Archivio tag | Carlo Motta

Paestum. Apre la mostra di arte contemporanea “Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum”, una rilettura non convenzionale del passato attraverso lo sguardo dell’artista di fama internazionale 

paestum_parco_mostra-segni-epocali-fernando-mangone-racconta-paestum_locandina“Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum” è il titolo della mostra di arte contemporanea promossa dal parco archeologico di Paestum, dal 26 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025, interamente dedicata al patrimonio pestano. L’esposizione offre una rilettura non convenzionale del passato attraverso lo sguardo dell’artista di fama internazionale Fernando Mangone, che ha dedicato trent’anni al racconto pittorico del patrimonio dei parchi archeologici di Paestum e Velia, in provincia di Salerno. La mostra rappresenta una riflessione profonda sulla continuità storica, sulle tracce del tempo e sulla capacità dell’arte di parlare di epoche diverse, mantenendo vive le radici di un territorio che ha molto da raccontare. In questo dialogo continuo tra antico e moderno, Mangone interpreta e reinterpreta, attraverso la sua visione artistica, la magnificenza di Paestum, traducendo segni e simboli dell’antica città in un linguaggio adatto alla sensibilità contemporanea.

paestum_parco_mostra-segni-epocali-fernando-mangone-racconta-paestum_tempio-di-nettuno_fernando-mangone_foto-pa-paeve

L’artista Fernando Mangone con una sua opera al Tempio di Nettuno, nel santuario meridionale di Paestum (foto pa-paeve)

Sabato 26 ottobre 2024 la vernice della mostra al santuario meridionale di Paestum: dopo i saluti istituzionali e la presentazione della mostra, alle 17.30, performance art di Fernando Mangone con accompagnamento musicale; 18, visita all’interno del Tempio di Nettuno con le altre opere esposte; 18.30, disvelamento polittico e accensione delle lampade Wood; 19, visita della mostra nella sala cella del museo Archeologico nazionale; 19.30, rinfresco nella sala spazio pubblico del museo Archeologico. Intervengono Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia; Teresa Marino, funzionario archeologo dei parchi archeologici di Paestum e Velia; Luciano Carini, curatore della mostra; Carlo Motta, responsabile libri Editoriale Giorgio Mondadori.

paestum_parco_mostra-segni-epocali-fernando-mangone-racconta-paestum_basilica_opera-di_fernando-mangone_foto-pa-paeve

La Basilica del santuario meridionale di Paestum e un’opera di Fernando Mangone (foto pa-paeve)

Come afferma il direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo, “Fernando Mangone è un artista di fama internazionale, ma è soprattutto un uomo profondamente radicato in questa terra, un conoscitore appassionato dei suoi antichi miti, delle sue tradizioni, della sua iconografia. Nelle sue opere, Mangone lascia riaffiorare gli strati della storia più antica della città, ma anche quelli della propria vita»”. La mostra riporta l’artista nel suo territorio d’origine. Nelle parole del curatore della mostra Luciano Carini, “Paestum e Fernando Mangone sono un binomio unico e straordinario. Il nostro artista è figlio di questa terra, suo attento e scrupoloso conoscitore. Mangone ama il suo territorio, la sua gente e la sua storia. In questa mostra l’artista campano ha ricostruito, con un linguaggio moderno e contemporaneo, tutte le fasi storiche dell’antico luogo, dalle origini ai nostri giorni”. Pur avendo vissuto e viaggiato in numerose città d’Europa, Mangone ha dedicato gran parte della sua vita alla rappresentazione di Paestum, un luogo dove il fascino dell’antico si intreccia con la sua sensibilità artistica tutta contemporanea. Con una maestria che ricalca le istanze del movimento espressionista, Mangone ha saputo catturare l’essenza di un territorio che conserva intatta la sua maestosità. Nei suoi dipinti, Paestum non è soltanto un sito archeologico, ma una culla di memoria e bellezza che viene riscoperta e reinterpretata attraverso il suo tratto.

paestum_parco_mostra-segni-epocali-fernando-mangone-racconta-paestum_tempio-di-atena_fernando-mangone_foto-pa-paeve

L’artista Fernando Mangone con una sua opera al Tempio di Atena, nel santuario meridionale di Paestum (foto pa-paeve)

Il progetto della mostra “Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum” si basa sull’idea che “Il museo non rappresenta più soltanto l’immagine più alta del passato, esso è, oggi, anche lo specchio del continuo evolversi della società e dei suoi bisogni. Questo cambiamento ha richiesto un arricchimento dell’offerta culturale attraverso una strategia sia di riorganizzazione e riqualificazione delle strutture museali, sia di riutilizzo degli spazi a fini di studio ed incontro oltre che espositivi. […] Ecco che il museo non è più visto come luogo astratto ed isolato dalla città, ma come luogo reso vivo dal rapporto con il territorio, luogo di approfondimento di studio, di ricerca, laddove si dà ampio spazio ad una moderna didattica”, come affermano le responsabili del coordinamento scientifico Teresa Marino, Ornella Silvetti, Rosaria Sirleto. I visitatori potranno acquistare in esclusiva il catalogo “Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum”, un prezioso volume dedicato alle opere esposte e alla collezione dell’artista dedicata al patrimonio pestano.

