Napoli. Alla “Federico II” presentazione degli esiti della convenzione triennale di ricerca università – parco archeologico di Pompei con la giornata di studio “Pompei fuori / tra le mura. La cinta antica, le necropoli, gli ingressi moderni, la Buffer zone e il rapporto con i siti minori”

Mappa del sito di Pompei con il giro delle mura con le torri e le porte (foto parco archeologico pompei)
Giornata di studio “Pompei fuori / tra le mura. La cinta antica le necropoli gli ingressi moderni la Buffer zone e il rapporto con i siti minori” all’università Federico II di Napoli per presentare gli esiti della Convenzione di ricerca, di consulenza tecnico-scientifica e supporto alla didattica che il rettore dell’ateneo federiciano Matteo Lorito consegnerà al direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, il 20 novembre 2024, alle 11, nella Sala del Consiglio di amministrazione dell’ateneo. Il lavoro, frutto della convenzione stipulata il 5 ottobre 2021, tra il parco archeologico di Pompei e l’università di Napoli Federico II, si è concluso dopo tre anni di lavori con il coinvolgimento di numerosi colleghi e giovani studiosi del Dipartimento di Architettura (DiArc), con la collaborazione di docenti e studiosi del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e dell’Architettura (DiST), del Dipartimento di Scienze della Terra (Distar) e del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile Ambientale (DICEA) della Federico II con il coordinamento scientifico della professoressa Renata Picone e con Vincenzo Calvanese, RUP per il parco archeologico di Pompei. La giornata di studio vedrà i saluti di Matteo Lorito, Gabriel Zuchtriegel, Michelangelo Russo e Renata Picone; gli interventi di Fabio Mangone, Renata Picone, Valentina Russo, Bianca Gioia Marino, Raffaele Amore, Gianluigi De Martino, Mariarosaria Villani, Piergiulio Cappelletti, Alessandro Flora, Gian Piero Lignola, Anna Terracciano, Francesca Coppolino; e le conclusioni di Vincenzo Calvarese e Arianna Spinosa. I risultati dell’intenso e ampio lavoro confermano l’incisività degli studi della Federico II sul sito della città antica di Pompei, che ha confermato proprio in questi giorni il suo primato di sito più visitato d’Italia. La ricerca, con esiti inediti e innovativi, ha approfondito tre punti.
Il piano di conoscenza e restauro delle mura emerse di Pompei. La ricerca ha interessato lo studio della murazione emersa della città antica restituendo un rilievo dimensionale completo che non era stato incluso nell’indagine del Grande Progetto Pompei. Grazie ad un’accurata survey diagnostica e a uno studio critico delle fonti disponibili sono state individuate per la prima volta le problematiche conservative delle strutture emerse che hanno permesso l’elaborazione di linee guida per il restauro delle mura che si sono avvalse di un’indagine strutturale e geognostica inedita: un contributo che potrà costituire per il parco archeologico di Pompei uno strumento scientifico e al contempo una guida operativa per gli interventi futuri.
La rete di connessione tra la città antica di Pompei e i siti territoriali. Lo studio ha riguardato il rapporto tra la città antica di Pompei e la città contemporanea, estendendo tale rapporto ai sette siti territoriali vesuviani incardinati nel Parco Archeologico (Boscoreale, Oplontis, Stabiae, Longola, Lettere, Quisisana, Polverificio Borbonico), delineando un quadro strategico delle possibili connessioni, anche con la creazione di percorsi di mobilità sostenibile.
Il parco agricolo e la passeggiata sulle mura. Questa parte della ricerca ha preso in considerazione linee guida per rendere fruibili le mura e le aree agricole annesse, come strumento per la valorizzazione di una parte del Parco archeologico ancora non del tutto fruita dai visitatori come nuova opportunità di visita, di percezione della città antica e di decongestione del sito. Riprendendo un’idea di Amedeo Maiuri, la ricerca ha approfondito la possibilità di un nuovo percorso, fruibile con un biglietto dedicato e dagli altri valori naturalistici.
Verona. Piero Gazzola: nuove letture”: nella sede della Sabap presentazione degli ultimi due recenti libri sull’operato di Piero Gazzola che è stato senza dubbio un protagonista della cultura architettonica e del restauro della seconda metà del Novecento, in Italia e in Europa

