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Afghanistan: come tutelare l’archeologia e il paesaggio e insieme avviare progetti di sviluppo. Simposio internazionale a Roma

Dal 25 al 27 maggio 2016 simposio a Palazzo Barberini a Roma

Dal 25 al 27 maggio 2016 simposio a Palazzo Barberini a Roma

Dal 25 maggio 2016 a Roma si terrà un seminario internazionale sul rapporto fra la tutela dell’archeologia e del paesaggio e le iniziative di sviluppo. Organizzato da Unesco, con Banca Mondiale e Repubblica Islamica dell’Afghanistan, vedrà un buon numero di esperti internazionali confrontarsi sui metodi per alimentare il dialogo fra modernizzazione e salvaguardia dei valori culturali. A partire dall’adozione dell’archeologia preventiva in Afghanistan; e dall’ingresso ufficiale della tutela dedicata al patrimonio culturale nell’Agenda dello Sviluppo Sostenibile 2030.

Il simposio di Roma confronta le esigenze dell'archeologia preventiva con le richieste di sviluppo del Paese

Il simposio di Roma confronta le esigenze dell’archeologia preventiva con le richieste di sviluppo del Paese

“L’avvio dello sfruttamento di sei aree minerarie in Afghanistan”, spiegano gli organizzatori, “è subordinato al completamento delle indagini archeologiche e all’individuazione di un piano di gestione per il patrimonio culturale e paesaggistico coinvolto. È il contenuto di un progetto che vede fianco a fianco il Governo Afghano, la Banca Mondiale e l’Unesco per affrontare, in modo concreto, un possibile bilanciamento delle azioni di sviluppo e delle esigenze di conoscenza e conservazione del patrimonio culturale e del paesaggio”. La ricchezza dell’Afghanistan, in termini di eredità storica e di risorse minerarie, rende questo esperimento un efficace punto di partenza per un confronto molto largo: dall’Estremo Oriente all’America, in Africa e in Europa, quali sono le strategie e i modelli di gestione dello sviluppo compatibili con la tutela del patrimonio archeologico? Se ne parlerà dal 25 al 27 maggio 2016 a Palazzo Barberini, nel corso dei lavori del simposio

internazionale su “Cultural heritage & development initiatives: a challenge or a contribution to sustainability?”. Organizzato dall’Unesco, con la Banca Mondiale e il Governo Afghano, l’appuntamento ha potuto contare sulla piena condivisione con il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e con il ministero degli Affari esteri, Agenzia Italiana per la cooperazione allo Sviluppo e con Dafa, Délégation Francaise Archéologique en Afghanistan. Per partecipare ai lavori occorre registrarsi sul sito culturaldevelopment.info/ sul quale è possibile consultarne il programma.

Il simposio sul patrimonio culturale afghano è promosso da Unesco, Banca mondiale e Governo afghano

Il simposio sul patrimonio culturale afghano è promosso da Unesco, Banca mondiale e Governo afghano

Il simposio apre mercoledì 25 alle 9.30 con il saluto delle autorità, tra cui Flaminia Gennari Santori, direttore del museo di Arte antica di Palazzo Barberini, a fare gli onori di casa; Antimo   Cesaro, sottosegretario al ministero italiano per i beni e le attività culturali e il turismo; Abdul Bari Jahani, ministro afghano dell’Informazione e della cultura; Patricia McPhillips, direttore dell’ufficio Unesco in Afghanistan. Alle 10.30, la I sessione “Il patrimonio culturale come vettore per uno sviluppo sostenibile” moderata da Stefano   De   Caro, direttore generale dell’Iccrom; alle 11.35, la II sessione “Conservazione del patrimonio culturale e iniziative di sviluppo: opportunità e buone pratiche per la sostenibilità ambientale” moderata da Andrea Bruno, già professore all’università di Torino ed esperto di conservazione dei beni culturali dell’Afghanistan; alle 14.10, Panel 1 “Comprendere i valori di pianificare dei cambiamenti sostenibili”, moderato da Omar Sultan, già ministro dell’Informazione e della cultura dell’Afghanistan; alle 16.05, Panel 2 “Radicare lo sviluppo in un ambiente naturale e culturale locale” moderato da Cheryl   Benard, president di Arch international. Giovedì 26, alle 9.30, apre la Sessione III “Strumenti normativi e di gestione sostenibile: meccanismi di governo per un processo dinamico di cambiamento attraverso una prospettiva di lungo termine”, moderata da Jukka Jokilehto, consigliere del direttore generale di Iccrom; alle 11.25, Panel 3 “Allineamento delle priorità nazionali e gestione del patrimonio per una programmazione integrata”, moderato da Vincent Negri, docente di diritto dei Beni culturali alla Sorbona di Parigi; alle 14.20, Sessione IV “Cultura come possibile veicolo di inclusione sociale e sviluppo economico” moderata da Daniel   Etongua Manguelle, presidente di Sadeg; alle 16.05, Panel 4 “Patrimonio ed economia sostenibile per lo sviluppo della comunità”, moderato da Rita Gonelli, responsabile del settore cultura all’Aics. Venerdì 27, alle 9.30, tavola rotonda moderata da Caterina Bon Valsassina, direttore generale per l’Archeologia, l’arte e il paesaggio culturale del ministero italiano dei Beni culturali (Mibact); alle 12, cerimonia di chiusura.