Le opere di Mangone, realizzate con tecniche miste e predominanza di tempere fluorescenti, sono ospitate nella Sala Cella del museo Archeologico nazionale di Paestum, uno spazio che condurrà il visitatore lungo un percorso che sfida le categorie temporali, dove la monumentalità dei templi e i reperti identitari custoditi a Paestum si fondono con la sensibilità artistica di Mangone. I templi di Athena, di Hera e di Nettuno dell’area archeologica, i soggetti rappresentati sulle lastre tombali di età lucana e le raffigurazioni più iconiche del Museo, come il celebre Tuffatore, sono i protagonisti di un allestimento che trasporterà i visitatori nell’universo espressionista di Mangone, caratterizzato da cromatismi vivi e da forti suggestioni visive, che allo stesso tempo riesce a far trasparire la sua personale visione sul mondo. La mostra è articolata in tre sezioni tematiche: Vivere la città, Costruire la città e Oltre la città. Le opere di Mangone saranno parte di un’esperienza immersiva e multisensoriale, in un ambiente che richiama l’atelier dell’artista e ne ricrea l’atmosfera intima e personale. In occasione dell’evento inaugurale nell’Area archeologica di Paestum, verranno esposte all’interno del tempio “di Nettuno” alcune tele che reinterpretano in maniera inedita i templi, dialogando armoniosamente con l’ambiente circostante. Non lontano è installato un imponente polittico composto da venti tavole che offrono una spettacolare e suggestiva veduta del patrimonio archeologico di Paestum.

 

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale ultimo appuntamento con “Notti d’Estate al MArRC”: sulla terrazza chiusura in musica con le note dei talenti del “Cilea”

reggio.calabria_notti-d-estate-al-MArRC_Chiusura Programmazione Estiva_locandinaUltimo appuntamento con “Notti d’Estate al MArRC” sulla terrazza del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Sabato 10 settembre 2022, si conclude la stagione estiva con il concerto del Conservatorio di Musica “Francesco Cilea”. Un palinsesto vario, che ha riscosso successo di pubblico e di visitatori, come conferma anche il numero delle presenze dei mesi estivi, complice anche il Cinquantesimo anniversario dal rinvenimento dei Bronzi di Riace. L’offerta culturale ha contribuito a rendere sempre di più il Museo inclusivo e dinamico, con mostre temporanee, musica, incontri d’autore, astronomia, storia ed enogastronomia, in sinergia con enti e associazioni del territorio. Prima della suggestiva serata sulla terrazza panoramica, alle 17.30, è in programma la presentazione del catalogo della mostra “Mediterraneo” a cura di Giammarco Puntelli e del responsabile Libri dell’editoriale Giorgio Mondadori, Carlo Motta, alla presenza del sindaco ff. della Città Metropolitana, Carmelo Versace, del consigliere delegato alla Cultura Filippo Quartuccio e del direttore del MArRC che ospita la conferenza, Carmelo Malacrino. Per il sindaco Carmelo Versace: “La mostra, all’interno del fitto programma per le celebrazioni del Cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi, è un inno al Mediterraneo, quel mare che ha restituito le statue dopo averle custodite per oltre 2000 anni, che non smette mai di sorprendere e di rivelarsi”. “Con questi due appuntamenti”, dichiara il direttore del museo, Carmelo Malacrino, “si conclude una meravigliosa stagione estiva durante la quale, complice l’allentamento delle misure di prevenzione della pandemia e le celebrazioni per i Bronzi di Riace, il Museo è tornato a riabbracciare appassionati, turisti e visitatori con grande soddisfazione per tutto lo staff del MArRC. Sono risultati che ci premiano in un anno particolarmente importante – continua Malacrino – in cui sono stati, e continueranno ad essere, molti gli eventi dedicati al Cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Con un ringraziamento anche alle numerose associazioni ed istituzioni che, in sinergia, hanno collaborato alla realizzazione di tutti questi eventi, contribuendo a far riscoprire la fruizione della cultura e tutto il patrimonio che abbiamo la fortuna di custodire”. Protagonisti del concerto di sabato 10 settembre gli studenti Marco Cuzzilla, Francesca Canale, Silvia Ielo, Raffaela Marrazzo, Giovanni Saccà, Rosamaria Scopelliti e Simona Vazzana della classe di Canto della prof.ssa Maria Rita De Matteis Grazzini. Gli allievi, accompagnati al piano da Massimiliano Grazzini, si esibiranno con performance liriche con musiche da Verdi a Puccini, da Bizet a Morricone, con al “centro” Cilea, il compositore palmese che ha portato in alto il nome della Calabria nel mondo. “Con questo concerto si conclude un ulteriore periodo di fruttuosa collaborazione tra il museo Archeologico di Reggio Calabria e il Conservatorio Cilea, che dal giugno scorso ha visto esibirsi 50 studenti e neodiplomati nelle sale e sulla terrazza della “casa” dei Bronzi di Riace, celebrando i 50 anni del ritrovamento”, commenta Francesco Romano, direttore del Conservatorio “Cilea”. “Grazie alla grande sensibilità e disponibilità del direttore Malacrino, siamo certi che anche in futuro i nostri studenti potranno esibirsi in questo magnifico luogo unendo l’emozione della buona musica con la contemplazione delle opere d’arte della nostra storia millenaria in un sentimento di bellezza senza tempo – conclude -, da condividere con i sempre più numerosi visitatori”. Con il biglietto d’ingresso (dalle 20 al costo di 3 euro) sarà possibile accedere alle sale espositive, partecipare agli eventi in terrazza e visitare le quattro mostre espositive: “Il vaso sui vasi. Capolavori dal Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia”; “Oltre l’emergenza. Attività e restauri dopo l’alluvione del 2018” al livello E; la mostra fotografica sulla scalinata monumentale piacentiniana: “I Bronzi di Riace. Un percorso per immagini” con foto di Luigi Spina; la mostra: “L’Età degli Eroi. La Magna Grecia e i Bronzi di Riace” in piazza Paolo Orsi. La prenotazione non è necessaria ed è fortemente raccomandato l’uso della mascherina chirurgica.