Piero Gazzola, protagonista della cultura architettonica e del restauro della seconda metà del Novecento, in Italia e in Europa (foto associazione archivio piero gazzola)
“Piero Gazzola: nuove letture”: la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza insieme all’Associazione Archivio Piero Gazzola organizza per il giorno 6 ottobre 2023, alle 17, nella propria sede, in piazza San Fermo 3/A a Verona, la presentazione di due novità editoriali dedicate all’operato di Piero Gazzola che è stato senza dubbio un protagonista della cultura architettonica e del restauro della seconda metà del Novecento, in Italia e in Europa. Le attività scientifiche e l’operato del soprintendente veronese sono state, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, oggetto di studi, pubblicazioni e convegni. A poco più di dieci anni dall’uscita dell’ultimo volume dedicato alla sua figura e al suo impegno di ricerca, didattico, istituzionale e politico, torna l’attenzione su di lui con due nuovi libri dati alle stampe, a distanza di pochi mesi, tra il 2021 e il 2022: “Piero Gazzola: scritti inediti di un manuale del restauro dei monumenti” (Editori Paparo, Napoli) di Claudia Aveta e “Piero Gazzola. Tutela e restauro dei castelli” (Marsilio Editori, Venezia) di Chiara Mariotti. La complessità del periodo nel quale vive e opera Gazzola è matrice stessa delle sfide culturali che è stato chiamato ad affrontare e alle quali ha fornito contributi di rilievo, sia sul piano teoretico che operativo, in ambito nazionale e internazionale: dalla ricostruzione dei monumenti danneggiati dalla guerra alla salvaguardia dei centri storici e dell’ambiente; dalla revisione dei principi alla base della tutela del patrimonio monumentale con la Carta di Venezia alla formazione del personale specializzato; dalla conservazione attiva del costruito, con particolare riguardo all’architettura fortificata, all’incontro legittimato tra preesistenza e progetto.

Ritratto di Piero Gazzola (foto associazione archivio piero gazzola)
Programma. Dopo i saluti di Fabrizio Magani, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza; Claudio Carcereri de Prati, presidente dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona; Fiorenzo Meneghelli, vice-presidente dell’istituto italiano dei Castelli; Pia Gazzola, presidente dell’associazione Archivio Piero Gazzola; Silvia Dandria, funzionario della SABAP Vr e coordinatrice dell’associazione Archivio Piero Gazzola; Bianca Gioia Marino, professoressa di Restauro architettonico all’università Federico II di Napoli; Andrea Ugolini, professore di Restauro architettonico all’università di Bologna; intervengono Daniela Esposito, professoressa di Restauro architettonico a Sapienza università di Roma; Annunziata Maria Oteri, professoressa di Restauro architettonico al Politecnico di Milano; Andrea Pane, professore di Restauro architettonico alla “Federico II”. Saranno presenti le autrici Claudia Aveta e Chiara Mariotti, e gli editori Paparo e Marsilio.

Copertina del libro “Piero Gazzola: scritti inediti di un manuale del restauro dei monumenti” (Editori Paparo, Napoli) di Claudia Aveta
Piero Gazzola: scritti inediti di un manuale del restauro dei monumenti. Tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, nell’intenso e fecondo dibattito sul restauro e sulla conservazione del patrimonio architettonico ed ambientale avvenuto in Italia ed all’estero emergeva, tra gli altri esperti, una personalità colta e dinamica di alto rilievo, Piero Gazzola, di cui è ben noto anche l’apporto dato, con Roberto Pane, alla elaborazione della Carta di Venezia (1964). Sono anni nei quali nella disciplina del restauro si registra una straordinaria evoluzione, i cui innovativi concetti hanno rappresentato l’humus di studi e ricerche che si sono sviluppati negli ultimi decenni del secolo scorso e sono oggetto del dibattito attuale.

