.), una testa di Atleta ispirata a modelli del V sec. a.C. ed una testa di Apollo (340 a.C.).
Al m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) la mostra “La reinterpretazione del classico: dal rilievo alla veduta romantica nella grafica storica”, quasi duecento incisioni raccontano la produzione incisoria dell’antico nel Settecento e nell’Ottocento

“La reinterpretazione del classico: dal rilievo alla veduta romantica nella grafica storica” è la nuova mostra proposta al m.a.x. museo del Centro culturale di Chiasso (Svizzera) dove rimarrà aperta fino al 12 settembre 2021. E, annunciano gli organizzatori, si potrà visitare anche il 19 marzo (festa in Canton Ticino), a Pasqua e Pasquetta, ma non il venerdì e il sabato santo. L’esposizione, a cura di Susanne Bieri e Nicoletta Ossanna Cavadini, ha potuto contare sulla sinergia con il museo Archeologico nazionale di Napoli, la biblioteca dell’Accademia di architettura USI di Mendrisio, la biblioteca cantonale di Lugano, l’associazione Avvenire dell’Antico (AdA) e una fitta rete di collezionisti privati. L’esposizione, che s’inserisce nel filone della “grafica storica”, ha l’obiettivo di presentare la produzione incisoria dell’antico nel Settecento e nell’Ottocento ripercorrendo il fenomeno storico della reinterpretazione e della fortuna critica del classico. Nella seconda metà del Settecento, la nascita del Neoclassicismo teorico portò alla riscoperta dello studio dell’Antico e dei monumenti classici. Winckelmann, considerato il padre della storia dell’arte moderna, pubblicò nel 1767 i Monumenti antichi inediti in cui vennero unite per la prima volta – a corredo della parte scritta – le incisioni, che raffiguravano opere classiche delle Collezioni romane con l’intento di illustrare l’antico. Il passo da Winckelmann a Piranesi è breve: il grande artista e incisore veneziano a Roma trovò la fonte dell’antico che gli permise di dare origine a incredibili e visionarie interpretazioni, con lo scopo dichiarato di stimolare l’immaginazione degli artisti contemporanei. La diffusione delle incisioni “in folio” contribuì molto a creare una documentazione di viaggio del Grand Tour con splendide vedute che ricordavano ai viaggiatori i luoghi attraversati e inoltre li aiutavano a identificare i monumenti descritti nelle guide. Si passa quindi all’apertura verso le prime espressioni romantiche del “Panorama” in cui è fondamentale la forma dell’illusionismo visivo, con un effetto di grande suggestione scenografica. La veduta romantica diventa così anche una fantasia di monumenti.


La mostra “La reinterpretazione del classico” al m.a.x. museo di Chiasso (foto max museo)
Nelle sale del m.a.x. museo è possibile ammirare quasi duecento incisioni all’acquaforte, a bulino e puntasecca di rara bellezza, stampe acquarellate, litografie e cromolitografie. Sono esposte, fra le altre, le incisioni volute da Johan Joachim Winckelmann per rappresentare l’antico, le stupende acqueforti di Giovanni Battista e Francesco Piranesi, le suggestive incisioni di Luigi Rossini e molte vedute, fra cui quelle di Nicolas-Marie-Joseph Chapuy, di Johann Jakob Wetzel, e paesaggi delle città europee mete del Grand Tour, affiancati ad alcuni pregevoli reperti archeologici (monete, medaglie e marmi). Esposta in bacheca vi è inoltre una raccolta di incisioni di Luigi Rossini, resa sfogliabile in formato digitale, con un sistema No-Touch.
“Monete, medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica”: il convegno del Centro Culturale Chiasso (Svizzera) ripercorre la storia, delle più antiche monete alle moderne banconote. Causa emergenza sanitaria tutti gli interventi in streaming