L’Italia tra i protagonisti nel restauro di Baalbeck e Tiro, simboli dell’archeologia del Libano

Il tempio di Giove e Bacco a Baalbeck, uno dei più famosi del Vicino Oriente

Il tempio di Giove e Bacco a Baalbeck, uno dei più famosi del Vicino Oriente

È uno dei templi antichi più famosi del Mediterraneo per la sua monumentalità, di certo il tempio di Giove e Bacco a Baalbeck in Libano è uno dei simboli del Vicino Oriente antico. Con un investimento di oltre 4 milioni di euro sarà proprio l’Italia protagonista nel progetto di consolidamento, restauro e valorizzazione del patrimonio archeologico libanese, in gran parte di epoca romana, nelle città di Tiro e di Baalbeck. L’iniziativa è stata presentata durante una cerimonia a Tiro, nel sud del Paese, alla presenza del ministro della Cultura libanese, Raymond Araygi, e dell’ambasciatore italiano Giuseppe Morabito. All’evento, organizzato e promosso dalla Municipalità di Tiro in collaborazione con la Direzione Generale delle Antichità (Dga), hanno partecipato anche il Presidente del Consiglio per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Cdr), Nabil El Jisr, il direttore dell’ufficio della Banca Mondiale per il Medio Oriente, Ferid Belhaj, il sindaco di Tiro, Hasan Dbouk, e per l’Italia il direttore Utl di Beirut, Guido Benevento.

L'Italia, con la Cooperazione, partecipa al recupero del patrimonio archeologico libanese

L’Italia, con la Cooperazione, partecipa al recupero del patrimonio archeologico libanese

Il progetto, che prevede un finanziamento anche della Banca mondiale per un ammontare di 8 milioni di euro, consentirà tra l’altro il restauro di monumenti simbolo del Libano, come i templi di Bacco e di Giove a Baalbeck, e l’arco monumentale, la necropoli, le terme, l’arena e la palestra a Tiro. L’iniziativa fa parte del Programma per i beni culturali e lo sviluppo urbano del Libano (Chud), con un finanziamento complessivo di 87 milioni di euro, di cui 10,8 milioni forniti dall’Italia. Il Chud (“Cultural Heritage and Urban Development”) è il programma per la valorizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo urbano in Libano: un vasto intervento proposto dalla Banca Mondiale di sei anni e mezzo di durata, per un importo complessivo di oltre 60 milioni di dollari. Il contributo Italiano è di circa 11 milioni di euro. L’intero programma Chud si sviluppa a Tripoli, Byblos, Baalbeck, Sidone e Tiro su tre linee operative: riabilitazione dei centri storici e miglioramento delle infrastrutture urbane; conservazione e gestione dei siti archeologici; rafforzamento istituzionale e gestione del progetto. L’Italia, attraverso la Cooperazione, si è impegnata a seguire nelle diverse fasi e in tempi successivi del programma, la valorizzazione dei siti archeologici di Baalbek, Tiro e Sidone e l’organizzazione museale della cittadella di Tripoli.

L'area archeologica di Tiro rientra nel Programma Chud che ne prevede il recupero con fondi anche della Cooperazione italiana

L’area archeologica di Tiro rientra nel Programma Chud che ne prevede il recupero con fondi anche della Cooperazione italiana

“Si tratta di un’iniziativa pionieristica per il Libano”, spiega Guido Benevento, direttore della Cooperazione italiana nel Paese, sottolineando che “il programma fornirà al governo libanese i fondi e l’assistenza tecnica necessari per valorizzare in modo appropriato le enormi risorse archeologiche del Paese”. E il presidente del Cdr, Nabil El Jisr: “Non va sottovalutato il valore anche economico del patrimonio culturale libanese e la necessità di considerare i diversi interventi Chud come progetti pilota da replicare in altre aree del Paese”. Un patrimonio culturale la cui salvaguardia, secondo il ministro della Cultura libanese, deve essere sentita da ogni cittadino come un dovere per mantenere la propria identità nazionale, ricordando che ”i Paesi che rispettano la loro civiltà non deperiscono e non muoiono”.

Approvati lavori di consolidamento strutturale, conservazione e presentazione del sito di Baalbeck

Approvati lavori di consolidamento strutturale, conservazione e presentazione del sito di Baalbeck

I lavori di consolidamento strutturale, conservazione e presentazione dei siti, inclusi nel piano finanziato dall’Italia e denominato  “Baalbeck & Tyre Archaeological Project Phase 2 (Btap 2)”, saranno avviati non appena il consorzio Cooperativa Archeologia s.c.r.l. – Italiana Costruzioni Spa, vincitore della gara di appalto per il progetto, avrà firmato il contratto. Con l’avvio di queste attività saranno allestiti cantieri di restauro altamente qualificati (tra cui il consolidamento delle colonne del tempio di Giove a Baalbeck, uno dei monumenti più rappresentativi del Libano) e saranno eseguiti anche i lavori di allestimento museografico del nuovo museo archeologico di Tiro, realizzato a partire da un edificio pre-esistente, nel quadro degli interventi Chud, grazie ad una sinergia tra Cooperazione italiana (finanziamento della progettazione e supervisione lavori) e Banca Mondiale (finanziamento della realizzazione delle opere civili da finalizzare con il successivo contratto italiano Btap 2).