L’architetto Claudia Aveta dell’università “Federico II” di Napoli
Claudia Aveta, architetto, Ph.D. in Conservazione dei Beni architettonici, è ricercatore di Restauro architettonico dell’università di Pisa, ha dedicato a Gazzola il suo percorso formativo a partire dalla ricerca di dottorato e ha pubblicato su di lui due volumi: “Piero Gazzola. Restauro dei monumenti e tutela ambientale” (2007); “Piero Gazzola: scritti inediti di un manuale del restauro dei monumenti” (2021). In quello più recente, la studiosa propone una riflessione critica su di una serie di scritti inediti, dallo stesso soprintendente intitolati Manuale del restauro architettonico, ritrovati e catalogati nell’Archivio a lui dedicato, in S. Ciriaco di Negrar. Un capitolo introduttivo è risultato utile a definire il coevo contesto storico-culturale nel quale si svolgeva l’attività di Gazzola, in ambito nazionale e internazionale. Poi, si ritrova il commento critico dell’autrice, con riferimento puntuale ai vari capitoli del Manuale. Il linguaggio di Gazzola risulta colto, ma diretto e divulgativo, coerente con un messaggio rivolto alle giovani generazioni di architetti, a cui intende disvelare le sue appassionate convinzioni, frutto di tante esperienze e di tante battaglie culturali.

Copertina del libro “Piero Gazzola. Tutela e restauro dei castelli” (Marsilio Editori, Venezia) di Chiara Mariotti
Piero Gazzola. Tutela e restauro dei castelli. Il saggio indaga il contributo di Piero Gazzola (1908-1979) alla tutela e al restauro dei castelli, o meglio, delle architetture fortificate. Approfondendo un capitolo inedito della ricerca dello studioso, offre una lettura della vicenda-fortificazioni attraverso la lente della conservazione, con particolare riferimento alle acquisizioni teoriche maturate negli anni sessanta. L’ambito dei castelli, solo apparentemente settoriale, si rivela un osservatorio privilegiato per descrivere un più ampio spaccato della disciplina nel secondo Novecento, e la stessa azione di Gazzola per le strutture munite risulta ricentrata a favore del costruito esistente. In generale, le riflessioni che il saggio elabora si collocano nell’alveo degli studi rivolti al tentativo di rendere attuale l’architettura del passato, sono incentrate sulla relazione tra la dimensione diacronica delle fabbriche storiche e il rapporto sincronico da istituire con la contemporaneità e bilanciano cultura della conservazione e progetto.

L’architetto Chiara Mariotti dell’università Politecnico delle Marche
Chiara Mariotti, architetto, Ph.D. in Architettura, è ricercatore di Restauro architettonico all’università Politecnica delle Marche e docente all’università di Bologna. Svolge attività didattica e di ricerca su aspetti teorico-critici e tecnici del restauro del patrimonio costruito; tra le sue linee di ricerca emerge quella sulla conservazione delle architetture fortificate, dai castelli medievali alle difese contemporanee, che affronta a partire dalla Tesi di Dottorato dal titolo “Il restauro dei castelli in Italia 1964- 2014”. In quella ricerca sono già presenti gli stimoli che porteranno, sulla scorta di approfondite ricerche nell’Archivio di San Ciriaco di Negrar, alla pubblicazione del volume “Piero Gazzola. Tutela e restauro dei castelli”, edito da Marsilio nel 2022. Lo scritto si configura come rilettura critica e intenzionalmente diretta dell’opera teoretica, operativa e istituzionale di Gazzola, sotto la cifra specifica e singolare del “castello” o, meglio, dell’architettura fortificata; ne ripercorre l’attività e il ruolo presso gli Istituti castellani internazionali e nazionali (Internationales Burgen Institut e Istituto Italiano dei Castelli), parte dai castelli ma li assume a paradigma di riflessioni più generali, osservatorio privilegiato per descrivere un più ampio spaccato della disciplina nel secondo Novecento.
Commenti recenti