Monete, medaglie e banconote hanno sempre svolto un ruolo rilevante sul piano politico, economico, culturale e iconografico. L’importanza della veste artistica e grafica di questi oggetti per garantire il successo di un messaggio di propaganda è evidente, e per questo il Centro Culturale Chiasso (Svizzera) ha promosso un convegno che ne ripercorre la storia, delle più antiche monete alle moderne banconote: “Monete medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica”, sabato 28 novembre 2020, dalle 15.30 alle 18, allo Spazio Officina. Il convegno si svolge a porte chiuse per situazione di emergenza sanitaria. Si può visualizzare sul canale YouTube del m.a.x. museo di Chiasso: https://www.youtube.com/channel/UCEbPajvlaMmDqge9ykWtGNw. Il convegno si propone di approfondire la funzione delle opere numismatiche quali strumenti di comunicazione e di propaganda culturale, partendo dall’assunto dell’Associazione AdA, che ciò che è antico contribuisce a determinare le forme della Modernità. Durante il convegno si opererà un confronto fra diversi fenomeni che si sono succeduti nel corso dei secoli per veicolare messaggi sociali, politici e culturali: dall’utilizzo in epoca antica della moneta/medaglia come strumento per propaganda politica ed esaltazione dell’uomo nella pratica di governo, all’uso pervasivo delle banconote, per promuovere l’immagine di personalità e ricorrenze.

La medaglia, come è intesa oggi, è nata nel Quattrocento con le raffinate tecniche della fusione e della coniazione, incisione e punzonatura ed è divenuta popolare grazie a eleganti produzioni, in particolare quelle del Pisanello. Al pari delle monete in uso nella Roma antica, divenne ben presto un mezzo di comunicazione, di celebrazione e di propaganda, a cui regnanti, papi e potenti personalità ricorsero per tramandare ai posteri le loro sembianze e soprattutto le loro imprese. I papi furono tra coloro che maggiormente colsero tali opportunità di propaganda, prediligendo le “medaglie architettoniche”, e chiedendone la realizzazione ad artisti di fama. Le medaglie venivano create appositamente non solo per rappresentare virtù e imprese ma anche per celebrare fra i contemporanei e tramandare ai posteri interventi urbanistici e architettonici. Ciò accadde in particolar modo con il ritorno della sede papale a Roma, dopo il periodo avignonese: i pontefici si proposero di abbellire la città eterna, cancellando l’incuria e l’anonimato nel quale era caduta durante il periodo medioevale. Chiese, palazzi, fontane, edifici pubblici, acquedotti, ospedali, tribunali, ponti, piazze, obelischi, vennero quindi edificati e riprodotti nelle medaglie e anche nelle monete circolanti, date anche in dono a personaggi illustri, per celebrare aere perennis, la magnanimità dei pontefici. Il medesimo ruolo di rappresentanza e di propaganda ricoperto in epoca antica e medievale da monete e medaglie, lo svolgono oggi le banconote: accanto alla tradizionale funzione di mezzo di pagamento, esse hanno un incontestabile ruolo culturale, per celebrare personaggi illustri di cultura, arte, economia, politica del Paese emittente. Introdotta in Occidente in epoca tardo-medioevale per ovviare alle esigenze di praticità legate all’intensificarsi degli scambi commerciali, la banconota è assurta essa stessa ben presto a un medium di natura culturale e sociale.
L’importanza della veste artistica e grafica di monete, medaglie e banconote, al fine di garantire il successo della trasmissione di un messaggio di propaganda, è evidente. “Per questo il Centro Culturale Chiasso”, spiega Nicoletta Ossanna Cavadini, responsabile dell’istituto, “ha ritenuto importante dare spazio a un convegno di questo tipo, nell’ambito della sua stagione espositiva dedicata alla “genesi”, intesa come origine delle cose”. Dopo la parte introduttiva di Michele Amadò, segretario AdA, associazione Avvenire dell’Antico, seguiranno gli interventi di Giovanni Maria Staffieri, appassionato numismatico, che parlerà di monete e medaglie come strumenti di propaganda culturale (“Raffigurazione di monumenti celebri su monete imperiali romane quale strumento di propaganda”); Howard Burns, professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il cui contributo storico verterà sulla parte relativa alle monete rinascimentali (“Medaglie rinascimentali e architettura: identità e magnificenza”); l’artista grafico Manlio Monti affronterà infine i temi della comunicazione visiva, legati alla funzione delle banconote (“La grafica della cartamoneta, il caso di Albert-Edgar Yersin”).
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